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Culture & Cycling Tournament - Finalissima Bartali vs Coppi
#81
Ormai l'ho fatto anch'io (non avevo visto quello di Pagliarini) e, sticazzi, non c'ho voglia di cancellarlo... :P

By Hiko

GIRONE H

Leggenda del girone: Costante Girardengo. Novese di origine, fu il primo campionissimo del ciclismo italiano. Passato professionista nel 1912, già l'anno seguente vinse la prima di nove maglie tricolori. La sua corsa del cuore, però, fu la Milano-Sanremo, classicissima nella quale seppe trionfare per ben sei volte, record battuto solo ai tempi di Merckx. E ne avrebbe anche una settima nel palmares se nel 1915 non fosse stato squalificato per aver sbagliato strada nel tentativo di raggiungere i fuggitivi. Vinse anche due Giri d'Italia nel primo dopoguerra, 1919 (in maglia rosa dalla prima tappa all'ultima) e 1923, ma fuori dai confini nazionali non raccolse mai risultati pari al suo talento.
Il suo nome è reso celebre ancor'oggi dalla canzone di De Gregori "il bandito e il campione", che descrive il rapporto di amicizia (o presunta tale...) tra Girardengo e Sante Pollastri, suo concittadino e noto criminale del tempo.

Fenomeno dei girone: Eddy Merckx, semplicemente il più forte di tutti. Nato a Tielt-Winge nel 1945, la voglia di vincere è stato il leit-motiv della sua carriera, che lo ha portato a vincere per 426 volte. Non solo la quantità dei successi, ma anche la qualità e il suo modo di correre sempre all'attacco lo ha fatto diventare per tutti il Cannibale. Basta qualche numero per far capire cosa ha rappresentato Merckx: 5 Tour, 5 Giri, 1 Vuelta, 3 Mondiali (+1 da dilettante), 19 Monumento e il record dell'ora detenuto per 12 anni (e battuto solo dalle lenticolari di Moser). Ed è riduttivo citare solo questi successi perchè per il fuoriclasse belga, che si trattasse di una corsa di secondo piano o il Campionato del Mondo, contavo solo una cosa, attraversare per prima la linea bianca del traguardo. Non si può neanche dire sia stato solo il ciclista più grande di tutti perchè anche in altri sport trovare una superiorità così schiacciante è molto difficile.

Divo del girone:
Alexandre Vinokourov. Un atleta che ha saputo rappresentare una nazione come solo pochi altri hanno fatto nella storia. Nelle Olimpiadi del 2000 conquistò le luci della ribalta salendo sul podio con l'argento al collo con i suoi compagni di team Kloden e Ullrich e regalando una delle prime medaglie olimpiche al Kazakistan, scissosi solo nove prima dall'Urss. Ma la vittoria più importante del ciclista dell'est è arrivata 12 anni dopo, sempre nella rassegna olimpica, sempre con i colori kazaki: oro a Londra alla soglia dei 40 anni, un bel premio alla carriera che sarebbe terminata solo qualche settimana più tardi.
Vino ha dato tanto al suo Paese, ma anche il Kazakistan è sempre stato vicino al suo campione: nel 2006 la Liberty Seguros, la squadra di Alexandre, venne disintegrata dall'Operacion Puerto e la federciclo kazaka e gran parte del governo finanziarono il progetto Astana per poter rilanciare la carriera di Vinokurov, divenendo in pochissimo tempo una delle squadre più importanti del World Tour.

Controverso del girone: Luigi Malabrocca. In un tempo lontano anche arrivare ultimi era difficile e valeva il riscatto sociale in una Italia martoriata dalla guerra. La maglia nera garantiva fama e soprattutto soldi, era ambitissima e Malabrocca di Tortona diventò un autentico fuoriclasse: primeggiò nella classifica al contrario per due anni consecutivi, nel '46 e nel '47, nascondendosi ovunque, nei bar, dietro le siepi, nelle stalle e persino nei pozzi. Nel 1949 trovò qualcuno peggiore di lui, provò a perdere due ore in più dell'avversario nell'ultima tappa approfittando di una foratura, ma neppure i cronometristi lo aspettarono e cotanta pazienza non servì a nulla...
Incredibile ma vero, Luigi Malabrocca vinse ben 138 corse in carriera tra cui un'Agostoni e due titoli italiani di ciclocross, ma verrà ricordato per sempre per i suoi ultimi posti.

