Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Quante stagioni ad alto livello si possono fare?
#1
Sto riguardando in questi giorni gli scorsi Tour e mi sono chiesto diverse cose:

- Quante stagioni ad alto livello si possono fare?
- Quanto è realmente difficile arrivare al massimo della forma per i propri appuntamenti più importanti?
La cosa più naturale da pensare è che si cresca, si raggiunga il massimo della forma (26-29 anni per i GT, un paio di anni in più per le classiche e la crono) e poi si cali lentamente, però questo si vede realmente solo per una minoranza dei corridori.
Non dedico molta energia al ciclismo e quindi non ho in testa moltissimi esempi, ma sono sicuro che voi sapete aggiungere di più alla discussione.

Ad esempio Cancellara ha avuto una parabola di rendimento chiara, raggiungendo il suo picco verso il 2008-2013 per poi calare gradualmente. Boonen simile a lui.
Sagan da giovanissimo dava filo da torcere a Cancellara sul pavé, vinceva tappe con grande dislivello al Tour ed era fortissimo in volata, ora (almeno io) si sente parlare molto meno di lui.

Nelle corse a tappe anche la situazione non mi è chiara.

Ci sono ciclisti che hanno reso per quasi 10 anni ad altissimo livello, come Contador, Rodriguez o Valverde, diversi altri giovani che promettono bene e poi crollano (ovviamente il primo che mi viene in mente è Andy Schleck, però pensando ai vari Van Garderen, Aru, Gesink, Quintana, eccetera è in buona compagnia). Non so quanto gente come Cavendish o Kittel si possa inserire in questa categoria, anche perché hanno specialità diverse.
Altri maturano tardi, fanno prestazioni di rilievo e poi scompaiono (Wiggins, (Froome), Thomas, Cobo, Horner, anche se su alcuni di loro avrei i miei dubbi...). Nibali ha dominato un Tour ed è scoppiato alla prima salita del Tour successivo.

Gente che fa 10 anni ad altissimo livello è più l'eccezione che la regola, perché?
 
Rispondi
#2
Oggi, per ovvi motivi, è più facile rimanere ad alti livelli a lungo.

Ad ogni modo, grande longevi, come Bartali, Poulidor e Zoetemelk, ci sono stati anche in passato.

Dopodiché, ogni atleta ha un orologio biologico differente, delle priorità differenti e una passione differente per questo sport.

Quelli che citi come atleti declinati presto sono tutti casi differenti:

- Quintana, per la verità, deve ancora iniziare il declino, dopo una doppia operazione alle ginocchia, si è ripreso del tutto e in quest'inizio di stagione si è espresso su livelli altissimi;
- Gesink è un caso di coperta corta. Corridore fatto e finito a vent'anni, hanno provato a farlo migliorare a crono, ma, per farlo, hanno toccato equilibri delicati e lo hanno indebolito in salita. Poi millemila infortuni gli hanno dato il colpo di grazia. Ad ogni modo, ha saputo reinventarsi ottimo gregario ed è stato un fedelissimo di Roglic in questi ultimi anni. Non solo per quello che dà sulla strada, ma anche per quello che dà giù dalla bici. Non è assolutamente paragonabile a gente che si è ritirata a trent'anni.
- Aru coperta ancor più corta e gestito male durante gli anni in cui andava forte. Peraltro corridore a cui non sorrideva l'evoluzione che sta avendo il ciclismo. Era fragile già nel periodo 2014-2017, dopo ha semplicemente smesso di avere le tre settimane nelle gambe;
- Andy Schleck non amava quello che faceva. Dopo le prime batoste, ha staccato di testa;
- Van Garderen era, molto banalmente, scarso.

Wiggins, Thomas, Horner vabbé.

Cobo era un discontinuo che ha reso veramente solo in un contesto.

Comunque, al giorno d'oggi, direi che farsi almeno dieci anni di prime è la normalità.

Contador, Nibali, Quintana sono buoni esempi.

Froome non ci è andato lontano e, magari, senza infortunio ci arrivava.
 
