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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 29 maggio
#1
Eugène Gréau (Fra)
[Immagine: 1251013642GREAUEugene.jpg]
Nata il 29 maggio 1904 a Nieul-le-Dolent (Pays de la Loire), deceduto il 20 dicembre 1943 a Sonnenburg (Thuringen – Germania). Passista scalatore su strada, ciclocrossista. Professionista dal 1926 al 1933 con 47 successi.
Buon ciclista prima, martire della resistenza, poi. Nella storia di questo figlio di un poco più che villaggio della Vandea, si racchiudono gli insiemi del ciclismo, quando era ancora nella sua fase propulsiva di sport e di vita e quelle derive che han sempre trovato nelle guerre la sublimazione più tangibile della criminalità e dell’imbecillità umana.
Figlio di contadini divenne ciclista portando il latte, quando capì che sapeva pedalare meglio di tanti che non avevano quel carico. Dal 1921 al 1925 fu classificato dilettante ma lui correva pure per guadagnare, basti citare che in quel lasso raccolse 27 successi, anche se non partecipava tantissimo, perché doveva pure lavorare a casa. Divenne professionista quando fece del ciclismo davvero una professione, mise su famiglia (avrà cinque figli) e lavorava saltuariamente alle ferrovie. Da prof il suo talento non eccelso, ma tangibile nelle corse di un giorno e nelle brevi corse a tappe, gli consentì di raggiungere un bel bottino di vittorie e di piazzamenti e di poter mantenere la sua famiglia crescente, senza patemi. Ma da persona a modo quale era, ad un certo punto cercò più sicurezza e, quell’impiego saltuario alle Ferrovie francesi, divenne fisso durante il 1930. Da quel momento iniziò a gareggiare assai meno, si impegnò di più nel ciclocross, perché conviveva meglio col lavoro alle ferrovie e la sua carriera si chiuse a fine 1933, quando aveva 29 anni. Sulla bici era un passista scalatore, con un buon spunto di velocità che sapeva sviluppare meglio in quel ruolo che il tempo definirà “finisseur”. Taluni traguardi conquistati da Eugene Greau, erano di buona evidenza nel ciclismo francese fra le due guerre e dimostravano una vivacità ciclistica che nel pedale mondiale del tempo, vedeva solo il Belgio a livelli simili. Eugene partecipò a tre Tour de France, ma concluse solo l’ultimo, quello del ’29, al 47° posto.
Tutte le sue vittorie. 1926 - JB Louvet -Wolber (4): Champion de la Vienne de cyclo-cross, GP Ferrus, GP "La Rafale", Classifica Isolati Parigi Roubaix. 1927 - JB Louvet -Wolber (5): Circuit des 3 Villes à Angers, Circuit du nord-ouest de la Vendée, GP de Montaigu, Circuit Poitou-Touraine, GP Mestard. 1928 – Dilecta-Wolber (14): Angers-Cholet-Angers, Poitiers-Saumur-Poitiers, Nantes-Missillac, Circuit de la Charente inférieure, Circuit de Vendée, Circuit des Côteaux du Layon, GP de Challans, GP Thomann Chatellerault, GP Thomann Poitiers, Gp Bourgneuf, Gp Fontenay-le-Comte, Gp L'Herbier, Gp Poiré-sur-Vie, Gp Ruelle. 1929 L’automotion Talbot (12): Champion de la Vienne de cyclo-cross, 3 jours de l'Avenir de la Vienne a Poitiers, 1a, 2a, 3a tappa de 3 jours de l'Avenir de la Vienne a Poitiers, Les Adjats-Angoulême-Les Adjats, Poitiers-Châtellerault-Poitiers, G.P de l'Automation a Poitiers, G.P Penaud, G.P Touranica, Gp Loudun, Gp Tours. 1930 – Oscar Egg Dunlop (2): Champion de la Vienne de cyclo-cross, Gp Saint-Calais. 1931 Individuale (7): GP Thomann, Gp Conneré, Gp Dollon, Gp Lavaré, Gp Montfort-le-Rotrou, Gp Saint-Maixent, Gp Vernon. 1932 Individuale (2): GP de Paques au Cuart, Gp Chartres. 1933 Individuale (1): Champion d'Eure-et-Loire de cyclo-cross.
Piazzamenti di Nota. 1926: 2° nella Parigi Lille, 4° Parigi Angers, 16° Parigi Roubaix. 1927:
2° Parigi-Le Havre, 11° Parigi Tours. 1928: 2° GP de la Loire, 2° Tours-Châtellerault-Tours. 1929: 2° Poitiers-Saumur-Poitiers, 2° Tours-Chatellerault-Tours, 47° al Tour de France. 1930: 2° GP de l'Automation a Poitiers, 2° GP du Vélo Sport Fertois. 1932: 2° GP de La Ferté-Vidame.
Finita la carriera ciclistica continuò a lavorare per le Ferrovie francesi. Allo scoppio della seconda guerra mondiale Eugene Greau si unì alla resistenza. Arrestato dai tedeschi in seguito a un sabotaggio ferroviario, fu incarcerato nel 1941 e poi condannato a morte. La sua richiesta di clemenza viene comunque accolta, forse perché padre di cinque figli. Fu poi deportato in Germania dapprima in Renania poi a Sonnenburg, dove morì di fame e malattie il 20 dicembre 1943. Nel 1999 è stata intitolata ad Eugene Greau, una via nella sua cittadina natale di Nieul-le-Dolent. Alla vigilia del Tour de France 2005, proprio su quella via che era intersecata dalla tappa inaugurale della corsa, il Tour lo ha commemorato.

