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Coppe Europee 2021-2022
In una situazione normale e senza una precisa dimensione temporale, direi: "Meglio un Real rattrappito, che un Manchester alle stelle; meglio un rutto di Ancelotti che un Guardiola al top di sè!".
Il guardiolismo è la noia del calcio, è l'uccisione del talento istintivo, ovvero la parte suprema delle qualità possibili, è l'espressione, alla lunga, agonisticamente più perforabile che possa esistere. Un calcio fondato sul possesso palla, bilioni di passaggi e tiri in porta pari al numero dei giocatori di un maraffone, è spreco, spreco atletico (che pagherai prima o poi) è atrofizzazione delle essenze vere del calcio. Guardiola è lo stereotipo dell'allenatore sportivo che crede di aver inventato un prodotto costruibile a catena di montaggio. Proprio come il mostruoso Bollettieri nel tennis, una disciplina che essendo direttamente individuale, vide il miglior giocatore della scuola dell'infausto Nick, tal Andrè Agassi, non vincere un celeberrimo cacchio di slam. E quando l'Andreino ancora cappellone lasciò quel maestro appoggiandosi al giudicato "sanguigno e rozzo" Brian Gottfried, cominciò ad essere un campione da slam. Guardiola dopo l'esperienza della novità Barcellona, togliendo i campionati dove s'è sempre presentato con le squadre decisamente più forti, cavolo ha vinto in Europa? Sono dieci anni che ci prova eppure fa fiasco sempre!
Ancelotti ha vinto tutto e più volte, eppure qualcuno, per il brutto paese che sarebbe bellissimo se ci fossero giornalisti veri e densi di palle (nonché politici un pelo sopra il livello della merda), è un allenatore col buco del culo più largo del lago di Bracciano, o, addirittura, “un maiale che non può allenare”.
Il Big è Carlo, altroché!
E dire che lo stesso Barcellona di Guardiola (che aveva giocatori migliori del City, checché ne dica quel tipo che tira fuori i soldi), tremò non poco trovandosi di fronte colleghi più veri, dalla cultura più varia e con giocatori, magari più disponibili ad uscire dai ranghi miopi di un dogma. L’Inter di Mourinho, ammazzò il Barcellona guardiolistico perché Mou e taluni giocatori interisti, possedevano il punch dell’improvvisazione e sapevano che il guardiolismo è spesso solo una geometria fatua. Un gioco che va fatto sfogare e poi “punturarlo” con l’anarchia del talento. E l’Estudiantes del povero Sabella? (Uno bravo che sapeva vincere con poco e che è il vincitore morale con l’Argentina del Mondiale 2014 se, due volte “I Guai”, Palacio e Messi avessero visto la porta: in fondo la sponsorizzata Germania che teneva più palla, fece il primo ed unico tiro in porta, al minuto 118 di gioco!)? L’Estudiantes di Sabella, intero, valeva si e no Valdir Perez (il più scarso del Barcellona); il giocatore diamante dei biancorossi era Sebastian Veron, un ex grande a fine carriera e per di più acciaccato. Boselli, il centravanti, che Peruzzo ricorderà per una breve apparizione nel Genoa (oggi gioca in Paraguay), portò in vantaggio l’Estudiantes con un gol di testa, da prendere come centesimo esempio di come Guardiola non sia mai riuscito a sistemare la difesa con la sicurezza necessaria. La partita andò avanti col Barcellona ed i suoi bilioni di passaggi e pochi tiri, senza un pallone nel sacco. Poi al 44’ del secondo tempo il liscio di Rodriguez (una sorta di simil Radu), consenti il pareggio alla squadra di Guardiola. Lì la partita finì, anche se il gol della vittoria bleugrana con un petto di Messi, arrivò nel secondo tempo supplementare.
Insomma, son contento che Ancelotti sia in finale. Qui troverà la squadra più forte del campionato più gonfiato (in tutti i sensi) del mondo, il Liverpool. I reds sono la mia formazione preferita nel paese dei sudditi, ed hanno l’unico giocatore inglese di talento vero e non gonfiato da feccia-tabloid degli ultimi anni: Alexander Arnold. Anche i reds hanno un allenatore decisamente migliore di Guardiola, Klop. Tra l’altro il tedesco è pure simpatico.
In quanto a Pep, se vorrà essere  più vicino a quei titoli sportivi vinti col Barcellona e lasciare la Coppa del Nonno degli osanna dei giornalisti, impari a capire e rispettare quelle che erano le essenze del suo miglior amico, un fuoriclasse vero: Manuel Estiarte!
 
