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Ci ha lasciati Monica Bandini
#1
Oggi pomeriggio, immediatamente dopo aver postato gli estremi fisici di taluni vincitori di Giro e Tour, ho ricevuto la telefonata del presidente del mio sodalizio, che mi informava dell’improvvisa morte di Monica Bandini, la ciclista ex iridata che è stata il motivo scatenante che mi spinse sul finire del 1992, a formare la mia prima squadra ciclistica femminile. Sono tuttora scosso e non riesco a farmi una ragione di come una atleta come lei, che in vita ha sempre fatto del movimento siamese al grandissimo amore per le sue due passioni, ovvero il lavoro sui campi e la bicicletta, possa essersene andata così, per il cedimento improvviso del cuore mentre "accarezzava" la terra. Lei, che lo teneva allenato come nessuno, che aveva mantenuto il fisico asciutto come quando era una ragazzina e che a dispetto dei suoi 56 anni, ne dimostrava venti di meno. Ma il suo destino evidentemente era questo. In questi giorni di convalescenza, avevo riletto il ritratto che avevo scritto su di lei, per il libro che sto preparando sul ciclismo più grande della mia provincia. Ora lo posto qui, col dolore che mi accompagna, per farla conoscere ai più, e per ricordare che Monica, è probabilmente l’unica donna al mondo, che è stata capace di percorrere fra gare agonistiche professionistiche, granfondo amatoriali e quotidiani allenamenti, oltre una decina di volte la circonferenza della Terra. 

Monica Bandini
[Immagine: Monica-Bandini.jpg]
Nata a Faenza il 16 novembre 1964, deceduta a Forlì il 19 aprile 2021. Completa. Elite dal 1982 al 1992 e dal 1996 al 1998 con 57 vittorie. Dalla frazione di Villagrappa di Forlì, ad un paio di chilometri dalla residenza del grande Ercole Baldini, in Villanova, evidentemente terra buona, si determinò questa ragazza che, come il “Treno di Forlì”, portò in dote all’ombra di San Mercuriale, una Maglia Iridata. Le loro, sono le uniche nel pedale provinciale. Tutto nacque nell'inverno del 1980, quando in una palestra dell'Edera di Forlì, la società per la quale aveva fino a quel momento gareggiato in atletica leggera, Monica Bandini conobbe Silvia Mambelli, una bravissima ciclista forlivese, azzurra ai mondiali di quell'anno. Sotto la spinta della Mambelli, iniziò così, nella primavera dell'81, la sua carriera di grande ciclista. E da allora, fino al 1992, stagione in cui lasciò per la prima volta l'attività agonistica, Monica vinse in Italia 23 volte in gare nazionali ed internazionali su strada, 13 volte su pista ed fu 8 volte campionessa regionale. All'estero, primeggiò 9 volte, conquistando nel 1988, a Renaix, il Titolo Mondiale nella Cronosquadre, indi il Giro di Jugoslavia 1988 e il Giro di Cuba nel 1991. A questi successi, aggiunse la Medaglia d'Argento ai Mondiali ‘89 nella cronosquadre e quella di Bronzo, nella stessa specialità, alla rassegna iridata del 1987, nonché il 4° posto nella classifica finale del Giro della CEE ‘90 e il 6° al Tour de France’89. Vestì poi l'azzurro in ben 15 corse internazionali a tappe svoltesi all'estero, conquistando oltre ai successi citati, anche una ventina di piazzamenti fra le prime cinque. Partecipò a 5 Mondiali nella prova individuale, cogliendo come miglior risultato il 7° posto a Villach, nel 1987. Nello zoom sui suoi piazzamenti di quel lasso - alla luce pure di un paio di stop imposti dai medici, per la presenza di quelle extrasistole, così comuni fra gli sportivi, ma che furono un motivo pesante sulla scelta di Monica di chiudere anticipatamente l’agonismo - si scopre che furono almeno 30 i secondi posti colti e ben oltre 100 le piazze entro le prime cinque. Insomma, un’atleta che arrivava sempre e che vinse certamente meno, rispetto allo straordinario valore. Nel 1996 alla vigilia del Giro d’Italia, pur consapevole che i problemi di extrasistole, avrebbero reso quasi impossibile la conquista dell’azzurro, riprese a correre e continuò fino a tutto il ’98.
Dimostrò in quel secondo segmento di carriera, qualità per nulla appannate, anzi. Conquistò altri successi, fra i quali due spiccarono fulgidi e significativi: il GP Gippingen, in Svizzera, dove arrivò sola, ed una straordinaria edizione del Giro del Trentino, con tutte le migliori del mondo presenti. In  quell’occasione, fu la prima a reggere il passo in salita ed a battere la Luperini del periodo aureo. Un duello eccelso che fu vissuto con ammirazione da tutta la corposa carovana del Giro. 
Quanto basta per dire, che la biondissima Monica, aveva stimmate tali, da rendere eufemisticamente ovvie, le copiose e ben più recenti vittorie nelle Gran fondo amatoriali. Oltre 150, fra le quali quattro volte la celeberrima "Nove Colli" ! 

Maurizio Ricci detto Morris
 
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