Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Bugno critico con le regole dell'UCI e i suoi ricatti
#1
Bugno critico con le regole dell'UCI e i suoi ricatti
L'ex professionista italiano Gianni Bugno ha criticato oggi l'Unione Ciclistica Internazionale (UCI) in un'intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Dopo otto mesi come presidente dell'Associazione dei Ciclisti Professionisti (CPA), ha spiegato che c'è molto da cambiare, partendo dell'UCI.

"Non è facile interagire con corridori, organizzatori e UCI". ha detto Bugno. "Il gruppo [dei corridoi] cambia in continuazione. All'interno ci sono almeno tre divisioni: i campioni, che agiscono a modo loro, quelli che rimangono professionisti per un paio di stagioni, e i guerrieri che gareggiano per anni. Tra questi tre gruppi non c'è coesione".

Bugno ha vinto il Campionato del Mondo e il Giro d'Italia due volte. Con la sua esperienza, sta lavorando con i ciclisti e spinge per un cambiamento nelle regole dell'UCI. Probabilmente incontrerà l'UCI alla fine del mese per presentarli il suo programma sul Passaporto Biologico.

"C'è bisogno di cambiare il modo in cui [il Passaporto Biologico] è gestito e come viene messo in pratica", ha continuato. "Per come è adesso, non da garanzie a nessuno".

Il Passaporto Biologico offre una via per rintracciare il doping senza il tradizionale test positivo. Gli scienziati possono tracciare i risultati di sangue e urine nel corso del tempo per riscontrare irregolarità.

Il 3 maggio, l'UCI fermò l'Italiano Franco Pellizotti con il Passaporto Biologico. Il Comitato Olimpico Italiano (CONI) ha esaminato il caso e raccomandò il 29 giugno una sospensione di due anni al Tribunale Italiano Antidoping (TNA). In ogni modo, il TNA ha scagionato Pellizotti il 21 ottobre perché non c'era "un sufficiente livello di certezza".

L'UCI si aspetta un ricorso alla Corte Arbitraria dello Sport (CAS). Pellizotti, 32, è stato impedito di correre il Giro d'Italia a maggio e non ha gareggiato ufficialmente da allora. Si vocifera sia pronto a firmare un contratto con la squadra spagnola Movistar, ma non ha ancora annunciato un contratto.

"Pellizotti sta pagando per le guerra che ha fatto e vinto contro il Passaporto Biologico", ha detto Bugno. "Le squadre non l'hanno firmato per paura di essere ricattate".

Ha anche accusato l'UCI per il caso di Alberto Contador. Lo spagnolo ha vinto il Tour de France per la terza volta nel mese di luglio, ma due mesi dopo, è stata rivelata la sua positività al clenbuterolo durante la gara. L'UCI ha mandato i loro documenti sulle indagini alla Federazione Ciclistica Spagnola, che sta investigando sul caso.

Contador sostiene la sua innocenza, dicendo che la sostanza proviene da carne contaminata che ha mangiato, ma rischia due anni di sospensione e la perdita del suo terzo Tour de France. Bugno crede nella difesa di Contador.

"Credo in lui. Ma è una situazione assurda. La nuova stagione è iniziata e non sappiamo ancora chi ha vinto lo scorso Tour. Siamo tornati al punto di partenza: le regole dell'UCI cosi come sono, non funzionano bene", ha detto.

"Le squadre devono anch'esse essere ritenute responsabili dei casi di doping. Un caso [di doping], anche se non dovrebbe, potrebbe rimanere impunito. Con il secondo, sei [la squadra] punito e forse con il terzo si viene fermati o fatti scendere di una categoria".

