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Pagelle - Giudizio Giro d'Italia 2019
#1
Apriamo 'sto topic che tanto qualcuno prima o poi lo avrebbe fatto. Parto con le mie valutazioni sul Giro. Non mi va di assegnare dei veri e propri voti, quindi divido le mie valutazioni in sei categorie rappresentate da altrettante stelle, dove sei stelle e' il massimo del punteggio.

  
Carapaz: arriva in sordina alla Corsa Rosa (pur vincendo le Asturie) e si aggiudica il trofeo senza fine. Giro molto solido, mai in crisi, fra i piu' forti in salita. Non ha praticamente mai dato segno di cedimento ed ha approffittato perfettamente dell'attendismo tattico fra Nibali e Roglic nella seconda settimana. Con indosso la Rosa la Movistar ha difeso benissimo la leadership.

 
Ciccone: a mio parere il piu' forte in salita di questo Giro. Maglia azzurra e vittoria di tappa non possono che proiettarlo fra gli assoluti protagonisti di queste ultime tre settimane. Sempre presente in fuga, nella necessita' ha aiutato Mollema, raggiunge anche un decente sedicesimo posto finale.
Ackermann: due vittorie di tappa e maglia ciclamino per il tedesco, per il quale venivano nutriti alcuni dubbi prima del Giro (soprattutto per il fatto che la Bora lo ha preferito a Bennet). Ha risposto con i fatti ai detrattori.


Roglic: primo podio in un GT alla seconda partecipazione. Due vittorie di tappa, con i primi dieci giorni di Giro corsi da assoluto dominatore. Ha sofferto le salite lunghe fra la seconda e la terza settimana. Penalizzato moltissimo dalla mancanza di una squadra decente alle sue spalle.
Bilbao: due bellissime vittorie di tappa andando in fuga, contro avversari e su arrivi non semplici. Giro piu' che positivo per Pello.
Masnada: sempre presente in fuga, solido in salita, vittoria di tappa e ventesimo posto in classifica finale. Insieme a Cattaneo e Vendrame ha fatto ben figurare l'Androni in questo Giro.


Nibali: Giro corso in maniera solida e chiuso con un dignitoso secondo gradino del podio. Forse era l'ultima possibilita' di vincere un GT per Vincenzo. Si puo' parlare all'infinito degli errori di valutazione su Carapaz, ma resto dell'idea che piu' di cosi' non potesse fare.
Sivakov: nono al suo secondo GT, a soli 21 anni, mostrando una regolarita' fuori dal comune. Mai una crisi vera, attento sempre a salire con il proprio passo per non bruciarsi immediatamente. Una top-10 che vale tantissimo per il giovane atleta Ineos, il quale avrebbe dovuto correre in appoggio a Bernal.
Ewan: due vittorie di tappa sono un ottimo bottino.
Cima: tecnicamente tutte le vittorie sono uguali, ma questa ha un sapore ed un valore superiore, sia per come e' arrivata, sia perche' vale tantissimo per una professional come la Nippo.


Benedetti, Cataldo, Demare, Haga, Peters, Chaves: due stelle per i vincitori di tappa. Se da un lato gente come Benedetti e Cataldo hanno fatto dei capolavori, dall'altro Demare ha deluso per il fatto che non sia mai riuscito ad avere una manifesta superiorita' in volata, seppur appoggiato dalla squadra (forse) meglio attrezzata per le volate. Haga, Peters e Chaves sono tutti e tre dei bellissimi vincitori di tappa.
Mollema, Majka: Giro regolare per entrambi, quinto e sesto posto insipidi ma che comunque hanno il loro valore relativo.
Landa: due stelle giusto perche' ha sfiorato il podio, pero' quando ha avuto la possibilita' di vincere la tappa (Monte Avena), ha fallito miseramente.


Gaviria, Zakarin: hanno entrambi vinto una tappa, ma sono stati in generale deludenti. Il primo ha vinto per il declassamento di Viviani e, causa infortunio, si e' dovuto ritirare senza aver realmente mostrato il proprio valore sulla strada. Il secondo, dopo la bellissima azione al Lago Serru', e' ritornato nella sua sfera di eterno incompiuto.
Lopez: la maglia bianca e' una magra consolazione per quello che potrebbe essere realmente MAL. Forse, insieme a Ciccone, il piu' forte in salita di questo Giro. Il problema, come fatto gia' notare da altri, e' la testa.
Dombro, Carthy, Madouas: probabilmente ci si aspettava di peggio da questi tre. Ottimi segnali di ripresa/miglioramento per il duo EF. Sorprendente il francese in salita.