Rispondi


[+] A 1 utente piace il post di Luciano Pagliarini
#3
Comunque, una cosa da notare, è che diversi dei nomi che fa Max arrivano da contesti giovanili di un certo tipo.

Van Garderen addirittura unisce USA cycling e Rabo CT. Auguri.

Diciamo che tra USA, Paesi Bassi, Italia, Gran Bretagna, Germania c'era gente che pensava di avere la ricetta del corridore perfetto.

E, invece, costruivano gente limitata che sapeva fare bene poche cose.

Gente che nella migliore delle ipotesi fa la carriera di Aru e nella peggiore quella di Dombrowski o, addirittura, di Silvio Herklotz.

Questi fisici, tratteggiati per essere competitivi solamente su sforzi contenuti in salita, su un piano teorico, probabilmente, funzionano pure. Poi, però, c'è quello pratico.

Nel ciclismo reale il gruppo non va, necessariamente, a ritmi blandi fino all'ultima salita di giornata. Anzi, al giorno d'oggi, sempre più spesso, nelle tappe di montagna i corridori si fanno le prime due ore di gara a medie altissime. E là, mentre Roglic e Pogacar, che sono più "grossi" dei loro predecessori, consumano il giusto, un Aru spreca troppo e quelle energie non le ritrova più.

Uno Hugh Carthy può vincere sull'Angliru, ma può anche ritirarsi dopo una settimana di Vuelta, con la lingua di fuori, perché il gruppo si è fatto tutte le tappe pancia a terra.

E, chiaramente, quando sei così fragile fisicamente, rischi di spremerti molto in fretta (vedi Aru).

Froome è stata l'eccezione, ma è stata l'eccezione anche perché, la sua squadra e i suoi avversari, gli hanno permesso di esserlo.
 
Rispondi


[+] A 4 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
#4
Secondo me la grande discriminante tra fare 2/3 anni al massimo o rimanere sulla cresta dell'onda per 10 anni è la testa e la fame agonistica. 
Non è un caso che corridori longevi come Valverde o Cancellara hanno sempre dimostrato un certo tipo di testa, e almeno per quello che si vede da fuori hanno sempre dato il 110% in allenamento. 

Cavendish nel 2019/2020 a soli 34 anni sembrava un corridore più che finito, in due anni è entrato si e no 4 volte in top 10.Oltre a qualche problema fisico imho l'ambiente non era quello giusto e probabilmente mancava di motivazioni, infatti ritorna in Quick Step e trova un ambiente nel quale si esalta e porta a casa 10 vittorie.

Secondo me invece uno come Van Garderen (come dice Paglia corridore con mille limiti) quando era giovane e promettente aveva quella fame agonistica e quella voglia di dare il massimo per esplodere. Poi una volta capiti i suoi limiti probabilmente ha perso un po' di quella fame e si è accontentato di essere un buon mestierante. 

Come in tanti ambiti della vita, quando si raggiungono certi obbiettivi per molti è difficile mantenere alte le motivazioni.
Poi è ovvio che c'è anche un grandissimo fattore biologico e/o di crescita (senza dimenticare gli infortuni), i vari Herklotz anche se avessero avuto una testa alla "Valverde" non sarebbero andati troppo lontani, al massimo avrebbero potuto essere onesti pedalatori.
 
Rispondi


[+] A 2 utenti piace il post di Jussi Veikkanen
#5
Credo che per stare ad alti livelli servano gambe ma soprattutto testa.........poi c'e' chi riesce a fare 5 anni ad alto livello chi 20 come Valverde.
 
Rispondi
#6
Non sono d'accordo Jan, secondo me si può stare ad alti livelli anche senza gambe e testa.
 
Rispondi
#7
Paglia scrivi che per ovvi motivi oggi è più facile rimanere ad alti livelli s lungo e lo condivido. Però non pensi che oggi rispetto a qualche decennio fa l'esasperazione della preparazione abbia livellato i valori ? per cui il corridore di talento abbia più difficoltà a dominare quando la condizione atletica cala anche magari solo leggermente.
 
Rispondi
#8
Nope.

Vedi Pogacar o Roglic.
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)