Bugno è risultato positivo alla caffeina nel 1994 e sospeso per tre mesi. In un'indagine della Polizia nel 1998 sul Dottore Francesco Conconi, Bugno è stato elencato come uno dei numerosi ciclisti di cui Conconi ha trattato il sangue con l'EPO.

velonation.com
 
Rispondi
#2
Bugno, ecco perché sbagli
Le parole di Gianni Bugno hanno lasciato il segno. E la reazione dell’Unione ciclistica internazionale all’intervista rilasciata martedì alla Gazzetta dal presidente dell’Associazione mondiale corridori (Cpa), non si è fatta attendere. Attraverso Enrico Carpani, portavoce del presidente Pat Mc-Quaid, ha fornito alcune precisazioni. «Delle parole di Bugno — esordisce Carpani— ci ha colpito innanzitutto un certo vittimismo di categoria sul doping: il Cpa sembra interpretare il proprio ruolo alla stregua di una difesa d’ufficio dei corridori, senza mai concedersi un cenno di autocritica. Si ha quasi l’impressione che la questione dipenda da tutto e da tutti meno che dai corridori, bensì dal sistema in generale e dal passaporto biologico in particolare. In un paio d’anni l’approccio di alcuni su questo punto è completamente mutato. Quando l’Uci introdusse il passaporto biologico, tutti sembravano orgogliosi di far parte di un mondo pronto a combattere ancora una volta una battaglia d’avanguardia».
«Sembrava che tutti avessero fretta: di vedere all’opera il nuovo dispositivo, conoscere i primi nomi, assistere all’apertura dei primi casi. Tutti facevano a gara per farci sentire quasi colpevoli dei tempi lunghi di cui c’è stato bisogno. Ma quando si è entrati nella fase attiva, la sensazione che ha preso quasi subito il sopravvento è stata quella di un passaporto biologico molto più amato nella sua difficile fase di gestazione che non alla luce delle situazioni che ha permesso di evidenziare. A sentire Bugno, pare che niente funzioni e tutto sia da ripensare. Eppure non è cambiato nulla, se non che ora si sta mettendo in pratica la teoria che piaceva così tanto a tutti».
«Anche su Di Luca il Cpa ci attacca? Bugno dovrebbe informarsi meglio prima di cavalcare affermazioni quanto meno imprecise e fuorvianti soprattutto per chi non è in possesso invece di tutti gli elementi indispensabili per formarsi un’opinione. A Di Luca è stata riconosciuta una riduzione della sospensione, che l’Uci ha accettato nell’ottobre scorso. Per effetto di questa decisione, la sanzione finanziaria nei confronti del corridore è pure logicamente ridotta di oltre 100.000 euro, sino al totale definitivo di 173.600 euro».
«Dulcis in fundo: la polemica sul figlio di McQuaid che fa l’agente di corridori. C’è poco da dire: il presidente McQuaid ha serenamente sottoposto la questione al Direttivo dell’Uci. Che lo ha sostenuto all’unanimità» .

da «La Gazzetta dello Sport» del 6 gennaio 2011
 
Rispondi
#3
A parte le opinioni di ognuno, finalmente Bugno ha detto qualcosa di ficcante, d'incisivo. Ha fatto smuovere un po' le acque. Meno male! Ci voleva proprio! Spero che continui su questa strada...
Sono ovviamente del suo parere sulla poca unione nel gruppo (ed è la principale causa del "calpestamento" dei ciclisti), sul passaporto biologico e sul caso Pellizotti.
Sul fatto di punire anche le squadre un po' meno. O meglio, andrebbe ben studiata la cosa. Perchè è innegabile che un direttore sportivo può capire chi dei suoi atleti sgarra (di Kohl, ad esempio, me ne sarei accorto pure io: un miglioramento così repentino è una roba impossibile!), e quindi, con delle sanzioni dietro, di certo ci starebbero più attenti. Però, insomma, già ad oggi la squadra paga quando esce un positivo, gli sponsor scappano o comunque spesso danno un ultimatum. Ultimamente poi le squadre che hanno avuto due casi di doping (Gerolsteiner, Saunier, Xacobeo) hanno sempre chiuso a fine stagione, non vedo dunque come possa funzionare l'idea di Bugno...
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)