Per le prossime schede non aspettatemi, fatele pure voi, che non so quanto tempo avrò nei prossimi giorni...

By Pagliarini

GIRONE H

Leggenda del girone: Costante Girardengo, il campionissimo, fenomeno del dopo prima guerra mondiale vinse due Giri d'Italia, sei Milano - Sanremo, tre Giri di Lombardia e nove campionati italiani(record) rivaleggiando a lungo tempo con niente meno che Alfredo Binda. Conterraneo di Coppi fu famoso anche per l'amicizia con il bandito Sante Pollastri che ispiro il brano "il bandito e il campione" di De Gregori e la fiction Rai "La leggenda del bandito e del campione".

Fenomeno del girone: Eddy Merckx, il cannibale, vincitore di 426(record) tra cui: cinque Tour de France, cinque Giri d'Italia, una Vuelta a España, tre Mondiali, cinque Liegi - Bastogne - Liegi, sette Milano Sanremo, tre Parigi - Roubaix, due Giri delle Fiandre e due Giri di Lombardia. Unico corridore in grado di vincere tutti i grandi giri e le classiche monumento va inoltre menzionata la sua storica rivalità con Felice Gimondi che lo ha accompagnato lungo tutta la carriera e da cui è ispirato il brano "Gimondi ed Il Cannibale" di Enrico Ruggeri. Imbattuto nel Grandi Giri dal 68 al 74, nel 71 rischiò di essere battuto da Luis Ocaña al Tour de France il quale però dovette ritirarsi in maglia gialla dopo essere caduto nel tentativo di rispondere ad un attacco in discesa del cannibale. Le sue prestazioni calarono notevolmente dopo che un tifoso lo face cadere al Tour de France del 1975 colpendolo con un pugno allo stomaco(la motivazione fu che non voleva che Merckx battesse il record di Anquetil).

Divo del Girone: Luigi Malabrocca, "il cinese", la maglia nera per eccellenza, famosissimo nell'immediato dopo guerra per il suo "correre al contrario", con lo scopo di arrivare ultimo. Vinse due volte la maglia nera, nel 46 e nel 47, mentre Coppi e Bartali si sfidavano in montagna lui si fermava in qualche osteria a bere. Nel 1949 rimase vittima del suo stesso gioco: aspettò troppo tempo e quando tagliò il traguardo dell'ultima tappa a Milano i cronometristi e i giudici spazientiti avevano già lasciato le loro postazioni, assegnando all'ignaro Malabrocca lo stesso tempo del gruppo e al vicentino Sante Carollo (che si ritirò presto dal ciclismo) la maglia nera con relativo premio. Da allora Malabrocca decise di abbandonare quella singolare corsa all'ultimo posto.

Controverso del Girone: Alexandre Vinokourov, l'uomo simbolo nel bene e nel male di una nazione. Nel 2007 - dopo che l'anno prima aveva vinto la Vuelta - si presentò al via del Tour da favorito, ma cadde e perse diversi minuti, poi nella seconda settimana tornò in auge vincendo due tappe, ma venne trovato positivo al doping e si scoprì che si era fatto delle trasfusioni col sangue del padre. Nel 2010 tornato dalla squalifica vinse la sua seconda Liegi - Bastogne - Liegi battendo il compagno di fuga Kolobnev, nei mesi successivi vennero a galla delle mail dalle quali si intuiva che il kazako avesse pagato il russo per farlo vincere, alla fine pare sia stato il classico patto tra ciclisti in cui quello che vince paga il compagno di fuga. Ritiratosi nel 2012 dopo aver vinto l'oro olimpico ora fa il TM all'Astana(la squadra che il governo kazako costruì per lui) e sembrerebbe possa avere un futuro in politica in patria.
 
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#82
Ho integrato i due post, così non ce ne sono due uguali...
 
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#83
Grande, tra l'altro aveva scelto pure gli stessi... :)
 
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#84
Questi i risultati provvisori a poche ore dalla chiusura delle votazioni...

