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Rankings (versione extra sport)
#1
Il topic per fare tutti i ranking che volete (tranne quelli sportivi obv).

Parto io col ranking che tutti aspettavano: IL RANKING DELLE SERIE DEI POWER RANGERS.

22) POWER RANGERS MEGAFORCE

L'ho vista tutta e non mi ricordo nulla. Credo che sia abbastanza per metterla all'ultimo posto. La cosa brutta è che è la serie che doveva celebrare i vent'anni del brand e partorirono una mega schifezza.

21) POWER RANGERS SAMURAI

Qua, invece, ho visto un paio di episodi e mi sono annoiato così tanto da lasciar perdere subito.

20) POWER RANGERS OPERATION OVERDRIVE

Vedi posizione 21.

19) POWER RANGERS JUNGLE FURY

A questa ho dato fiducia, perché le premesse erano interessanti, ma si è rivelata così piatta che non l'ho finita. Una cosa ricordo con precisione di Jungle Fury: non succede mai niente.

18) POWER RANGERS NINJA STORM

Generalmente è considerata una buona serie, ma io ho un'idiosincrasia nei confronti di Ninja Storm. E' la prima serie della Disney, arriva pochissimi anni dopo il ciclo delle migliori serie dei Power Rangers e propone un cambio di atmosfere troppo drastico. La odiai da ragazzino e non l'ho mai voluta recuperare. I personaggi sono abbastanza anonimi, anzi oserei dire pure antipatici, il cattivo scompare di fronte ai suoi predecessori e non c'è un ciclo di episodi memorabile o, almeno, innovativo. Se si pensa, poi, a quelle che erano le idee di Saban per questa serie (una sorta di Civil War).....ecco male male.

17) POWER RANGERS MYSTIC FORCE

Cattivi dimenticabili, protagonisti tristemente anonimi (si salva solo il verde)....la serie si salva perché c'è un ganzissimo ranger viola, inizialmente cattivo, di nome Koragg, il quale può pure fondersi col suo cavallo per diventare un centauro (vabbé, tanta roba). Più avanti nella serie si scoprirà che è pure il padre del red ranger. Per il suo background hanno preso a piene mani dalla sua controparte di Super Sentai, ma ne è venuta fuori una roba figa che, quantomeno, regala un pizzico di originalità in più a questa serie.

16) POWER RANGERS NINJA STEEL

Non l'ho vista tutta, ma quel che ho visto non mi è dispiaciuto. Cattivi un po' debolucci, però.

15) POWER RANGERS MIGHTY MORPHIN SEASON II

La più anonima delle tre stagioni della serie originale. In realtà parte benissimo perché il primo Lord Zedd è un cattivo che spacca un fracco. Poi, però, lo hanno dovuto edulcorare perché era un cattivo un po' troppo aspro per una serie per bambini. Col rincoglionimento di Zedd, gli episodi diventano tutti uguali.

14) POWER RANGERS TURBO

Okay il ranger bambino non si può vedere. Okay è basata su una serie parodia di Super Sentai. Okay è una serie di transizione. Però lega bene le serie precedenti al capolavoro che viene dopo e il ricambio generazionale è stato fatto bene. E poi è stata la prima serie che ho visto da bambino, per cui le sono particolarmente legato (e ha una sigla che spacca).

13) POWER RANGERS BEAST MORPHER

La prima serie Hasbro, ho visto solo alcuni episodi e mi erano piaciuti. Vedo che è molto apprezzata, per cui immagino che se la vedessi tutta, la metterei più su.

12) POWER RANGERS DINO THUNDER

Mighty Morphin in salsa Disney. Ha il suo "Green with evil" e c'è pure il ritorno di Tommy Oliver (che a neanche trent'anni fa il prof di storia all'università Applausi ). Con la nostalgia non si sbaglia mai e un bel ritorno al passato, dopo Ninja Storm, ci stava. Diciamo che ha il difetto, però, di non essere nulla di nuovo.

11) POWER RANGERS DINO CHARGE

Miglior serie Neo Saban. Party di dieci rangers gestito abbastanza bene, anche se sarebbe servita qualche donna in più. Storia semplice e lineare che si lascia guardare. Heckyl/Snide è uno dei cattivi di maggior spessore del post epoca d'oro.

10) POWER RANGERS LIGHTSPEED RESCUE

Lost Galaxy è stata la prima serie del post ciclo Zordon, ma in realtà ne era comunque un prolungamento, mentre Lightspeed Rescue è, a tutti gli effetti, la serie di rottura con lo storico filone dei Power Rangers. Al contrario di Lost Galaxy, non presenta alcun elemento delle serie dell'era Zordon e, pur essendo, fondamentalmente, una serie basica, è rivoluzionaria su diversi piccoli aspetti. C'è anche una versione di "Green with evil" tutta made in USA con l'introduzione del primo e unico ranger che non arriva dai Super Sentai. E' molto interessante, inoltre, anche il modo in cui vengono gestiti i rapporti tra i vari cattivi. Soffre un po' il fatto che il cast non sia fortissimo, se paragonato a quelli venuti prima e immediatamente dopo. Però, nel complesso, una serie che scorre senza annoiare.

9) POWER RANGERS MIGHTY MORPHIN SEASON I

Ancora non si è capito come una serie low low budget, che univa spezzoni insulsi di vita di cinque adolescenti che facevano sempre le stesse cose con spezzoni di una serie giapponese dove tizi in spandex si menano con mostroni di gomma (e poi questi mostroni diventano giganti e allora ecco IL MEGAZORD), abbia avuto un successo planetario e ancora oggi, quasi trent'anni dopo, continui a essere prodotta. Generalmente serie o videogiochi low budget che sfondano non hanno nel primo capitolo il loro punto di forza. Si pensi, ad esempio, in ambito videoludico, a Final Fantasy o a Pokemon. Ed effettivamente i primi episodi di Power Rangers Mighty Morphin non sono nulla di che. Se non fosse che evidentemente era il momento giusto per proporre a bimbi e ragazzi dei tizi in spandex che menano dei mostroni di gomma, oggi parleremo di PR come di una serie super cringe tipo The Lady. Poi, però, al diciassettesimo episodio BAM......"Green with Evil". Il miglior ciclo di episodi nella storia dei Power Rangers insieme a Countdown to Destruction. Una roba che non sembra c'entrare nulla con quanto visto prima e, infatti, hanno preso a piene mani dalla serie originale dei Super Sentai.

8) POWER RANGERS SPD

La Disney dà il meglio di sé quando non deve ambientare le sue serie nel presente dei Power Rangers. Questa è ambientata nel futuro (2025, quando umani e alieni vivranno insieme sulla terra Sweat) e i primi episodi sono davvero di alto livello. Il cast viene introdotto in modo perfetto ed è subito chiaro che si tratti di uno dei migliori dell'epoca Disney. Pian piano, però, la serie inizia a perdere colpi e va in calando prima dell'ovvia ripresa nel finale. A rovinare il tutto, peraltro, troviamo il fatto che il settimo ranger, che viene dal futuro, è una palla di luce perché non hanno voluto assumere un attore in più (cazzo, una palla di luce  Facepalm ).

7) POWER RANGERS WILD FORCE

Questa serie, invece, parte un po' tra lo sticazzi generale e il cast principale è parecchio anonimo. Tutto cambia, però, con l'introduzione di uno dei migliori personaggi della storia dei Power Rangers: Zen-Aku. Il ciclo di episodi che riguarda Zen-Aku è il migliore tra i millemila ispirati a "Green with Evil". Anche perché qua non parliamo del solito ranger controllato dai cattivi, ma di uno che per sconfiggere il cattivo principale della serie, 2000 anni prima dell'epoca in cui essa è ambientata, si è dovuto a sua volta trasformare in un mostro. Dopo Zen-Aku, Wild Force prosegue bene grazie soprattutto al team-up coi Time Force, miglior team-up insieme a quello tra In Space e Lost Galaxy, e a un cattivo fantastico quale Master Org. E poi c'è "Forever Red" che ha sempre il suo perché.

6) POWER RANGERS MIGHTY MORPHIN SEASON III

La serie migliore per quanto concerne i Mighty Morphin. I rangers vengono sconfitti a più riprese e la sostituzione di Kimberly con Kat viene gestita in modo perfetto. Le prime due serie avevano molti filler e pochi grandi momenti ("Green with Evil" e l'arrivo di Zedd); questo, invece, è il primo vero capitolo in cui si inizia a sviluppare l'intero universo narrativo dei Power Rangers.

5) POWER RANGERS ZEO

E' considerata la season IV di Mighty Morphin e i rangers hanno dei costumi fighissimi imho. I personaggi vengono sviluppati in modo ottimo, ma la serie ha un punto debole: gli antagonisti. Il Machine Empire fa veramente schifo, è ridicolo e anonimo. La cosa positiva è che hanno imparato la lezione e hanno smesso, nei successivi capitoli, di usare come antagonisti principali quelli delle serie Super Sentai (non oso immaginare Lost Galaxy con Captain Mutiny al posto di Trakeena).

4) POWER RANGERS RPM

Da questo punto in poi non parliamo più di serie TV su tizi in spandex che menano mostroni di gomma che si lasciano guardare. Parliamo di serie effettivamente belle. Questa è l'ultima serie Disney ed è ambientata in un'altra dimensione, dove il mondo è stato conquistato da un virus informatico e i pochi umani ancora in vita vivono nell'unica città rimasta. Ancora una volta, Disney sforna un buon prodotto quando può ignorare sensatamente la continuity. L'atmosfera particolarmente dark fa indubbiamente molto e la mega citazione a In Space non può che essere gradita.

3) POWER RANGERS LOST GALAXY

Come detto in precedenza, pur essendo ufficialmente la prima serie post ciclo di Zordon, Lost Galaxy ne è, in realtà, un prolungamento. D'altronde ci sono Alpha, Bulk&Skull e l'astronave dei Power Rangers In Space. Con un espediente degno di nota, cioè ambientare la serie su una colonia spaziale, sono riusciti ad aggirare il finale decisamente chiuso di In Space. Il cast è indubbiamente buono, soprattutto Leo è un Red Rangers coi controspalloni (forse il più forte di tutti dato che, a memoria, è l'unico che batte l'antagonista principale da solo) e riesce a sopportare bene l'eredità di Andros. Il vero punto di forza della serie, però, sono gli altri personaggi. Le crescita di Trakeena, da figlia viziata del tiranno spaziale di turno a pazza psicopatica in cerca di vendetta, è stata gestita benissimo ed è uno dei migliori lavori fatti con un cattivo nella storia dei Power Rangers (anche perché a memoria è l'unico cattivo, nella storia del brand, che diventa più cattivo col passare degli episodi). Deviot è uno dei personaggi più malvagi, subdoli e odiosi mai apparsi e svolge il suo compito in modo sublime. E poi c'è il primo Magna Defender che rappresenta il primo vero e proprio antieroe della serie e tra il suo background e il suo sacrificio si eleva a personaggio indimenticabile. A margine, non si può non sottolineare come i due episodi in cui i Lost Galaxy fanno squadra con gli In Space siano tantissima roba e la morte della prima pink ranger è una scelta tanto coraggiosa quanto riuscita. Poi la sostituiscono con la fu Astronema, dunque cadono pure in piedi.

2) POWER RANGERS TIME FORCE

E' la serie che assomiglia di più alla sua controparte Super Sentai con quelle due/tre aggiunte che la rendono unica. Tocca temi particolarmente delicati, su tutti il razzismo, è presenta un cattivo semplicemente pazzesco quale Ransik. Wes e Jen sono due personaggi di grandissimo spessore, Eric è un antieroe incredibilmente riuscito, ma Ransik più di ogni altro eleva la serie a vette altissime. Ransik è il primo mutante nonché il più forte di tutti i mutanti (e probabilmente il più forte personaggio nella storia dei Power Rangers, d'altronde pure dei Power Rangers che dispongono della tecnologia del 3000 non lo battono mai, anzi), sa teletrasportarsi, spara fulmini e le sue ossa si trasformano in spade (no dico, LE SUE OSSA SI TRASFORMANO IN SPADE). Però ha anche un punto debole: soffre di una malattia causata da un veleno che scorre nel suo corpo, il quale gli fu iniettato da un altro mutante che lo morse, e per vivere ha bisogno di prendere, ogni tot, un siero che è stato prodotto da un dottore che lui stesso ha ucciso (in realtà il dottore si è salvato trasformandosi nel robot Frax e ora lavora proprio agli ordini di Ransik, il quale è ignaro di tutto ciò, programmando, però, di sfruttare un suo momento di debolezza per ucciderlo). Ransik non nasce malvagio, ma è un mutante che vive in un'epoca in cui l'uomo ha trovato il modo di creare bambini geneticamente perfetti. Gli umani lo hanno sempre emarginato e schifato e questo lo ha portato ad odiarli. Nel 3000 Ransik è un super criminale, l'unico che la Time Force non è riuscita a catturare. E', però, praticamente rimasto da solo contro la Time Force e sa che, prima o poi, perderà poiché loro sono in nettissima superiorità numerica. Allora, e qua vediamo che è anche tremendamente intelligente, si fa catturare di proposito, evade, ruba la tecnologia della Time Force, ammazza il red ranger del 3000 e scappa nel 2001 per poter fare i suoi porci comodi nel passato. Ransik vuole bene solamente a una persona, sua figlia Nadira, e sarà proprio tramite lei che i rangers riusciranno a fermarlo. Gli antagonisti principali dei Power Rangers, negli anni, si sono evoluti in mostri super deformed e in mostroni di gomma pure piuttosto ridicoli. A cavallo tra i due millenni, invece, sono stati sfornati diversi cattivi fatti effettivamente bene, sia tra gli umanoidi (Master Org, Astronema, Trakeena) che tra i gommosi (Deviot, Ecliptor, Darkonda, gli Psycho Rangers). Tra questi Ransik è il top del top. Diciamo che se avessero fatto una serie coi soli Jen, Wes, Eric, Ransik e Frax sarebbe bastato dato il modo certosino in cui hanno tratteggiato questi personaggi.


