05-12-2016, 04:57 PM
Stefano Cecchini, l'amatore che sogna il professionismo
Grande Granfondista, a 38 anni potrebbe passare
È un po’ che si parla di lui, ed è un po’ che lui, Stefano Cecchini, ci sta pensando. Di lui si parla e si narra come di un fenomeno scopertosi tale troppo tardi, in età avanzata. Delle sue “performance” si sprecano aneddoti e narrazioni. Sono storie che si autoalimentano, tanto da divenire leggende. Di Stefano Cecchini se ne occupa questa mattina «La Gazzetta dello Sport». Claudio Ghisalberti traccia un profilo di questo uomo di 38 anni, figlio di uno dei medici più conosciuti nel mondo del ciclismo, che in età avanzata ha conosciuto il fascino della bicicletta. L’amore è stato a prima vista, e da quel momento non si sono più lasciati. Stefano fa il ciclista per diletto ma lo fa con lo spirito e le modalità del professionista. Ma questo potrebbe anche non bastare, quanti si impegnano ma con scarsi risultati? Ad accrescere il mito di questo amatore sono invece le sue prestazioni fuori dall’ordinario. Le sue vittorie, i suoi tempi che lasciano davvero a bocca aperta. Chi lo conosce non ha dubbi: questo è un talento. Il fratello, Ansano, ne parla con ammirazione: «Va davvero forte, molto più forte di certi professionisti». Papà Luigi sorride compiaciuto: «Il ragazzo ha talento. L’ha scoperto tardi e ad una età che è più consona a scendere di bicicletta che a salirci…».
Stefano è contento, ma nella sua testa frulla anche il desiderio di coronare un sogno, che potrebbe condurlo ad un record: passare professionista. Quest’anno ha vinto tre granfondo, Sportful, Stelvio-Santini e Fizik. «E altre cinque le ho regalate ai miei compagni – racconta Stefano a Ghisalberti —. Negli ultimi tre anni ne ho vinte dieci, tutte le più importanti».
«Mai in bici prima del 2011 – scrive Ghisalberti- solo corsa a piedi e sci agonistico a livello giovanile, e tanta bella vita… Una vacanza a Gran Canaria, con la Bike Academy del c.t. Cassani, nel febbraio 2011 gli cambia la vita. Conosce Chiara, una folgorazione: si sposa e questa primavera nasce Oscar. Assieme all’amore per Chiara nasce l’amore per la bici. Ora Stefano pedala per 20 ore di media la settimana, 32-33mila chilometri l’anno».
E il professionismo? «Tutto è nato questa estate a Livigno – spiega sempre Stefano Cecchini -. Mi ha cercato una squadra di World Tour, una delle più forti, dopo che ha visto che sul Giau, il mercoledì in allenamento prima della Maratona delle Dolomiti, ho impiegato solo un minuto più di Nibali al Giro (solo 24” più di Jungels, ndr). Mi hanno chiesto di fare tre salite che mi hanno indicato e di inviargli i file. Abbiamo parlato un po’ e poi sono spariti per paura del nome che porto. Recentemente sono ricomparsi e ne stiamo parlando. Non mi nascondo. E a chi non crede nei miei tempi gli dico di controllare qui: strava.com/athlets/7926905».
a cura della redazione di tuttobiciweb.it
Grande Granfondista, a 38 anni potrebbe passare
È un po’ che si parla di lui, ed è un po’ che lui, Stefano Cecchini, ci sta pensando. Di lui si parla e si narra come di un fenomeno scopertosi tale troppo tardi, in età avanzata. Delle sue “performance” si sprecano aneddoti e narrazioni. Sono storie che si autoalimentano, tanto da divenire leggende. Di Stefano Cecchini se ne occupa questa mattina «La Gazzetta dello Sport». Claudio Ghisalberti traccia un profilo di questo uomo di 38 anni, figlio di uno dei medici più conosciuti nel mondo del ciclismo, che in età avanzata ha conosciuto il fascino della bicicletta. L’amore è stato a prima vista, e da quel momento non si sono più lasciati. Stefano fa il ciclista per diletto ma lo fa con lo spirito e le modalità del professionista. Ma questo potrebbe anche non bastare, quanti si impegnano ma con scarsi risultati? Ad accrescere il mito di questo amatore sono invece le sue prestazioni fuori dall’ordinario. Le sue vittorie, i suoi tempi che lasciano davvero a bocca aperta. Chi lo conosce non ha dubbi: questo è un talento. Il fratello, Ansano, ne parla con ammirazione: «Va davvero forte, molto più forte di certi professionisti». Papà Luigi sorride compiaciuto: «Il ragazzo ha talento. L’ha scoperto tardi e ad una età che è più consona a scendere di bicicletta che a salirci…».
Stefano è contento, ma nella sua testa frulla anche il desiderio di coronare un sogno, che potrebbe condurlo ad un record: passare professionista. Quest’anno ha vinto tre granfondo, Sportful, Stelvio-Santini e Fizik. «E altre cinque le ho regalate ai miei compagni – racconta Stefano a Ghisalberti —. Negli ultimi tre anni ne ho vinte dieci, tutte le più importanti».
«Mai in bici prima del 2011 – scrive Ghisalberti- solo corsa a piedi e sci agonistico a livello giovanile, e tanta bella vita… Una vacanza a Gran Canaria, con la Bike Academy del c.t. Cassani, nel febbraio 2011 gli cambia la vita. Conosce Chiara, una folgorazione: si sposa e questa primavera nasce Oscar. Assieme all’amore per Chiara nasce l’amore per la bici. Ora Stefano pedala per 20 ore di media la settimana, 32-33mila chilometri l’anno».
E il professionismo? «Tutto è nato questa estate a Livigno – spiega sempre Stefano Cecchini -. Mi ha cercato una squadra di World Tour, una delle più forti, dopo che ha visto che sul Giau, il mercoledì in allenamento prima della Maratona delle Dolomiti, ho impiegato solo un minuto più di Nibali al Giro (solo 24” più di Jungels, ndr). Mi hanno chiesto di fare tre salite che mi hanno indicato e di inviargli i file. Abbiamo parlato un po’ e poi sono spariti per paura del nome che porto. Recentemente sono ricomparsi e ne stiamo parlando. Non mi nascondo. E a chi non crede nei miei tempi gli dico di controllare qui: strava.com/athlets/7926905».
a cura della redazione di tuttobiciweb.it