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Dopo la Sentenza sulla Superlega.....
#1
La sentenza della Corte di giustizia europea, relativamente al progetto Superlega nel calcio, ha già fatto dire agli strilloni mediatici che si tratta di una sentenza rivoluzionaria, che dimostra quanto il sistema costruito da Uefa e Fifa sia illegale e via dicendo.

Aldilà della ambiguità semantica che circonda da sempre il termine rivoluzione, la sentenza di oggi ci porta due evidenze che, a ben vedere, sono vecchie di decenni e decenni e che, di fatto, non rivoluzionano nulla, bensì rendono più esplosivo il minimo comune multiplo dell’uomo moderno. Quindi rivoluzione intesa come sentenza di quanto il business sia oltremodo fuori controllo nei principi distinguo di un essere sempre più crudele e che usa la parola libertà per rendere le masse sempre più imbecilli. Si potrebbe altresì dire che abbiamo avuto la miliardesima dimostrazione che col denaro, vero ed unico dio, si può far tutto e che le concentrazioni di potere, come possono essere Uefa e Fifa, si possono battere, ma non invertendo le morfologie ed i modus degli oggetti in questione, bensì superandoli attraverso idrovore di bigliettoni, mosse da nuovi e, probabilmente, più nefasti padroni dell’oro nero. Ed allora la si faccia questa Superlega rigorosamente nella lingua inglese, ovvero quella padrona del mondo, nonché divina nel possesso della ipocrisia per eccellenza con le benedizioni e le strade indicate da sceicchi e paesi che, grazie al sottosuolo, potranno comprare anche John Barbabietola, facendolo passare per milioni di fessi, come il nuovo Diego Maradona.

Tempo fa scrissi che il calcio dell’Uefa e della Fifa è sempre meno sport, perché muove troppo soldi, fino a giungere all’icona dell’asfissia, ma quelle due organizzazioni sono nate per creare una sorta di esami di meritocrazia, col raccordo di un tessuto sportivo dove tutti potevano partire con medesime ambizioni e diritti. Ovviamente hanno fallito miseramente, perché si sono progressivamente disinteressate del calcio giocato e dei residui dei valori dello sport, per sposare l’affare, il business. Oggi grazie ad una Corte, che si infarcisce come al solito della parola libertà, saranno sempre meno competitive, perché superate da altri padroni che stringeranno progressivamente il solito inchino all’unico dio che l’uomo cosiddetto acculturato conosce, l’ormai super menzionato denaro.

E chi ama il ciclismo?
L’Uci, che sfrutta e tortura il proprio patrimonio sportivo assai più di Uefa e Fifa e che non destina una lira ai propri club; che è l’Ente Sportivo Mondiale più farlocco, con questa sentenza potrebbe paradossalmente trovare chi, abbracciando il precedente del calcio, coi soldi alla mano si potrà comprare l’intero pedale, lasciando alle stanze di Aigle, il “che fu”. Però, però, però.... seguirebbe la sostituzione della Parigi Roubaix, col GP di Doha, ed il Tour de France col Tour delle Isole Mascarene. Comunque per chi, tappandosi la bocca, il naso, gli occhi ed il deretano, ancora ama il ciclismo, c’è una bella notizia-realtà: grazie all’UCI, l’audience del pedale è così disastroso da non incentivare possibili compratori.

Saluti.
 
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