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Giro d'Italia 2014 | 16^ Tappa: Ponte di Legno - Val Martello/Marteltall
Però è giusto, alla fine, slinguazzare il culo dei ciclisti dopo la giornata di ieri. Così si sentono realizzati e avranno in futuro un motivo in meno per disonorare le corse.

Ho letto che stasera decideranno il da farsi in seguito alle proteste dei direttori sportivi. Direttori sportivi che non solo vogliono evitare la figura dei fessi, ma vogliono pure averla vinta.
 
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considerazioni sparse:

-il Giro è falsato e su questo non possono esserci dubbi al di là di quanto siano stati furbi i vari Quintana, Rolland ed Hesjedal e di quanto siano stati polli Uran e compagnia piuttosto che i loro direttori sportivi, anche se a quanto pare la parola ''neutralizzazione'', peraltro difficilissima da attuare in una tappa in cui c'erano innumerevoli gruppetti non è mai stata pronunciata sta di fatto che le comunicazioni di RCS sono state ambigue, vedi quella sull' ''evitare attacchi in discesa''; aggiungiamo poi che in cima allo Stelvio nevicava e che c'era una temperatura di poco sopra lo zero ma le condizioni erano comunque entro i limiti della regolarità con un asfalto che era bagnato ma comunque perfettamente praticabile prova ne sia che in discesa non è caduto nessuno, per farla breve non c'era nessuna necessità di moto con le bandierine rosse e le condizioni non avevano nulla a che vedere con quelle del Gavia del 1988 e neppure con quelle della discesa del Sampeyre del 2003: ora la RCS sia pure fuori tempo massimo potrebbe rimediare penalizzando di 1'30'' o giù di lì Quintana, Rolland ed Hesjedal ma sarebbe un rimedio solo parziale, è evidente che se Quintana avesse iniziato l'ultima salita insieme a Uran avrebbe attaccato solo nel finale e avrebbe guadagnato molto meno rispetto a quanto ha guadagnato effettivamente
-Quintana ha in ogni caso sbancato in una tappa peraltro in cui tutti o quasi i colombiani abituati ad andare ben oltre i 2000 metri di quota si sono esaltati e peraltro i vari Amador, Capecchi e Izagirre che mai o quasi si erano visti davanti fin qui sono stati determinanti nel fare la selezione già sul Gavia e per quanto riguarda il basco nel portare Quintana davanti ai piedi della salita finale, a questo punto il colombiano il Giro può solo perderlo
-ancora una volta più passano i km, più la tappa diventa dura e più si sale di altitudine più Hesjedal va forte sebbene nonostante il suo distacco da Evans sia inferiore al minuto sembra comunque difficile immaginarselo sul podio dal momento che nella cronoscalata perderà terreno e che le tappe di Panarotta e Zoncolan non sono così impossibili, bravo a rimanere come al solito al suo fianco Cardoso
-per Rolland vale più o meno il discorso fatto per Hesjedal al di là del fatto che non sia riuscito a tenere il passo del canadese e di Quintana nel finale, si meriterebbe il podio per il fatto di aver attaccato praticamente in tutte le tappe di montagna ma dal momento che ora è molto più vicino in classifica e che anche lui perderà nella cronoscalata non riuscirà a raggiungerlo; stavolta il francese non ha avuto al suo fianco Quemeneur e un Thurau costretto al ritiro ma in compenso ha ritrovato Sicard che non si era mai visto fin qui
-Kelderman è stato lasciato un po' andare essendo relativamente lontano in classifica ma sta di fatto che al netto del tre corridori che lo precedevano è stato sull'ultima salita il migliore del gruppo maglia rosa e in una tappa con 60 e passa km di ascesa e alla sua età ciò va rimarcato, bravo a rimanergli al fianco e a tirare per limitare il distacco da Quintana e soci anche Goos che a sua volta cresce giorno dopo giorno
-evidentemente a Montecampione Pozzovivo aveva avuto davvero dei problemi fisici dal momento che pur senza aver fatto un'azione devastante è comunque tornato competitivo in una tappa apparentemente non adatta ai suoi mezzi anche per via delle discese bagnate, il lucano rimane pienamente in lizza per il podio anche se Dupont e Vuillermoz a loro volta grandi protagonisti con il secondo addirittura 11° nella generale avrebbero fatto meglio a fermarsi dopo la discesa dello Stelvio e a tirare il gruppo maglia rosa
-non è stato lo stesso Aru di Montecampione il che ci può stare essendo questa una tappa molto più dura ma ancora una volta è venuto fuori negli ultimi km e tanti hanno detto per questo che è un corridore che si gestisce alla grande anche se io ho dei dubbi in tal senso e intendo dire che probabilmente a differenza di altri è arrivato al traguardo senza aver dato tutto, purtroppo Scarponi proprio nel momento in cui stava ritrovando la migliore condizione è stato vittima del gran freddo ma in compenso Landa è stato un supporto fondamentale per il sardo
-per Majka vale il discorso opposto fatto per Aru nel senso che fino a un certo punto è sembrato brillantissimo ma poi nel finale ha ceduto e sebbene il podio sia a soli 7'' e a Barolo abbia dimostrato di andare forte contro il tempo l'impressione è che gli manchi qualcosina per raggiungerlo, in ogni caso il polacco può disporre di un'ottima squadra con Rogers mai così competitivo nell'ultima settimana di un grande Giro, Roche che giorno dopo giorno cresce e anche Rovny e perfino Juul-Jensen che hanno dato un buon supporto sullo Stelvio
-si diceva della giornata dei colombiani ed Henao jr che peraltro ha avuto il tempo di fare da gregario a Uran ,che ricordiamo essere stato negli scorsi due anni al Team Sky il gemello del cugino Sergio, è uno di quelli che si sono esaltati come del resto si è esaltato anche Cataldo autore di una grande azione sullo Stelvio e nel successivo tratto di discesa e pianura mentre invece dopo i fasti di Montecampione ha deluso Deignan per il quale forse 60 km di salita erano troppi, sorprende il 25° posto di Swift ma è comunque un corridore che ha vinto una tappa dura ai Paesi Baschi e che ha beneficiato del fatto che molti dei suoi colleghi una volta rimasti staccati sul Gavia non si sono dannati l'anima nel prosieguo della frazione
