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Milano - Sanremo 2021
Il Poggio e' 61 anni che ormai esiste e viene fatto,per il resto puoi togliere Cipressa puoi fare quello che vuoi ma la Sanremo non la puoi cambiare piu' di tanto,che poi ripeto non avrebbe neanche senso,perche' e' famosa appunto per essere una classicha che possono vincere in tanti,dal velocista al corridore da grandi giri che si inventa un bel numero oppure ha la fortuna di portarlo a termine.
Quindi ripeto perche' cambiarlo??andiamo a cercare una rampa di garage da qualche parte e poi lo facciamo finire la'??oppure non li facciamo partire piu' da Milano ma dal Piemonte e magari troviamo qualche salita.ma avrebbe senso?
 
Può essere una gara che possono vincere in tanti senza essere la corsa più noiosa del creato, è quello il punto.

Che, poi, anche 'sta storia della tradizione è altamente fasulla. Vincenzo Torriani ha ritoccato millemila volte il percorso perché era una gara che, ciclicamente, rischiava di diventare troppo facile.

E le edizioni passate alla storia sono quelle degli assoli di Belloni, Girardengo, Coppi, Bartali. Numeri che, oggi, non si possono più vedere (e già viene meno il discorso sulla tradizione).
 


[+] A 2 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
Non puoi cambiare una cosa perché esiste da 60 e passa anni?

Sulle rampe di garage ti chiedo di citare il punto in cui ho detto questa cosa... Idem sulla partenza in Piemonte.

Quando il Poggio è stato inserito per la prima volta erano esattamente 53 anni che non c'era niente dopo i Capi. Cosa diresti allo jan20 di turno che sosteneva che la corsa era quella e non andava cambiata?


@paglia hai dimenticato l'assolo di Nibali
 
Se il Poggio esiste da 61 anni allora 62 anni fa non c'era quindi si può sostituire con altro se è diventato obsoleto.
 
Però il Poggio ha il suo perché... è una salita facile è vero, ma per la distanza dall'arrivo permette comunque sempre attacchi e movimenta sempre il finale.
Non è nemmeno una salita che spaventa e che quindi anestetizza la gara, gli attacchi sulla Cipressa non avvengono perché ci si ucciderebbe sull'Aurelia. È un unicum nel panorama ciclistico perché di salite così facili che decidono una corsa non ce ne sono. Gli ultimi 10 minuti della Sanremo li trovo sempre interessanti qualunque cosa succeda.

Il problema è quello che succede prima, in più il Poggio sarebbe più gradevole se non ci si arriva in 100 e soprattutto con i gregari ridotti all'osso.
 


[+] A 3 utenti piace il post di Hiko
Comunque non è che si chiede di far diventare la Sanremo una classica per scalatori, ma renderla davvero imprevedibile e dare la possibilità ai corridori di far esplodere la corsa anche ad un ora dalla conclusione.
Anni fa si paventava l'inserimento di sta Pompeiana (esiste davvero ?), ma il semplice inserimento di una salita in più nel finale non basta se lo scopo è quello di aumentare l'intervallo temporale di impredivibilità, motivo per cui ai tempi mi opposi sul suo inserimento. Auspico invece un ritorno delle Manie, inopinatamente tolta nel 2013 e mai più riproposta, magari con qualche altra salita nella fase successiva per rendere un po' più tosta la corsa, senza però dover per forza scalare il Mortirolo.
Poi nel finale possono mettere Cipressa o Pompeiana, chissenefrega, basta che l'inserimento in quel punto di una salita abbia un valore tecnico. Non toglierei il Poggio, ma renderei corsa dura prima di esso., così invece che in 50 in un minuto, ne arrivano magari in 30 con gruppetti meno affollati o la possibilità di una grande azione su una delle ultime due salite, oppure nell'edizione in cui nessuno riesce ad evadere, una volata di 30.

Il segreto è indurire il percorso prima dei punti cardine. Vi ricordate quando il Fiandre faceva Kapelmuur e Bosberg nel finale che bello ? Questo perchè prima di questo duo di erte, gli organizzatori mettevano tutti gli altri muri rendendo la corsa dura prima del finale.
Ecco, oggi quell'obrobrio che è diventata l'Omloop Het Nieuwsblad non fa così, mette semplicemente Kapelmuur e Bosberg nel finale senza prima indurire la corsa, risultato volate di 50 corridori come quest'anno.

La Sanremo ora è una Het Nieuwsblad nuova versione, deve puntare a diventare un Fiandre vecchio stile.
 


[+] A 3 utenti piace il post di Manuel The Volder
Il poggio è talmente loffio come salita che comunque i corridori potrebbero essere invogliati ad attaccare su eventuali salite serie precedenti.
 
