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Lettera d'accusa: Cookson e un UCI dilaniata
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Cookson e un UCI dilaniata
Lettera d'accusa di Lappartient sostenuto dalla Uec

L’Uci è una federazione profondamente spaccata, al limite del collasso. È l’immagine che offre un documento riservato, pubblicato dal quotidiano belga Het Nieuwsblad e dal sito Cyclingpro.net a firma di Gilles Le Roch. Si tratta di una lettera inviata al presidente dell’Uci Brian Cookson e firmata dal vicepresidente David Lappartient che gode del sostegno della UEC e di gran parte dei membri del Comitato Direttivo dell'UCI.

Cookson viene messo sotto accusa per l’immobilità su temi di stretta attualità come doping, doping tecnologico, sicurezza e riforma del ciclismo e gli vengono posti interrogativi pesanti sulla gestione finanziaria.

RIFORMA DEL CICLISMO
Cookson è accusato di non aver dato seguito alle promesse elettoriali: «Mi impegno a portare a termine la riforma del ciclismo su strada durante il primo terzo della mia presidenza» aveva affermato.
Così non è stato, la riforma del ciclismo su strada è ancora al centro di scontri e discussioni con ASO che ha scelto di non iscrivere le sue corse al WorldTour nel 2017. Da parte loro, la AIOCC (Associazione degli organizzatori delle corse) e il CPA (sindacato dei corridori) hanno rifiutato di firmare la riforma proposta. Per il futuro del nostro sport, si legge nella lettera, è essenziale trovare rapidamente una soluzione.

DOPING TECNOLOGICO
La gestione del problema non ha basi né tecnologiche né professionali. E per quanto riguarda la comunicazione, la questione è stata gestita con ritardo e pressappochismo. «Mi interrogo sull'efficacia di alcuni tablet usati dall'UCI: qual è la conferma scientifica del loro valore? Sostenete che il 100% delle frodi vengano rilevate: ne siete certi? Perché rifiutare categoricamente gli altri mezzi di controllo (raggi x, telecamere termiche)?» scrive Lappartient. Che aggiunge anche: «I tablet vengono venduti alle federazioni nazionali a condizioni discutibili: l'efficacia della lotta a questa piaga dovrebbe essere più importante del business».

FRENI A DISCO
L'incidente occorso a Ventoso durante la Parigi - Roubaix ha sollevato la questione, poi le richieste delle squadre (AIGP) e dei corridori (CPA) hanno portato ad interrompere la sperimentazione.
L'UCI dovrebbe assicurare la sicurezza dei corridori, avrebbe dovuto pretendere una guaina protettiva dei freni e una smussatura dei bordi del disco. L'analisi svolta prima di concedere il via libera all'utilizzo, sostiene Lappartient, è sembrata lacunosa e superficiale.

LOTTA AL DOPING
L'indipendenza dov'è? Il presidente del CIO Thomas Bach vuole rendere indipendente la lotta al doping, affidandola ad enti esterni. «Personalmente condivido l’idea - scrive Lappartient - e l'ho detto in occasione del Comitato Direttivo. Ritengo che l'UCI ci guadagnerebbe a prendere l'iniziativa e non capisco lo scetticismo mostrato da lei e dal direttore generale Gibbs. Eppure nel suo manifesto elettorale lei diceva: "È cruciale assicurarci che l'antidoping sia interamente e veramente indipendente dall'UCI”. Ad oggi, questa indipendenza è un'illusione».

ECONOMIA
Sedendo all'interno del Comitato Direttivo dell'UCI da anni, non ho mai osservato risultati così negativi come quelli degli ultimi due anni (deficit di 331.000 franchi svizzera nel 2014, di 1,223 milioni di franchi svizzeri nel 2015). L’aumento degli stipendi per un totale del 9,3% in un anno è inammissibile e ancor più incomprensibile perché deciso senza il benestare del Comitato Direttivo. «Notiamo che, ad oggi, l’Uci ha rinnova un solo contratto di partnership e questa situazione ci preoccupa molto».
Poi arriva l’affondo sul mondiale: «Voglio parlare del dossier dei Campionati del Mondo di Richmond 2015: agli organizzatori è stato accordato uno sconto di circa un milione di euro. Voi ci avete consigliato di accettare questa proposta, negoziata dal nostro collega Mike Plant. Abbiamo chiesto che fosse trasmessa al Comitato Direttivo una copia della richiesta dell'organizzatore con data di invio, assieme all'accordo concluso con l'UCI e i conti certificati dell'evento, ma non c’è stata risposta».

RAPPORTI CON IL CIO E PISTA
«L’immagine della nostra federazione è deteriorata in seno al Comitato Olimpico Internazionale. Non c'è incontro con i membri del CIO nel quale non vengano fatte domande e osservazioni critiche sul funzionamento interno dell'UCI».
E a proposito di Cio, la pista assegna il 60% delle medaglie olimpiche del ciclismo e una cancellazione di questa specialità sarebbe una catastrofe, in termini di immagine e finanziari. «L'Uci a questo riguardo non ha una strategia chiara e questo può essere molto pericoloso in chiave futura».

tuttobiciweb.it
 
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