Mi sembra semplicistica l’analisi che attribuisce il successo della Meloni all’essere stata l’unica (o quasi) opposizione al governo Draghi. È stata forse una componente ma il trend di crescita di FdI era già iniziato, in particolare, a mio avviso, per una serie di posizioni e dichiarazioni chiare e comprensibili (“condivisibili” o meno dipende dal punto di vista di ciascuno) della Meloni, quasi l’unica “politica” in un coacervo di personaggi più o meno grotteschi e improvvisati, l’unica a dare spesso un respiro più ampio ai propri interventi. Nel contempo, la crescita di posizioni se non moderate quanto meno smussate, più in linea con l’assetto da partito conservatore europeo. In un elettorato che tende da sempre al centro – destra, la Meloni ha preso il posto del giullare Salvini, sempre più palesemente inadeguato. La narrazione che chi è all’opposizione guadagna comunque consenso mi sembra infondata, ha solo un po’ di senso in questi anni, tra leader modesti (Draghi a parte, ma non è “in politica”) e condizioni politico – economiche obiettivamente difficilissime.
Come dire che Giorgia deve godersi questo momento, dovendo governare si scontrerà con la realtà e tornerà presto nei ranghi… Non ci giurerei.
Da un lato, già evidenti in campagna elettorale le preoccupazioni da nuovo PdC, ad esempio rispetto allo scostamento di bilancio. Tranquillizzare i mercati e il contesto internazionale (USA in primis) sarà probabilmente uno dei primi obiettivi. Dall’altro, mi sembra che la Meloni sappia parlare alla gente, con la capacità di far passare scelte difficili.
Il tallone d’Achille potrebbe essere il fatto che la Meloni non abbia di suo grandi competenze ma ho l’impressione che stia cercando di circondarsi di capacità adeguate. Vedremo ma la possibilità che abbiamo davanti più di 5 anni di Giorgia non la sottovaluterei (specialmente con gli avversari attuali).