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Doping, Agostini positivo ad un test antidoping del 21 agosto
#1
Ciclismo, Agostini positivo. Lo ha confermato l'Uci
Milano, 20 settembre 2013

Il corridore della Cannondale, 24 anni, aveva sostenuto il test antidoping lo scorso 21 agosto ed era stato in seguito fermato dalla sua squadra

Questa è proprio una brutta notizia, che colpisce il ciclismo italiano a due giorni dall’inizio dei Mondiali in Toscana: Stefano Agostini positivo a uno steroide anabolizzante pesante, il Clostebol, "famoso" per essere stato largamente usato nel doping di stato della Germania orientale. E Agostini non è un corridore a fine carriera, ma un ragazzo di 24 anni che nel 2010 è stato campione italiano under 23.

La Gazzetta aveva dato la notizia della sua sospensione il 3 settembre: era stata la squadra, la Cannondale, lo stesso team di Sagan, Moser e Basso (una delle due formazione italiane di WorldTour), a fermare il corridore "per violazione del regolamento medico interno" non appena arrivata la comunicazione della positività al campione A. Oggi l’Unione ciclistica internazionale ufficializza la positività di Agostini, udinese di 24 anni, che da dilettante è stato uno dei migliori della sua generazione. Terzo al Giro d’Italia dilettanti nel 2011, è passato professionista come stagista con l’allora Liquigas il 1° agosto 2011. Non aveva ancora vinto da pro’: aveva soprattutto lavorato per i suoi capitani.

Il controllo, a sorpresa, sulle urine è stato effettuato dall’Uci il 21 agosto, non appena Agostini era tornato a casa dagli Stati Uniti: qui aveva corso a metà agosto il Tour of Utah. Il laboratorio che ha effettuato l’esame è quello tedesco di Colonia, uno dei migliori a livello mondiale: nel 2010 incastrò Alberto Contador per la positività a una quantità infinitesima di clenbuterolo. Tocca adesso al corridore chiedere le controanalisi, e poi alla Federazione italiana istruire il procedimento disciplinare: se la positività sarà confermata, è sicura una squalifica di almeno 2 anni. E Agostini non indosserà più la maglia azzurra della Nazionale: è vero che l’assemblea elettiva della Federciclo a metà gennaio ha cancellato il divieto di convocazione per chi come Basso o Scarponi erano stati squalificati in passato, ma la decisione resta in vigore per i nuovi casi.

© Gazzetta dello Sport
 
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#2
(24-05-2013, 05:42 PM)Micheliano59 Ha scritto: Stefano Agostini (@AgostiniStefano)
Errare sarà anche umano.perseverare oltre a essere diabolico è stupido e dannoso!
#basta questo ciclismo non è il tuo!
Dovevi capirlo prima!

(03-06-2013, 06:02 PM)Micheliano59 Ha scritto: Stefano Agostini @AgostiniStefano
Facciamo un copia e incolla dei tweet della settimana scorsa?Siamo stanchi! Noi non siamo quel tipo di sportivi!Noi facciamo fatica davvero!

Confuso
 
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#3
Come sempre, le scuse di Agostini sono credibilissime, ma sono anche scuse che si possono preparare appositamente prima della positività, quindi non si può non punire il corridore anche se c'è la possibilità concreta che sia in buona fede
 
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#4
Agostini: cara Uci, io lascio il ciclismo a testa alta
Punito per 0,7 nanogrammi di Clostebol, regolarmente prescritti