Franco Ongarato
[Immagine: 1233914019ongarato.jpg]
Nato a Padova il 29 maggio 1949 a Padova. Passista veloce, alto m. 1,76 per kg. 70/71. Professionista dal 1973 al 1974, senza ottenere vittorie.
Un corridore, a dispetto del tanto tempo passato, ancora popolare nella terra di chi scrive, per la sua militanza, da dilettante, nel Pedale Ravennate. Un atleta che avrebbe sicuramente recitato ben altri ruoli nel ciclismo assoluto, se non si fosse scontrato con la sfortuna. Franco aveva qualità eccellenti sul passo ed uno spunto veloce che diventava letale per gli avversari, se a monte c’era una gara densa di fatica. In altre parole aveva tutto per diventare un uomo da classiche nonché cacciatore di tappe nei GT. Ragazzo brillante e deciso, non avrebbe avuto problemi a trovarsi anche tra i professionisti, tanto nel ruolo di capitano che in quello di spalla.  
Arrivò esordiente appassionato e convinto alla Ciclisti Padovani, per seguire il fratello maggiore Pierluigi, già dilettante di un certo valore. Nel 1965 Franco si classificò 2° al Campionato Italiano Esordienti e l’anno seguente vinse il Campionato Italiano cronometro a squadre allievi (Coppa Adriana). Sempre tra gli allievi, rivinse nel 1967, il Campionato Italiano cronometro a squadre e finì 2° nel Tricolore della velocità su pista. Divenuto dilettante lasciò nel 1969 la Padovani per approdare assieme al fratello maggiore al Pedale Ravennate, squadra storica di riferimento per diversi veneti di valore. Ed il vistoso talento del ventenne Ongarato si vide tutto: in stagione 14 vittorie: tra queste il Trofeo Pizzoli, la classifica finale Trofeo del Tricolore, il Criterium Europa a Basilea e la Classifica del più alto punteggio d'Italia. Nel 1970, oltre ai piazzamenti al Milk Race in Inghilterra, vinse due tappe al Tour de Bulgarie, mentre nella stagione successiva si impose in due tappe della Corsa della Pace. Inoltre fu 3° nella Preolimpica di Monaco di Baviera. La Scic squadrone professionistico raggiunse un accordo con Franco per il ’72, ma il giovane padovano non poté darvi seguito, perché bloccato dalla FCI come probabile olimpico. Ed alle Olimpiadi di Monaco Ongarato andò: titolare nella prova su strada, dove si ritirò a verso fine corsa a giochi fatti, e fu riserva nella 100 km. Tra le vittorie dell’anno olimpico, da segnalare una tappa al Tour de l'Avenir e una tappa del Giro d'Italia dilettanti dove finì 7° nella Generale Finale, nonché primo nella Classifica a punti.
Passò professionista nel 1973 con la Dreher ed ottenne da subito alcuni buoni piazzamenti: nella Tirreno-Adriatico 3° a Tortoreto Lido, 3° ad Alba Adriatica e, sempre 3°, a S. Benedetto del Tronto; 8° alla Milano-Sanremo, 3° nella Sassari-Cagliari, 3° nella 9a tappa del Giro d'Italia (Carpegna-Alba Adriatica), 4° nella 17esima tappa del Giro d'Italia (Forte dei Marmi - Verona) e 5° nella 20esima tappa (Auronzo - Trieste). Chiuse il Giro al 113° posto.
Nel 1974 in maglia Filcas ottenne un 3° posto al Giro della Sardegna e un 8°, 6° e 4° al Giro delle Puglie. Disputò la sua ultima corsa l'11 maggio 1974, a Martina Franca, al Giro delle Puglie, dove finì appunto 4° classificato. In serata però, litigò con il presidente Filcas e pur essendo in ottima forma non partì per l'imminente Giro d'Italia, interrompendo l'attività: aveva in tasca un contratto di compromesso con la Magniflex, ma il 15 agosto facendo un tuffo in mare a Lignano Sabbiadoro si ruppe due vertebre, rimanendo paralizzato per un anno. Seguì un lento e parziale recupero, ma a 25 anni fu costretto a chiudere col ciclismo. Entrò nel mondo del tennis gestendo fino al 1994 il mitico "Tennis minigolf di Lignano Sabbiadoro", complesso sportivo con 6 campi in terra rossa, scoprendo un sistema di lavorazione, per avere sugli stessi, un drenaggio immediato dell'acqua dopo la pioggia. Diventò così uno stimati professionista nel ramo costruzione e rifacimento dei campi da tennis in terra rossa. Il motto della ditta, nella quale entrò successivamente anche il figlio maestro di tennis, era, ed è: "drenaggio garantito".