1) POWER RANGERS IN SPACE

Quando è stata scritta la trama di In Space, si pensava che questa, dato il flop di Turbo, sarebbe stata l'ultima serie dei Power Rangers. In pratica se ne sono fregati di tutto e di tutti, non hanno pensato troppo al loro target primario, e hanno buttato giù la storia che avevano in mente senza troppi fronzoli. Ne è uscito Star Wars in salsa Power Rangers. Il fatto, poi, che i ragazzini che guardavano i Power Rangers stessero crescendo (MMPR season 1 è del '93, in Space del '98) ha fatto sì che, alla fine, il proporre tematiche più mature si sia rivelata una decisione vincente. La cosa divertente è che In Space ha un villain super deformed cattivo cattivissimo che fa cose cattive perché è cattivo. Ma viene usato solo per fini di trama e viene ucciso dai suoi stessi sottoposti. Astronema, Ecliptor e Darkonda (un folle con nove vite e un foglio dove si segna le vite che perde, che concept geniale) sono un trio che si completa a meraviglia. Gli Psyco Rangers, nella loro semplicità, sono terribilmente riusciti (e spaventosi!). Andros è IL Red Rangers e poi, vabbé, che colpo di scena scoprire che l'antagonista principale è sua sorella. E la battaglia finale è davvero troppa roba. L'epilogo è epico e malinconico allo stesso tempo: Andros, per salvare l'universo, si vede costretto a fare un sacrificio enorme. Impossibile trovare un punto debole a In Space, semplicemente una serie che ha lasciato il segno nell'infanzia di un sacco di persone nate nei '90s.

Ma poi la sigla italiana che roba pazzesca che era:



 
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#2
Ranking dei film di Quentin Tarantino (escludo L'uomo di Hollywood, l'episodio di Four Rooms che mi riesce difficile giudicare rispetto agli altri e probabilmente starebbe in fondo). Non mi dilungo troppo in dettagli per evitare spoiler.

10) Death Proof
Non avendo lo stesso background cinematografico di Tarantino mi riesce difficile apprezzare questo film sorvolando su una sceneggiatura debolissima e su personaggi dimenticabili. La seconda metà del film è praticamente identica alla prima con esito finale diverso mentre il personaggio di Stuntman Mike svetta più per la pochezza degli altri che per meriti propri. Anche questo fa parte di un progetto più ampio e personalmente preferisco Planet Terror di Robert Rodriguez.

9) C'era una volta a Hollywood
Terzo capitolo della trilogia di rivisitazione storica messa in piedi da Tarantino, il più debole dei tre ma trovo che ci sia un notevole stacco rispetto al film che chiude questa classifica. Non è uno dei lavori meglio riusciti di Tarantino, in particolare per una mancanza di dialoghi in certe parti del film, dialoghi che sono invece uno dei punti forti delle sue produzioni. Però fotografia e montaggio rispecchiano benissimo l'ambientazione, le performance attoriali sono ottime e il finale, totalmente in controtendenza con il resto della pellicola, è una "pera di ginseng" (cit.) che non lascia indifferenti.

8) Kill Bill Vol. 2
Trovo che il volume 2 sia sensibilmente inferiore al volume 1 nonostante strizzi l'occhio allo spaghetti western ed in generale ad una filmografia più affine a quelli che sono i miei gusti. Il massacro iniziale è uno dei punti più alti dei due Kill Bill ma non sono mai stato un grande fan della parte finale e del famoso monologo su Superman. Mentre molti altri film di Tarantino sono un "crescendo" questo nel finale cala e per questo preferisco altro.

7) Django Unchained
Quasi capolavoro per metà/tre quarti di film ma poi anche questo, ai miei occhi, ha un calo nel finale quando a prendere il proscenio è Jamie Foxx, bravissimo (da guardare in lingua originale per apprezzare l'evoluzione "linguistica" del personaggio) ma che non ha lo stesso carisma di uno straordinario Di Caprio, di un Waltz e forse neanche di Samuel L. Jackson.

6) Jackie Brown
Altro omaggio di Tarantino ad un certo tipo di filmografia che conosco pochissimo ma che in questa sua rivisitazione funziona tantissimo. Grande merito del valore della pellicola va sicuramente al soggetto di Elmore Leonard ma poi è Tarantino che va a scegliere gli attori giusti per i personaggi giusti e da questo punto di vista è uno dei suoi lavori migliori: spicca De Niro ma tutti i personaggi principali sono memorabili. Tarantino è accusato di essere misogino e razzista nonostante abbia girato un film con protagonista una donna afroamericana.

5) Kill Bill Vol. 1
La miglior Uma Thurman di sempre, senza alcun dubbio. Sono un fan soprattutto del Tarantino dei dialoghi più che di quello action ma in questo caso è tutto fatto talmente bene che lo premio rispetto alla seconda parte. Primo film di Tarantino che io abbia visto al cinema.

4) The Hateful Eight
A proposito di dialoghi, un film di più due ore ambientato quasi interamente in una singola stanza non può che avere dei dialoghi che tengono botta e questo è proprio il caso. Mi spiace tantissimo lasciarlo fuori dal podio ma qui inizia un quartetto incredibile in cui mi risulta difficile trovare difetti.

3) Le iene
Discorso simile a quello fatto per il film precedente, un budget ridotto (che sarebbe stato quasi nullo se quel genio di Harvey Keitel non avesse creduto nelle potenzialità del film finanziando il progetto) per un eccezionale gangster movie in cui i dialoghi sono il fulcro dell'intera pellicola. Pone le basi per l'intera filmografia con alcune caratteristiche che diventeranno ricorrenti (certe inquadrature, la struttura a flashback, ecc.).

2) Bastardi senza gloria
Si può prendere uno sconosciuto attore dalla televisione austriaca (con addirittura apparizioni ne "Il commissario Rex" e "L'ispettore Derrick"!) e fargli vincere un Oscar? A quanto pare sì visto che è proprio quello che succede in questo film con uno dei personaggi più incredibili della filmografia tarantiniana. Si può rendere incredibilmente verosimile un film in cui un gruppo di "criminali" capeggiati da Brad Pitt vanno in giro ad uccidere nazisti mentre in un cinema gestito da una ragazzina francese viene organizzato un attentato ad Hitler? A quanto pare sì visto che è esattamente quello che succede in questo film eccezionale.

1) Pulp Fiction
Scontata, scontatissima ma non potevo fare in altro modo. Semplicemente un capolavoro assoluto sotto qualunque punto di vista, non riesco a spiegarmi come sia possibile che alcuni personaggi che appaiono per, boh, due minuti al massimo, rimangano scolpiti nella memoria. Una marea di battute memorabili, alcuni dialoghi totalmente surreali indimenticabili. E poi "Ezechiele 25, 17". Da vedere e rivedere e ririvedere, ogni volta si possono scoprire particolari nuovi.
 
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#3
Se Kill Bill vol 2 è solo l'ottavo migliore figuriamoci gli altri Asd anche Death proof lo riguardo sempre con estremo piacere ed è il decimo ahahah

comunque tutto abbastanza condivisibile anche se io Le Iene lo metterei alla 1b o al limite alla 2
 
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#4
Sì, è un ranking molto personale e tolta la prima e l'ultima le altre sono state abbastanza combattute.

Ho voluto premiare particolarmente Jackie Brown perché è generalmente quello meno conosciuto.
 
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#5
Classifica delle migliori serie il cui primo capitolo si apre con Ain't no rest for the wicked dei Cage the Elephant

2) LUCIFER
1) BORDERLANDS
 
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#6
Siamo vicini all'evento dell'anno e quindi ecco il ranking che tutti si aspettavano, quello per cui questo topic è nato, il ranking delle canzoni che hanno vinto il Festival di Sanremo. Ed intendo proprio TUTTE e 71 le canzoni.

Ogni opinione è puramente personale ovviamente (spoiler: "Nel blu dipinto di blu" mi ha rotto il cazzo) e qualcuno potrebbe storcere il naso ma, parafrasando un noto politico italiano, chi non condivide questa classifica si faccia il suo ranking e vediamo quanti mi piace prende.

71) Povia - Vorrei avere il becco (2006)
Non potevo non aprire questa classifica con una delle personalità più incredibili della storia della musica italiana, partito come cantautore impegnato e ora finito a fare i video su Youtube riguardo il piano Kalergi. Quel "prr" per rappresentare il verso del piccione è l'apoteosi del trash, relegarlo ad una posizione leggermente più alta sarebbe stato ingiusto, trovo più degno l'ultimo posto. Tra l'altro vinse un Festival di livello angosciante.

70) Domenico Modugno - Dio come ti amo (1966)
Cosa si erano fumati 56 anni fa per far vincere questa maledetta lagna invece che "Nessuno mi può giudicare" o "Il ragazzo della via Gluck"? Noiosissima.

69) Claudio Villa - Buongiorno tristezza (1955)
Altra canzone decisamente "entusiasmante" però undici anni prima rispetto a "Dio come ti amo" questo stile era la norma quindi il fatto che abbia vinto è più giustificabile. Il titolo fa già intuire di che tipo di canzone si tratti.

68) Carla Boni - Viale d'autunno (1953)
Un altro tuffo nella modernità, passiamo oltre.

67) Claudio Villa - Corde della mia chitarra (1957)
"Corde della mia chitarra, perché vi fermate?" Te lo dico io, caro il mio reuccio Claudio: perché sei lentissimo a cantare, ecco perché.

66) Nilla Pizzi - Vola colomba (1952)
Questa, per motivi a me ignoti, è rimasta più famosa di molte altre di quel periodo. Perlomeno, rispetto alle precedenti, non ti fa venire voglia di suicidarti.

65) Gino Latilla - Tutte le mamme (1954)
Stesso commento di "Vola colomba", passiamo oltre.

64) Nilla Pizzi - Grazie dei fiori (1951)
Le posizioni dalla 69 a questa avrei potuto metterle in un ordine qualsiasi, premio questa rispetto alle altre semplicemente per il valore storico perché è tutto iniziato da qui.

63) Franca Raimondi - Aprite le finestre (1956)
Altro motivetto allegro per una canzone che, ovviamente, trasuda vecchiaia. Nel mio cuore ha un posto speciale perché la canticchiava mia nonna quando stendeva i panni.

62) Valerio Scanu - Per tutte le volte che (2010)
"A far l'amore in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi", devo aggiungere altro? Sì, aggiungo che al secondo posto si piazzarono Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici, facendo indignare l'orchestra che reagì con il leggendario lancio degli spartiti.

61) Sergio Endrigo - Canzone per te (1968)
Altra canzone noiosa in un Sanremo che ne è abbastanza pieno, avrei premiato "La tramontana" di Antoine o "Deborah" di Fausto Leali giusto per distaccarsi un po', di sicuro niente di memorabile in ogni caso.

60) Marco Carta - La forza mia (2009)
Uno dei peggiori Festival di sempre, quindi il vincitore non ha rubato nulla (perlomeno non in quell'occasione, scusate ma la battuta cogliona dovevo farla). Poco da dire, la sua vittoria era scontata già quando annunciato Maria De Filippi come ospite dell'ultima serata.

59) Domenico Modugno - Addio... addio (1962)
Non siamo ai livelli di "Dio come ti amo" ma anche in questo caso non proprio il pezzo più memorabile della storia. Per carità, il festival non è proprio il regno della modernità o dell'entusiasmo però si può fare decisamente meglio, anche in quegli anni e anche mantenendosi su melodie lente.

