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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 20 maggio
#1
Robert Bouloux (Fra)
[Immagine: boul2.jpg]
Nato a Ploubalay (bretagna) il 20 maggio 1947. Passista scalatore. Professionista dal 1969 al 1977 con 6 vittorie. Un buon corridore, divenuto uomo squadra, dopo esser stato una speranza del ciclismo francese a fine anni sessanta.
Figlio di contadini, arrivò bambino alla passione verso il ciclismo. La famiglia non lo ostacolò ed a 15 anni esordì con le maglie dell'Atletic-Club de Boulogne-Billancourt (ACBB) che era il Club più grande di Francia, col quale Bouloux passò tutta l’esperienza precedente il passaggio al professionismo. E quel sodalizio era l’anticamera dell’iconico team professionistico della Peugeot. Da dilettante, passò anche a suo dire gli anni migliori del suo rapporto col ciclismo, per la mentalità che si viveva, i due titoli del Campionato francese a squadre, le vittorie nella Parigi-Mantes e nella Parigi-Troyes, i successi di tappa ed il secondo posto finale al Tour de l'Avenir e (per lui il “momento clou” la selezione per le Olimpiadi di Mexico ‘68, tra i dilettanti, dove gareggiò col quartetto della “100 km a squadre”. “Finimmo 13esimi, ma sbagliammo completamente la preparazione a simili gare oltre i 2000 metri d’altura, ma fummo felici ugualmente, perché la partecipazione olimpica è unicae da sensazioni ineguagliabili” – disse qualche tempo fa.  
Robert Bouloux passò professionista nel 1969 con la Peugeot di Gaston Plaud, sodalizio col quale corse fino al 1974 indi un anno semi-sabbatico, un anno col Team Jobo e l’ultimo di carriera con la Fiat, al servizio di Eddy Merckx. Nel lasso professionistico Bouloux pagò come ha più volte detto, la mentalità del gruppo, l’essere quasi sempre al servizio di un capitano che vinceva poco, perché a vincere era quasi sempre Merckx e, conseguentemente, c’erano spazi ridottissimi per pensare di trasformare qualche piazzamento in vittorie.  
Tra i professionisti vinse nel 1971 la prima tappa del Tour de l’Oise e la seconda semitappa del Giro di Corsica, nel ’72 il GP Ouest France a Plouay (già allora di buon livello) e la terza tappa del Critérium du Dauphiné Libéré; nel 1973, la Ronde des Korrigans e nel ’76, la terza tappa del Tour de l'Oise.
I suoi migliori piazzamenti anno per anno. 1969: 2° nella terza tappa della Quattro giorni di Dunkerque. 1970: 2° nel GP Ouest France a Plouay. 1971: 2° nella prima tappa del  Critérium du Dauphiné Libéré. 1972: 2° nel Gp Bain-de-Bretagne, 10° nella Liegi Bastogne Liegi. 1973: 2° nella prima tappa della Quattro giorni di Dunkerque. 1974: 3° nel Gp Landivisiau. 1975: 2° nella quinta tappa della Quattro giorni di Dunkerque. 1976: 2° nella Paris - Limoges, 3° nella Parigi Tours (Tours Versailles),  3° nella Classifica Generale Etoile des Espoirs,  3° nella quarta tappa Tour de Suisse. 1977: 2° prima tappa della Settimana Catalana, 3° prima tappa del Tour dei Midi Pirenei.
Partecipò a sette Tour de France, di cui 6 conclusi col 20° posto nel 1976 come miglior piazzamento. Dopo il ciclismo, Robert Bouloux è diventato un rappresentante di articoli sportivi ed è entrato a far parte del gruppo Raymond Kopa. Ha poi incentivato la pratica del tennis, del golf ed è diventato un ottimo pescatore.

Laurent Dufaux (Sui)
[Immagine: 16545003691325DufauxLaurent.jpg]
Nato a Montreux il 20 maggio 1969. Completo, alto 1,69 per 57 kg. Professionista dal 1991 al 2004 con 43 vittorie. Un ciclista che sarà pur stato macchiato dal coinvolgimento nello scandalo Festina, ma era semplicemente uno dei …praticamente tutti, ma con doti sicuramente superiori (e presto evidenti) a diversi connazionali che vanno per la maggiore nelle bocche di taluni. Un corridore completo, battagliero, sempre in prima linea e spalla di spessore per qualsivoglia ipotetico capitano. Meriterebbe le scuse di un osservatorio che l’ha sovente bollato poco bene esaltando altro solo perché più “potenti”.
