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Großglockner
#1
 
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#2
Eh, niente male come salita: molto lunga, pigia fin da subito, ci sono un paio di tratti per respirare, ma se uno va fuori giri quelli fanno piì male che bene...
 
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#3
non so se te ne sei accorto però che al Giro si arriverà fino alla fine del tratto duro duro...si faranno "solo" 9 km quindi "tratti per respirare" non ce ne saranno molti
 
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#4
Ah no, non me n'ero accorto. Mah, non mi sarebbe dispiaciuta vederla fatta fino alla fine, anche se, visti i tempi, si rischiava di veder tutta la solita marea di tatticismi...
 
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#5
Montagne, se anche i ciclisti devono pagare il pedaggio...
Tutto ha un prezzo, anche la bellezza delle montagne. Se nelle vallate dolomitiche del Sudtirolo, del Trentino e del Bellunese si discute da anni dell'introduzione o meno di un pedaggio per chi sale sui passi con la propria auto - una misura finalizzata al rispetto delle montagne decretate Patrimonio dell'Umanità - in Austria la tassa per godersi uno degli scenari montuosi tra i più belli dell'arco alpino, la dovranno ora sborsare i ciclisti. Una decisione che ha fatto infuriare non solo gli appassionati delle due ruote. In disaccordo anche gli ambientalisti. Sul Großglockner si paga già (profumatamente) per transitare in macchina (e nessuno si lamenta); da maggio arriverà anche la tassa per chi sale in quota spingendo sulle gambe. I ciclisti dovranno metter mano al portafogli e pagare 5 euro, tra le 9 di mattino e le 15, durante l'ora di punta del traffico.

L'INVASIONE DEI 20 MILA - Il Großglockner è la montagna più elevata dell'Austria, con i suoi 3.798 metri, e tra le più famose dell'arco alpino, soprattutto per la strada mozzafiato, la Hochalpenstrasse, che scavalca gli Alti Tauri, con i suoi 48 chilometri e 36 tornanti mozzafiato. Il prossimo 20 maggio, dopo quarant'anni, anche il Giro d'Italia ritornerà nuovamente qui in occasione della tredicesima tappa. I partecipanti che si sfidano per la maglia rosa non dovranno però sborsare i cinque euro di pedaggio, riservato a quegli sportivi amatoriali delle due ruote. La tassa viene introdotta «per ragioni di sicurezza stradale», giurano dalla società che gestisce l'arteria alpina, la Großglockner Hochalpenstraßen AG. Resa necessaria dopo che il numero di ciclisti che transitano sul percorso di alta montagna è schizzato negli ultimi quindici anni da 5.000 a oltre 20 mila della stagione scorsa. Di conseguenza è accresciuto anche il rischio incidenti, sottolinea Friedrich Schmidhuber, a capo della polizia stradale di Salisburgo. Insomma, tutto in nome dell'incolumità e nell'interesse degli stessi ciclisti. Infatti: nella tassa è incluso anche uno speciale «pacchetto sicurezza» con tanto di assicurazione contro gli incidenti e consigli utili per evitarli. Il pedaggio, inoltre, ha lo scopo di indurre i ciclisti a percorrere la strada in orari meno affollati: prima delle 9 e dopo le 15 i ciclisti non pagano nulla.

IL PRECEDENTE DEL 1935 - Già nel 1935, anno d'apertura della strada panoramica, fu introdotta una tassa per i ciclisti, allora di uno scellino, poi eliminata nel 1967. Quest'anno coloro che percorrono il tragitto in auto, in un senso o nell'altro, pagano un ticket di 29 euro, per le moto la tassa è invece di 19 euro. L'anno scorso oltre 178 mila macchine, 77 mila moto e 5400 autobus sono salite sul Großglockner. La nuova ricetta per contenere il traffico nelle ore di punta (di mezzi motorizzati e non), che in estate diventa impattante, è però oggetto di forti discussioni nel Paese. Con la politica e le organizzazioni di ambientalisti che si schierano a favore dei ciclisti. L'idea di battere cassa, con la «scusante» della sicurezza viene bocciata senza appello dai gruppi sportivi. La comunità dei ciclisti amatoriali e professionisti, assai numerosa nel Paese, è già partita con iniziative di protesta, per ora solo sul web. Intanto prova a gettare acqua sul fuoco il direttore della società che ha in concessione la nota arteria, Christian Heu. Che promette ai ciclisti una serie di nuovi provvedimenti e strutture in grado di allietare, in totale sicurezza, la salita (e la discesa) della montagna: spogliatoi; doccie; box per depositare zainetti e un sistema di cronometraggio.

Elmar Burchia da corriere.it
 
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#6
Secondo me è meglio che la facciano di 9km altrimenti di scatti agli ultimi 2km non se ne vedono Nono, comunque le pendenze medie sono assurde o.o il bello è che si puo' andare in crisi: parti con le pendenze minime prendi aria tutto il tempo diventa sempre piu' ripida e non ce la fai piu' Asd tipo Angliru.
 
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