Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Caccia i soldi che ti facciamo correre
#1
E' una cosa che si sa da una vita, ma ora finalmente hanno aperto un'inchiesta.

Tre DS italiani indagati.

Viviani testimone chiave: http://www.cyclingnews.com/news/viviani-...e-inquiry/
 
Rispondi
#2
http://www.corriere.it/sport/16_settembr...ec72.shtml

http://www.corriere.it/sport/16_settembr...ec72.shtml

Qua i due articoli del Corriere della sera..si parla anche di Mammini (mi ero sempre chiesto come mai avesse smesso) che per sta vicenda del paga e corri ha lasciato il ciclismo.. così si spiega anche il roster di tali squadre, certi corridori, guardando i risultati, manco finiscono le gare e corrono quasi solo il calendario asiatico  Confuso

Mi ricorda un po' la formula uno, dove ci sono un sacco di fenomeni paganti  Sweat
 
Rispondi
#3
L'acqua calda. Se c'è chi accetta soldi c'è pure chi li tira fuori comunque....
 
Rispondi
#4
Sinceramente non ci vedo nulla di male. O meglio, in un mondo ideale sarebbe una cosa che non esisterebbe ma siccome le squadre in qualche modo devono campare, meglio una metà della squadra finanzi anche l'altra metà, piuttosto che la squadra chiuda del tutto. Poi ci sono ds che se ne approfittano e a quelli va posto un freno.
 
Rispondi
#5
Il problema è che poi ci sono corridori migliori che restano senza squadra o vanno a correre in team africani o del medio-oriente.

Il ciclismo non si divide semplicemente in forti e scarsi, ci sono mille mila sfumature e quei corridori che hanno il motore per correre in una professional finiscono spesso per non poterlo fare per via di gente che col professionismo non c'entra nulla, ma caccia la grana.
 
Rispondi
#6
http://it.blastingnews.com/sport/2016/09...26965.html

Savio intanto si giustifica.. se fosse così non sarebbe nemmeno particolarmente grave.. in giro però avevo letto dichiarazioni (ad esempio quella di Mammini) dei Team manager stessi a chiedere soldi per ottenere un contratto e di corridori costretti a tornare indietro buona parte dello stipendio, cosa completamente diversa da quella di Facchini
 
Rispondi
#7
E' ovvio che eticamente non è il massimo.
Così come non è il massimo che lo sponsor imponga l'ingaggio di specifici corridori oppure che il big di turno quello del su fratello, amico ecc.

Leggendo gli articoli del Corriere però sembra che questo sia il vero male del ciclismo italiano, quando invece sono ben altri i problemi...

(comunque non capisco il caso Coledan: se lui aveva un contratto in essere con la Bardiani e la squadra non voleva rescinderlo, come pensavi di "convincerli?! Huh )

Che poi rischia di trasformarsi in un boomerang. Gente che tocca pagare per correre vuol dire che proprio fenomenale non deve essere; se fai troppe volte questo giochino, rischi di far schifo e veder scappare gli sponsor principali.
 
Rispondi
#8
Savio: «Pagare per correre? Mammini mente e lo denuncio»
Il manager torinese chiarisce la sua posizione in un comunicato

Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato firmato da Gianni Savio, team manager della Androni, relativo al suo deferimento nell'ambito dell'inchiesta sui corridori costretti a pagare per correre:

Dal fascicolo relativo al mio deferimento alla Procura del CONI, ho avuto modo di esaminare con attenzione tutti gli atti inerenti le deposizioni che mi riguardano.

Le imputazioni nei miei confronti sono tre: relative alle dichiarazioni dei Signori Patrick Facchini, Giuseppe Rivolta e Matteo Mammini.
- Patrick Facchini: in merito alla contestazione di averlo ingaggiato nel 2013 solo perché sostenuto da uno sponsor, confermo quanto esposto nel comunicato del 17 settembre, che allego al presente.

