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Ciclismo e TV: Tra GPS, "bike-cam" e suoni dal gruppo
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Ciclismo e TV: Tra GPS, "bike-cam" e suoni dal gruppo
Innovazioni che a breve cambieranno la fruizione dello spettacolo

Se guardiamo le immagini di una partita di calcio di 30 o 40 anni fa, non notiamo sostanziali differenze rispetto a quello che è oggi la trasmissione televisiva di un incontro di pallone: certo, il numero di telecamere è aumentato, così come i replay da più prospettive, e la qualità delle immagini è senz'altro migliore, ma in definitiva un'Italia-Brasile del 1982 ce la godiamo ugualmente, più o meno come se si fosse giocata ieri.

Nel ciclismo, invece, i progressi tecnologici hanno comportato un grande miglioramento della qualità del prodotto televisivo: le immagini che ancora negli anni '80 risultavano spesso traballanti oggi sono molto stabili, l'alta definizione (ancor più che per altre discipline sportive) esalta la visione di una gara ciclistica, e la vista dall'elicottero, introdotta proprio negli anni '80, ha nettamente modificato il modo con cui si possono seguire le evoluzioni in bici di campioni e gregari.

Ma tutto ciò ancora non ci basta. La natura peculiare del ciclismo, sport in movimento che copre spazi molto ampi, rende da un lato difficile la sua copertura televisiva (molto costosa, tra mezzi volanti, strumenti di rimbalzo del segnale, uso del satellite e quant'altro), ma dall'altro fa sì che i margini di miglioramento possano essere notevoli. Per tornare all'esempio della partita di calcio, quello è il contesto (lo stadio, il terreno di gioco), quelle le riprese (le puoi moltiplicare a dismisura, ma il senso non cambia di molto), quello il prodotto televisivo: forse solo una microcamerina attaccata alla maglia dei calciatori, che dia una soggettiva totalmente immersa nell'incontro, potrebbe rappresentare un'innovazione epocale. Per il resto, siamo già a un optimum difficilmente migliorabile.

Nel ciclismo, invece, già a partire dalle problematiche legate al maltempo (che spesso fa saltare il segnale, o rende poco visibile o chiara una gara), ci sono ancora grandi passi avanti da fare. Alcuni saranno strettamente legati ad innovazioni tecnologiche che abbatteranno i costi (la diretta via internet - con segnale che passa dai canali telefonici e non più necessariamente dal satellite - sarà una di queste, nel giro di pochi anni), permettendo così di investire maggiormente su altri fronti della produzione televisiva. Di altri, invece, si discute da un po' di tempo ed è ragionevole pensare che ne beneficeremo abbastanza presto.

Un gruppo di lavoro dell'UCI, stimolato dalle necessità dei principali broadcaster del ciclismo (con in testa la televisione francese), e comprendente ciclisti, squadre, organizzatori, commissari, cronometristi, operatori tecnici e rappresentanti delle tv, è già da tempo all'opera, per studiare i modi che renderanno operative due importanti novità. Le analizziamo nel dettaglio.

Fronte riprese: immagini e suoni dal cuore del gruppo
Pensateci bene: abbiamo mai avuto la possibilità di ascoltare, durante una diretta ciclistica, i suoni provenienti dal gruppo? Il vociare dei corridori frammisto allo sferragliare delle biciclette, il clangore di una caduta, l'incitamento di un gregario al suo capitano, l'esultanza del corridore che vince, le diatribe tra avversari? Quanto sarebbe stato interessante (divertente, illuminante), ad esempio, sentire quello che Joaquim Rodríguez ha detto a Rui Costa nel momento in cui quest'ultimo gli è piombato addosso, nel chilometro finale del Mondiale di Firenze!

Allo stesso modo, la ripresa in soggettiva delle varie fasi di gara arricchirebbe di pathos e anche di contenuti tecnici le telecronache, soprattutto in situazioni convulse come possono essere le volate, o le discese, o lo sgomitare per prendere le posizioni migliori in gruppo prima di una salita o di un tratto particolarmente complicato.

Ebbene, c'è da pensare che almeno alcuni corridori del gruppo possano essere equipaggiati in maniera da fungere da "ripetitori" di audio e video provenienti direttamente dalla corsa. Qualche sperimentazione in tal senso era stata tentata anni fa, ma con risultati poco esaltanti, ma oggi le possibilità tecnologiche permettono un deciso rilancio su un fronte che, a quanto pare, è appetibilissimo per le televisioni di tutto il mondo, le quali non vedono l'ora di offrire ai loro spettatori la possibilità di essere catapultati nel vivo della competizione, molto più di quanto non sia possibile oggi con le riprese dalle motociclette.