58) Gilda - Ragazza del sud (1975)
Sarebbe risultata vecchia già 10 anni prima, sembra una di quelle canzoni ballate alle sagre. Non si trova nulla di interessante anche perché, per una gestione organizzativa terribile, si tratta della peggior edizione di sempre.

57) Betty Curtis - Al di là (1961)
Un'altra canzone che si rifà più al passato che al futuro, classica canzone sanremese da primi anni '60. Ignorate "24mila baci" e "Le mille bolle blu", non due capolavori ma sicuramente più meritevoli.

56) Bobby Solo - Se piangi, se ridi (1965)
Semplicemente una compensazione perché l'anno prima, avendo cantato in playback "Una lacrima sul viso".

55) Mino Vergnaghi - Amare (1979)
Probabilmente la canzone vincitrice di Sanremo meno famosa di sempre, assolutamente dimenticabile in un'edizione che globalmente non presentava nessun pezzo degno di nota.

54) Peppino Di Capri - Non lo faccio più (1976)
Gli anni 70, un periodo meraviglioso per Sanremo, c'è davvero poco da segnalare.

53) Piccola Orchestra Avion Travel - Sentimento (2000)
Ci sono "La tua ragazza sempre" di Irene Grandi, "Tutti i miei sbagli" dei Subsonica, "Replay" di Samuele Bersani e "Il timido ubriaco" di Max Gazzè e quella cazzo di giuria di qualità (la qualità ci ha rotto il cazzo, viva la merda!) decide di premiare questi qui. E nonostante questo io continuo a seguire il Festival...

52) Iva Zanicchi - Non pensare a me (1967)
Anche se oggi Iva Zanicchi è ricordata principalmente per il siparietto della cagata in diretta non va dimenticato che aveva una gran voce e questo pezzo lo dimostra, peccato che non sia granché. Nel Festival ricordato principalmente per il suicidio di Tenco dopo l'esclusione di "Ciao amore ciao" in realtà per me quelli che possono recriminare sono I Giganti che avevano portato "Proposta", una delle mie canzoni sanremesi preferite di sempre (e sono serio).

51) Iva Zanicchi - Ciao cara come stai? (1974)
Come prima, lei è bravissima ma la canzone è quello che è. Alle sue spalle però non c'è veramente nulla.

50) Giò Di Tonno e Lola Ponce - Colpo di fulmine (2008)
A distanza di anni ancora mi chiedo come sia stata possibile questa vittoria (per quanto tanti cuori per Lola Ponce). Ma soprattutto c'è "Il solito sesso" di Max Gazzè in un'anonima 12esima posizione, probabilmente l'avrei messo più su del 12esimo posto in questa classifica se avesse vinto.

49) Alexia - Per dire di no (2003)
La canzone di Alexia che non si ricorda nessuno e probabilmente c'è anche un motivo, canzone troppo piatta soprattutto rispetto allo stile di Alexia del periodo, come ad esempio "Dimmi come" dell'anno precedente. Non un Festival particolarmente memorabile ma "Tutto quello che un uomo" di Cammariere avrebbe meritato di più, da segnalare anche gli Eiffel 65 con "Quelli che non hanno età", totalmente fuori contesto e proprio per questo meravigliosi.

48) Matia Bazar - Messaggio d'amore (2002)
Canzone da balera che non si capisce bene come abbia fatto a vincere Sanremo se non per la voce di Silvia Mezzanotte.

47) Tony Dallara - Romantica (1960)
Porterò sempre rispetto a Tony Dallara perché è una delle prime fonti di ispirazione di Stefano Belisari, diventato poi famoso con il nome di Elio.

46) Annalisa Minetti - Senza te o con te (1998)
Brava è brava ma la canzone è una banalissima canzone sanremese senza alcun acuto. Ci sono tutti gli anni, quelle canzoni che stazionano nelle posizioni di media classifica, ma non meritava di vincere un Sanremo non particolarmente entusiasmante tolto un mio pallino, "Sempre" di Lisa.

45) Il Volo - Grande amore (2015)
Mai, mai, mai piaciuti, c'è poco da fare. Saranno anche bravi ma mi fanno venire il latte alle ginocchia, malus perché in quel Sanremo c'era "Una finestra tra le stelle", mia canzone preferita di Annalisa.

44) Toto Cutugno - Solo noi (1980)
Prima di abbonarsi al secondo posto il buon Toto la sua vittoria l'aveva ottenuta. Canzone classica di Toto Cutugno, la mia personale vincitrice di quell'anno è "Contessa" dei Decibel.

43) Ricchi e Poveri - Se m'innamoro (1985)
Unica canzone dei Ricchi e Poveri che non è diventata un coro da stadio. Mi turba parecchio il penultimo posto di "Donne" di Zucchero.

42) Al Bano e Romina Power - Ci sarà (1984)
Romina Power la metto solo per onor di firma perché obiettivamente all'interno di una canzone con Albano la sua voce è praticamente inutile.

41) Homo Sapiens - Bella da morire (1977)
Il festival dei gruppi, unica volta in cui tre gruppi sono saliti sul podio del Festival. Il ritornello è rimasto famoso, è l'unica canzone conosciuta degli Homo Sapiens, di un Sanremo abbastanza dimenticabile.

40) Francesco Renga - Angelo (2005)
Non sono un grande fan di Renga, in quel Sanremo lì c'è l'idolo Meneguzzi con "Non capiva che l'amavo" (la sua canzone più famosa?) e uno stranissimo (soprattutto a vederlo oggi) ultimo posto di "Mentre tutto scorre" dei Negramaro.

39) Anna Oxa - Senza pietà (1999)
Potrebbe anche andare bene, canzone buona ma c'è "Lo zaino" degli Stadio ignorata ed è (per me, se poi non siete d'accordo... non me ne frega nulla) una delle migliori canzoni della nostra amata kermesse.

38) Tiziana Rivale - Sarà quel che sarà (1983)
Non una brutta canzone ma non sta neanche sul podio "reale" di quel Sanremo, c'è "L'italiano" di Totò Cutugno e c'è "Vacanze romane" dei Matia Bazar che avrebbero meritato di più. Scorrendo la classifica poi si arriva a "Vita spericolata", per me miglior canzone della storia del Festival.

37) Emma - Non è l'inferno (2012)
Negli anni Emma è un po' migliorata ma qua era proprio nel pieno della fase urlatrice e non mi va proprio giù il terzo posto di "Sono solo parole" di Noemi.

36) Diodato - Fai rumore (2020)
Vincitrice del Festival solo nell'albo d'oro perché i vincitori nell'immaginario popolare sono sicuramente Bugo e Morgan. Scherzi a parte, canzone veramente senza infamia e senza lode, da metà classifica appunto.

35) Jalisse - Fiumi di parole (1997)
Sono diventati un meme di Sanremo però la canzone non era così terribile come viene dipinta a volte. Certo, sicuramente non valeva "E dimmi che non vuoi morire" di Patty Pravo o "Papa nero" dei Pitura Freska.

34) Francesco Gabbani - Occidentali's Karma (2017)
Non sarebbe neanche una brutta canzone se non fosse che per i successivi tre mesi qualunque radio o tv l'ha mandata in loop. Nulla di particolare da segnalare alle spalle di questa, giusto "Portami via" di Fabrizio Moro che è un mio pallino.

33) Marco Masini - L'uomo volante (2004)
Come nel 1975 il boicottaggio delle case discografiche porta ad un Sanremo di livello decisamente basso. E "L'uomo volante" è ben lontana da una "Bella stronza" o da "Vaffanculo"

32) Nicola Di Bari - I giorni dell'arcobaleno (1972)
Con l'accompagnamento semplicemente di una chitarra, una canzone intimista che non è male, il malus è perché nello stesso anno vengono ignorate "Jesahel" dei Decibel, "Montagne verdi" di Marcella Bella e "Piazza Grande" di Lucio Dalla. E poi Nicola Di Bari aveva già vinto l'anno prima con una canzone ben più meritevole e che metterò più in alto in classifica.

31) Luca Barbarossa - Portami a ballare (1992)
Non una brutta canzone, testo neanche troppo banale visto il tema sul rapporto madre/figlio, ma per me non basta per battere "Gli uomini non cambiano", "La forza della vita" e "Italia d'oro" oltre a quell'ormai dimenticato gioiellino di "Pitzinnos in sa gherra" dei Tazenda.

30) Gigliola Cinquetti - Non ho l'età (1964)
Rimasta famosa forse oltre i suoi meriti ma si tratta comunque di una vincitrice degna, poi trionfatrice anche all'Eurovision.

29) Adriano Celentano - Chi non lavora non fa l'amore (1970)
Non il mio pezzo preferito del Molleggiato, una canzone contro gli scioperi che fece abbastanza scalpore e probabilmente proprio quello era l'intento.

28) Matia Bazar - E dirsi ciao (1978)
Podio strepitoso con "Un'emozione da poco" di Anna Oxa e "Gianna" di Rino Gateano. Forse era la canzone più "debole" delle tre ma i vocalizzi di Antonella Ruggiero e le tastiere di Piero Cassano sono spettacolari.

27) Aleandro Baldi - Passerà (1994)
Gran voce, bella canzone e gran podio con "Signor tenente" di Faletti e "Strani amori" della Pausini.

26) Iva Zanicchi - Zingara (1969)
Come già detto in precedenza, Iva Zanicchi aveva una gran voce. L'incipit della canzone è incredibilmente conosciuto, probabilmente il 90% delle persone non sa neanche come continui il testo dopo "Prendi questa mano, zingara".

25) Ermal Meta e Fabrizio Moro - Non mi avete fatto niente (2018)
Probabilmente meriterebbe anche qualcosa di più ma ancora non mi va giù il fatto che abbiano battuto Annalisa con "Il mondo prima di te". Vinse soprattutto per il tema caldo in quel periodo.

24) Maneskin - Zitti e buoni (2021)
Non condivido il successo ultraplanetario che stanno avendo attualmente ma come avevo detto già durante i commenti del Festival le loro sonorità non mi dispiacciono. Mi sembra la posizione più consona al loro livello.

23) Domenico Modugno - Piove (1959)
Canzone un po' datata però, forse per il timbro inconfondibile di Modugno, ha sempre esercitato su di me un certo fascino.

22) Peppino Di Capri - Un grande amore e niente più (1976)
Non so bene perché ma ho un debole per questa canzone, stile molto sanremese ma non è per forza un male.

21) Arisa - Controvento (2014)
Inferiore a "La notte", che aveva presentato nel 2012, ma quell'anno non c'era veramente niente di degno e la voce di Arisa (priva di quel timbro nasale che ha caratterizzato le sue prime canzoni) è un valore aggiunto ad una buona canzone.

20) Tony Renis - Uno per tutte (1963)
Famoso soprattutto per "Quando quando quando" e per essere amico di Silvio, nel 1963 se ne esce con questa canzonetta allegra che mi è sempre risultata simpatica, così come la terza classificata "Giovane giovane" di Cocky Mazzetti (tralascio invece il solito Claudio Villa al secondo posto).

19) Riccardo Cocciante - Se stiamo insieme (1991)
Furto senza mezzi termini ai danni di "Spalle al muro" di Renato Zero ma comunque si tratta di una canzone assolutamente degna. Da segnalare Masini terzo, "Spunta la luna dal monte" quinta ma soprattutto il tredicesimo posto di Sabrina Salerno e Jo Squillo.

18) Marco Mengoni - L'essenziale (2013)
Canzone stranissima per me come in generale è stranissimo il "rapporto" che ho con Mengoni, in certi momenti mi piace mentre in altri lo trovo inascoltabile. Certo, io avrei premiato "La canzone mononota" senza neanche pensarci un attimo.

17) Pooh - Uomini soli (1990)
Come musicisti non posso parlarne troppo male, sono bravi e la canzone, se non si pensa a Paolo Bitta di Camera Cafè, merita questa posizione.

16) Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi - Si può dare di più (1987)
Strano ma decisamente efficace trio, negli anni purtroppo è diventata troppo inflazionata ma rimane un bel pezzo. Certo, in giro c'era "Quello che le donne non dicono" di Fiorella Mannoia che forse avrebbe meritato più di un'ottava posizione.

15) Riccardo Fogli - Storie di tutti i giorni (1982)
La metto qui anche se avrebbe dovuto esserci "E non finisce mica il cielo" di Mia Martini ma più per meriti dell'altra canzone che demeriti di questa, che rimane un ottimo pezzo.

14) Mahmood - Soldi (2019)
Ammetto che il timbro di voce così particolare di Mahmood non mi dispiace ed inoltre non posso negare che la rosicata di Ultimo è uno dei miei momenti preferiti delle ultime edizioni.