Turchino o altro Manie Colla Micheri (gli altri capi che neanche contano) Pompeiana e Poggio con via la Cipressa

Questo è quanto ci auguriamo tutti COME MINIMO
 
Bric berton manie colla Micheri berta cipressa e poggio
Il mio percorso ideale
Con i km guadagnati con il bric berton si potrebbe togliere la cipressa e mettere la pompeiana
Gli ultimi 10 km son perfetti così
 
......Con comprensibile ritardo....

Classica che s’è confermata sulla linea dell’eufemistica definizione di “corsa tremendamente cerebrale”, una sorta di traduzione ciclistica del rock progressivo dei King Crimson, nella più piena immanenza “Frippiana”. Corsa comunque facile, facilissima, a dispetto dei 300 km, dove un errore è quasi sempre decisivo. Fra le classiche, la più possibile per corridori che altrove non possiedono nemmeno il livello di outsider, specie negli ultimi 20 anni. Non a caso, l’han vinta “simil-modesti” come Goss e Ciolek, nonché velocisti non certo epocali.
Quest’anno si attendeva un acuto dei tre favoritissimi Alaphilippe, Matthieu Van der Poel e Van Aert, ovviamente marcatissimi. Sul Poggio però, non sono riusciti ad uscire come dovevano e potevano. L’iridato per non eccelsa forma, l’olandese (per me il più forte) per la brutta posizione in cui s’è trovato nella parte cruciale dell’ascesa, mentre il belga, sapendosi meno esplosivo, ha aspettato quello sprint, dove poi ha peccato d’attendismo. Alla fine è comunque emerso un corridore autore di una pregevolezza tecnica mostruosa, ancor migliore del finale portentoso di Fernando Gaviria alla Parigi Tours 2016. Gli ultimi 1700 metri di Jasper Stuyven vanno ingranditi e mostrati a quella scuola di ciclismo che è trasversale alla sua secolare storia, ed è fatta di eroi ed artisti, non da santoni. Massimo onore dunque a questo 29enne belga, giunto al successo fin qui più importante. Un piazzato sulle pietre, come momenti di punta prima di Sanremo, ma nel complesso sempre autore di buoni andamenti annuali. Uno che da juniores fu iridato e che non può in alcun modo essere paragonato ad un Goss ed un Ciolek. Non un campione, ma uno che potrà recitare ancora il ruolo di outsider nelle classiche, nonché ottimo come pedina di squadra. Chapeau!
 


[+] A 5 utenti piace il post di Morris
Analisi molto interessante come sempre, mi permetto di farti una domanda per quanto marginale al concetto che hai espresso: non credi di essere stato forse troppo duro con Goss, accostandolo a Cionek? L'australiano per quanto sia stato una meteora ed abbia vinto l'unica classica per la quale possedeva le capacità di poter primeggiare, in quei 2-3 anni del suo prime è stato uno dei migliori velocisti del gruppo (Argento mondiale a Copenaghen, ad esempio)
 


[+] A 1 utente piace il post di jwill
Interessante analisi ma, se mi posso permettere, i King Crimson sono molto meglio della Milano-Sanremo :D

Grazie Maurizio!
 


[+] A 3 utenti piace il post di Paruzzo
Paruzzo mi ha rubato le parole di bocca  :D
 


[+] A 2 utenti piace il post di Giugurta
(13-04-2021, 06:44 PM)jwill Ha scritto: Analisi molto interessante come sempre, mi permetto di farti una domanda per quanto marginale al concetto che hai espresso: non credi di essere stato forse troppo duro con Goss, accostandolo a Cionek? L'australiano per quanto sia stato una meteora ed abbia vinto l'unica classica per la quale possedeva le capacità di poter primeggiare, in quei 2-3 anni del suo prime è stato uno dei migliori velocisti del gruppo (Argento mondiale a Copenaghen, ad esempio)

Giusta osservazione.
Da Goss mi aspettavo molto di più, per come era bravo su pista e per la crescita mostrata nei primi anni di professionismo, culminata nell’ottimo 2011. Devo aggiungere che verso gli australiani nutro da sempre stima e simpatia e li ho visti lavorare con metodologie e applicazioni degne dello sport vissuto con la maiuscola (l’AIS, ad esempio, per tanti aspetti è ineguagliato), niente a che vedere col monocorde lavoro dei santoni o col trasformismo anoressico dei principali sudditi della terra d’Albione. Ed è forse per questi aspetti che sento più pesanti le delusioni australiane e Goss, purtroppo, è una delle principali. Dopo la Sanremo, una vittoria di tappa al Giro e alla Terreno. Poi, più nulla. In totale una ventina scarsa di vittorie in una decina d’anni di professionismo, pur essendo ruota veloce. Poco, anche per chi come me guarda sempre la qualità prima della quantità. Alla fine, una carriera che se la confrontiamo con gli altri vincitori della Sanremo del nuovo millennio, tra l’altro con la stragrande maggioranza di velocisti, ha un solo vicino, proprio nel tedesco Ciolek che, per chi guarda solo le conte, ha vinto una decina di corse più di Goss. È vero che l’australiano ha mostrato punte che il tedesco non valeva, ma alla fine i due sono i più modesti dell’albo d’oro di quella che un tempo chiamavano Classicissima.  
Ciao!
 