GIRONE E
Louison Bobet 50
Luis Ocaña 44
Vittoria Adorni 36
Michele Bartoli 34
Oscar Freire 28
Dino Zandegù 6
Pedro Delgado 2

GIRONE F
Greg Lemond 70
Fiorenzo Magni 64
Eric Zabel 38
Tony Rominger 12
Andrea Tafi 6
Jan Janssen 6
François Faber 2
Eric Leman 2

GIRONE G
Jacques Anquetil 80
Fabian Cancellara 36
Giovanni Gerbi 28
Roberto Visentini 18
Briek Schotte 10
Marino Basso 6
Gianbattista Baronchelli 6
Gilberto Simoni 6
Bjarne Riis 4

GIRONE H
Eddy Merckx 78
Costante Girardengo 56
Moreno Argentin 26
Alexandre Vinokourov 20
Luigi Malabrocca 14
Peter Van Petegem 4
Marc Madiot 2
 
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#85
Bene chiudiamo queste votazioni e proseguiamo con i prossimi quattro gironi:


GIRONE I
Gaetano Belloni
Antonin Magne
Ercole Baldini +6
Jean Stablinski
Franco Bitossi +2
Francesco Moser +8
Stephen Roche +4
Alex Zulle
Paolo Bettini
Rolf Sorensen

GIRONE L
Giovanni Brunero
Vito Ortelli
André Darrigade
Tom Simpson +2
Bernard Thévenet +4
Hennie Kuiper
Laurent Fignon +6
Marco Pantani +8
Evgeni Berzin
Philippe Gilbert

GIRONE M
Philippe Thys +6
Aldo Bini
Miguel Poblet +2
Arnaldo Pambianco
Herman Van Springel
Giuseppe Saronni +8
Michael Pollentier
Andrei Tchmil
Pavel Tonkov
Bradley Wiggins +4

GIRONE N
Henrì Pellissier +6
Gino Bartali +8
Loretto Petrucci
Guido Carlesi
Lucien Aimar
Jan Raas
Robert Millar +2
Johan Museeuw +4
Joseba Beloki
Ivan Basso
 
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#86
GIRONE I
Gaetano Belloni
Antonin Magne
Ercole Baldini +2
Jean Stablinski
Franco Bitossi +4
Francesco Moser +8
Stephen Roche
Alex Zulle
Paolo Bettini +6
Rolf Sorensen

GIRONE L
Giovanni Brunero +4
Vito Ortelli
André Darrigade +2
Tom Simpson
Bernard Thévenet
Hennie Kuiper
Laurent Fignon +6
Marco Pantani +8
Evgeni Berzin
Philippe Gilbert

GIRONE M
Philippe Thys +4
Aldo Bini
Miguel Poblet +6
Arnaldo Pambianco +2
Herman Van Springel
Giuseppe Saronni +8
Michael Pollentier
Andrei Tchmil
Pavel Tonkov
Bradley Wiggins

GIRONE N
Henri Pelissier con una l Sculaccia
Gino Bartali +8
Loretto Petrucci
Guido Carlesi
Lucien Aimar
Jan Raas +4
Robert Millar
Johan Museeuw +6
Joseba Beloki
Ivan Basso
 
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#87
GIRONE I
Gaetano Belloni
Antonin Magne
Ercole Baldini
Jean Stablinski
Franco Bitossi +2
Francesco Moser +8
Stephen Roche +4
Alex Zulle
Paolo Bettini +6
Rolf Sorensen

GIRONE L
Giovanni Brunero +2
Vito Ortelli
André Darrigade
Tom Simpson +4
Bernard Thévenet
Hennie Kuiper
Laurent Fignon +8
Marco Pantani +6
Evgeni Berzin
Philippe Gilbert

GIRONE M
Philippe Thys +4
Aldo Bini
Miguel Poblet +6
Arnaldo Pambianco
Herman Van Springel
Giuseppe Saronni +8
Michael Pollentier
Andrei Tchmil
Pavel Tonkov
Bradley Wiggins +2

GIRONE N
Henrì Pellissier +6
Gino Bartali +8
Loretto Petrucci
Guido Carlesi
Lucien Aimar
Jan Raas +2
Robert Millar
Johan Museeuw +4
Joseba Beloki
Ivan Basso
 
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#88
GIRONE I
Gaetano Belloni
Antonin Magne
Ercole Baldini +6
Jean Stablinski
Franco Bitossi
Francesco Moser +8
Stephen Roche +4
Alex Zulle
Paolo Bettini +2
Rolf Sorensen

GIRONE L
Giovanni Brunero
Vito Ortelli
André Darrigade
Tom Simpson +4
Bernard Thévenet
Hennie Kuiper
Laurent Fignon +6
Marco Pantani +8
Evgeni Berzin
Philippe Gilbert +2