-al di là del fatto che senza i casini di RCS Uran sarebbe tuttora saldamente in maglia rosa e con la cronoscalata dalla sua è chiaro che in salita ha dei limiti che probabilmente già su Gavia e Stelvio quando non era mai nelle primissime posizioni si sono palesati e che verso la Val Martello sono apparsi evidenti in un paio di occasioni quando prima dello scatto di Majka aveva perso qualche metro dai corridori che lo precedevano, inoltre il colombiano ha pagato il crollo di un Poels evidemente in calo di condizione dopo che era al top ai Paesi Baschi e ha avuto un limitato apporto solo da Brambilla, Pauwels e da quel De Gendt che si è in parte ritrovato proprio su quelle strade dove volò nel 2012
-nulla di nuovo sotto il sole per Evans che si conferma inferiore agli avversari diretti in salita ma che quantomeno evita il crollo e conserva anche se ancora per poco il suo piazzamento sul podio, peraltro anche all'australiano è mancata la squadra con Morabito non adatto a una frazione così dura e Sanchez che come gli è capitato in passato anche negli anni migliori non è riuscito a carburare nei primi km cedendo già sul Gavia
-peccato per Kiserlovski che a quanto pare più di tutti è stato danneggiato dai casini di RCS ma il fatto che sia arrivato vicino ai migliori malgrado avesse attaccato sullo Stelvio è indice di condizione comunque buona e alla luce di una classifica che lo vede 9° ma ben distante dall'8° potrebbe avere più libertà nei prossimi giorni, in evidenza sul Gavia anche Arredondo che ha consolidato la maglia azzurra anche se ha pagato il gran freddo della discesa
-uno dei tanti colombiani che si è esaltato è stato Pantano anche se il fatto che una volta staccato nettamente da Quintana, Hesjedal e Rolland sia arrivato vicino agli altri big la dice lunga su quanto siano andati forte i primi tre, in evidenza anche un Chalapud molto più competitivo di un anno fa quando lottava per la maglia azzurra con Pirazzi mentre il grande assente invece Duarte per cui la tappa era evidentemente troppo dura
-quando ha vinto il tappone di Peyragudes le condizioni atmosferiche non erano così dissimili da quelle trovate verso la Val Martello e Geniez è stato ancora grande protagonista attaccando sullo Stelvio, tenendo botta anche sull'ultima salita e risalendo parecchio in classifica, inoltre si è fatto rivedere abbastanza davanti anche Mourey
-per quanto visto alla Vuelta 2012 Anacona è un corridore che predilige le tappe con una sola salita ma qui una volta superati i problemi di stomaco che lo avevano condizionato in precedenza il colombiano si fa vedere nel gruppo di testa fino alle prime rampe della Val Martello e chiaramente anche lui ha beneficiato del fatto di vivere in quota in patria, inoltre si vede per la prima volta davanti Niemiec che dopo la caduta di Montecassino non è stato più lui mentre era abbastanza prevedibile il crollo di Ulissi e Cunego dopo quanto visto nei giorni precedenti
-Monfort come al solito spento eppure ciò nonostante giorno dopo giorno approfitta dei crolli altrui per risalire fino al 14° posto nella generale, questa volta nè Wellens nè Armee nè Hansen sono riusciti a rimanere a fianco del belga ma in una tappa così dura ci può stare
-anche Rabottini non solo non crolla ma va anche all'attacco sia nella salita che nella discesa dello Stelvio e malgrado una condizione che non è così straordinaria mette praticamente al sicuro un piazzamento finale nei 20, non pervenuti i compagni anche perchè l'unico ad avere un minimo di competitività in salita era Finetto che è stato costretto al ritiro
-va dato atto a Basso che una volta rimasto staccato sul Gavia, dal momento che al pari di Sanchez ha pagato la partenza a tutta, non si è rassegnato a chiudere con mezz'ora di ritardo ma ha cercato comunque di rientrare per non naufragare in classifica anche se la cosa non gli è riuscita visti i 17' di ritardo, lontani tutti gli altri tranne un discreto Longo Borghini ma attendiamo sempre un altro guizzo di Moser di qui a Trieste
-deludente Pellizotti che dopo aver dimostrato le sue sottovalutate doti di discesista nella picchiata del Gavia sembrava potesse passare davanti a tutti in cima allo Stelvio ma non ha retto il ritmo di Cataldo ed è naufragato nel finale dimostrando come sempre nella sua carriera di non essere adatto ai tapponi mentre va benissimo nelle cronoscalate e in tappe con una sola salita, con lui protagonista per la prima volta in questo Giro anche Rosa che ha recuperato almeno in parte la forma dopo i problemi fisici che l'avevano messo sull'orlo del ritiro, ci si poteva attendere di più nella giornata dei colombiani da Godoy
-Gusev il migliore della Katusha in una giornata in cui Losada si è fatto vedere almeno fino allo Stelvio mentre Moreno si è preso una giornata di vacanza in attesa magari di riprovarci nei prossimi giorni
-il migliore della Bardiani-Csf è invece Pirazzi che comunque dimostra ancora una volta di non avere la condizione per lottare per la maglia azzurra così come non ha soprattutto il fondo per competere con i migliori Zardini e vedremo se lo troverà nei prossimi anni
-nulla da fare per Preidler che dopo una buona parte centrale di Giro sta evidentemente pagando la preparazione precaria per la corsa rosa, ovviamente non pervenuti i compagni di squadra
-per i tre rimasti in gara dell'Orica-GreenEdge la missione era quella di arrivare al traguardo ed è stata compiuta
 