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[+] A 3 utenti piace il post di Morris
Il Manchester City è veramente il Team Sky degli anni '10 in salsa calcistica.

Mi lasciano perplesso quelli che si segano sia sul City che su giocatori come Riquelme.

Un po' come se noi ci esaltassimo sia per Pantani che per il trenino Sky. A uno può piacere anche il ciclismo della Sky del Tour 2016, ma non vedo come poi possa apprezzare pure qualcosa che rappresenta l'esatto opposto.
 
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13 a 7, Bobo.
 
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Expected Goal's League un trofeo ambitissimo

Ma che giocatore è Camavinga? E c'è gente che gridava allo scandalo per i 40 milioni pagati per Locatelli

Sono tutto tranne che un fan di Ancelotti e il Real mi sta ampiamente sul cazzo ma quando Guardiola e il suo sistemone viene preso a sberle così fa sempre un piacere enorme. Uomini contro bambini. Vedere Pep che tratta Mahrez come fosse un moccioso dell'asilo nido mi fa venire voglia di prenderlo a cartoni, è talmente pieno di sè che non ha ancora capito che se soffoca i suoi giocatori poi nei momenti di difficoltà non avrà mai qualcuno che prende in mano la squadra. Al City a parte Kompany non ricordo un leader degno di questo nome, non è un caso. Al Barca se li è trovati in casa (Puyol Piquè e altri), altrove ha sempre avuto screzi con personalità forti e il risultato è uno squadrone che diventa la Gang del Bosco quando qualcosa va storto
 