GIRONE M
Philippe Thys +6
Aldo Bini
Miguel Poblet +4
Arnaldo Pambianco
Herman Van Springel
Giuseppe Saronni +8
Michael Pollentier
Andrei Tchmil
Pavel Tonkov
Bradley Wiggins +2

GIRONE N
Henrì Pellissier +6
Gino Bartali +8
Loretto Petrucci
Guido Carlesi
Lucien Aimar
Jan Raas
Robert Millar +2
Johan Museeuw +4
Joseba Beloki
Ivan Basso
 
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#89
Le schede oggi non le faccio perchè ho mal di testa e il vomito Sick ... forse sono incinta

GIRONE I
Gaetano Belloni
Antonin Magne
Ercole Baldini +2
Jean Stablinski
Franco Bitossi
Francesco Moser +8
Stephen Roche +6
Alex Zulle
Paolo Bettini +4
Rolf Sorensen

GIRONE L
Giovanni Brunero
Vito Ortelli
André Darrigade +2
Tom Simpson +4
Bernard Thévenet
Hennie Kuiper
Laurent Fignon +6
Marco Pantani +8
Evgeni Berzin
Philippe Gilbert

GIRONE M
Philippe Thys +6
Aldo Bini +4
Miguel Poblet
Arnaldo Pambianco
Herman Van Springel
Giuseppe Saronni +8
Michael Pollentier
Andrei Tchmil +2
Pavel Tonkov
Bradley Wiggins

GIRONE N
Henrì Pellissier +2
Gino Bartali +8
Loretto Petrucci
Guido Carlesi
Lucien Aimar
Jan Raas
***Philippa York Wub +20
Johan Museeuw +4
Joseba Beloki
Ivan Basso +6
 
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#90
GIRONE I

Leggenda del girone: Gaetano Belloni, detto "Tano", l'eterno secondo dell'immediato dopo prima guerra mondiale, collezionò oltre cento secondi posti di cui 26 dietro Costante Girardengo. Non combattè nella grande guerra perché mentre era apprendista in una manifattura tessile perse il pollice e l'indice in un incidente. In carriera vinse un Giro d'Italia, due Milano - Sanremo e tre Giri di Lombardia. Uno volta dopo aver vinto una tappa al Giro venne premiato con un quadro che vendette immediatamente per due lire, quel quadro portava la firma di un certo Pablo Picasso.

Fenomeno del girone: Francesco Moser, lo "sceriffo", il terzo corridore più vincente della storia. La sua carriera è fondamentalmente legata a due elementi: la Parigi - Roubaix che era indubbiamente la sua corsa e che vinse per tre volte consecutive e la rivalità con Beppe Saronni, una delle più sentite di sempre. Nel 1984, ormai a fine carriera, visse il suo anno d'oro, prima fece il record dell'ora con una bici con ruote lenticolare, poi conquistò la Milano - Sanremo ed infine al fece suo il Giro d'Italia dopo una strenua battaglia con Laurent Fignon al quale riuscì a sottrarre la maglia rosa nella cronometro finale di Verona. Inoltre fu Campione del mondo sia su strada che su pista.

Divo del girone: Ercole Baldini, "il treno di Forlì", nel 58 vince Giro e Mondiale e tutti gli addetti ai lavori già lo indicano come l'erede di Coppi. Negli anni successivi però non riuscirà a tornare più a quei livelli, forse a causa di un'intervento all'appendicite nella primavera del 59, ma più probabilmente per la passione per la bella vita che lo distraeva dalle corse. Ad oggi è il più anziano vincitore del Giro d'Italia ancora in vita.