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[+] A 1 utente piace il post di HOTDOG
(28-05-2014, 10:11 AM)Danilo Ha scritto: Come a L'Aquila, prima chiudi più fai la conta non il contrario.

No, dai: però son due cose diverse. Lì c'eran 50 corridori in fuga: era ovvio che qualcuno di scomodo ci fosse dentro, c'era poco da fare. Qui invece s'era in una situazione limite sotto tutti i punti di vista, e la comunicazione dell'organizzazione ha creato una gran confusione...

(28-05-2014, 01:13 PM)Zelk Ha scritto:
(28-05-2014, 05:27 AM)SarriTheBest Ha scritto: Ho trovato una nuova scommessona, dopo Boasson Hagen maglia gialla a Parigi Rockeggio In top 30 c'è un nome abbastanza inaspettato e che davvero merita Ave: ci punto altre 1000 merendine che piglia la maglia rosa nel prossimo futuro Sese Eheh Asd Asd

ma Swift dici? ahaha

Maglia rosa 2016 o 2017 Campione Asd
 
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L'AIGCP chiede l'annullamento dei distacchi della discesa dello Stelvio
Dopo la riunione di stamattina a Sarnonico fra i direttori sportivi una delegazione dell'AIGCP (Associazione Internazionale dei Gruppi Ciclistici Professionistici) ha incontrato RCS e UCI. A nome di TUTTE le squadre l'AIGCP ha specificamente richiesto una neutralizzazione delle differenze di tempo risultanti sul fondo della discesa dello Stelvio. L'UCI ha rifiutato questa richiesta e ha dichiarato che i risultati rimarranno invariati. Mettere delle procedure al di sopra delle più elementari regole di sportività è semplicemente inaccettabile e molto deludente. Per rispetto dei tifosi e del ciclismo nel suo complesso, i team hanno deciso di partire nella tappa.

Nelle gare ciclistiche le squadre dipendono dalle informazioni provenienti da RadioCorsa; quelle più importanti vengono poi trasmesse ai corridori. In condizioni difficili questo flusso di comunicazioni diventa ancor più importante. Pertanto, l'informazione deve essere coerente, chiara e non dovrebbe lasciare alcun dubbio. Le squadre dovrebbero basarsi su informazioni che, tutte, devono avere il consenso del capo commissario UCI. Ieri, quando le circostanze erano le più difficili, la qualità delle informazioni sono scese ad un livello insufficiente. Dopo l'annuncio cruciale sia l'organizzatore che i commissari sono rimasti assenti nel correggere la situazione, nonostante ci fosse ancora abbastanza tempo per farlo. Quando è stato chiesto dall'AIGCP i commissari UCI hanno espressamente negato di aver udito le istruzioni «non attaccare nella discesa» in onda su RadioCorsa.

Per avere fairplay nel ciclismo le squadre hanno la necessità di avere un regolatore che che applichi le regole in una maniera trasparente, coerente ed equa. La completa assenza della capacità di controllare la corsa al fine di correggere gli errori ha influenzato significativamente i risultati nella corsa di ieri e sino alla fine del Giro. Questo non dovrebbe mai accadere.

L'AIGCP è aperta a discutere con tutte le parti interessate al fine di aumentare il livello di regolamentazione durante le corse.

Comunicato stampa AIGCP
 
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