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La Provincia Pavese: quel cicloamatore che volava...
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La Provincia Pavese: quel cicloamatore che volava...
Nel corso dell’ultimo anno il ciclista cinquantenne sembrava fosse diventato un fenomeno. Inanellava vittorie una dopo l’altra. Ma le sue performances troppo brillanti hanno cominciato a insospettire dapprima i rivali in gara e poi anche gli inquirenti. La pulce nell’orecchio è arrivata anche agli investigatori della squadra mobile che hanno aperto un’indagine. Inizialmente molto in sordina, infiltrandosi nell’ambiente del ciclismo dilettantistico. Poi scavando sempre di più nell’ambiente sportivo, fatto di gare amatoriali ma con spirito agonistico che nulla ha da invidiare al mondo dei professionisti.

Il cinquantenne, titolare di un noto team pavese e lui stesso corridore, è indagato per doping. E con lui sono finite nelle maglie dell’inchiesta anche altre persone, tutti ciclisti amatoriali.

Gli investigatori della squadra mobile di Pavia hanno effettuato una serie di perquisizioni a casa e nella sede del team del sospettato, in città. E hanno sequestrato sostanze dopanti simili all’epo. Perquisite anche le case degli altri ciclisti coinvolti nell’indagine. E nella casa di uno di loro sono state trovare altre confezioni di sostanze vietate. L’inchiesta scopre il velo su un fenomeno di cui si parla molto ma sul quale si fatica a trovare le prove. E’ la prima volta che la procura, diretta da Gustavo Cioppa, mette il dito nella piaga di questo ambito sportivo. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Paolo Mazza, ha richiesto anche la collaborazione del Coni che ha sottoposto alcuni atleti all’esame anti-doping. I risultati saranno resi noti a breve.

«Non sono stupito – dice Ezio Poltronieri, presidente provinciale Udace – . Da tempo chiediamo accertamenti che possano ridare dignità al ciclismo amatoriale che ha, come tutti gli sport, anche un volto pulito. Non si deve fare di tutta l’erba un fascio».

Fare controlli negli ultimi 4-5 anni però sembra sia diventato complesso. «Abbiamo accantonato circa 200mila euro come Udace proprio per questo scopo – spiega Poltronieri – Ma è tutto bloccato perché non è ancora stata trovata una sintonia tra gli enti di promozione sportiva». Il Coni di recente non ha riconosciuto come validi alcuni accertamenti e alcuni prelievi effettuati dalla Medicina dello Sport di Firenze. «Il fenomeno del doping – aggiunge il presidente provinciale dell’Udace – esiste anche nel nostro settore ma non è così diffuso come potrebbe sembrare». Sono 1700 gli iscritti alla federazione amatori pavese. Mentre i team che raccolgono iscritti sono in tutta la provincia 73. Sono i ciclisti che ogni domenica partecipano alle manifestazioni locali, 200-300 per gara.

di Maria Grazia Piccaluga per «La Provincia Pavese»
 
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#2
Di certo non si può parlare di un peccato di gioventù... comunque questi tizi fanno anche più pena dei loro analoghi nello sport a livello agonistico
 
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#3
che poi che cosa vincono, una coppetta, un cesto di cibo o qualche cosa così, e vanno a rivinarsi la vita con quelle sostanze, che poi non è l'unico caso, secondo me la maggior parte fa così, altrimenti non possono andare a 40km orari per tutta la gara, neanche se fai ogni giorno allenamenti, manco fossi un professionista tra poco non riesci a fare quelle medie
 
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