Controverso del girone: Stephen Roche, la sua carriera è indissolubilmente legata ad una singola annata: il 1987. L'irlandese che fino a quel punto era considerato un ottimo corridore, ma non un fenomeno, si presenta al Giro d'Italia con il ruolo di gregario di Visentini, ma nella 15^ tappa Jesolo - Sappada tradisce il suo capitano e va a prendersi la maglia rosa. Nonostante la Carrera si schieri della parte del bresciano, Roche riesce a difendere il simbolo del primato grazie all'aiuto della Panasonic di Robert Millar ed a vincere il Giro. Al Tour de France si presenta senza grosse ambizioni di classifica, ma complice l'infortunio di Lemond ed il ritiro di Hinault, l'irlandese riesce a fare sua anche la "Grande Boucle" al termine di un entusiasmante duello con Pedro Delgado che verrà battuto da Roche per soli 40". A settembre arrivà anche la ciliegina sulla torta, ai Mondiali tutti gli occhi sono puntati sul connazionale di Roche, Sean Kelly, così Stephen ne approfitta e nel finale allunga al momento giusto riuscendo a conquistare anche la maglia iridata. Negli anni seguenti Roche non tornerà più su quei livelli e la sua carriera verrà tormentata dagli infortuni. Una volta ritiratosi ha lavorato come commentatore per Eurosport ed è stato testimonial per una ditta di formaggi, inoltre sia suo figlio Nicholas che suo nipote Daniel Martin corrono in bici ad alti livelli...
 
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#91
GIRONE L

Leggenda del girone: Giovanni Brunero, rivale di Girardengo e compagno di squadra di Binda, vinse il Giro d'Italia nel 1921 e nel 1922, mentre nel 1923 si dovette arrendere al campionissimo di Novi Ligure per soli trentasette secondi. Al Giro del 1926 si presentò come gregario di Alfredo Binda esploso l'anno prima, ma complice un problema meccanico il trombettiere di Cittiglio si trovò distanziato in classifica generale e Brunero ne approfittò per vincere la corsa rosa per la terza volta in carriera. Tra le altre sue vittorie spiccano una Milano - Sanremo e due Giri di Lombardia. Morì a soli 39 anni a causa di un male incurabile.

Fenomeno del girone: Laurent Fignon, "il professore", ad appena ventidue anni si ritrovò capitano della Renault al Tour de France a causa dell'infortunio di Hinault il quale tra l'altro era riuscito a vincere la Vuelta proprio grazie all'aiuto del giovane gregario. Riuscì a conquistare la maglia gialla nella tappa dell'Alpe d'Huez ed a portarla fino a Parigi tra lo stupore generale. L'anno dopo perse il Giro d'Italia all'ultima tappa contro Francesco Moser, ma vinse il Tour de France con ben dieci minuti di vantaggio sull'ex capitano Hinault. Dopodiché la sua carriera proseguì tra alti e bassi - a causa anche di diversi infortuni - fino al 1989 dove il professore tornò prepotentemente in auge vincendo prima la sua seconda Sanremo consecutiva e poi il Giro d'Italia. Al Tour de France dopo un entusiasmante duello con il rientrante Lemond arrivò in maglia gialla alla crono finale di Parigi, ma dovette cedere il simbolo del primato all'americano per soli 8". Da quel giorno in poi il francese non sarà più lo stesso. È morto di cancro nel 2010 dopo che per anni era stato il commentatore del Tour de France per la televisione francese.

Divo del girone: Marco Pantani, "il pirata", poteva essere il fenomeno o il controverso, ma alla fine ho optato per il divo. Perché oltre a ricordarlo come il più grande scalatore di sempre, come l'ultimo corridore a vincere nello stesso anno Giro e Tour, a me piace ricordarlo anche come il personaggio che era, il Pantani che sognava il festival di Sanremo(e che un anno aveva pure in programma di parteciparvi salvo poi dover rinunciare all'ultimo per via degli allenamenti) e che cantava la sigla del Giro d'Italia. Un uomo che attaccava alla tv milioni di italiani sia quando scattava sulle montagne del Tour sia quando faceva la pubblicità della Citroen.

Controverso del girone: Questo è il girone dei controversi: Simpson, Thevenet, Pantani e Berzin. Ecco io è del russo che parlerò, un corridore che nel 1994 uscito dal nulla vinse prima la Liegi e poi il Giro d'Italia battendo Indurain ed un giovane Pantani. Correva nella Gewiss - Ballan di Argentin e Furlan, sulla quale c'erano una quantità industriale di sospetti di doping. Lanciato verso una carriera da dominatore, l'anno dopo si ripresentò al Giro da favorito, ma complice la rivalità interna alla squadra con il lettone Ugrumov altro grande corridore dell'epoca(penso ci fosse anche qualcosa in più tra i due oltre alla rivalità sportiva visto che provenivano da due paesi dell'ex unione sovietica) venne sconfitto piuttosto facilmente dall'elvetico Rominger. Da quel momento in poi il livello del russo calerà notevolmente e non combinerà più nulla fino al 2000, anno in cui si ritirò.
 