Dopo un ottimo ruolino a livello giovanile e fra i dilettanti, Laurent Dufaux passò professionista con
l’Helvetia nel 1991. Già all’esordio conquistò il titolo di Campione nazionale svizzero nella prova in linea, la Classifica generale della Route du Sud e la Coppa Placci. Finì 2° al Giro del Lazio, nel Campionato svizzero della montagna e quinto al Giro di Romandia. L’anno successivo vinse il GP Cerami, partecipò al suo primo Tour de France, dove finì 2° nella tappa di Mulhouse prima di ritirarsi alla dodicesima. Nel 1993 Dufaux, vinse il Tour del Cantone di Ginevra, la Sierre-Loye e fu gran vincitore del Critérium du Dauphiné Libére, con la vittoria nel tappone di Grenoble, due secondi posti, nella frazione a cronometro di Saint-Étienne ed in quella di Bonneville, per un successo finale con ben 3 minuti di vantaggio sul colombiano Oliverio Rincón. Fu poi terzo alla Vuelta a Burgos e secondo al Giro del Piemonte. L’anno successivo a marzo fu secondo alla Setmana Catalana e a maggio conquistò un successo di tappa al Tour de l’Oise. A giugno, rivinse con brillante regolarità, il Critérium du Dauphiné Libéré. A luglio chiuse il Tour de France 35°, ed a
settembre si impose nuovamente nel Tour del Cantone di Ginevra.
Nel 1995 Dufaux passò alla Festina ed a giugno ottenne la vittoria nella Route du Sud, mentre al Tour de France chiuse in 19esima posizione, ed a fine luglio si impose nella Warrenberg Rundfhart. Ad agosto conquistò la terza e la quarta tappa, nonché la Generale finale, della Vuelta a Burgos.  
Nel ’96 Laurent fu tra i protagonisti del Tour de France: nella settima tappa fu 5°, 3° nella 16esima tappa sull’Hautacam e, nella 17esima frazione colse il successo sul traguardo di Pamplona. Chiuse il Tour al 4° posto. La sua stagione proseguì con la vittoria della Wartenberg-Rundfahrt e con la conquista del Titolo nazionale elvetico della montagna. Partecipò poi alla Vuelta di Spagna dove fu u autentico protagonista. Terzo nella 14sima tappa a Sierra de La Pandera, secondo il giorno dopo sulla Sierra Nevada, terzo al Monasterio de Tentudía nella 17esima frazione. Vinse poi la  19esima tappa che si concludeva ad Avila ed a fine Vuelta chiuse secondo per un podio tutto rossocrociato (1° Zulle, 3° Rominger). L’anno seguente Laurent vinse con la Festina la Cronosquadre del Giro del Mediterraneo, la Wartenberg-Rundfahrt, fu secondo in una tappa e nella Classifica finale della Parigi Nizza e vinse a maggio la seconda tappa del Grand Prix du Midi Libre: da Baraqueville a Saint-Chély-d’Apcher. A luglio chiuse 9° il Tour de France ed a settembre ripartecipò alla Vuelta di Spagna. Qui fu 2° nella sesta tappa a Granada, ancora 2° nella settima tappa a Sierra Nevada dive conquistò la Maglia Amarillo che perse a favore di Alex Zülle nella cronometro individuale di Cordoba. Conquistò poi due terzi posti di tappa di Estación de Esquí e completò la Vuelta al terzo posto della Classifica generale. Chiuse l’anno col 6° posto al Mondiale a San Sebastian e col successo nelle due prove e nella Classifica finale della Attraverso Losanna.
Nel 1998 partì forte: vinse con la Festina la Cronosquadre al Giro del Mediterraneo, fu 8° alla Parigi Nizza, 14° alla Sanremo, 10 nella Liegi Bastogne Liegi, 7° nell’Amstel Gold Race. Vinse poi il Prologo, la prima e la terza tappa, nonché la Classifica finale del Giro di Romandia. Una settimana dopo trionfò in una tappa e nella Classifica generale del Grand Prix du Midi Libre. A luglio fu costretto al ritirò dal Tour de France assieme a tutto il team, a seguito dello “scandalo Festina. Squalificato per otto mesi, riprese a correre in maglia Saeco e nel giugno del 1999 ottenne un secondo posto di tappa sul traguardo di Arosa al Tour de Suisse, poi chiuse 4°.  Al Tour de France che vide l’esplosione del “fenomeno tarocco” Lance Armstrong, Dufaux, con grande regolarità chiuse la corsa al quarto posto, a 14’43” dal texano. Ritornò poi al successo vincendo la Poly Normande.
Nel 2000, l’atleta di Montreux è 3° al GP del Canton Argau, 3° al Tour de Romandie dove vinse la terza tappa, fu 6° nell’Amstel Gold Race, vinse una prova dell’Attraverso Losanna e, soprattutto, vinse il Campionato di Zurigo, gara di Coppa del Mondo nonché classica di pregio. ,  staccato di soli 27 secondi dal vincitore della corsa, e suo compagno di squadra, Paolo Savoldelli. Si ritirò sia al Tour che alla Vuelta. L’anno seguente, conquistò la tappa di Malcesine al Giro del Trentino e prese parte per la prima ed unica volta in carriera al Giro d’Italia chiudendo la corsa al 40esimo posto. Nel 2002 passò alla Alessio con cui vinse una tappa alla Settimana Lombarda, il Trofeo Melinda e fu secondo al Giro del Veneto. L’anno seguente vinse una tappa al Tour de Romandie sull’arrivo di Loèche-les-Bains e chiuse la corsa al secondo posto. Vinse poi due tappe della Rominger Classic e chiuse 21° il Tour de France.
