Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Caso Murro - Il Tribunale di Pordenone assolve Murro
#1
Il 23 Luglio 2007 il TNA deferisce il ciclista Christian Murro, in forza alla Lampre, per una positività al furosemide, riscontrata durante un controllo effettuato il 15 Gennaio dello stesso anno. Richiesti 2 anni di squalifica.

Murro ricorre alla sentenza presso il tribunale di Pordenone, portando come testimone la moglie: nella sua testimonianza, datata 24 Maggio 2010, dichiara di aver fatto assumere al marito una tisana per evitare il gonfiore delle gambe. L'etichetta non riportava la presenza del furosemide tra i componenti del prodotto.

Per approfondire:
http://ilnuovociclismo.forumfree.it/?t=30337567
 
Rispondi
#2
Il Tribunale di Pordenone assolve Murro: niente doping
Il Tribunale di Pordenone ha assolto in data 18.11.2010, a più di due anni di distanza dall’accusa di doping (formulata dalla Procura del Coni) il corridore comasco Christian Murro, in forza allora alla Lampre Fondital. Murro era stato trovato positivo ad un diuretico (furosemide) il 15 gennaio 2008, in un controllo UCI fuori competizione.
“Non è stata una mia rivincita personale, che avrebbe comunque avuto un sapore amaro nei riguardi sia della Federazione che dell’UCI - precisa oggi l’ex-professionista che nell’agosto 2007 vinse un’epica Tre Valli Varesine con una fuga sotto la pioggia per oltre 100 km. superando allo sprint il veneto Denis Bertolini - perché anzitutto il controllo venne effettuato fuori tempo e fuori luogo, nel gennaio 2008, e le
motivazioni della sospensione mi vennero avanzate dopo ben cinque mesi (giugno 2008)”.

Diventato padre di due gemelli Murro, dopo una squalifica di due anni, ha smesso di correre, ha dato gli esami come direttore sportivo ed ha seguito nella stagione 2010 il Team Aurora Named e nel 2011 avrà gli atleti della Casati-Named. Ora la sentenza parla chiaro: “Sono stato assolto in toto dall’accusa di avere fatto uso di sostanze dopanti - aggiunge– ma oggi chi mi restituisce quel rapporto venuto meno con il ciclismo attivo e quanto ho perso nel periodo?”.
Murro ha fatto parte della Tenax (2005-2006- 2007) passando poi alla Lampre Fondital (2008). Da élite vinse il G. P. Industria Artigianato Carnaghese (2004), poi da prof la Ruddervoorde (2006) e la Tre Valli Varesine (2007).

Giulio Mauri - tuttobiciweb.it
 
Rispondi
#3
MESSAGGERO VENETO. Murro assolto. Una carriera rovinata
Il fatto non costituisce reato. Con la sentenza di assoluzione del tribunale di Pordenone, giovedì si è conclusa l’emblematica vicenda giudiziaria riguardante Christian Murro, 32 anni, cominciata con un fulmine a ciel sereno nel 2008.
L’ex ciclista professionista di Valeriano di Pinzano al Tagliamento, all’epoca tesserato per la Lampre ovvero la più forte squadra italiana, nel giugno di due anni fa ricevette la notificazione della positività a un controllo antidoping cui era stato sottoposto nel gennaio precedente al Tour Down Under, corsa a tappe australiana.
Immediata la sospensione dall’attività da parte della Lampre. Nell’ottobre 2008 il Coni squalificò Murro per due anni e la Lampre lo licenziò. Il ciclista friulano, che a luglio 2008 era diventato padre di due gemelli, si rivolse al Tas. Il Tribunale arbitrale dello sport nella primavera 2009 gli ridusse la squalifica di cinque mesi e mezzo.
«Mi allenai fino a settembre 2009 nella speranza di rientrare nelle corse, ma quando mi apparve chiaro che nessun team era interessato a me, con moglie e due figli piccoli, ho abbandonato i miei propositi e sono andato a lavorare - spiega Murro, ora gestore di un negozio di biciclette a Fagagna - . Dopo la sentenza di assoluzione della giustizia ordinaria spero che la mia immagine esca del tutto pulita: il ciclismo è la mia vita, desidero che continui ad esserlo, anche se non più dal punto di vista agonistico, ma in un’altra veste. Questa vicenda mi fa infuriare perché la mia carriera è stata rovinata. Ero all’apice e avrei potuto gareggiare per altri 5-6 anni. È un peccato perché la vita di un atleta è breve e una squalifica di due anni mi ha costretto a smettere».
Dopo le vicende controverse, pur nella loro sostanziale diversità, delle quali sono rimasti vittima Annalisa Cucinotta, Gianni Da Ros e Franco Pellizotti, il caso della tardiva riabilitazione di Christian Murro getta nuove ombre sulla procura nazionale antidoping.
«Il Coni giudica in base a pregiudizi - attacca Murro - . Se uno parte con l’idea che nel ciclismo sono tutti dopati, non può esserci obiettività nel giudizio. Mi sono sempre proclamato innocente, dopo il Tour Down Under sono stato sottoposto a una quindicina di controlli antidoping con prelievi di sangue, di urina e combinati, a casa, in ritiro e alle corse, risultando sempre pulito, ma i procuratori Plotino e Torri non mi chiedevano altro che di fare altri nomi. Ora valuterò se intentare un’azione legale contro il Coni con richiesta di risarcimento danni».
Murro era stato accusato in sede penale di frode sportiva e ricettazione. Secondo il capo di imputazione, il ciclista di Valeriano (di origine lombarda) avrebbe assunto furosemide, una sostanza proibita in quanto “coprente”, usata in particolare per mascherare il testosterone esogeno. Murro ha sempre sostenuto di avere ingerito la sostanza probabilmente bevendo una tisana sulla cui confezione non era elencato l’ingrediente proibito. Una versione confermata anche dalla moglie, che ha testimoniato nel processo celebrato davanti al giudice monocratico di Pordenone Monica Biasutti.

da il Messaggero Veneto a firma Giacinto Bevilacqua
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)