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(05-05-2022, 08:36 AM)Morris Ha scritto: In una situazione normale e senza una precisa dimensione temporale, direi: "Meglio un Real rattrappito, che un Manchester alle stelle; meglio un rutto di Ancelotti che un Guardiola al top di sè!".
Il guardiolismo è la noia del calcio, è l'uccisione del talento istintivo, ovvero la parte suprema delle qualità possibili, è l'espressione, alla lunga, agonisticamente più perforabile che possa esistere. Un calcio fondato sul possesso palla, bilioni di passaggi e tiri in porta pari al numero dei giocatori di un maraffone, è spreco, spreco atletico (che pagherai prima o poi) è atrofizzazione delle essenze vere del calcio. Guardiola è lo stereotipo dell'allenatore sportivo che crede di aver inventato un prodotto costruibile a catena di montaggio. Proprio come il mostruoso Bollettieri nel tennis, una disciplina che essendo direttamente individuale, vide il miglior giocatore della scuola dell'infausto Nick, tal Andrè Agassi, non vincere un celeberrimo cacchio di slam. E quando l'Andreino ancora cappellone lasciò quel maestro appoggiandosi al giudicato "sanguigno e rozzo" Brian Gottfried, cominciò ad essere un campione da slam. Guardiola dopo l'esperienza della novità Barcellona, togliendo i campionati dove s'è sempre presentato con le squadre decisamente più forti, cavolo ha vinto in Europa? Sono dieci anni che ci prova eppure fa fiasco sempre!
Ancelotti ha vinto tutto e più volte, eppure qualcuno, per il brutto paese che sarebbe bellissimo se ci fossero giornalisti veri e densi di palle (nonché politici un pelo sopra il livello della merda), è un allenatore col buco del culo più largo del lago di Bracciano, o, addirittura, “un maiale che non può allenare”.
Il Big è Carlo, altroché!
E dire che lo stesso Barcellona di Guardiola (che aveva giocatori migliori del City, checché ne dica quel tipo che tira fuori i soldi), tremò non poco trovandosi di fronte colleghi più veri, dalla cultura più varia e con giocatori, magari più disponibili ad uscire dai ranghi miopi di un dogma. L’Inter di Mourinho, ammazzò il Barcellona guardiolistico perché Mou e taluni giocatori interisti, possedevano il punch dell’improvvisazione e sapevano che il guardiolismo è spesso solo una geometria fatua. Un gioco che va fatto sfogare e poi “punturarlo” con l’anarchia del talento. E l’Estudiantes del povero Sabella? (Uno bravo che sapeva vincere con poco e che è il vincitore morale con l’Argentina del Mondiale 2014 se, due volte “I Guai”, Palacio e Messi avessero visto la porta: in fondo la sponsorizzata Germania che teneva più palla, fece il primo ed unico tiro in porta, al minuto 118 di gioco!)? L’Estudiantes di Sabella, intero, valeva si e no Valdir Perez (il più scarso del Barcellona); il giocatore diamante dei biancorossi era Sebastian Veron, un ex grande a fine carriera e per di più acciaccato. Boselli, il centravanti, che Peruzzo ricorderà per una breve apparizione nel Genoa (oggi gioca in Paraguay), portò in vantaggio l’Estudiantes con un gol di testa, da prendere come centesimo esempio di come Guardiola non sia mai riuscito a sistemare la difesa con la sicurezza necessaria. La partita andò avanti col Barcellona ed i suoi bilioni di passaggi e pochi tiri, senza un pallone nel sacco. Poi al 44’ del secondo tempo il liscio di Rodriguez (una sorta di simil Radu), consenti il pareggio alla squadra di Guardiola. Lì la partita finì, anche se il gol della vittoria bleugrana con un petto di Messi, arrivò nel secondo tempo supplementare.
Insomma, son contento che Ancelotti sia in finale. Qui troverà la squadra più forte del campionato più gonfiato (in tutti i sensi) del mondo, il Liverpool. I reds sono la mia formazione preferita nel paese dei sudditi, ed hanno l’unico giocatore inglese di talento vero e non gonfiato da feccia-tabloid degli ultimi anni: Alexander Arnold. Anche i reds hanno un allenatore decisamente migliore di Guardiola, Klop. Tra l’altro il tedesco è pure simpatico.
In quanto a Pep, se vorrà essere  più vicino a quei titoli sportivi vinti col Barcellona e lasciare la Coppa del Nonno degli osanna dei giornalisti, impari a capire e rispettare quelle che erano le essenze del suo miglior amico, un fuoriclasse vero: Manuel Estiarte!

Grande analisi Morris, la penso esattamente come te. C'e' solo un giocatore per cui mi spiace quando il City perde: Kevin De Bruyne. Lo so che ci sono suoi detrattori qua dentro, ma in un contesto dove fosse piu' libero di esprimere se stesso sarebbe devastante.

Concordo anche su Trent ovviamente, un gioiello unico. Fra l'altro la filosofia di Klopp e' totalmente diversa da quella di Guardiola per quanto riguarda gli innesti. Il secondo ordina alla dirigenza un giocatore e, normalmente, lo ottiene, senza a badare a spese: se va bene ottimo, altrimenti dentro il prossimo (come accade alla difesa quasi ogni anno?). Il primo, invece, ha piu' volte ribadito di essere a favore di un mercato sostenibile e funzionale alla squadra. Per esempio, di recente, quando gli e' stato chiesto di Haaland, ha escluso qualsiasi trattativa visti i prezzi. Emblema della filosofia di Klopp e' proprio l'acquisto di Luis Diaz, pagato 45 milioni, e gia' con un impatto significativo in tutte le competizioni. Certo, altre volte va meno bene (vedasi Minamino), altre volte bisogna spendere per superare la concorrenza e arrivare alla valutazione del club che vende (per esempio Alisson e Van Dijk), ma di solito in questi ultimi casi i giocatori comprati si rivelano indispendabili e fra i piu' forti al mondo nel proprio ruolo.
 