Hubert Opperman (Aus)
[Immagine: 16422374311325Opperman,Hubert.jpg]
Nato a Rochester (Australia) il 29 maggio 1904 e morto a Melbourne (Australia) il 18 aprile 1996. Fondista. Professionista dal 1922 al 1939 con 41 vittorie.
Il primo australiano che abbandonò le corse in patria, per giungere nel continente storico del ciclismo. Visti i risultati, si può dire che Hubert Opperman, non sia stato solo un pioniere del ciclismo australiano, ma un campione con una sua precisa dimensione e collocazione internazionale. Il primo viaggio dall'Australia all'Europa, lo compì nel '28. Appena giunto in Francia disputò, giungendo 8°, la Parigi-Rennes e fu 3° nella Parigi-Bruxelles. Mal spalleggiato e senza esperienza non figurò adeguatamente nel Tour de France. Fu poi la pista a dargli modo di fare sensazione: si aggiudicò infatti la Bol d'Or coprendo la distanza record di km 950,060 e lasciando gli avversari a distanze abissali: Mouton fu 2° a 106 giri, Hout 3° a 155, Sellier 4° a 155, Urango 5° a 498. Nel '31, si impose nella Parigi-Brest-Parigi, battendo in volata il belga Léon Louyet ed altri quattro corridori, correndo alla media di 24, 121 kmh. Fu un epilogo che non ha paragoni nella storia delle manifestazioni di durata. Ma nel suo curriculum, composto da una quarantina di vittorie, figurano pure quattro campionati nazionali, il Gran Premio di Victoria '27, il Giro di Tasmania '29, il Circuito Bourbonnais, in Francia, nel 1931 e il Memorial Bidlake, in Gran Bretagna, nel 1934. All'attivo della sua lunga carriera, anche una striscia di record non indifferente. Notevole quello delle 24 Ore con allenatore in moto, dove coprì la distanza di km 1384, all'incredibile media di km/h 57,669. Anche fuori dal ciclismo, fu una figura di spicco. Dopo aver combattuto sul fronte del Pacifico e in Asia Orientale, come pilota di caccia-bombardieri, nel '49 venne eletto deputato (lo fu fino al '67), ricoprendo gli incarichi di aggiunto del Primo Ministro, di Ministro dei Trasporti, poi del Lavoro e, infine, dell'Immigrazione. Finita la parentesi direttamente politica, si dedicò alla carriera diplomatica.