[+] A 3 utenti piace il post di Morris
Paruzzo e Giugurta.....
In ospedale, quando stavo un po’ meglio, ho ricevuto da mia figlia e il suo compagno, che è pure un gran batterista, tutto l’occorrente, cuffie comprese, per poter ascoltare musica, nonché cinque capolavori a me tanto cari: quattro dei miei preferiti Pink Floyd e “In the court of the Crimson King” della band di Robert Fripp, allora assieme al barocco Pete Sinfield. Chiaro come il sole che i Crimson sono di un altro livello rispetto alla Sanremo. Il “trucco” sta nell’eufemismo sublimato in cerebrale….. :D
 


[+] A 4 utenti piace il post di Morris
A questo punto necessito di sapere quali sono i quattro capolavori. Io solitamente non uso spesso questa parola (penso che vada usata con parsimonia e solo per chi se lo merita veramente) ma i Pink Floyd, dal primo album fino a The Wall non hanno altro che capolavori (unica eccezione Ummagumma, più bella l'idea che l'esecuzione). :D
 
(13-04-2021, 09:26 PM)Paruzzo Ha scritto: A questo punto necessito di sapere quali sono i quattro capolavori. Io solitamente non uso spesso questa parola (penso che vada usata con parsimonia e solo per chi se lo merita veramente) ma i Pink Floyd, dal primo album fino a The Wall non hanno altro che capolavori (unica eccezione Ummagumma, più bella l'idea che l'esecuzione). :D

I quattro Album (i vecchietti ormai 66enni come me, amano chiamarli ancora così….), sono: Atom Heart Mother, The Dark Side of the Moon, Wish You Were Here e The Wall. Non sono tutti i capolavori dei Pink, ma figlia e compagno, evidentemente, non li avevano a disposizione. Comunque, durante la permanenza in ospedale, per tanti motivi, non li ho ascoltati.
Ti debbo dei chiarimenti. 
Sono d’accordo che la fascia dei capolavori sia quella che hai citato, salvo Obscured by Clouds (colonna sonora del film “La Vallèe”) scritto e composto in una sola notte. Un lavoro comprensibilmente frettoloso. In quanto ad Ummagumma, da quel che è emerso dalle interviste ai singoli Floyds, fu un lavoro sperimentale che pose le basi “all’esplosione” di Atom… Meddle e Dark Side…, ma fu pure un utilissimo momento preparativo verso le esecuzioni dal vivo. Non a caso, in “Live at Pompei”, il miglioramento nell’esecuzione e quell’innovazione strumentale che vide i Pink Floyd divenire riferimento per tanti gruppi famosi, si poterono vedere compiutamente. Tra l’altro, Ummagumma, fu il primo lavoro in cui l’innesto di Gilmour poteva assumere i tratti del suo personale distinguo. Fino a quel momento, infatti, aveva suonato su materiale tracciato in gran parte da Syd Barrett, la cui “pazzia” aveva segnato profondamente i componenti, Gilmour in primis. Già, perché David era amico d’infanzia di Syd ed era stato proprio lui ad insegnare a suonare la chitarra al primo leader dei Floyd’s. Incredibile la sua storia. David era stato in Francia a suonare dove poteva, rimediandosi la fame e la denutrizione fino a finire in ospedale. Tornato in Inghilterra, arrivò subito la chiamata di Waters per unirsi ai Pink, perchè Barrett aveva dei problemi. La sua Fender coprì i vuoti e le amnesie dell’amico, suonò e cantò tutto ciò che Barrett, Waters e, soprattutto il bravissimo Wright avevano scritto, compresi i due capolavori  “cuscinetto”, A Saucerful of  Secrets e More, colonna sonora del film omonimo. E fu proprio in Ummagumma che scrisse il suo primo brano per intero: The Norrow Way parte 3. Waters gli diede tempo una notte per comporlo e David fu conseguente come meglio non si poteva (ma Gilmour è un idolo per me...). Fu quel brano che cementò compiutamente l’ingresso con piena cintura da leader nei Pink Floyd, del chitarrista (e non solo).

Ciao! (a presto il ritratto-storia di “Mazurka”)
 


[+] A 2 utenti piace il post di Morris
  


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