- Giuseppe Rivolta: mi viene imputato di avergli richiesto di reperire uno sponsor per la squadra ma, nel verbale di audizione dell’8 giugno, il Signor Rivolta dichiara: “E’ capitato che in passato i Signori Gianni Savio, Bruno Reverberi e Angelo Citracca mi abbiano chiesto di reperire uno sponsor per le loro squadre, ma si è trattato di un pour parler e mai di richieste ufficiali”

- Matteo Mammini: nel verbale del 26 maggio, il Signor Mammini dichiara che “grazie all’intervento di Mario Cipollini, riuscii ad entrare in contatto con il Signor Gianni Savio” ma, interpellato in merito, lo stesso Cipollini lo smentisce e nega di averlo messo in contatto con me.

Il Mammini continua dicendo che gli avrei richiesto del denaro per ingaggiarlo e raggiunge il culmine della menzogna quando afferma (come riportato dal giornalista Marco Bonarrigo nel verbale del 13 maggio) che io avrei elencato – scrivendo “su un tovagliolo” (sic!) – nomi e cognomi degli atleti che si pagavano lo stipendio da soli e che costituivano la quasi totalità della squadra. In pratica, sostiene il Mammini: “La Androni era in grado di pagare solo il capitano Pellizotti e uno o due corridori”. A tale proposito, ricordo che l’organico della Androni-Venezuela del 2013 era composto dai venezuelani Carlos Ochoa, Jackson Rodriguez, Yonder Godoy e Tomas Gil, oltre al colombiano Miguel Angel Rubiano (con noi vittorioso in una tappa del Giro d’Italia 2012 ), a Emanuele Sella (nelle stagioni precedenti sempre protagonista al Giro d’Italia e con noi vincitore della classifica finale della Settimana di Coppi & Bartali, della Coppa Agostoni e del Gran Premio di Prato ), a Fabio Felline (con noi vittorioso al Giro dell’Appennino e quest’anno vincitore della Classifica a Punti alla Vuelta Espana), a Diego Rosa (attualmente corridore dell’Astana che il prossimo anno passerà alla SKY ), a Mattia Gavazzi ( al tempo molto quotato per i successi ottenuti al Tour de San Luis, al Tour de Langkawi e al Giro della Toscana).

Ora, è credibile che i corridori che ho appena elencato – e non scritto su “un tovagliolo” – dovessero pagare per correre?! Le dichiarazioni di Mammini sono le calunnie deliranti di un ex-atleta che evidentemente intende vendicarsi nei miei confronti per non essere stato ingaggiato nella mia squadra nel 2013.

Volutamente ho lasciato per ultimi i seguenti atleti appartenenti alla Androni-Venezuela 2013: Omar Bertazzo, Giairo Ermeti, Patrick Facchini, Marco Frapporti, Alessandro Malaguti e Antonino Parrinello.

Tutti e sei sono stati interrogati e, nei verbali di audizione – al di là di considerazioni personali e critiche da parte di qualcuno che non è stato confermato nella stagione successiva – nessuno ha mai dichiarato che gli sia stato richiesto del denaro per essere ingaggiato.

In conclusione, ribadisco di non aver mai richiesto né accettato denaro da corridori e confermo che oggi stesso sarà depositata presso la Procura della Repubblica di Torino una denuncia per calunnia e diffamazione contro il Signor Matteo Mammini.