Egregi Signori,
Voglio precisare che la mia accettazione della sanzione va intesa come dichiarazione di resa: mi arrendo a un sistema che ha deciso che a 25 anni io debba smettere di essere un ciclista professionista.
Si tratta di una sanzione che non reputo giusta e che non sento per nulla appartenermi dal momento che non ho mai fatto uso di sostanze dopanti.
Il mio passaporto biologico è impeccabile, le differenti e plurime analisi del sangue sono ineccepibili.
Risulta solo che l’emerito laboratorio di Colonia ha rilevato la presenza di 0,7 miliardesimi di grammo nelle mie urine di una sostanza chiamata Clostebol, principio attivo della pomata Trofodermin che io stesso avevo dichiarato al momento del controllo e che, tra l’altro, mi era stata regolarmente prescritta dal medico per curare un’eruzione cutanea.
Il laboratorio ha riscontrato, in misura infinitesimale, quello che io avevo dichiarato in perfetta buona fede; resta anche un forte ed irrisolto dubbio che probabilmente se io non l’avessi dichiarata non sarebbe nemmeno stata riscontrata, ed ora non mi troverei in questa situazione paradossale.
Tutto il mondo, addetti ai lavori e non, sa che non ci si dopa con una pomata per di più prescritta dal proprio medico curante, e venduta in qualsiasi farmacia o parafarmacia, addirittura senza ricetta medica in quanto farmaco da banco.
Ebbene dopo 7 lunghi mesi di sospensione, di spiegazioni delle circostanze di fatto della vicenda, di richiesta di informazioni supplementari con scadenze brevi e perentorie, di estenuante attesa di un qualche genere di riscontro da parte Vostra (che giungeva sistematicamente dopo settimane dal mio interpello), di logoramento e stress misto ad apprensione… la spettabile UCI pur avendo ben chiara la situazione, documentata del resto in modo incontestabile, ha deciso di trattarmi oltrechè in modo sensibilmente più severo rispetto ad altri atleti “incappati” nel Trofodermin, addirittura alla stregua di chi fa e ha fatto in passato uso di EPO, cocaina o di chi ha praticato metodi proibiti quali trasfusioni e manipolazioni del proprio sangue, proponendomi 15 mesi di squalifica, cui quasi come una beffa si aggiunge anche il pagamento delle spese da Voi sostenute.
Se la Vostra conclusione è quella di comminare una squalifica senza dubbio eccessiva, quel che più colpisce sono le ragioni di detta scelta. La documentazione da me debitamente prodotta nei Vostri termini ha dimostrato la veridicità della mia versione nonché quindi la mia onestà, e del resto l’UCI stessa ha riconosciuto l’utilizzo del farmaco Trofodermin crema da me dichiarato e lo scopo terapeutico di tale uso, motivato del resto da una prescrizione medica. Prescrizione medica che però non è stata sufficiente come spiegazione e giustificazione, vista l’imputazione di responsabilità.
Questo è stato l’epilogo della procedura di accettazione della sanzione da voi propostami mesi fa, al dichiarato scopo di abbreviare i tempi della decisione ed evitare un processo e spese connesse. Evidentemente niente di tutto ciò è accaduto.
La conclusione ha poi del grottesco.
L’alternativa che mi viene posta è la trasmissione del dossier alla Federazione Ciclistica Italiana con successivo svolgimento del processo, all’esito del quale l’autorità decidente dovrà confermare i 15 mesi di squalifica altrimenti l’UCI stessa, come candidamente già dichiarato con tono velatamente ricattatorio, ricorrerà al TAS di Losanna; per il sottoscritto ciò comporterebbe evidentemente lo svolgimento di controanalisi e perizie, il conferimento del mandato difensivo ad un legale nonchè la nomina degli arbitri per un costo complessivo di circa 30-35.000 Euro che non ho.
Mi permetto di dire, alla luce dell’assurda conclusione di questo caso, che la “rete” antidoping dell’UCI ha indubbiamente qualche problema di funzionamento dal momento che non fa distinzione con riguardo a chi vi rimane impigliato, nemmeno alla luce delle circostanze di fatto che valgono sicuramente a distinguere un caso come il mio dai casi di “vera” assunzione di sostanze dopanti al fine di alterare la propria prestazione e di falsare i risultati.
Nel ribadire quindi come la fine della mia carriera ciclistica sia dovuta esclusivamente agli 0,7 nanogrammi (0,000000007g) di Clostebol provenienti, per Vostro stesso riconoscimento, da una pomata utilizzata una sola volta allo scopo di curare, sotto consiglio medico, una patologia dimostrata, aggiungo che quello che mi rimane da questa vicenda è una profonda ed irrisolvibile disillusione nei valori dell’onestà, della giustizia e dell’uguaglianza intesa nel senso di trattare situazioni eguali in modo eguale e situazioni diverse in modo diverso.
Lascio il ciclismo professionistico a testa alta, consapevole di non aver mai barato e di aver ottenuto tutti i miei risultati con dedizione e sacrificio, perfettamente conscio che questa assurda vicenda ha anche provocato notevoli danni alla mia immagine.
Credo infine che questa vicenda, che a me ha rovinato la carriera e distrutto i sogni, andrà anche a minare la stessa credibilità, utilità ed infallibilità del Vostro sistema di controllo antidoping.

Cordialmente
Stefano Agostini

tuttobiciweb.it
 
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#5
Dalla parte di Agostini.
 
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#6
La vicenda è veramente assurda ragazzi. Qui non si tratta di regole, bisogna avere un minimo di buonsenso (o di intelligenza?). E' come se andassi in ospedale per una ferita alla gamba e fossi paragonato a qualcuno che ha un tumore..
 
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#7
Che scandalo, poi un delinquente come Armstrong l'ha fatta Franca per anni grazie alla complicità di chi ora condanna questo ragazzo per queste ragioni Sick
 
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#8
Veramente pazzesco...
 
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