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Aggiungo che al City Guardiola ha, come avete già sottolineato, creato automi super efficienti nel suo sistema (fino a quando qualcosa non va storto). Klopp ha migliorato giocatori che sono diventati perno delle loro nazionali (Manè, Salah, Arnold, lo stesso Robertson) e hanno alzato trofei pesanti anche senza casacca rossa addosso. De Bruyne, che è un giocatore spaziale, avrebbe potuto guidare un Belgio pieno di talento a sollevare un trofeo fosse stato cresciuto da un vero formatore.
 
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[+] A 2 utenti piace il post di SeppVanMaffen
(05-05-2022, 06:54 AM)Manuel The Volder Ha scritto: Ancelotti non mi fa ne caldo ne freddo, però è una delle 4/5 persone più competenti al mondo e sa molto bene fin quanto può spingersi nell'allenare.
Guardiola invece è un allenatore invasivo che ha vinto due Champions con Xavi e Iniesta e un Messi in stato di grazia e continua a vivere di rendita da allora, facendo anche peggio, riempiendo il calcio di luoghi comuni riassunti nel termine "bel gioco". Trovo assurdo che in una squadra che arriva in semifinale di Champions il capocannoniere sia l'ala destra.

Lasciando stare il fatto che sono molto d'accordo su Guardiola, però pure il Liverpool ad esempio ha come capocannoniere l'ala destra, e che nelle partite più importanti gioca senza un vero 9.


Il vero problema di Guardiola, e secondo me molto grosso, è che è da anni che toppa in momenti topici in maniera abbastanza fragorosa. (E non può essere un caso che ogni volta che viene eliminato subisce almeno 2 gol in pochissimo tempo, come se appena c'è qualcosa di imprevisto, i giocatori vanno in pappa. E sicuramente la colpa più grande non è dei giocatori dato che sono cambiati in tutti gli anni, così come sono cambiate le squadre).
 
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Che storia il Rangers se va in finale.
 
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Mamma mia quanto gasano i Gers, Ibrox è un gioiello e l'atmosfera non tradisce mai
 
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Ma Dani Olmo perché gode di tutta 'sta considerazione?
 
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Daje Roma
 
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Tavernier e compagnia gasano a bestia.

Ma l'Eintracht ha fatto un cammino clamoroso, se la meriterebbero entrambi.

Mou, tutto sommato, buona stagione a Roma nonostante sia bollito.
 
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(05-05-2022, 10:24 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Ma Dani Olmo perché gode di tutta 'sta considerazione?

A me gasava, ultimamente lo seguo un po’ meno. Credo che il suo problema principale sia la continuità.
 
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L'ho visto giocare poche volte e quelle poche volte non mi ha detto granché.

Inoltre, a giudicare dalle stats, mi sa che vede poco la porta.
 
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Mou Wub
 
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Chi poteva rovinare la favola del Rangers se non Aaron Ramsey? Facepalm
 
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Che peccato per i Rangers, Ramsey no comment
 
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Ma porca la puttana ladra io non ho parole per quel maledetto, e dire che mi piaceva tantissimo fino a quando era ai Gunners (tra l'altro pare ci fosse una clausola di riscatto automatico in caso di qualificazione ChL). Devastante il gol mangiato da Kent (gran bel giocatore) al 118'
 
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Mou Wub
 
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Mou, potrà avere meno punch di un tempo, ma resta un grande. Dopo 12 anni dall'Inter del Triplete, torna ad alzare un Trofeo una squadra italiana....e l'allenatore è sempre lo stesso.
 
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