29-03-2017, 03:55 AM
Cari corridori, siete pregati di pedalare sul pavé
È sempre più una moda, pedalare sui marciapedi
La prima tappa della Tre Giorni di La Panne è in pieno svolgimento, ma la pazienza è ormai colma: se i corridori vogliono correre le classiche del Nord fatte di muri e pietre, son pregati di correre su muri e pietre. Se hanno paura, se non amano questo tipo di superfici o pensano di bypassare il problema con una furbata alla Brumotti, sono pregati di tornare sulla terra e anche sulla sede stradale. Non è più tollerabile vedere corridori che per evitare i sobbalzi del pavé zigzagano sui marciapiedi, rischiando di travolgere spettatori che sono lì solo per applaudirli e assistere ad uno spettacolo.
Non se ne può più, soprattutto perché qui ne va davvero della sicurezza dei corridori e di chi è lì a gustarsi una gara. Mi spiace, ma facciano il piacere di percorrere sulla strada e non dove meglio credono. In Francia, e in particolare alla Roubaix, gli organizzatori giustamente hanno pensato di mettere le transenne per obbligare i corridori a passare sul pavé e non a fianco, sull’erba o sul terriccio. Posso capire che un atleta cerchi uno scolo, a bordo strada. Posso capire che vada sulla banchina laterale, ma salire sui marciapiedi a tutta velocità, con gli spettatori terrorizzati che non sanno più cosa fare e dove mettersi, lo trovo semplicemente demenziale.
Penso che ci vorrebbe maggiore attenzione anche da parte del collegio di giuria, che invece non dice mai nulla in merito: per loro vale tutto, fin quando non succede l’incidente. Fin quando non ci scappa il morto. Se uno decide di correre le classiche del Nord, e quindi pedalare a tutta velocità su quelle strade tritacarne, che lo faccia senza se e senza ma. Altrimenti facciano a meno di andare al nord: e stiano a casa.
Pier Augusto Stagi per tuttobiciweb.it
http://www.tuttobiciweb.it/2017/03/28/99...e-sul-pave
È sempre più una moda, pedalare sui marciapedi
La prima tappa della Tre Giorni di La Panne è in pieno svolgimento, ma la pazienza è ormai colma: se i corridori vogliono correre le classiche del Nord fatte di muri e pietre, son pregati di correre su muri e pietre. Se hanno paura, se non amano questo tipo di superfici o pensano di bypassare il problema con una furbata alla Brumotti, sono pregati di tornare sulla terra e anche sulla sede stradale. Non è più tollerabile vedere corridori che per evitare i sobbalzi del pavé zigzagano sui marciapiedi, rischiando di travolgere spettatori che sono lì solo per applaudirli e assistere ad uno spettacolo.
Non se ne può più, soprattutto perché qui ne va davvero della sicurezza dei corridori e di chi è lì a gustarsi una gara. Mi spiace, ma facciano il piacere di percorrere sulla strada e non dove meglio credono. In Francia, e in particolare alla Roubaix, gli organizzatori giustamente hanno pensato di mettere le transenne per obbligare i corridori a passare sul pavé e non a fianco, sull’erba o sul terriccio. Posso capire che un atleta cerchi uno scolo, a bordo strada. Posso capire che vada sulla banchina laterale, ma salire sui marciapiedi a tutta velocità, con gli spettatori terrorizzati che non sanno più cosa fare e dove mettersi, lo trovo semplicemente demenziale.
Penso che ci vorrebbe maggiore attenzione anche da parte del collegio di giuria, che invece non dice mai nulla in merito: per loro vale tutto, fin quando non succede l’incidente. Fin quando non ci scappa il morto. Se uno decide di correre le classiche del Nord, e quindi pedalare a tutta velocità su quelle strade tritacarne, che lo faccia senza se e senza ma. Altrimenti facciano a meno di andare al nord: e stiano a casa.
Pier Augusto Stagi per tuttobiciweb.it
http://www.tuttobiciweb.it/2017/03/28/99...e-sul-pave