13) Stadio - Un giorno mi dirai (2016)
Un altro Sanremo un po' così, senza particolari guizzi ma che vede trionfare uno dei miei gruppi italiani preferiti. Niente da fare per la pur ottima Francesca Michielin, giusto così.

12) Roberto Vecchioni - Chiamami ancora amore (2011)
Non è tra le mie canzoni preferite di Vecchioni ("Sogna ragazzo sogna" imperat) ma rimane comunque Vecchioni, altro livello rispetto a tutti i partecipanti di quell'anno.

11) Nada e Nicola Di Bari - Il cuore è uno zingaro (1971)
Gli anni '70 da un punto di vista sanremese sono forse il decennio peggiore (anche perché tanti grossi calibri del periodo non partecipavano) ma il podio di quell'edizione è totalmente privo di senso, oltre a questa ci sono "Che sarà" e "4 marzo 1943" che probabilmente avrebbero vinto qualunque altra edizione di quel decennio.

10) Anna Oxa e Fausto Leali - Ti lascerò (1989)
Di Fausto Leali mi piacciono forse due canzoni, di Anna Oxa mi piacciono forse due canzoni eppure il duetto tra loro funziona benissimo. Sorvolo sul fatto che sia stata ignorata "Almeno tu nell'universo" della solita Mia Martini. Si tratta del mitico Sanremo dei "figli d'arte" come presentatori, uno dei più iconici di sempre.

9) Domenico Modugno - Nel blu dipinto di blu (1958)
Sarò molto impopolare ma, come valore assoluto, la considero una canzone sopravvalutata. Però è impossibile ignorare che fu praticamente una rivoluzione, basta ascoltare le canzoni delle edizioni precedenti, c'è un salto di qualità allucinante. Oggettivamente forse dovrebbe stare più su ma la classifica è mia e vale sempre quanto detto nell'introduzione.

8) Simone Cristicchi - Ti regalerò una rosa (2007)
Edizione un po' meh (c'è l'idolo del forum Paolo Meneguzzi ma poco altro) ma la vincitrice è una roba seria, avrebbe potuto trionfare anche in altri anni con una concorrenza di livello, tocco di classe il finale con Cristicchi sulla sedia ad imitare il gesto del volo.

7) Alice - Per Elisa (1981)
Ho rinunciato più o meno da settanta posizioni ad avere una pretesa di oggettività in questa classifica quindi metto qui una delle mie canzoni preferite della storia del Festival, non solo tra le vincitrici. Menzione d'onore per "Maledetta primavera" che avrebbe effettivamente meritato la vittoria e sarebbe stata ancora più su.

6) Enrico Ruggeri - Mistero (1993)
Dimostrazione che i Maneskin non hanno innovato proprio nulla visto che quasi trent'anni prima Enrico Ruggeri portò un pezzo rock sul palco dell'Ariston e di livello ben più alto.

5) Eros Ramazzotti - Adesso tu (1986)
Ok, la voce nasale può dare fastidio (e in effetti è un fastidio) ma siccome voglio fare una classifica più sincera possibile anche a costo di essere riempito di pernacchie, la piazzo altissima soprattutto dal punto di vista strumentale.

4) Massimo Ranieri - Perdere l'amore (1988)
Mai stato un grosso fan di Massimo Ranieri (mi sta proprio sulle palle, non so neanche il perché) però sarebbe stato ingiusto per me metterlo più in basso di così. Tra i brani che se li ascolti pensi "questo è proprio un brano da Festival di Sanremo" è il migliore di tutti.

3) Ron e Tosca - Vorrei incontrarti fra cent'anni (1996)
Ci furono alcune polemiche su una vittoria scippata ad Elio e le Storie Tese (sempre siano lodati) ma non vedo cosa ci sia da polemizzare. Miglior duetto mai portato sul palco di Sanremo e non transigo.

2) Elisa - Luce (2001)
Globalmente è uno dei miei festival preferiti non solo per le canzoni in gara ma per il contorno (è quello dei Sottotono che danno botte a Staffelli e di Brian Molko che spacca una chitarra contro un amplificatore). All'epoca quasi sconosciuta Elisa tira fuori un pezzone, probabilmente la sua canzone migliore anche perché per battere "Di sole, d'azzurro" di Giorgia serviva appunto un pezzone.

1) Giorgia - Come saprei (1995)
Ho cominciato tutta questa pappardella insensata (e che mi attirerà gli insulti per aver messo in alto gente tipo Ramazzotti) sapendo che sarei arrivato qui. Voce meravigliosa dall'inizio quasi sussurrato fino all'esplosione vocale finale.
 
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#7
Ora avrei voglia di ascoltare tutte queste pive per sapere  Cool

Se la seconda è Elisa (una delle poche che conosco), siamo messi bene
 
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#8
Come detto, è tutto puramente personale.
 
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#9
Gran bel lavoro! Hai citato talmente tante canzoni splendide che non hanno vinto che prima o poi, quando hai voglia e tempo, una classifica che prescinda dalla vincitrice ufficiale sarebbe davvero interessante. "Spalle al muro" doveva vincerne tre consecutivi di Sanremo... E "Il ragazzo della via Gluck"? E Vasco? 
Tutto opinabile, come dici, ma apprezzi le canzoni in modo trasversale e non manca una patina di equilibrio. 
Per i miei gusti, forse un po' maltrattata "Canzone per te", lievemente lagnosa, vero, ma con una melodia interessante, un testo discreto e una discreta resistenza alla prova del tempo. 
Carina la posizione concessa a "Il cuore è uno zingaro", con un apprezzamento complessivo per Nicola Di Bari che condivido, come condivido il ricordare la grande voce della Zanicchi. 
"Piove" per me meglio di "Volare", a me comunque Modugno piaceva sempre, persino nella più debole "Dio come ti amo", comunque noiosetta, vero. 
 
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#10
Una classifica delle vincitrici non ufficiali sarebbe ancora più difficile di questa.

Come giochino ho scelto la mia personale vincitrice per ogni anno, in ordine cronologico e non di classifica, parto dal 1958 perché "Nel blu dipinto di blu" è veramente uno spartiacque incredibile, negli anni prima non saprei davvero come decidere.

Questa è ancora più personale e soggettiva perché, per quanto sia un appassionato, non ho sentito tutte le canzoni della storia del Festival.

Ovviamente tutto ciò è fatto per mantenere il mio status di utente competente in ambiti extra-ciclistici (oppure mandarlo all'aria).

In corsivo quelle che hanno effettivamente vinto.

1958: Domenico Modugno - Nel blu dipinto di blu
1959: Domenico Modugno - Piove
1960: Joe Sentieri - Quando vien la sera
1961: Pino Donaggio - Come sinfonia
1962: Tony Renis - Quando quando quando
1963: Tony Renis - Uno per tutte
1964: Robertino - Un bacio piccolissimo
1965: Pino Donaggio - Io che non vivo
1966: Adriano Celentano - Il ragazzo della via Gluck
1967: I Giganti - Proposta
1968: Tony Del Monaco - La voce del silenzio
1969: Lucio Battisti - Un'avventura
1970: Nicola Di Bari - La prima cosa bella
1971: Lucio Dalla - 4 marzo 1943
1972: Lucio Dalla - Piazza Grande
1973: Peppino Di Capri - Un grande amore e niente più
1974: Iva Zanicchi - Ciao cara come stai?
1975: Gilda - Ragazza del sud
1976: Sandro Giacobbe - Gli occhi di tua madre
1977: Homo Sapiens - Bella da morire
1978: Anna Oxa - Un'emozione da poco
1979: Enrico Beruschi - Sarà un fiore
1980: Toto Cutugno - Solo noi
1981: Loretta Goggi - Maledetta primavera
1982: Mia Martini - E non finisce mica il cielo
1983: Vasco Rossi - Vita spericolata
1984: Fiordaliso - Non voglio mica la luna
1985: Zucchero - Donne
1986: Eros Ramazzotti - Adesso tu
1987: Fiorella Mannoia - Quello che le donne non dicono
1988: Massimo Ranieri - Perdere l'amore
1989: Mia Martini - Almeno tu nell'universo
1990: Mia Martini - La nevicata del '56
1991: Renato Zero - Spalle al muro
1992: Mia Martini - Gli uomini non cambiano
1993: Enrico Ruggeri - Mistero
1994: Laura Pausini - Strani amori
1995: Giorgia - Come saprei
1996: Ron e Tosca - Vorrei incontrarti fra cent'anni
1997: Patty Pravo - E dimmi che non vuoi morire
1998: Lisa - Sempre
1999: Stadio - Lo zaino
2000: Samuele Bersani - Replay
2001: Elisa - Luce
2002: Gianluca Grignani - Lacrime dalla Luna
2003: Sergio Cammariere - Tutto quello che un uomo
2004: Marco Masini - L'uomo volante
2005: Negramaro - Mentre tutto scorre
2006: Michele Zarrillo - L'alfabeto degli amanti
2007: Simone Cristicchi - Ti regalerò una rosa
2008: Max Gazzè - Il solito sesso
2009: Alexia e Mario Lavezzi - Biancaneve
2010: Simone Cristicchi - Meno male
2011: Roberto Vecchioni - Chiamami ancora amore
2012: Noemi - Sono solo parole
2013: Elio e le Storie Tese - La canzone mononota
2014: Arisa - Controvento
2015: Annalisa - Una finestra tra le stelle
2016: Francesca Michielin - Nessun grado di separazione
2017: Fabrizio Moro - Portami via
2018: Max Gazzè - La leggenda di Cristalda e Pizzomunno
2019: Daniele Silvestri e Rancore - Argentovivo
2020: Rancore - Eden
2021: Willie Peyote - Mai dire mai
 
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#11
I Negramaro erano tra i giovani, anche se effettivamente con quel regolamento avrebbero potenzialmente potuto vincere anche il Festival.

Argentovivo canzone pazzesca, l'ho risentita l'altro giorno (vinse premio critica e miglior testo).

Per "Sono solo parole" ancora rosico.
 
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#12
Bellissima Argentovivo, ottima canzone in quello che tutto sommato è stato un bel festival, anche io avrei sperato in qualcosa di più. Sul 2012 invece credo che le due che hanno affiancato Emma sul podio avrebbero meritato di più di lei, e non di poco, tant'è che la vittoria di Arisa del 2014 sembra quasi un atto dovuto per risarcirla: Controvento è una bella canzone ma La Notte lo era di più. Purtroppo a Noemi non è toccato neanche quello.
Complimenti per L'alfabeto degli amanti, pensavo che quella canzone fosse finita nel dimenticatoio tant'è che persino nel cd triplo di Zarrillo che mi hanno regalato non c'è...bella anche in duetto con Tiziano Ferro. Tra l'altro secondo me Zarrillo avrebbe meritato anche nel 94 però tra le prime 5 erano tutte degne vincitrici, non c'è da lamentarsi.
Il 2013 invece non lo accetto, per me Mengoni è indiscutibile in questo caso. Ottima l'inventiva e il risultato degli EELST però non può bastare contro un'esecuzione magistrale come quella de "L'essenziale".

2009 forse la peggiore edizione di questo secolo, non ne ricordo mezza se non per le eventuali polemiche
 
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#13
(28-01-2022, 11:13 AM)Paruzzo Ha scritto: Siamo vicini all'evento dell'anno e quindi ecco il ranking che tutti si aspettavano, quello per cui questo topic è nato, il ranking delle canzoni che hanno vinto il Festival di Sanremo. Ed intendo proprio TUTTE e 71 le canzoni.

Ogni opinione è puramente personale ovviamente (spoiler: "Nel blu dipinto di blu" mi ha rotto il cazzo) e qualcuno potrebbe storcere il naso ma, parafrasando un noto politico italiano, chi non condivide questa classifica si faccia il suo ranking e vediamo quanti mi piace prende.

71) Povia - Vorrei avere il becco (2006)
Non potevo non aprire questa classifica con una delle personalità più incredibili della storia della musica italiana, partito come cantautore impegnato e ora finito a fare i video su Youtube riguardo il piano Kalergi. Quel "prr" per rappresentare il verso del piccione è l'apoteosi del trash, relegarlo ad una posizione leggermente più alta sarebbe stato ingiusto, trovo più degno l'ultimo posto. Tra l'altro vinse un Festival di livello angosciante.

70) Domenico Modugno - Dio come ti amo (1966)
Cosa si erano fumati 56 anni fa per far vincere questa maledetta lagna invece che "Nessuno mi può giudicare" o "Il ragazzo della via Gluck"? Noiosissima.

69) Claudio Villa - Buongiorno tristezza (1955)
Altra canzone decisamente "entusiasmante" però undici anni prima rispetto a "Dio come ti amo" questo stile era la norma quindi il fatto che abbia vinto è più giustificabile. Il titolo fa già intuire di che tipo di canzone si tratti.