-
Formolo: la bella addormentata nel bosco.
Yates: le dichiarazioni pre Giro facevano intendere ben altro.
Viviani: non una bella figura per il campione italiano.
Jungels: male, male, malissimo. Voleva fare classifica, e' rimbalzato nella prima salita.
DDD: chi?
CCC: almeno han messo gente in fuga.
Bardiani: Giro incolore.
Il percorso del Giro: gia' tanto e' stato detto.
La telecronaca Rai: retrodatati 1920.
 
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#2
La Nippo è una professional Asd

Non sono d'accordo su Ciccone e Mal i più forti in salita.

Anzi, Mal, a sprazzi, ne ha avuti diversi di superiori. Il più forte è stato Carapaz, non a caso l'unico in grado di sfruttare il marcamento tra Roglic e Nibali. Seguono Nibali e Landa.

Lopez è fortissimo nelle salite con pendenze leggere, per il resto non è nulla di stratosferico.
 
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#3
Corretto, non so perche' ho scritto continental Asd

Comunque potresti anche aver ragione.

Carapaz sicuramente fra i tre piu' forti. Landa invece non mi ha convinto totalmente. Probabilmente anche se ne aveva per staccare tutti, alla fine ha dovuto lavorare per Carapaz (e non sono sicuro ne avesse).

Lopez incomprensibile, in alcuni momenti si levava tutti di ruota, in altri si staccava clamorosamente. Chiaro che ad un certo punto non spaventava nessuno piu' di tanto, quindi non si sa realmente se fosse piu' o meno forte degli altri.

Discorso simile per Ciccone, il quale ha corso per altri obbiettivi. Secondo me ha impressionato, soprattutto la sua scalata del Mortirolo partendo dalla fuga.
 
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#4
Il Pagellone (Prima parte)

Movistar Team 9

La squadra più forte del Giro d’Italia 2019 e non soltanto perché con Carapaz e Landa aveva due tra i migliori tre scalatori del lotto. Anche le seconde linee infatti si sono dimostrate all’altezza della situazione, menzione d’onore per Pedrero. Carapaz (9), due vittorie di tappa e la classifica finale la dicono lunga su queste sue tre settimane. Ha dimostrato di avere occhio, di essere capace di sfruttare ogni situazione di potenziale vantaggio. Qualcuno si attendeva un calo in terza settimana, invece probabilmente ne avesse avuto bisogno avrebbe ulteriormente allungato sui diretti rivali. Landa (8), quarto posto per una manciata di secondi che sa di beffa ma è tutt’altro che un risultato da disprezzare, sia per quelle che erano le prospettive prima dell’inizio del Giro sia per la situazione post cronometro di San Marino quando languiva in trentesima piazza a quasi 5’ da Roglic. Il più forte in salita, insieme a Carapaz.


AG2R La Mondiale 6

La squadra francese strappa la sufficienza grazie fondamentalmente alle prestazioni di Peters (7) che vince una tappa ad Anterselva, di testa ma anche di gambe (sull’ultima salita è riuscito infatti ad estendere il vantaggio sui compagni di fuga, tra i quali Chaves, Formolo e Masnada), ed indossa anche la maglia bianca per tre giorni. Impalpabile Vuillermoz (4.5) e negativo Gallopin (5) dopo l’undicesimo posto alla scorsa Vuelta. Un solo guizzo con il secondo posto a L’Aquila prima del ritiro.


Androni Giocattoli Sidermec 8

Giro d’Italia di alto livello per la formazione del “Principe” Gianni Savio. Una vittoria di tappa e la “Cima Coppi” con Masnada più altri tre podi parziali (ancora con Masnada, Cattaneo e Vendrame). Una costante presenza in fuga alla caccia di traguardi parziali ma non solo. Dopo il Tour of the Alps grande conferma per Masnada (8) che vince di forza a San Giovanni Rotondo e poi si ripropone protagonista anche nelle tappe di alta montagna. Unico giro a vuoto nella tappa di Como. Giro molto positivo anche per Cattaneo (7+), costantemente in fuga e vicino alla vittoria di tappa a Como al termine della “strana” fuga a due con Cataldo. Ottime le due Top10 nelle crono di San Marino e Verona. Vendrame (6.5) dopo un’ottima Primavera è riuscito a ritagliarsi un giorno da protagonista anche al Giro. Senza i guai meccanici probabilmente avrebbe anche vinto una tappa, a San Martino di Castrozza.