Gianni Savio

Comunicato stampa del 17 settembre

GIANNI SAVIO REPLICA A QUANTO APPARSO SUI MEDIA IN MERITO AL DEFERIMENTO DELLA PROCURA DEL CONI
In merito al deferimento ricevuto dalla Procura del Coni, intendo precisare quanto segue:
- Sono assolutamente estraneo a qualsiasi vicenda legata a "corridori che pagano per correre".
- Mi viene imputato di aver ingaggiato nel 2013 il corridore Patrick Facchini solo perchè sostenuto da uno sponsor. Ecco l'esatta esposizione dei fatti: a fine 2012 - quando il nostro organico per la stagione 2013 era ormai completo - mi interpello' il corridore Patrick Facchini, dicendomi di essere interessato al passaggio al Professionismo nella nostra squadra. Risposi che le risorse economiche destinate al l'ingaggio di corridori erano ormai esaurite e quindi non avrei potuto assumere nuovi atleti. Il signor Facchini mi disse che il consorzio Valli del Chiese sarebbe stato interessato a sostenere una sponsorizzazione coinvolgendo anche una azienda importante quale la BM GROUP e aggiunse che un funzionario del Consorzio avrebbe voluto conoscermi in quanto interessato a promuovere il loro marchio attraverso il mondo del Ciclismo. Mi recai nella sede del Consorzio e - preso atto del loro reale interesse a una promozione pubblicitaria - iniziai una trattativa che si concluse con un accordo di sponsorizzazione, sia con il Consorzio sia con la BM GROUP, per la presenza dei due marchi sulle maglie ufficiali di gara nella stagione 2013. Il funzionario del Consorzio e il dirigente della BM GROUP mi dissero che la conclusione dell'accordo contrattuale sarebbe stata legata all'ingaggio del corridore Patrick Facchini e io accettai, anche perché il corridore era in possesso delle qualità sportive per passare professionista, avendo vinto alcune corse di prestigio del calendario dilettanti. Ovviamente porterò come testimoni all'udienza del Coni sia il funzionario del Consorzio sia il dirigente della BM GROUP. Questi sono i fatti relativi all'ingaggio del corridore e lascio giudicare all'opinione pubblica se il mio comportamento possa essere considerato contrario alla lealtà sportiva.
- Il mio Legale Avvocato Giuseppe Napoleone ha richiesto alla Procura del Coni copia integrale del fascicolo, al fine di valutare se nelle dichiarazioni rese da altri possano ravvisarsi estremi del reato di calunnia, nel qual caso conferirò incarico di procedere nelle opportune sedi giudiziarie.

Gianni Savio

tuttobiciweb.it
 
Rispondi
#9
Sentenza “Paga per correre”, assolti tutti gli imputati

Il Tribunale della Federciclismo si è pronunciato poco fa in merito alla vicenda “Paga per correre” nella quale la procura del CONI chiedeva due anni di inibizione per Bruno Reverberi, un anno e mezzo per Gianni Savio, un anno per Angelo Citracca e tre mesi per Marco Coledan, oltre ad una multa di 5000 € per i team coinvolti (nell’ordine, Bardiani CSF, Androni Giocattoli-Sidermec e Wilier Triestina-Southeast).

La Corte ha deciso l’assoluzione di tutti gli imputati, di fatto smentendo l’impianto accusatorio che la procura del CONI ha confermato nella requisitoria del mattino

cicloweb.it
 
Rispondi
#10
"Paga e Corri": Reverberi esprime soddisfazione per la propria assoluzione
In merito alla sentenza di piena assoluzione pronunciata in data odierna dal Tribunale della Federazione Ciclistica Italiana sul processo sportivo “Paga e Corri” che vedeva tra gli imputati Bruno Reverberi, quest’ultimo esprime la sua massima soddisfazione per l’accoglimento di tutte le tesi difensive e la valorizzazione della propria immagine di manager sportivo.

Assistito dall’avvocato Marco Danilo Cecconi, Bruno Reverberi ha fornito al Tribunale della Federciclismo esaustive spiegazioni atte a confutare ogni contestazione elevatagli della Procura Generale. Contestazioni che, sin dall’avvio del procedimento disciplinare, erano state seccamente smentite per poi rivelarsi, in Giudizio, del tutto infondate.

A fronte di ciò, Bruno Reverberi si riserva altresì di agire in ogni sede, sia essa civile o penale, al fine di tutelare il proprio decoro professionale e la propria immagine di uomo di sport, faticosamente costruita nel corso degli anni, nei confronti di coloro che, mancando di rispetto verso la giustizia sportiva e la sentenza sopracitata, proseguiranno in azioni pubbliche denigratorie e lesive della propria dignità.

comunicato stampa
 
Rispondi
#11
Ne da notizia questa mattina Marco Bonarrigo, con poche righe sul Corriere della Sera: l’inchiesta «Paga per correre» non si ferma. La Procura Generale del Coni ricorre al Tribunale di Appello della Federciclismo contro la sentenza che ha assolto i manager Citracca, Reverberi e Savio (team Southeast, Bardiani, Androni) dall’accusa di aver chiesto denaro ad alcuni corridori in cambio dell’ingaggio e dell’utilizzo di contratti «capestro».

http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...&cod=95964
 
Rispondi
#12
Nella riunione collegiale, ritualmente convocata, svoltasi in data 22/03/17 a Roma, presenti l’Avv. Antonio Villani, Presidente, e i componenti Avv. Decio Barili, Avv. Claudio Cesare Iacovoni, Avv. Barbara Baratto Vogliano nonché il Segretario Avv. Marzia Picchioni (funzionario FCI).