68) Carla Boni - Viale d'autunno (1953)
Un altro tuffo nella modernità, passiamo oltre.

67) Claudio Villa - Corde della mia chitarra (1957)
"Corde della mia chitarra, perché vi fermate?" Te lo dico io, caro il mio reuccio Claudio: perché sei lentissimo a cantare, ecco perché.

66) Nilla Pizzi - Vola colomba (1952)
Questa, per motivi a me ignoti, è rimasta più famosa di molte altre di quel periodo. Perlomeno, rispetto alle precedenti, non ti fa venire voglia di suicidarti.

65) Gino Latilla - Tutte le mamme (1954)
Stesso commento di "Vola colomba", passiamo oltre.

64) Nilla Pizzi - Grazie dei fiori (1951)
Le posizioni dalla 69 a questa avrei potuto metterle in un ordine qualsiasi, premio questa rispetto alle altre semplicemente per il valore storico perché è tutto iniziato da qui.

63) Franca Raimondi - Aprite le finestre (1956)
Altro motivetto allegro per una canzone che, ovviamente, trasuda vecchiaia. Nel mio cuore ha un posto speciale perché la canticchiava mia nonna quando stendeva i panni.

62) Valerio Scanu - Per tutte le volte che (2010)
"A far l'amore in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi", devo aggiungere altro? Sì, aggiungo che al secondo posto si piazzarono Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici, facendo indignare l'orchestra che reagì con il leggendario lancio degli spartiti.

61) Sergio Endrigo - Canzone per te (1968)
Altra canzone noiosa in un Sanremo che ne è abbastanza pieno, avrei premiato "La tramontana" di Antoine o "Deborah" di Fausto Leali giusto per distaccarsi un po', di sicuro niente di memorabile in ogni caso.

60) Marco Carta - La forza mia (2009)
Uno dei peggiori Festival di sempre, quindi il vincitore non ha rubato nulla (perlomeno non in quell'occasione, scusate ma la battuta cogliona dovevo farla). Poco da dire, la sua vittoria era scontata già quando annunciato Maria De Filippi come ospite dell'ultima serata.

59) Domenico Modugno - Addio... addio (1962)
Non siamo ai livelli di "Dio come ti amo" ma anche in questo caso non proprio il pezzo più memorabile della storia. Per carità, il festival non è proprio il regno della modernità o dell'entusiasmo però si può fare decisamente meglio, anche in quegli anni e anche mantenendosi su melodie lente.

58) Gilda - Ragazza del sud (1975)
Sarebbe risultata vecchia già 10 anni prima, sembra una di quelle canzoni ballate alle sagre. Non si trova nulla di interessante anche perché, per una gestione organizzativa terribile, si tratta della peggior edizione di sempre.

57) Betty Curtis - Al di là (1961)
Un'altra canzone che si rifà più al passato che al futuro, classica canzone sanremese da primi anni '60. Ignorate "24mila baci" e "Le mille bolle blu", non due capolavori ma sicuramente più meritevoli.

56) Bobby Solo - Se piangi, se ridi (1965)
Semplicemente una compensazione perché l'anno prima, avendo cantato in playback "Una lacrima sul viso".

55) Mino Vergnaghi - Amare (1979)
Probabilmente la canzone vincitrice di Sanremo meno famosa di sempre, assolutamente dimenticabile in un'edizione che globalmente non presentava nessun pezzo degno di nota.

54) Peppino Di Capri - Non lo faccio più (1976)
Gli anni 70, un periodo meraviglioso per Sanremo, c'è davvero poco da segnalare.

53) Piccola Orchestra Avion Travel - Sentimento (2000)
Ci sono "La tua ragazza sempre" di Irene Grandi, "Tutti i miei sbagli" dei Subsonica, "Replay" di Samuele Bersani e "Il timido ubriaco" di Max Gazzè e quella cazzo di giuria di qualità (la qualità ci ha rotto il cazzo, viva la merda!) decide di premiare questi qui. E nonostante questo io continuo a seguire il Festival...

52) Iva Zanicchi - Non pensare a me (1967)
Anche se oggi Iva Zanicchi è ricordata principalmente per il siparietto della cagata in diretta non va dimenticato che aveva una gran voce e questo pezzo lo dimostra, peccato che non sia granché. Nel Festival ricordato principalmente per il suicidio di Tenco dopo l'esclusione di "Ciao amore ciao" in realtà per me quelli che possono recriminare sono I Giganti che avevano portato "Proposta", una delle mie canzoni sanremesi preferite di sempre (e sono serio).

51) Iva Zanicchi - Ciao cara come stai? (1974)
Come prima, lei è bravissima ma la canzone è quello che è. Alle sue spalle però non c'è veramente nulla.

50) Giò Di Tonno e Lola Ponce - Colpo di fulmine (2008)
A distanza di anni ancora mi chiedo come sia stata possibile questa vittoria (per quanto tanti cuori per Lola Ponce). Ma soprattutto c'è "Il solito sesso" di Max Gazzè in un'anonima 12esima posizione, probabilmente l'avrei messo più su del 12esimo posto in questa classifica se avesse vinto.

49) Alexia - Per dire di no (2003)
La canzone di Alexia che non si ricorda nessuno e probabilmente c'è anche un motivo, canzone troppo piatta soprattutto rispetto allo stile di Alexia del periodo, come ad esempio "Dimmi come" dell'anno precedente. Non un Festival particolarmente memorabile ma "Tutto quello che un uomo" di Cammariere avrebbe meritato di più, da segnalare anche gli Eiffel 65 con "Quelli che non hanno età", totalmente fuori contesto e proprio per questo meravigliosi.

48) Matia Bazar - Messaggio d'amore (2002)
Canzone da balera che non si capisce bene come abbia fatto a vincere Sanremo se non per la voce di Silvia Mezzanotte.

47) Tony Dallara - Romantica (1960)
Porterò sempre rispetto a Tony Dallara perché è una delle prime fonti di ispirazione di Stefano Belisari, diventato poi famoso con il nome di Elio.

46) Annalisa Minetti - Senza te o con te (1998)
Brava è brava ma la canzone è una banalissima canzone sanremese senza alcun acuto. Ci sono tutti gli anni, quelle canzoni che stazionano nelle posizioni di media classifica, ma non meritava di vincere un Sanremo non particolarmente entusiasmante tolto un mio pallino, "Sempre" di Lisa.

45) Il Volo - Grande amore (2015)
Mai, mai, mai piaciuti, c'è poco da fare. Saranno anche bravi ma mi fanno venire il latte alle ginocchia, malus perché in quel Sanremo c'era "Una finestra tra le stelle", mia canzone preferita di Annalisa.

44) Toto Cutugno - Solo noi (1980)
Prima di abbonarsi al secondo posto il buon Toto la sua vittoria l'aveva ottenuta. Canzone classica di Toto Cutugno, la mia personale vincitrice di quell'anno è "Contessa" dei Decibel.

43) Ricchi e Poveri - Se m'innamoro (1985)
Unica canzone dei Ricchi e Poveri che non è diventata un coro da stadio. Mi turba parecchio il penultimo posto di "Donne" di Zucchero.

42) Al Bano e Romina Power - Ci sarà (1984)
Romina Power la metto solo per onor di firma perché obiettivamente all'interno di una canzone con Albano la sua voce è praticamente inutile.

41) Homo Sapiens - Bella da morire (1977)
Il festival dei gruppi, unica volta in cui tre gruppi sono saliti sul podio del Festival. Il ritornello è rimasto famoso, è l'unica canzone conosciuta degli Homo Sapiens, di un Sanremo abbastanza dimenticabile.

40) Francesco Renga - Angelo (2005)
Non sono un grande fan di Renga, in quel Sanremo lì c'è l'idolo Meneguzzi con "Non capiva che l'amavo" (la sua canzone più famosa?) e uno stranissimo (soprattutto a vederlo oggi) ultimo posto di "Mentre tutto scorre" dei Negramaro.

39) Anna Oxa - Senza pietà (1999)
Potrebbe anche andare bene, canzone buona ma c'è "Lo zaino" degli Stadio ignorata ed è (per me, se poi non siete d'accordo... non me ne frega nulla) una delle migliori canzoni della nostra amata kermesse.

38) Tiziana Rivale - Sarà quel che sarà (1983)
Non una brutta canzone ma non sta neanche sul podio "reale" di quel Sanremo, c'è "L'italiano" di Totò Cutugno e c'è "Vacanze romane" dei Matia Bazar che avrebbero meritato di più. Scorrendo la classifica poi si arriva a "Vita spericolata", per me miglior canzone della storia del Festival.

37) Emma - Non è l'inferno (2012)
Negli anni Emma è un po' migliorata ma qua era proprio nel pieno della fase urlatrice e non mi va proprio giù il terzo posto di "Sono solo parole" di Noemi.

36) Diodato - Fai rumore (2020)
Vincitrice del Festival solo nell'albo d'oro perché i vincitori nell'immaginario popolare sono sicuramente Bugo e Morgan. Scherzi a parte, canzone veramente senza infamia e senza lode, da metà classifica appunto.

35) Jalisse - Fiumi di parole (1997)
Sono diventati un meme di Sanremo però la canzone non era così terribile come viene dipinta a volte. Certo, sicuramente non valeva "E dimmi che non vuoi morire" di Patty Pravo o "Papa nero" dei Pitura Freska.

34) Francesco Gabbani - Occidentali's Karma (2017)
Non sarebbe neanche una brutta canzone se non fosse che per i successivi tre mesi qualunque radio o tv l'ha mandata in loop. Nulla di particolare da segnalare alle spalle di questa, giusto "Portami via" di Fabrizio Moro che è un mio pallino.

33) Marco Masini - L'uomo volante (2004)
Come nel 1975 il boicottaggio delle case discografiche porta ad un Sanremo di livello decisamente basso. E "L'uomo volante" è ben lontana da una "Bella stronza" o da "Vaffanculo"

32) Nicola Di Bari - I giorni dell'arcobaleno (1972)
Con l'accompagnamento semplicemente di una chitarra, una canzone intimista che non è male, il malus è perché nello stesso anno vengono ignorate "Jesahel" dei Decibel, "Montagne verdi" di Marcella Bella e "Piazza Grande" di Lucio Dalla. E poi Nicola Di Bari aveva già vinto l'anno prima con una canzone ben più meritevole e che metterò più in alto in classifica.

31) Luca Barbarossa - Portami a ballare (1992)
Non una brutta canzone, testo neanche troppo banale visto il tema sul rapporto madre/figlio, ma per me non basta per battere "Gli uomini non cambiano", "La forza della vita" e "Italia d'oro" oltre a quell'ormai dimenticato gioiellino di "Pitzinnos in sa gherra" dei Tazenda.

30) Gigliola Cinquetti - Non ho l'età (1964)
Rimasta famosa forse oltre i suoi meriti ma si tratta comunque di una vincitrice degna, poi trionfatrice anche all'Eurovision.

29) Adriano Celentano - Chi non lavora non fa l'amore (1970)
Non il mio pezzo preferito del Molleggiato, una canzone contro gli scioperi che fece abbastanza scalpore e probabilmente proprio quello era l'intento.

28) Matia Bazar - E dirsi ciao (1978)
Podio strepitoso con "Un'emozione da poco" di Anna Oxa e "Gianna" di Rino Gateano. Forse era la canzone più "debole" delle tre ma i vocalizzi di Antonella Ruggiero e le tastiere di Piero Cassano sono spettacolari.

27) Aleandro Baldi - Passerà (1994)
Gran voce, bella canzone e gran podio con "Signor tenente" di Faletti e "Strani amori" della Pausini.

26) Iva Zanicchi - Zingara (1969)
Come già detto in precedenza, Iva Zanicchi aveva una gran voce. L'incipit della canzone è incredibilmente conosciuto, probabilmente il 90% delle persone non sa neanche come continui il testo dopo "Prendi questa mano, zingara".

25) Ermal Meta e Fabrizio Moro - Non mi avete fatto niente (2018)
Probabilmente meriterebbe anche qualcosa di più ma ancora non mi va giù il fatto che abbiano battuto Annalisa con "Il mondo prima di te". Vinse soprattutto per il tema caldo in quel periodo.

24) Maneskin - Zitti e buoni (2021)
Non condivido il successo ultraplanetario che stanno avendo attualmente ma come avevo detto già durante i commenti del Festival le loro sonorità non mi dispiacciono. Mi sembra la posizione più consona al loro livello.

23) Domenico Modugno - Piove (1959)
Canzone un po' datata però, forse per il timbro inconfondibile di Modugno, ha sempre esercitato su di me un certo fascino.

22) Peppino Di Capri - Un grande amore e niente più (1976)
Non so bene perché ma ho un debole per questa canzone, stile molto sanremese ma non è per forza un male.