Astana Pro Team 7.5

Tre vittorie di tappa e la maglia bianca sono un bottino che sarebbe valso un voto molto alto a quasi tutte le altre squadre ma le aspettative per l’Astana e soprattutto per Miguel Angel Lopez era molto più alte. Lopez (6) bersagliato dalla sfortuna ma mai davvero convincente in salita, mai capace di fare la differenza come invece ha già dimostrato di poter fare nella sua giovane carriera. Il settimo posto rappresenta un bel passo indietro rispetto ai due podi dello scorso anno, a Giro e Vuelta, e la maglia bianca una magra consolazione. Bilbao (8), non riesce a confermare il sesto posto dello scorso ma vince due tappe salvando sostanzialmente il Giro della squadra. Molto bene nelle tre crono (11°-9°-7°). Cataldo (7.5) vince una tappa dopo sette anni dal trionfo alla Vuelta, riuscendo a Como a rifarsi della piccola delusione di Pinerolo dove viene fermato negli ultimi chilometri per aiutare Lopez. Molto onestamente aveva comunicato alla squadra di non sentire la gamba giusta per poter vincere, ma certamente dopo aver visto trionfare Benedetti qualche dubbio gli è venuto nel post tappa. Ion Izagirre (4.5), semplicemente “Chi l’ha visto?”.


Bahrain Merida 7.5

Squadra tutta votata alla causa di Nibali ed alla fine il secondo posto tutto sommato non è un risultato da buttare. Vincenzo Nibali (8), undicesimo podio nei GT a meno due dal recordman Anquetil, sesto podio (2-2-2) negli ultimi sei Giri d’Italia disputati. Sono numeri che confermano la qualità dello “Squalo”. Resta il rammarico a mio avviso soprattutto per Ceresole più che per Courmayeur, quando il duello, psicologico e non, con Roglic ha permesso a Carapaz di porre i primi pilastri per la vittoria del Giro. Ottimo il rendimento nelle cronometro, dietro solo a Roglic e Campenaerts prendendo in considerazione le tre prove contro il tempo. Caruso (7.5), dopo un inizio di Giro travagliato per via della febbre, si rivela fondamentale per la causa del capitano nella seconda parte e probabilmente, se avesse avuto carta bianca, sarebbe riuscito anche a portare a casa una tappa in fuga nell’ultima settimana. Pozzovivo (7), la caduta alla Freccia Vallone ne ha rallentato l’avvicinamento al Giro ma non gli ha precluso la possibilità di aiutare con profitto Nibali. Fondamentale il lavoro soprattutto negli ultimi chilometri della salita di Anterselva, per mascherare la giornata negativa dello Squalo. Antonio Nibali (6.5) porta a casa un onesto Giro da gregario sbugiardando le malelingue. Niente a che vedere con il fratello per classe e motore però dimostra di poterci stare a questo livello.


Bardiani CSF 5

Obiettivamente non potevano esserci grandi aspettative quest’anno sulla Bardiani scorrendo il roster a Bologna. Maestri e Senni spesso in fuga, si è messo in evidenza soprattutto Carboni (7) con due top5 a San Giovanni Rotondo e a San Martino di Castrozza oltre che ad alcuni giorni in maglia bianca.


Bora Hansgrohe 8.5


Tre vittorie di tappa, la maglia ciclamino ed il sesto posto in classifica di Majka rappresentano un ottimo bottino per la compagine tedesca. Ackermann (8.5) al primo GT in carriera ha confermato di essere un grande talento per le volate dopo un inizio di stagione con più ombre che luci. Stoico nel riuscire a concludere il Giro nonostante la rovinosa caduta di Modena. Majka (7), il sesto posto finale è tutt’altro che da buttare ma non è riuscito mai a dare l’impressione di brillantezza in salita mentre si è più che difeso a cronometro (tre top15). Nell’ultima settimana si è salvato più di testa che di gambe. Formolo (6), un Giro d’Italia nel complesso sottotono per Roccia che dopo la splendida vittoria di tappa al Catalogna e la piazza d’onore alla Liegi arrivava con altre aspettative: una top10 ed una vittoria di tappa non sembravano traguardi così impossibili. Messo nel sacco da Bilbao a L’Aquila e da Peters (e Chaves) ad Anterselva, esplode nel finale di terza settimana dopo essere rientrato in linea di galleggiamento in classifica. Benedetti (7.5) offre un grande contributo al treno di Ackermann e poi, un po’ a sorpresa, vince anche una tappa sopravvivendo al duro strappo di Pinerolo. Selig (7.5) il miglior “pesce pilota” del gruppo in questo Giro d’Italia, nel marasma post caduta di Ackermann a Modena riesce anche a centrare un prestigioso podio di tappa.