Nel 2004 passò alla Quick Step con cui conclude la carriera professionistica. Nell’ultima stagione chiuse il Tour de France 67° e recitò il “canto del cigno” vincendo la Lusignan-Petit in Aquitania. Sceso di sella restò nel mondo dello sport e del ciclismo organizzando manifestazioni di ciclocross.

Antonio Suarez Vazquez (Esp)
[Immagine: 16684549311325Suarez,Antonio.jpg]
Nato a Madrid il 20 maggio 1932. Deceduto a Madrid il 6 gennaio 1981. completo. Professionista dal 1956 al 1965 con 33 vittorie. Corridore completo, forte, talvolta ardimentoso. Uno dei più sottovalutati nelle memorie di tanti, ma era veramente un gran bel corridore. Non c'era terreno dove fosse debole, a parte lo sprint, dove comunque non era fermo, ma era una variabile che gli serviva poco. Che lo si voglia o meno Suarez, seppe andare a segno in un'epoca in cui la Spagna, pagava assai l'isolamento economico e culturale in cui il franchismo l'aveva cacciata, e nello sport, mancavano completamente tentativi autoctoni di recitare quel protagonismo che, poi, ha saputo far capolino 20 anni dopo. Nel ciclismo i corridori spagnoli correvano poco all'estero e chi lo faceva con costanza era solo Bahamontes, ovvero uno che possedeva qualità di rilevanza storica. Va da se però, che tanti ottimi corridori che potevano tracciare solchi di peso, si son visti deviate, più o meno, valenze e risultanze. Suarez è stato uno di questi, ma quel che fece vedere, ed un'attenta analisi del suo curriculum, ci mostrano ugualmente un atleta di rilevanza. Non a caso vinse la Vuelta di Spagna nel '59, dominandola, con all'attivo anche due successi di tappa e il Gran Premio della Montagna. E non a caso, vinse tre Titoli di Campione Spagnolo nel '59-'60-'61. Anche in Italia fu protagonista. Al Giro del Centenario nel '61, finì sul podio 3°, dietro Pambianco e Anquetil, si impose nella frazione di Cosenza e finì 3° dietro Gaul e Pambianco nella storica frazione Trento-Bormio. Minore fortuna l'ebbe nel '62, quando vestì per tre giorni la Maglia Rosa e rimase in lotta per il successo fino alla svolta dettata dalla neve di Passo Rolle. Chiuse il Giro 11°. Non positivo, invece il suo rapporto col Tour de France: 6 start con 3 ritiri e miglior piazzamento il 17° posto nel '60. Nel '61, fu il numero uno di Spagna.
Tutte le sue vittorie. 1956: Campionato Castilla; Vuelta Charabancheles; 1a tappa Vuelta Asturie. 1957: 16a tappa Vuelta a España; 7a tappa Vuelta Asturie; 1a tappa Vuelta La Rioja, 1a e 9a tappa Vuelta Levante. 1958: 7a tappa Ruta del Sol, 2a tappa Circuito Montanes; GP San Salvador del Valle; 4a tappa Bicicletta Basca; Circuito Sevilla. 1959: Campionato Nazionale, Vuelta a España con 5a e 10a tappa e Classifica GPM; Campionato delle Regioni. 1960: Campionato Nazionale, 14a tappa Vuelta a España; Barcelona-Madrid e 1a tappa; 3a tappa Bicicletta Basca. 1961: Campionato Nazionale, 7a tappa Giro d'Italia; 12a tappa Vuelta a España e Classifica a punti; 3a tappa parte b (cronosquadre) Volta Ciclista a Catalunya; 6a tappa Barcelona-Madrid. 1963: GP San Lorenzo. 1964: Campionato Nazionale delle Regioni. 1965: Campionato Nazionale delle Regioni.

Gintautas Umaras (Lit)
[Immagine: 16446895951325Umaras,Gintautas.jpg]
Nato il 20 maggio 1963 a Kaunas. Passista e pistard. Professionista dal 1989 al 1991, senza ottenere vittorie. Mostro sacro fra i dilettanti anche perché all'epoca dell'Unione Sovietica, lui come tanti altri campioni dell'URSS era un "professionista di stato". Nel 1987 vinse il Campionato Mondiale dell'Inseguimento, nel 1988 le Olimpiadi nell'Inseguimento individuale e, sempre ai Giochi di Seoul, anche l'Oro nell'Inseguimento a Squadre con Arturas Kasputis, Dimitri Nielubine, Viatcheslav Ekimov, e Midaugas Umaras. A questi acuti ha aggiunto altre gare di grande prestigio fra i "puri". Giunto fra i professionisti nel 1989 con la famosa Alfa Lum di San Marino, s'è "sciolto come neve al sole". Idem l'anno seguente con la statunitense Coors Light.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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