21) Arisa - Controvento (2014)
Inferiore a "La notte", che aveva presentato nel 2012, ma quell'anno non c'era veramente niente di degno e la voce di Arisa (priva di quel timbro nasale che ha caratterizzato le sue prime canzoni) è un valore aggiunto ad una buona canzone.

20) Tony Renis - Uno per tutte (1963)
Famoso soprattutto per "Quando quando quando" e per essere amico di Silvio, nel 1963 se ne esce con questa canzonetta allegra che mi è sempre risultata simpatica, così come la terza classificata "Giovane giovane" di Cocky Mazzetti (tralascio invece il solito Claudio Villa al secondo posto).

19) Riccardo Cocciante - Se stiamo insieme (1991)
Furto senza mezzi termini ai danni di "Spalle al muro" di Renato Zero ma comunque si tratta di una canzone assolutamente degna. Da segnalare Masini terzo, "Spunta la luna dal monte" quinta ma soprattutto il tredicesimo posto di Sabrina Salerno e Jo Squillo.

18) Marco Mengoni - L'essenziale (2013)
Canzone stranissima per me come in generale è stranissimo il "rapporto" che ho con Mengoni, in certi momenti mi piace mentre in altri lo trovo inascoltabile. Certo, io avrei premiato "La canzone mononota" senza neanche pensarci un attimo.

17) Pooh - Uomini soli (1990)
Come musicisti non posso parlarne troppo male, sono bravi e la canzone, se non si pensa a Paolo Bitta di Camera Cafè, merita questa posizione.

16) Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi - Si può dare di più (1987)
Strano ma decisamente efficace trio, negli anni purtroppo è diventata troppo inflazionata ma rimane un bel pezzo. Certo, in giro c'era "Quello che le donne non dicono" di Fiorella Mannoia che forse avrebbe meritato più di un'ottava posizione.

15) Riccardo Fogli - Storie di tutti i giorni (1982)
La metto qui anche se avrebbe dovuto esserci "E non finisce mica il cielo" di Mia Martini ma più per meriti dell'altra canzone che demeriti di questa, che rimane un ottimo pezzo.

14) Mahmood - Soldi (2019)
Ammetto che il timbro di voce così particolare di Mahmood non mi dispiace ed inoltre non posso negare che la rosicata di Ultimo è uno dei miei momenti preferiti delle ultime edizioni.

13) Stadio - Un giorno mi dirai (2016)
Un altro Sanremo un po' così, senza particolari guizzi ma che vede trionfare uno dei miei gruppi italiani preferiti. Niente da fare per la pur ottima Francesca Michielin, giusto così.

12) Roberto Vecchioni - Chiamami ancora amore (2011)
Non è tra le mie canzoni preferite di Vecchioni ("Sogna ragazzo sogna" imperat) ma rimane comunque Vecchioni, altro livello rispetto a tutti i partecipanti di quell'anno.

11) Nada e Nicola Di Bari - Il cuore è uno zingaro (1971)
Gli anni '70 da un punto di vista sanremese sono forse il decennio peggiore (anche perché tanti grossi calibri del periodo non partecipavano) ma il podio di quell'edizione è totalmente privo di senso, oltre a questa ci sono "Che sarà" e "4 marzo 1943" che probabilmente avrebbero vinto qualunque altra edizione di quel decennio.

10) Anna Oxa e Fausto Leali - Ti lascerò (1989)
Di Fausto Leali mi piacciono forse due canzoni, di Anna Oxa mi piacciono forse due canzoni eppure il duetto tra loro funziona benissimo. Sorvolo sul fatto che sia stata ignorata "Almeno tu nell'universo" della solita Mia Martini. Si tratta del mitico Sanremo dei "figli d'arte" come presentatori, uno dei più iconici di sempre.

9) Domenico Modugno - Nel blu dipinto di blu (1958)
Sarò molto impopolare ma, come valore assoluto, la considero una canzone sopravvalutata. Però è impossibile ignorare che fu praticamente una rivoluzione, basta ascoltare le canzoni delle edizioni precedenti, c'è un salto di qualità allucinante. Oggettivamente forse dovrebbe stare più su ma la classifica è mia e vale sempre quanto detto nell'introduzione.

8) Simone Cristicchi - Ti regalerò una rosa (2007)
Edizione un po' meh (c'è l'idolo del forum Paolo Meneguzzi ma poco altro) ma la vincitrice è una roba seria, avrebbe potuto trionfare anche in altri anni con una concorrenza di livello, tocco di classe il finale con Cristicchi sulla sedia ad imitare il gesto del volo.

7) Alice - Per Elisa (1981)
Ho rinunciato più o meno da settanta posizioni ad avere una pretesa di oggettività in questa classifica quindi metto qui una delle mie canzoni preferite della storia del Festival, non solo tra le vincitrici. Menzione d'onore per "Maledetta primavera" che avrebbe effettivamente meritato la vittoria e sarebbe stata ancora più su.

6) Enrico Ruggeri - Mistero (1993)
Dimostrazione che i Maneskin non hanno innovato proprio nulla visto che quasi trent'anni prima Enrico Ruggeri portò un pezzo rock sul palco dell'Ariston e di livello ben più alto.

5) Eros Ramazzotti - Adesso tu (1986)
Ok, la voce nasale può dare fastidio (e in effetti è un fastidio) ma siccome voglio fare una classifica più sincera possibile anche a costo di essere riempito di pernacchie, la piazzo altissima soprattutto dal punto di vista strumentale.

4) Massimo Ranieri - Perdere l'amore (1988)
Mai stato un grosso fan di Massimo Ranieri (mi sta proprio sulle palle, non so neanche il perché) però sarebbe stato ingiusto per me metterlo più in basso di così. Tra i brani che se li ascolti pensi "questo è proprio un brano da Festival di Sanremo" è il migliore di tutti.

3) Ron e Tosca - Vorrei incontrarti fra cent'anni (1996)
Ci furono alcune polemiche su una vittoria scippata ad Elio e le Storie Tese (sempre siano lodati) ma non vedo cosa ci sia da polemizzare. Miglior duetto mai portato sul palco di Sanremo e non transigo.

2) Elisa - Luce (2001)
Globalmente è uno dei miei festival preferiti non solo per le canzoni in gara ma per il contorno (è quello dei Sottotono che danno botte a Staffelli e di Brian Molko che spacca una chitarra contro un amplificatore). All'epoca quasi sconosciuta Elisa tira fuori un pezzone, probabilmente la sua canzone migliore anche perché per battere "Di sole, d'azzurro" di Giorgia serviva appunto un pezzone.

1) Giorgia - Come saprei (1995)
Ho cominciato tutta questa pappardella insensata (e che mi attirerà gli insulti per aver messo in alto gente tipo Ramazzotti) sapendo che sarei arrivato qui. Voce meravigliosa dall'inizio quasi sussurrato fino all'esplosione vocale finale.
Rispondo ad alcune di quelle domande che non avevano bisogno di risposta e alcune te le rigiro. 
1) Forse "Musica" è la canzone più nota di Paolo Meneguzzi, quindi proprio di quel festival 2007 piuttosto anonimo se non fosse per Cristicchi e per qualche canzone allegra qua e là. Anche le votazioni furono particolari. 
2) Povia che fa il verso del piccione non vale di più di Scanu che raglia?
3) La polemica che fanno sempre sui Jalisse è sempre stucchevole, gli si può contestare che la canzone somigli a "Listen to your heart", Che a sua volta assomiglia a un'altra canzone di 10 anni prima (ma mi sfugge il nome), ma non il fatto che sia comunque una canzone discreta. Userei più Lola ponce e Gió di Tonno come metafora della sculata a Sanremo e sono felice che in qualche modo emerga anche dalla tua classifica.
4) Perché non ti fa simpatia Massimo Ranieri? È il genero che tutte le mamme avrebbero voluto
5) Non c'entra niente ma "Uomini soli" è la canzone mainstream dei Pooh che mi piace di meno, per questi pezzi grossi vale il discorso di Vecchioni, avrebbero vinto anche ruttando nel microfono
 
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#14
No, è che Povia volevo che risaltasse in qualche modo e quindi l'ho messo all'ultimo posto.

Sul Sanremo 2013 ci sta, non è uno scandalo che abbia vinto Mengoni.
 
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#15
La maxi classifica dei giochi pokemon dalla prima alla settima generazione (l'ottava non l'ho giocata, potrei ripartire dalla nona).

16) Pokemon Sole e Luna (2016)

Un disastro. Pensato male e realizzato peggio. Innanzitutto è debole la regione, d'altronde ispirandoti alle Hawaii non creerai mai nulla di speciale. Se proprio volevano un arcipelago, molto meglio i Caraibi, ove ci puoi infilare anche un po' di lore piratesca. Dopodiché, hanno fatto una regione basata sulle Hawaii e c'è zero esplorazione acquatica. Praticamente ne è uscita una versione Eurospin di Hoen, che presentava peculiarità simili (il vulcano, il deserto, la città sull'acqua), ma aveva un mare sterminato da poter analizzare in lungo e in largo, con tanto di rovine subacque ricche di tavole in braile da decrifare. Alla location scadente ci aggiungiamo una generazione piena zeppa di Pokemon insulsi, una storia deboluccia e il peggior rivale di sempre. Un gioco che innova dove non vi era bisogno di farlo (niente palestre Sweat), che ha una parte iniziale oltremodo pesante e che nel finale si spegne rapidamente. E aggiungiamoci pure il fatto che il leggendario più forte del gioco lo trovi così a caso nell'erba alta. Ah, e c'è un portale per un altra dimensione che, però, è uguale identica a quella in cui giochi, nella quale ci sono le stesse persone che si producono negli stessi dialoghi (ma manca la controparte del protagonista). Che poi a ben pensarci 'sta cosa delle dimensioni parallele ha dato il colpo di grazia a una continuity che non hanno mai realmente voluto approfondire. In pratica si può retconnare tutto perché tanto è "avvenuto in un'altra dimensione". Più scrivo, più trovo difetti e più considero questo gioco la pietra tombale sul brand inteso come produttore di giochi con un minimo di qualità.

15) Pokemon Ultrasole & Ultraluna (2017)

E' la versione migliorata del suo predecessore, in teoria. La parte iniziale troppo pesante e troppo uguale a quella di Sole e Luna, però, mi ha fatto desistere dall'idea di proseguire.

14) Pokemon Rosso, Blu e Verde (1996)

Un gioco low budget, per una console a fine corsa e pieno di glitch.....ma grazie alla presenza di un pokemon che c'è, ma non si può trovare, si trasforma in un successo planetario e oggi è la base da cui nasce il brand più ricco al mondo. Ovviamente il concept è figo, e il potenziale dei titoli era tangibile già al tempo, però i giochi si portano dietro davvero troppi difetti, rispetto ai successori, per occupare una posizione migliore. C'è da dire, ad ogni modo, che la storia dei titoli è stata rivista più volte in fase di produzione del gioco e, probabilmente, è stata anche un po' edulcorata, benché mantenga elementi piuttosti crudi.

13) Pokemon Diamante & Perla (2006)

L'era DS è, probabilmente, la migliore e anche per questo Diamante & Perla, i primi due titoli per la console in questione, soffrono il fatto di essere tremendamente "avarage". Praticamente parliamo di Rubino & Zaffiro trasportati su DS, in una regione molto più anonima di Hoen (il sempre presente Monte Corona è pesantissimo), con una storia che segue gli stessi schemi di quella dei suoi immediati predecessori e un post game che all'esperienza di gioco non aggiunge nulla. Avevano fatto il compitino, insomma.

12) Pokemon X & Y (2013)

Il gioco è carino, la regione non è male, i richiami all'illuminismo dei cattivi hanno il loro perché (d'altronde la regione di Kalos è ispirata alla Francia)....però sono due titoli incompleti che non verranno mai completati, dato che, logiche di mercato, convinsero Game Freak ad abbandonare il terzo capitolo, Pokemon Z, per lavorare in fretta e furia a Sole & Luna, creando quella stortura in cui ora è finito il brand.

11) Pokemon Giallo (1998)

Il capostipite dei terzi titoli aggiunge molto meno agli altri giochi della sua generazione rispetto ai suoi successori. Pokemon Giallo si ispirava all'anime e, quindi, ecco Pikachu come Pokemon iniziale, i tre starter ottenibili in game e tante piccole minuzie che solo chi ha visto la serie può capire (tipo un tizio che ha Sandshrew con abisso). Tre sono i grandi pregi che ha questo titolo: meno glitch rispetto ai predecessori, degli sprite veramente belli al contrario di quelli di Rosso, Blu e Verde e l'aumento dei livelli dei Pokemon di taluni capipalestra. E' stato il mio primo gioco e lo reputo, tutt'oggi, un'ottima esperienza videoludica, nonché il modo migliore per viversi la prima generazione.