CCC Team 4.5

Highlighs del loro Giro, la bava oramai “storica” di Ten Dam sotto sforzo ed il passaggio di borraccia tra Ventoso e Nibali. Migliori risultati il terzo posto di Antunes a San Martino di Castrozza e due sesti di Cerny a Verona e di Mareczko (4.5) ad Orbetello. Giro negativo per l’ancora giovane velocista italiano, fuori tempo massimo alle prime montagne dopo la brutta caduta di Modena. Il punto di svolta della sua carriera sembra ancora lontano. Attivo De La Parte (5.5) in un paio di fughe in montagna ma senza dare mai l’impressione di poter cogliere un risultato di prestigio.


Deceuninck - Quick Step 4.5

Alzi la mano chi avrebbe pronosticato uno zero nella casella delle vittorie di tappa per la formazione belga, mattatrice della stagione. Viviani (6), non ripete l’exploit della scorsa stagione e lascia il Giro all’asciutto prima di Pinerolo. Tre secondi posti più la squalifica, a mio avviso sacrosanta, di Orbetello non sono una completa disfatta, dimostrano comunque come Elia fosse in una discreta condizione. Probabilmente a livello psicologico ha pesato più del dovuto la vittoria solo assaporata alla terza tappa togliendogli quella fiducia necessaria per battere il competitivo parterre di velocisti di quest’edizione. Jungels (4), un Giro d’Italia a dir poco negativo per il lussemburghese con l’unico “acuto” del settimo posto nella crono di San Marino. Subito staccato ed in affanno già dalle prime asperità, non risorge in terza settimana ma anzi raccoglie solo meste figure anche in fuga.


EF Education First 6.5

Nessun sigillo per l’Education First, subito orfana di Modolo, ma comunque un Giro vivace. Carthy (7.5) ha concluso le tre settimane all’undicesima piazza in classifica generale ma soprattutto mostrando ottimi segnali in ottica futura in terza settimana. Entrare in fuga non è mai semplice ovviamente ma strano che non abbia mai provato perché nell’ultima settimana avrebbe avuto grosse chance di portare a casa una vittoria tappa. Dombrowski (6.5), dodicesimo in classifica ed un paio di buone apparizioni in fuga. Deludente però sul “suo” Mortirolo. Kangert (7), super quinto posto nella crono di San Marino, in zona top10 fino a Courmayeur, è buon protagonista in due fughe in terza settimana.


Groupama FDJ 7

Squadra votata tutta alla causa di Demare (7.5) che non delude portando a casa una tappa, due secondi posti e sfiorando la maglia ciclamino. Non male il Giro di Madouas (7), tredicesimo in classifica generale, all’attacco a San Giovanni Rotondo e poi autore di un’ottima prestazione tra Croce D’Aune e Monte Avena. Più che buoni segnali in ottica futura anche se sembra avere potenziale per essere più un cacciatore di tappe che un uomo di classifica nei grandi Giri.
 
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#5
Il Pagellone (Seconda parte)

Israel Cycling Academy 5.5

Roster al quale difficilmente poter chiedere qualcosa. Solido Cimolai (6.5) ma senza guizzi (sei volte tra quinta e settima posizione), qualche sprazzo di Neilands (con il quinto posto ad Anterselva), difficile chiedere di più ad un Plaza oramai alle soglie dei quarant’anni. Giro anonimo.


Lotto Soudal 7.5

Più che soddisfacente il Giro d’Italia della formazione belga grazie alle due tappe vinte da Caleb Ewan (8). Il folletto australiano avrebbe anche potuto vincerne tre di tappe se Carapaz non lo avesse anticipato a Frascati. In quell’arrivo peraltro ha confermato ancora una volta la propria adattabilità ad arrivi tortuosi ed in pendenza resistendo al forcing di Conti, a differenza di Viviani e Demare, e battendo nettamente Ackermann. Merita comunque un voto positivo anche Campenaerts (7) che ha colto due secondi posti a San Marino e Verona, con il primo che grida ancora vendetta per il problema meccanico nel finale. Molto deludente invece De Gendt (5), spesso in fuga come sempre ma stavolta mai competitivo per portare a termine con successo l’azione.