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#92
Da questo topic non sta uscendo un mero sondaggio ma righe davvero interessanti di storia del ciclismo! Applausi
 
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#93
Beh, quello era l'obiettivo del topic, dei meri sondaggi non ce ne facciamo nulla...
 
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#94
GIRONE M

Leggenda del girone: Philippe Thys. Soprannominato “bassetto” per le sue gambe corte che gli facevano assumere una posizione particolare in bici, fu il primo belga a vincere il Tour de France e il primo atleta in assoluto a vincere tre edizioni della corsa francese (1913-1914-1920) .
Nell’edizione 1914 vinse il Tour nonostante gli fosse stata comminata una penalizzazione di 30 minuti per una riparazione in corsa della bicicletta non conforme al regolamento. La sua carriera, come tutte quelle dei suoi coetanei, fu interrotta dalla guerra, ma nel 1917 riuscì ad avere dei permessi speciali che gli permisero di correre e vincere il Giro di Lombardia e Parigi-Tours.
Dopo un paio di anni deludenti si presentò tirato a lucido al Tour 1920, edizione molto povera della Grande Boucle dopo il ritiro di Pelissier, tanto che il patron Desgrange era pure intenzionato ad interromperla per mancanza di impegno dei corridori: Thys prese la maglia gialla alla seconda tappa e riuscì a vincerlo facilmente. Da lì in poi partecipò ancora a cinque edizioni del Tour de France, vinse tappe ma non riuscì più ad imporsi nella classifica generale.

Fenomeno del girone: Giuseppe Saronni. Talento molto precoce, a soli 19 anni e mezzo passò professionista dopo tanti successi a livello giovanile. Secondo alla prima gara, il Trofeo Laigueglia (solo dietro al campione del Mondo Maertens) e pochi giorni dopo vittorioso al Trofeo Pantalica, fu questo il battesimo del fuoco di Beppe tra i grandi del ciclismo. Il successo più importante giunse solo due anni più tardi, al Giro del 1979, in un duello con Moser (che caratterizzerà tutta la sua carriera) conquistò la maglia rosa nella crono di San Marino, terreno teoricamente più congeniale al rivale, e non la lasciò più. A soli 21 anni e 8 mesi divenne uno dei vincitori più giovani della storia del Giro d'Italia.
Nel '81 ci fu una delle sue più grosse delusioni di Beppe, nei Mondiali di Praga la Nazionale italiana non rispettò i piani in volata, Saronni si trovò al vento troppo presto e venne beffato dal redivivo Maertens. La rivincita arrivò solo 12 mesi più tardi: Goodwood, negli ultimi 300metri lo scatto violento di Saronni, che inghiottì Lemond con un'azione di rara potenza e bellezza, la celebre fucilata di Goodwood.
Il 1983 fu, se possibile, ancora più bello. Saronni vinse in maglia iridata la Sanremo e il suo secondo Giro. Da lì in poi, a neanche 27 anni, cominciò l'improvviso declino che lo portò al ritiro nel 1990 senza altri particolari successi.

Divo del girone: Sir Bradley Wiggins. Vincitore di tre ori olimpici nell'inseguimento individuale e a squadre tra Atene 2004 e Pechino 2008, si dedica a 29 anni esclusivamente alla strada per puntare a diventare il primo britannico a vincere il Tour de France. Il suo anno magico è il 2012 nel quale riesce a dominare la Grande Boucle e a vincere il suo quarto oro olimpico a Londra, questa volta su strada, nella cronometro. Questi successi lo fanno entrare nel cuore degli inglesi, anche e soprattutto perchè Wiggo è un perfetto Mod, il movimento giovanile nato nel Regno Unito: basettoni, giacca doppiopetto, simboli della RAF ovunque, Lambretta quando non pedala e amici come Paul Weller e i fratelli Gallagher.
“My wife kept going on because she was getting ecstatic that the Queen had sent us a letter, I kept saying, ‘Fuck the Queen — Johnny Marr’s sent me a message on Twitter! And Robbie Fowler — I had a message from God,”