10) Pokemon Rubino e Zaffiro (2002)

Due titoli che non conoscono mezze misure e che è più facile apprezzare postumi. Partiamo dalle due grosse mancanze, rispetto alla generazione precedente, che fanno sì che questi due giochi siano così bassi nel mio ranking: l'assenza dell'alternanza di giorno e notte e la quasi totale mancanza di un post game. Queste due cose, unite a una trama terra terra, e pure un po' stupida (team cattivi che vogliono espandere il mare/la terra....perché? Blink), ne fanno, per certi versi, una versione advance di Rosso, Verde e Blu. E non è un complimento. Poi, però, ci sono le cose positive. Innanzitutto il game boy advance viene sfruttato al meglio da un punto grafico e ciò permette di creare una regione, Hoen, semplicemente stupenda e iconica. Forestopoli, la città che si snoda sugli alberi, Orocea, costruita su assi di legno nel bel mezzo del mare, Ceneride, raggiungibile solamente tramite una grotta subacquea, i due porti, Alghepoli e soprattutto Selcepoli, col suo museo, il cantiere navale e il mercato, e poi, ancora, il vulcano, il deserto, le Cascate Meteora, Verdazzupoli. Altro pregio è la già citata esplorazione subacquea, con la quest dei tre Regi che è oltremodo originale e affascinante. Ricordo lo stupore che provai quando, da bambino, finii per la prima volta dentro la Sala Incisa. Dopodiché, un grande pregio di Rubino e Zaffiro è quello dell'essere la casa di una generazione piena zeppa di pokemon stupendi, sia da un punto di vista del design che da un punto di vista competitivo. Sempre sul versante competitivo, peraltro, va sottolineata l'introduzione delle lotte in doppio, che sono oggi il format del gioco competitivo ufficiale, la rivoluzione del sistema di EV e IV, che permette di personalizzare maggiormente i pokemon, e l'aggiunta delle abilità. Rubino e Zaffiro, in conclusione, si rifanno grazie alle piccole cose per quelle grosse mancanze che hanno. La terza generazione, ad ogni modo, troverà, con Smeraldo, il capitolo che riuscirà a elevarla definitivamente. Da segnalare, infine, che la terza gen, insieme alla seconda, è la migliore dal punto di vista delle ost. Questa di Porto Selcepoli, ad esempio, io la trovo semplicemente stupenda e azzeccata.

9) Pokemon Rubino Omega e Zaffiro Alfa (2014)

Ho letto molte critiche per questi due titoli e, francamente, non le condivido. Il restyling di Ciclamipoli ci sta di brutto. In una regione piena zeppa di città splendide, Ciclamipoli, letteralmente due case, una palestra, un casinò e un negozio di biciclette, stonava di brutto. L'episodio Z dà ai giochi quel postgame che mancava, peraltro implementando la figura di Deoxys, e lascia degli interrogativi che, purtroppo, resteranno probabilmente tali causa cancellazione di Pokemon Z. L'unico vero punto debole è l'assenza del Parco Lotta, sulla quale non posso chiudere un occhio.

8) Pokemon Platino (2008)

Ah i terzi capitoli, tanto amati dalla critica, quanto poco apprezzati dalla massa. Platino leva a Diamante e Perla quella nomea di "avarage" che gli ho attribuito e dà loro un'identità. E ci aggiunge pure un parco lotta, che non guasta mai. Si porta comunque dietro i difetti dei suoi cugini, a cominciare da una regione che, dopo l'ignobile Alola, è la più brutta della storia del brand. Però è un gioco che vale comunque la pena di essere giocato.

7) Pokemon Verde Foglia e Rosso Fuoco (2004)

E' il primo remake e si pone un obiettivo ambizioso e assai difficile: portare Kanto su Game Boy Advance. La Kanto della prima generazione, infatti, è una regione che, al contrario delle successive, ci viene presentata come corrotta e si porta dietro un'atmosfera tetra che il game boy e il game boy color, il primo in bianco e nero e il secondo con pochissimi colori, riuscivano a trasmettere nel migliore dei modi. Non si può, quindi, rifare Kanto seguendo il solco tracciato da Hoen. I luoghi peculiari di una sono la città sugli alberi piuttosto che la città costruita sui Corsola, il Pokemon corallo. I luoghi iconici dell'altra sono il rifugio del Team Rocket all'interno del casinò, la sede della Silph SPA, una multinazionale inizialmente pensata come cattiva la quale, tra le sue file, annovera comunque diversi scienziati che tradiscono il loro datore di lavoro per unirsi al Team Rocket, e la Torre Pokemon di Lavandonia, letteralmente un cimitero sterminato. Azzurropoli non può presentare la stessa atmosfera di Porto Selcepoli. La seconda è una città incontaminata, nella prima c'è un laghetto dove peschi solo Grimer, icona dell'inquinamento. Game Freak, però, in questo caso ha raggiunto l'obiettivo che si era preposta. Una Kanto dai colori più opachi rispetto ad Hoen resta fedele alla sua identità e garantisce un'esperienza fedele all'originale. A questa, però, ci aggiungiamo un vero e proprio colpo di genio: il Settipelago. La trasposizione videoludica delle Isole Orange dell'Anime e il post game che mancava. E proprio il Settipelago lega la trama di prima generazione a quella di seconda. Qui si inizia a fare sul serio, Rosso Fuoco e Verde Foglia sono giochi privi di punti deboli evidenti.

6) Pokemon Oro e Argento (1999)

Io divido i titoli pokemon in due categorie: finiti e incompleti. Oro e Argento sono il meglio degli incompleti e sono una delle ragioni per cui Pokemon non è stato una moda passeggera, dato che parliamo di un sequel tremendamente riuscito. Questi capitoli hanno due punti di forza: il primo, meno influente nel suo successo, la creazione di un vero e proprio gioco competitivo, con l'introduzione di due tipi e la divisione della statistica "speciali" in "difesa speciale" e "attacco speciale" che va a nerfare il tipo psico, letteralmente dominante in prima generazione, e la seconda è il fattore esplorazione. Oro e Argento e i suoi derivati restano, tutt'oggi, gli unici giochi che propongono ben due regioni. A questo ci aggiungiamo che Johto si presenta come un'area totalmente agli antipodi rispetto a Kanto. Innanzitutto, la prima regione, pur avendo un centro di grosse dimensioni come Fiordoropoli, rappresenta la tradizione, con la splendida Amarantopoli, le sue due torri e il teatro di Danza che incarnano lo spirito del Giappone antico, mentre la seconda raffigura un progresso in parte pure deviato. Dopodiché Johto, al contrario di Kanto, è una regione tutto fuorché lineare. Grotta Scura, Monte Scodella e Grotta di Mezzo si snodano praticamente lungo tutto il sottosuolo della regione e la totale esplorazione di ogni loro meandro è puramente facoltativa. Non parliamo, poi, delle Rovide d'Alfa e della loro lore. In Oro & Argento, peraltro, possiamo toccare con mano una continuity nitida che non si vedrà più all'interno del brand fino all'arrivo della quinta generazione. Sono passati tre anni rispetto ai primi giochi e vediamo come sono cambiati, in questo triennio, i personaggi dei capitoli inaugurali del brand. La lotta finale con Rosso, il protagonista dell'omonimo gioco e di Blu e Verde, infine, suggella quest'armonia che c'è tra Oro e Argento e i loro predecessori.

5) Pokemon Smeraldo (2004)

La terza generazione aveva bisogno di un capitolo che andasse a rinforzarla laddove era carente e Smeraldo lo fa in modo splendido. Innanzitutto, Team Magma e Team Idro, che nei primi due titoli si spartivano il ruolo di team cattivo (Idro in Zaffiro, Magma in Rubino) e team di supporto, ora sono ambedue cattivi. Giustamente. I loro piani continuano ad avere poco senso, ma la storia ne guadagna e ora è più ricca di elementi che la rendono godibile. Dopodiché, in Pokemon Smeraldo arriva quel post game che in Zaffiro e Rubino mancava. Al posto della striminzita Torre Lotta dei predecessori, infatti, abbiamo un gigantesco Parco Lotta con ben sette edifici differenti. Il Parco Lotta è la miglior esperienza in game di gioco competitivo e all'epoca l'online ancora non esisteva, se ne sentiva davvero il bisogno. Se devo trovare un piccolo difetto a questo gioco, è quello di essere uscito fuori tempo massimo in Europa. Due anni e tre mesi di distanza dai suoi fratelli sono davvero troppi se si pensa che Cristallo uscì pochissimi mesi dopo Oro e Argento e che lo stesso Platino fu pubblicato a meno di due anni dall'uscita di Diamante e Perla. Non a caso, peraltro, con la quarta generazione invertirono l'ordine del terzo titolo e dei remake.

4) Pokemon Nero 2 e Bianco 2 (2012)

Nero 2 e Bianco 2 sono gli unici veri sequel del brand insieme a Oro e Argento. E benché escano a un anno di distanza da giochi che si svolgono nella medesima regione, vengono resi molto più digeribili rispetto agli infausti Pokemon Ultrasole e Ultraluna dal fatto che l'avventura inizi in una zona che non era raggiungibile in Bianco e Nero. La storia, che ora ci presenta un Team Plasma diviso in due fazioni, una buona che segue gli ideali di N e una cattiva rimasta al fianco di Ghecis, è ottima, pur non raggiungendo le vette di quella dei predecessori. Unima è una regione fantastica e ci sono veramente mille cose da fare dopo aver finito la parte principale del gioco. E poi hanno aggiunto pure una chicca quale il Pokemon World Tournament.

3) Pokemon Nero e Bianco (2010)

Un gioco rivoluzionario ed è proprio per questo che la critica lo acclama e i fans, in parte, lo hanno respinto. Nero e Bianco, innanzitutto, propongono, per la prima volta, un gioco che si svolge in una regione ispirata a una zona del mondo occidentale. E Unima resta, tutt'oggi, la regione occidentale meglio riuscita. Austropoli, che sostanzialmente è New York, è il triplo delle più grosse metropoli viste nei giochi precedenti. Peraltro, Unima è così grande che un 1/3 dell'area verrà visitato nel postgame, rendendo questi la miglior esperienza di gioco dopo il termine dell'avventura principale dai tempi della seconda generazione. E poi c'è una storia che prende ciò che avevamo visto nella terza e nella quarta generazione, lo deride e riporta il tutto a una dimensione più terra terra. Nero e Bianco sono il Final Fantasy V del brand Pokemon. Unima venne creata da due fratelli che avevano al loro fianco un fortissimo Pokemon Drago. Una storia che si ispira a quella di Roma. I due fratelli, però, credevano in cose differenti e il drago si divise in due (anzi, in tre). N, un ragazzo dell'età del protagonista che si presenta inizialmente come un rivale, si rivela essere il capo del Team Plasma e risveglia uno dei due draghi, a seconda della versione, con l'obiettivo di "liberare tutti i pokemon dal controllo degli umani". N riesce a battere il campione della lega, cosa che nessun antagonista aveva mai fatto in precedenza, ma perde contro il protagonista, il quale verrà affiancato dall'altro drago. E qua arriva il colpo di scena, perché nel Team Plasma ci sono sette saggi tra cui Ghecis, padre adottivo di N, il quale, in realtà, vuole solamente sfruttare il ragazzo per risvegliare il pokemon leggendario e fare i suoi porci comodi. Ghecis sarà il vero boss finale della trama principale, il quale si svela quando ormai non sembra essere rimasto più nessuno capace di ostacolarlo, e ha una squadra studiata di proposito, peraltro, per fare la festa a quella del figlio (piccola grande minuzia del team che ha creato il gioco). Come detto, tuttavia, terminato questo segmento di storia, ci saranno ancora tantissime cose da fare e tantissimo altro da scoprire.

2) Pokemon Heart Gold & Soul Silver (2009)

Prendete tutto quello che ho scritto in precedenza su Oro e Argento, aggiungeteci che la trama viene rinforzata dando una faccia ai generali del Team Rocket e un ruolo alle Kimono Girl, le quali sono legate al pokemon leggendario di copertina, aggiungeteci pure che nel gioco vi è quella porzione di trama che era esclusiva di Cristallo, aggiungeteci che è possibile risfidare tutti i capipalestra, dopo averli sconfitti, con pokemon all'incirca al livello 60, aggiungeteci che i Super 4, dopo averli battuti la prima volta, avranno un grosso incremento dei livelli dei Pokemon, aggiungeteci che hanno pure messo il Parco Lotta di Platino, aggiungeteci che c'è, finalmente, una Zona Safari a Johto, aggiungeteci, inoltre, che sarà anche possibile catturare i leggendari di copertina della terza generazione. In sostanza Heart Gold e Soul Silver chiudono il ciclo delle prime quattro generazioni, lanciando la volata ai sopraccitati Bianco e Nero che potranno rompere definitivamente col passato, prendendo la migliore di tutte le basi e mettendoci dentro di tutto. Un'esperienza di gioco strepitosa, senza punti deboli, che non si prende la prima piazza solo perché quello che fa Cristallo è ancor più incredibile dato che parliamo di un gioco uscito quasi dieci anni prima.