Daniel Van Ryckeghem (Bel)
[Immagine: 16844767261325VanRyckeghem,Daniel.jpg]
Nato a Meulebeke il 29 maggio 1945, deceduto a Meulebeke il 26 maggio 2008. Professionista dal 1966 al 1973, con 39 vittorie.
Coetaneo di Eddy Merckx, sembrò essere uno dei suoi avversari più accreditati nelle classiche, ma non esplose mai, anche se il suo curriculum è fitto di semiclassiche, nonché di tappe al Tour de France, a quello di Svizzera, ed altri di una certa importanza. Veloce, grintoso e dalla corporatura compatta, sapeva essere fortissimo quando lo sprint si dipanava su gruppetti e possedeva una buona tenuta sui muri, ma ebbe la sfortuna di incocciare in una grande generazione di corridori, non solo in Belgio. Oggi uno come Daniel Van Ryckeghem, sarebbe un signor corridore, un campione di prima grandezza nelle gare di un giorno. La sua, non fu una carriera molto lunga, già agli inizi degli anni settanta, quando si trasferì in Francia alla Sonolor, il suo calo, pur piazzandosi ancora, fu evidente, ed a soli 28 anni lasciò l'attività agonistica. Il resto della vita di Daniel, fu segnato dalla sfortuna. Danny, il suo unico figlio, a cui aveva dedicato tutto se stesso, morì per un tumore a soli 34 anni, dopo una lotta lunghissima. Daniel, non riuscì a superare il dolore e dopo tre anni, tre giorni prima del suo 63esimo compleanno, si suicidò.
Tutti i successi di Van Ryckeghem.
1966: GP Briek Schotte; 5a tappa Tour du Nord. 1967: GP Francoforte; Kuurne-Bruxelles-Kuurne; Attraverso il Bel-gio; Bruxelles-Ingooigem; 1a tappa Tour de Suisse; 2a, 5°, 8a tappa Volta Ciclista a Ca-talunya; 1a tappa Deux Jours de Bertrix; Criterium di Wortegem e Ruddervoorde. 1968: 3a tappa parte a (cronosquadre), 8a e 11a del Tour de France; 3a e 9a tappa del Tour de Suisse; 1a tappa Quattro Giorni di Dunkerque; Giro del Sud-Ovest; Criterium di Arras; Beernem, Gavere e Moorslede. 1969: Giro delle Fiandre Orientali; Leeuwse Pijl; 5a tap-pa Tour du Nord; Circuito delle Frontiere; GP di Hooglede (ciclocross); Criterium di Dein-ze. 1970: E3 Prijs Vlaanderen; Attraverso il Belgio; Putte-Kapellen; Circuito delle Sei Province; GP Elfstedenronde. 1971: GP d'Isbergues; Criterium di Ruiselede e Lokeren.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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[+] A 4 utenti piace il post di Morris
#2
Lo zoom di domani, 30 maggio, sarà l’ultimo, perlomeno per quanto mi riguarda. I corridori monitorati sono stati 480.
Vivo un difficilissimo momento e non ho quel giusto entusiasmo che fa superare le difficoltà.  La decisione era inevitabile, anche perché la rubrica è stata certamente una grande novità, ma pure un sonoro fallimento, come d’altronde dicono i numeri. In più, è stata terreno-pretesto per muovere quei troll che il web, in qualche modo, mi ha sempre donato.
 
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#3
Grazie Morris, in ogni caso
 
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#4
Forza Maurizio, speriamo che il brutto momento passi in fretta!
 
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#5
Spiace molto per il difficilissimo momento, spero vada meglio al più presto. 
Unitamente a questo, Maurizio, un grande grazie. Ci hai regalato molte belle pagine, una narrazione di uomini, oltre che ciclisti, che si intreccia profondamente con lo sport, la memoria e la vita. Pagine che grandi giornalisti e grandi narratori avrebbero letto volentieri. 
 
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#6
(29-05-2023, 10:08 PM)Morris Ha scritto: Lo zoom di domani, 30 maggio, sarà l’ultimo, perlomeno per quanto mi riguarda. I corridori monitorati sono stati 480.
Vivo un difficilissimo momento e non ho quel giusto entusiasmo che fa superare le difficoltà.  La decisione era inevitabile, anche perché la rubrica è stata certamente una grande novità, ma pure un sonoro fallimento, come d’altronde dicono i numeri. In più, è stata terreno-pretesto per muovere quei troll che il web, in qualche modo, mi ha sempre donato.

Almeno per me la rubrica è stata interessante, quindi grazie mille di tutti questi ritratti, e ti auguro soprattutto di superare in fretta e al meglio questo periodo!
 
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