Un altro ambito ancora sarebbe quello riguardante le comunicazioni dei corridori via radio con l'ammiraglia (un po' quello che succede nella Formula 1 con la diffusione via etere delle conversazioni tra piloti e box), ma in questo caso ci si andrà a scontrare prima o poi con l'abolizione dell'uso delle radioline stesse, per cui il fronte in questione non pare avere grandi prospettive.

Fronte comprensione gara: il posizionamento GPS di tutti i corridori
Questo versante degli studi UCI è veramente rivoluzionario, oltre che foriero di mille cascami al momento nemmeno valutabili nella loro interezza. Ci riferiamo al sistema di posizionamento tramite GPS, utilizzabile tra non molto per tutti i corridori. Anche in questo caso ci sono state delle sperimentazioni "artigianali" negli anni scorsi, il problema era che si finiva col ledere la privacy degli atleti, in quanto c'era chi riusciva a scoprire il loro posizionamento anche negli alberghi, tra una tappa e l'altra...

In questo ambito, gli americani sono senza dubbio i pionieri e i capofila (basti pensare al TourTracker che rende fruibili gare come il California o il Colorado, e che tutti gli appassionati già conoscono), ma la tecnologia GPS permetterà grandi svolte per tutti: il discorso è relativo al sapere con precisione in quale punto della corsa si trovi ciascuno dei partecipanti. Niente più dubbi, quindi, nel dover capire se quel tal corridore si è staccato, è finito in un ventaglio, oppure se è stato vittima di quella determinata caduta di gruppo, o se invece si trova in fuga, o intercalato tra un drappello di attaccanti e il plotone principale, e così via.

Appare palese come questo sistema renderà molto più comprensibile lo svolgimento di ogni singola corsa. Addirittura è pensabile la sovrimpressione diretta del nome su ogni corridore inquadrato: non bisognerà più aspettare lo zoom sul primo piano di un corridore per riconoscerne i lineamenti, o per scorgere il suo numero di gara e sapere quindi chi è che ha fatto quello scatto, o chi è che si è staccato all'improvviso, o chi è che ha lanciato la volata a quell'altro. Non sarà più necessario, perché appena accadrà qualcosa in corsa, il regista manderà la sovrimpressione del nome, resa disponibile appunto dal sistema di posizionamento GPS.

Ma c'è di più: tale innovazione renderà più facile la vita ai commissari di gara, e più difficile a chi vorrà barare. Come giustificare, ad esempio, un'improvvisa accelerazione (puntualmente rilevabile dal sistema di cui parliamo) in fondo al gruppo? Al giudice in corsa verranno segnalate tutte le anomalie dettate da scie indebite, agganciamenti al finestrino dell'ammiraglia, amene rétro-poussette (quando il meccanico di turno interviene per sistemare il freno posteriore), prolungate prese di borracce... E a quel punto il giudice stesso potrà intervenire tempestivamente per sanzionare chi sgarra. Ma le segnalazioni potranno essere usate anche in positivo: quel tal corridore risulta fermo, andiamo a vedere se è caduto (sapendo esattamente in quale punto) o se ha bisogno dell'intervento del meccanico.

Quando potremo giovarci di queste belle novità che cambieranno in qualche modo la nostra fruizione dello spettacolo ciclistico? L'UCI, col citato gruppo di studio (attivo da giugno) sta valutando le controindicazioni (in termini di sicurezza in gara, ad esempio), ma anche l'affidabilità dei sistemi qui descritti: sarà infatti fondamentale - ai fini del supporto per i commissari di gara - che il segnale GPS per il posizionamento funzioni per tutti i corridori e per l'intera durata della corsa, senza interruzioni.

Per quel che riguarda l'uso televisivo di questi mezzi, si potrà senz'altro essere meno fiscali e accogliere anche la possibilità di qualche "buco" della copertura. Una deadline? Forse non è un azzardo pensare che qualche sperimentazione verrà fatta già nel 2014 nelle gare World Tour, e che nel 2015 questi metodi possano entrare a regime.

Marco Grassi - cicloweb.it
 
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