Controverso del girone: Michel Pollentier. Partecipò al Giro 1977 in veste di luogotenente di Freddy Maertens, ma dopo la caduta nell'autodromo del Mugello del suo capitano prese il comando della Flandria. Tra lo stupore generale riuscì a vincere il Giro, addirittura rafforzando la sua maglia rosa con il successo nell'ultima crono ai danni di Francesco Moser. Confermò il suo ottimo stato di forma poche settimane più tardi al Giro di Svizzera e ai campionati belgi, entrambi vinti.
La sua carriera, però, fu irrimediabilmente macchiata solo un anno più tardi: vinse la sedicesima tappa con arrivo sull'Alpe d'Huez e vestì la maglia gialla, ma dopo la tappa fu trovato frodare l'antidoping e per questo squalificato. Il suo ultimo acuto fu il Giro delle Fiandre '80, sempre davanti a Moser.
 
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#95
Cunego quasi come Saronni eh Manuel... Asd
 
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#96
Tra l'altro il modo architettato da Pollentier per fregare l'antidoping è uno dei più fantasiosi di sempre: un pisello artificiale...

Di Wiggo ricorderei anche quando ha mandato a fanculo la regina...

@Danilo: non a caso il TM di Cunego dal 2005 ad oggi è proprio Saronni Eheh
 
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#97
Si, tra l'altro c'è stato un maratoneta che lo ha imitato quest'anno Asd

La frase di Wiggins la volevo mettere, ma non l'ho trovata in lingua originale Dodgy
 
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#98
“My wife kept going on because she was getting ecstatic that the Queen had sent us a letter,” Wiggins said.

“I kept saying, ‘Fuck the Queen — Johnny Marr’s sent me a message on Twitter! And Robbie Fowler — I had a message from God,” he joked.
 
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#99
Grazie, aggiunto Occhiolino
 
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GIRONE N

Leggenda del girone: Gino Bartali, uno dei ciclisti più popolari di sempre, passato alla storia per la sua rivalità con Coppi e per aver salvato l'Italia dalla guerra civile con la sua vittoria al Tour de France del 1948 in cui riuscì a rifilare venti minuti in una sola tappa a Bobet. Campione di fama internazionale già in epoca fascista vinse: due Tour de France, tre Giri d'Italia, quattro Milano - Sanremo e tre Giri di Lombardia. Il 23 settembre 2013 è stato dichiarato 'Giusto tra le nazioni' dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell'olocausto fondato nel 1953, riconoscimento per i non-ebrei che hanno rischiato la vita per salvare quella anche di un solo ebreo durante le persecuzioni naziste. Nella motivazione dello Yad Vashem, si legge che Bartali, "cattolico devoto, nel corso dell'occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l'arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa".

Fenomeno del girone: Johan Museeuw, il "leone delle fiandre", il più forte specialista delle classiche del nord degli anni 90. Vinse tre Giri delle Fiandre(record) e tre Parigi - Roubaix oltre al Campionato del mondo di Lugano nel 1996 in cui sconfisse in una volata a due lo svizzero Gianetti.
Nell'agosto 2000 è vittima di un incidente stradale in moto, si procura la frattura del perone, della clavicola sinistra e di diverse costole, oltre ad un'emorragia cerebrale. Fortunatamente si rimetté in sesto velocemente. Si ritirò nel 2004 dopo aver concluso la sua ultima Parigi - Roubaix arrivando al traguardo con il rivale di sempre Van Petegem.

Divo del girone: Henri Pelissier, maggiore e più forte di tre fratelli ciclisti, fu il ciclista più amato in Francia negli anni venti. Vinse il Tour de France nel 1923 oltre a: tre Giri di Lombardia, due Parigi - Roubaix e una Milano - Sanremo. La sua morte è una delle più famose e tragiche della storia del ciclismo: nel maggio 1935, durante l'ennesimo litigio, venne ucciso dalla propria amante, Camille Tharault, ventiseienne. Curiosamente venne colpito a morte dalla stessa pistola con cui sua moglie, Léonie, si era suicidata due anni prima.

Controverso del girone: Rober Millar aka Philippa York. Scalatore scozzese degli anni 80 arrivò secondo sia al Giro che alla Vuelta, conquistò la maglia a pois al Tour de France e vinse tappe in tutti e tre i GT. Una volta ritiratosi di lui si persero le tracce, fino al 2007 quando un tabloid inglese lo scovò nel Dorset, ove viveva con la sua compagna Linda Purr, ma aveva cambiato sesso e si faceva chiamare Philippa York.
 
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