Mitchelton Scott 5.5

Discorso simile a quello dell’Astana. Una vittoria di tappa, quattro secondi posti ed un ottavo posto in classifica generale non sarebbe neanche un bottino disprezzabile per molte squadre, ma non per la Mitchelton. Arrivato a Bologna con l’ambizione di “concludere il lavoro iniziato al Giro ‘18” ha deluso enormemente Simon Yates (4.5). Dopo l’ottima cronometro iniziale, un’altra corsa contro il tempo, quella di San Marino, ne ha sostanzialmente decretato la fine del sogno. Ha remato nelle retrovie praticamente in tutte le tappe di montagna salvando alla fine un mediocre ottavo posto. Chaves (6.5), voto relativamente basso perché viste le prestazioni degli ultimi due anni e mezzo riuscire a vincere una tappa per il colombiano non è stata impresa da poco, ma non smetteremo mai di sperare che torni ad essere quello del 2016. Nieve (6.5), eravamo abituati a considerarlo una sentenza nelle fughe in alta montagna al Giro eppure quest’anno non è riuscito a piazzare il colpo né a Ceresole né a Monte Avena. Lucas Hamilton (7), merita una menzione ed un voto positivo il giovane scalatore australiano, sempre al fianco di Yates nei momenti difficili. Avesse avuto libertà per cercare una fuga in terza settimana, chissà.


Nippo Vini Fantini Falzanè 6.5

Può una singola azione salvare il bilancio di un’intera squadra? Direi di si. La vittoria di Damiano Cima (7) a Santa Maria di Sala vale il Giro d’Italia per non dire l’intera stagione per la Nippo. Fino a quel momento l’highlight del loro Giro era stato Nishimura fuori dal tempo massimo sul San Luca. Sotto il par Canola (5), settimo a San Martino di Castrozza e poi mai nel vivo della corsa nelle tappe di media montagna.


Team Dimension Data 5


Formazione che sulla carta avrebbe dovuto puntare ad una discreta classifica con O’Connor, alle volate con Nizzolo e Gibbons ed alle tappe miste con Gasparotto. La realtà è stata ben diversa. O’Connor (5) non si è praticamente mai visto e non è riuscito a ritrovarsi sui livelli dello scorso Giro, in cui prima del ritiro nel giorno di Finestre e Jafferau lottava per una posizione nella top10. Nizzolo (5) e Gibbons (5.5) hanno raccattato qualche top10 parziale (7, 4-3 per l’italiano) senza però fare mai meglio di un quinto posto mentre Gasparotto (5) non ha saputo far meglio di un quindicesimo posto in fuga a Pinerolo. Troppo poco.


Team Ineos 6.5

Nessuna vittoria di tappa ed un nono posto finale in classifica. Un rendimento del genere per il Team Sky, oggi Ineos, avrebbe comportato un voto prossimo allo zero. Questo roster giovane merita invece una sufficienza, in principal modo grazie al talento cristallino di Sivakov (7.5). L’italo-russo-francese (e chi ne ha più ne metta) coglie a 21 anni un ottimo nono posto dimostrando anche un più che discreto fondo in terza settimana. Piuttosto sotto il par le prove a cronometro, ma le capacità fisiche ed atletiche lasciano pensare che i margini di miglioramento nella disciplina siano molto ampi ed a quel punto ci sarebbero tutti gli ingredienti per avere un altro protagonista nei GT in maglia Ineos. Dunbar (6.5), primo Grand Tour positivo per il giovane scalatore irlandese. Ottimo terzo in fuga a Pinerolo, e probabilmente con un migliore posizionamento all’attacco del muro finale avrebbe potuto anche cogliere qualcosa di più, e poi in supporto a Sivakov nelle ultime tappe della terza settimana. Sosa (5), scalatore colombiano vero “desaparecido” della squadra britannica. Mai competitivo sulle montagne. Certamente non un impatto da sogno con i GT. Geoghegan Hart (5.5), una caduta lo costringe al ritiro nella tappa di Ceresole ma il suo Giro per la classifica era già terminato il giorno prima a Pinerolo, dopo un’ottima crono iniziale a Bologna ed una molto meno positiva a San Marino. Rimandato.