La Corte Federale d’Appello I sezione ha emesso la seguente pronuncia

RG. N. 3/2016 RICORRENTE PROCURA GENERALE CONI AVVERSO IL PROVVEDIMENTO EMESSO DAL TRIBUNALE FEDERALE DI CUI AL COMUNICATO UFFICIALE N. 09 DEL 10/11/16 PUBBLICATO IN DATA 18/11/16

La Corte Federale, all’esito della Camera di Consiglio, in parziale riforma della decisione di primo grado, accoglie il reclamo della Procura Generale e, per l’effetto, condanna limitatamente ai profili di impugnazione proposti:

ANGELO CITRACCA per il capo a) di incolpazione alla sanzione della inibizione per mesi tre;

GIANNI SAVIO per il capo a) di incolpazione quanto alla vicenda Facchini alla sanzione della inibizione per mesi tre;

MARCO COLEDAN alla sanzione della squalifica per giorni 15.

Conferma nel resto.

Ai sensi e per gli effetti di cui all’art.45, comma 8, Regolamento di Giustizia Federale riserva il deposito della sola motivazione in giorni 10.  

Il Presidente
Avv. Antonio Villani

(Federciclismo)
 
Rispondi
#13
Prendo atto, sconcertato e allibito, della sentenza della CAF - che andrò a impugnare - ove mi si commina una sospensione di tre mesi riguardante il corridore Patrick Facchini. Ribadisco di non aver mai violato alcun regolamento né sportivo né etico-morale e infatti nel fascicolo processuale non vi sono prove o indizi contrari alla mia lealtà.

Con il mio Legale Avvocato Giuseppe Napoleone abbiamo concordato di ricorrere al Collegio di Garanzia del CONI, non appena depositate le motivazioni.

Tengo comunque a precisare che le altre altrettanto assurde accuse che mi sono state mosse dalla Procura Generale del CONI, relative ai casi Mammini e Malaguti, non hanno trovato accoglimento nella sentenza della CAF che ha respinto la richiesta di inibizione per diciotto mesi nei miei riguardi.

Ritornando al caso Facchini, ecco l’esatta esposizione dei fatti: a fine 2012 - quando il nostro organico per la stagione 2013 era ormai completo - mi interpellò il corridore Patrick Facchini, dicendomi di essere interessato al passaggio al Professionismo nella nostra squadra. Risposi che le risorse economiche destinate all'ingaggio di corridori erano ormai esaurite e quindi non avrei potuto assumere nuovi atleti. Il Signor Facchini mi disse che il consorzio Valli del Chiese sarebbe stato interessato a sostenere una sponsorizzazione coinvolgendo anche una azienda importante quale la BM GROUP e aggiunse che un funzionario del Consorzio avrebbe voluto conoscermi in quanto interessato a promuovere il loro marchio attraverso il mondo del Ciclismo. Mi recai nella sede del Consorzio e - preso atto del loro reale interesse a una promozione pubblicitaria - iniziai una trattativa che si concluse con un accordo di sponsorizzazione, sia con il Consorzio sia con la BM GROUP, per la presenza dei due marchi sulle maglie ufficiali di gara nella stagione 2013. Il funzionario del Consorzio e il dirigente della BM GROUP caldeggiarono l'ingaggio del corridore Patrick Facchini e io accettai perché il corridore era in possesso delle qualità sportive per passare professionista, avendo vinto alcune corse di prestigio del calendario dilettanti.

Intendo altresì precisare che l’integrazione istruttoria disposta dalla CAF, attraverso l’escussione del Legale Rappresentante della BM Group e del Presidente del Consorzio Val di Chiese, è stata completamente a me favorevole. Infatti, a specifica domanda dell’Avvocato Napoleone su quale fosse la finalità della sponsorizzazione, i due testi hanno confermato che la stessa era mirata alla promozione pubblicitaria attraverso il ciclismo e, nel dettaglio, attraverso la nostra squadra.

Gianni Savio

(comunicato stampa)
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)