1) Pokemon Cristallo (2000)

Cristallo occupa il primo posto, ma dovremmo fare una posizione oltre la prima per la versione giapponese, la quale, grazie a un dispositivo chiamato Mobile Adapter GB, permetteva di collegare il game boy al cellulare e di giocare, sostanzialmente, online nel 2000. Purtroppo era un'idea troppo avanti coi tempi, in Giappone non avrà il successo sperato, anche per via dei costi troppo elevati, e nel resto del mondo non verrà riproposta. Ad ogni modo, un piccolo rimasuglio di questa genialata c'è anche nei giochi nostri ed è la Torre Lotta, la quale era, in Giappone, un edificio predisposto per il gioco online, mentre nelle versioni occidentali permette di affrontare la CPU in una modalità, però, simile a quella di Pokemon Stadium, portando così, per la prima volta nella storia, il gioco competitivo all'interno di un titolo della main line. Anche senza la sua caratteristica peculiare, ad ogni modo, Cristallo, al contrario di Giallo, è un terzo capitolo che innova molto rispetto ai suoi predecessori e permette di godere un'esperienza di gioco letteralmente incredibile se consideriamo la console per la quale questo gioco era stato progettato: il game boy color. Cristallo potenzia tutte le funzioni di Oro e Argento. Se prima erano pochi i pokemon che erano influenzati dall'alternarsi di mattina, giorno e notte, ora quasi tutto l'areale delle varie zone cambia a seconda del momento della giornata. Ciò ha permesso al team di sviluppo del gioco di inserire tanti pokemon già nei percorsi iniziali, storico punto debole di moltissimi titoli. Diciamo che mettendosi un attimino d'impegno si possono avere più di venti pokemon già prima di affrontare il primo capopalestra e si può arrivare ad averne un'ottantina prima di sfidare il quarto. Anche il PokeGear, il telefonino, ha ora un ruolo più importante, dato che taluni allenatori ti richiamano non solamente per sfidarti o segnalarti la presenza di Pokemon rari, ma anche per regalarti le pietre evolutive. Dal punto di vista grafico, oltretutto, troviamo alcune zone rifatte, come la Torre Bruciata, che ora ha effettivamente il tetto bruciato, e la Via Gelata, che ora è a tutti gli effetti gelata. Da segnalare, inoltre, delle nuove aree presenti all'interno delle Rovine d'Alfa. E, poi, c'è una nuova porzione di trama, quella legata a Suicune e a Eugenius, la quale, per la prima volta, dà centralità ai Pokemon leggendari all'interno della storia (poi diventerà prassi). Apprezzo molto, peraltro, il fatto che per poter andare da Ho-Oh, si debba, prima, catturare tutti e tre i cani leggendari. Se Oro & Argento sono uno splendido involucro, Cristallo aggiunge tutte quelle piccole cose che permettono di trovare un gustoso contenuto dentro di esso.
 
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#16
Visto che ho appena fatto per conto della biblioteca, una recensione su lo hobbit, sto pensando di fare una classifica sui 6 film ( 3 dello hobbit e 3 del signore degli anelli) e poi vorrei farlo anche per le 8 stagioni di GOT
 
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#17
(19-07-2022, 02:33 PM)Gerro Ha scritto: Visto che ho appena fatto per conto della biblioteca, una recensione su lo hobbit, sto pensando di fare una classifica sui 6 film ( 3 dello hobbit e 3 del signore degli anelli) e poi vorrei farlo anche per le 8 stagioni di GOT

ciao Devis, si trova online la tua recensione? mi piacerebbe molto leggerla!
 
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#18
No è nella pagina FB della biblioteca comunale di Travacó, non c’è nessun tipo di spoiler, in quanto si tratta di una iniziativa “letto e consigliato “spetterà al lettore stesso , se vorrà leggerlo,scoprire la trama
 
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#19
Dopo la classifica sui film di Tarantino rimango in ambito cinematografico ma mi sposto di genere andando a stilare il ranking dei film del maestro dell'animazione Hayao Miyazaki. Come per Tarantino (forse anche di più) devo premettere che non c'è nessun film negativo, purtroppo in una classifica ci dev'essere qualcuno in ultima posizione ma non esiste lavoro di Miyazaki che non sia quanto meno un buon film. Sarò nuovamente molto sintetico sia per evitare spoiler sia perché, per quanto appassionato di cinema, non sono così in grado di scriverne.

11) Lupin III - Il castello di Cagliostro (1979)
Film d'esordio del regista, si tratta di un'avventura molto adrenalinica senza un minuto di respiro, con richiami "action" che si rifanno ai film di James Bond e che potrebbero aver influenzato Spielberg per il suo Indiana Jones. Non sono un espertissimo di Lupin ma è sicuramente il lavoro che preferisco su di lui, lo metto in fondo alla classifica perché l'ho sempre trovato un po' "distante" dal resto della filmografia di Miyazaki e dal punto di vista del disegno e dell'animazione non è ancora, anche per questioni tecniche, presente quel tratto indistinguibile dei suoi lavori successivi.

10) Kiki consegne a domicilio (1989)
La storia delle vicissitudini di una giovanissima strega che deve svolgere il suo noviziato è un dolcissimo racconto di formazione che mostra il passaggio dall'infanzia/adolescenza all'età adulta e le difficoltà nel "trovare il proprio posto del mondo", tra l'altro passando da una realtà rurale ad una cittadina. Non ci sono eventi incredibili che sconvolgono il mondo, c'è solo una ragazzina che deve affrontare le piccole e grandi avversità della crescita, combattere dei pregiudizi e rapportarsi con le persone che le stanno attorno superando momenti di difficoltà. Una delle tante protagoniste femminili riuscite, ha il difetto (se così lo possiamo definire) di essere principalmente rivolto ad un pubblico più "infantile" ma è sufficientemente profondo da essere apprezzato anche in età più adulta.

9) Ponyo sulla scogliera (2008)
Pigramente definibile come la risposta giapponese a "La sirenetta", visivamente è una delle opere di maggior impatto, basti pensare ai disegni dell'ecosistema marino. Come per il film su Kiki anche in questo caso il target principale sono i bambini, per quanto ci siano tematiche importanti come il rapporto genitori-figli, la crescita e il sempre presente amore per l'ambiente che permea tutta la filmografia di Miyazaki.

8) Il mio vicino Totoro (1988)
Film fortemente autobiografico per la presenza del personaggio della madre malata in ospedale, come capitato alla madre dello stesso regista. Il personaggio di Totoro, una specie di custode della foresta con le sembianze da orso/procione, ha avuto un successo tale da diventare il simbolo dell'intero Studio Ghibli. Come per Ponyo e per Kiki si tratta di un film più "infantile" rispetto ad altri ma dipinge un bellissimo ritratto familiare e di grandissimo rispetto per la natura che ci circonda.

7) Porco Rosso (1992)
Film molto particolare perché forse più di ogni altro alterna momenti di umorismo quasi "esagerato" a riflessioni molto serie sull'antimilitarismo, l'asservimento al potere e sulla morte, con il protagonista (tra l'altro uno dei pochissimi protagonisti di sesso maschile) che diventa un maiale dopo essere stato l'unico superstite di un attacco aereo. Da sottolineare soprattutto il rapporto tra il protagonista e i due principali personaggi femminili e un villain che non è realmente un villain ma ha più sfumature (come la maggior parte dei villain della filmografia di Miyazaki, a volte neanche presenti). E comunque meglio essere un maiale che fascista.

6) Nausicaä della Valle del vento (1984)
Tratto da un manga che io personalmente non ho letto, è un film post-apocalittico con tinte epiche e fantascientifiche. È uno dei film più fortemente pacifisti e ambientalisti del regista, in cui vengono trattati temi come la convivenza tra culture diverse o anche la convivenza con una natura che in certi casi può rivelarsi ostile ma che allo stesso tempo risulta fondamentale per la sopravvivenza del pianeta; la protagonista, un'altra forte figura femminile (cronologicamente la prima di una lunga serie), incarna appieno questi aspetti ed emblematica è una scena in cui è effettivamente "costretta" ad usare la violenza ma questo le causa un rimorso sincero. Presenta uno dei finali migliori dell'intera filmografia.

5) Si alza il vento (2013)
Il film più serio e maturo del regista che abbandona creature fantastiche e mondi particolari per un film che, nonostante tratti nuovamente il tema del volo, sta con i piedi per terra. La storia è quella di Jiro Horikoshi, un ingegnere areonautico giapponese realmente esistito, e ne segue diverse fasi della vita, dall'infanzia in cui sviluppa la passione per il volo fino al successo lavorativo con una punta di amarezza (il suo più grande progetto verrà usato per combattere nella seconda guerra mondiale). Il tutto con una storia d'amore romantica ma non stucchevole. Ultimo film del regista anche se si ventila l'ipotesi di un ritorno.

4) Il castello errante di Howl (2004)
Ambientato in un'atmosfera steampunk che strizza l'occhio all'Europa di fine ottocento-inizio novecento, forse la migliore ambientazione tra tutti i film di Miyazaki, in un castello che contiene porte che si aprono tutte su mondi diversi. Una meravigliosa storia d'amore tra una giovane ragazza, vittima di una maledizione che l'ha resa una vecchia acciaccata, e un mago che cerca in tutti i modi di evitare una guerra, il tutto con una galleria di personaggi incredibili. Primo film che ho visto del regista, mi ha "iniziato" a Miyazaki ma più in generale all'animazione giapponese.

3) Laputa - Castello nel cielo (1986)
Per quanto riguarda i castelli volanti per me Laputa batte Howl, anche se solo di un soffio: prendendo spunto da Jonathan Swift e dai suoi viaggi di Gulliver, Miyazaki costruisce una storia che parte con spensieratezza (con una scena di inseguimento che ricorda un po' quella presente in "Lupin III - Il castello di Cagliostro" ma poi evolve grazie anche ad uno dei suoi villain meglio riusciti. Film esemplificativo di tutte le tematiche care al regista: c'è l'amore per l'ambiente, c'è il rapporto di amicizia/amore tra Pazu e Sheeta, che allo stesso tempo crescono e formano i propri valori, c'è il tema del volo. Anche dal punto di vista dell'animazione è una grossa evoluzione rispetto ai primi film.

2) La città incantata (2001)
Un altro poetico racconto di formazione che utilizza un'ambientazione fantasy per esplorare tematiche molto più ampie: la protagonista Chihiro, in conflitto con i suoi genitori per un trasloco che non vuole, si ritrova coinvolta in un'avventura in cui, suo malgrado, sarà costretta a dimostrarsi quanto più possibile indipendente proprio per recuperare il rapporto con i suoi genitori. Si intravede una critica al consumismo, per quanto Miyazaki non sia un regista con una preponderante componente politica, si sofferma molto di più sui rapporti umani e sul rifiuto di un'assoluta dicotomia tra bene e male: ogni personaggio è sfaccettato, con luci e ombre, ed è questo che li rende credibili, che li rende "veri". Finale meraviglioso, al successo del film collabora anche una riuscitissima colonna sonora.

1) Princess Mononoke (1997)
Il capolavoro assoluto. Ambientato in un medioevo fantastico nel quale però si intrecciano elementi provenienti da epoche diverse e si fondono facendo da background ad una vicenda in cui veniamo catapultati immediatamente con impatto fortissimo, nella scena della lotta tra il protagonista Ashitaka e il dio-cinghiale posseduto da un demone. Già dall'inizio troviamo un elemento mai così forte nei film di Miyazaki, la violenza: ci sono diversi momenti in cui è brutale, mai nella sua filmografia si erano visti così tanto sangue e cadaveri. Il tema ambientale che ormai ho ripetuto fino alla nausea viene mostrato in una prospettiva diversa, con il progresso tecnologico che inevitabilmente si va a scontrare con la natura, e non solo nell'accezione positiva. Non c'è la protagonista femminile ma ci sono varie figure di donne che cercano la loro emancipazione all'interno della società.
 
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#20
Quando dici di essere un cinefilo non lo fai tanto per dire... Post fantastico! 

Applausi Applausi Applausi  Bravo   Applausi Applausi Applausi



P.S.: è anche un duro attacco al primato di Giugurta come utente più competente in ambito extra-ciclistico! 
 
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