Team Jumbo Visma 7

Voto positivo ma non super che tiene in considerazione le prestazioni di Roglic ma anche quelle del resto della squadra. Roglic (8) porta a casa due tappe ed il primo podio in un GT, un bottino ottimo anche se ad un certo punto le prospettive sembravano essere davvero rosee (in tutti i sensi). A posteriori, anche per via della caduta scendendo dal Civiglio, non può rimpiangere più di tanto la melina con Nibali a Ceresole e Courmayeur perché comunque Carapaz si è dimostrato di un’altra categoria in salita. Da segnalare la seconda crono negativa al termine di un GT dopo quella dello scorso Tour che non gli consentì di conquistare il podio. Casualità, dovuta anche ai contrattempi dell’ultima settimana, oppure un problema cronico? Lo scopriremo solo vivendo. Voto ampiamente sotto la sufficienza (5) invece per tutti i gregari dello sloveno: Bouwman, Tolhoek e Kuss. Mai davvero in grado di aiutare Roglic, certamente ha pesato il ritiro prematuro di De Plus ma ci si poteva attendere comunque qualcosa in più dagli altri.


Team Katusha Alpecin 6.5

Anche per la Katusha è un solo corridore a salvare il bilancio complessivo della squadra. Una tappa ed il decimo posto in classifica rappresentano un risultato tutto sommato positivo per Zakarin (7). La scoppola verso Courmayeur, il giorno dopo la vittoria di Ceresole, ha subito dimostrato come lo scalatore russo non avesse la forma per competere per i vertici della classifica ma comunque, con sofferenza ed orgoglio, è riuscito a portare a casa una top10. Battaglin (5), Giro negativo per il vicentino, mai in fuga e competitivo nelle tappe vallonate. L’ottimo Giro d’Italia dello scorso in maglia Lotto Jumbo è solo uno sbiadito ricordo.


Team Sunweb 6

L’infortunio ed il ritiro di Dumoulin ha indubbiamente rovinato il Giro della Sunweb, salvato in extremis dalla grande vittoria di Haga (7) nella crono di Verona, un trionfo strameritato da Chad dopo tutti i problemi affrontati in questi anni. Per il resto da segnalare un deludente Oomen (5), ritirato nella tappa di Courmayeur dopo essere uscito di classifica senz’appello. Il nono posto dello scorso anno è sembrato lontano anni luce.


Trek Segafredo 7.5

Un quinto posto finale con il tenace Mollema, una tappa e la maglia azzurra con Ciccone. Un giro estremamente positivo per la Trek. Mollema (7.5) è riuscito con caparbietà a conquistare una prestigiosa quinta piazza. Superba la crono di San Marino (3°), astuta la fuga di Ceresole, tiene botta nell’ultima settimana senza giornate negative. Ciccone (8) domina la classifica dei GPM, vince con merito la tappa di Ponte di Legno, sfiora il successo anche a Monte Avena ed in alcune situazioni riesce pure ad aiutare il capitano. Giro ai limiti della perfezione che chiama un tentativo di far classifica in un GT. L’età è dalla sua ma occorre migliorare davvero tanto contro il tempo. Brambilla (6.5) mostra qualche piccolo segno di risveglio dal torpore. Il più forte insieme a Dunbar a Pinerolo, terza settimana un po’ in calo. Moschetti (6.5) si ritira a Novi Ligure dopo una tremenda caduta ma lascia intravedere sprazzi promettenti a conferma di quanto già fatto in Primavera. Quarto posto ad Orbetello che senza l’azione di Viviani, poi punita, sarebbe stato un podio di tappa notevole visti i competitor.


UAE Team Emirates 7

Una vittoria di tappa, con Gaviria, e tanti giorni in maglia rosa con Conti e Polanc rappresentano un ottimo risultato per il Team Emirates, data anche l’assenza di Aru. Gaviria (7) dura meno di una settimana per via di problemi ad un ginocchio ma riesce comunque a portare a casa una tappa, complice la penalità a Viviani, ed a conquistare un altro podio di tappa a Terracina impegnando Ackermann. Conti (7.5) conquista la maglia rosa con una fuga d’altri tempi, o quasi, a San Giovanni Rotondo e poi la difende con onore per ben cinque giorni. Torna in auge ad Anterselva con un discreto settimo posto parziale prima di ritirarsi per problemi di salute. Polanc (6.5) difende la maglia rosa con tenacia a Ceresole e galleggia in zona top10 fino agli ultimi due giorni di montagna. Niente di clamoroso ma comunque una prestazione più che sufficiente. Ulissi (5.5), si fa prendere sul tempo da Carapaz a Frascati sprecando una grande occasione poi è costretto, suo malgrado (!?), a lavorare nei giorni successivi prima per Conti e poi per Polanc. Manca un acuto in fuga in terza settimana, tutt’altro che impossibile.
 
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