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Tour de France 2022 | 5^ tappa: Lille Metropole - Arenberg Porte du Hainaut
#61
(06-07-2022, 11:45 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Bellissima, il ciclismo yeah che ci piace.

Poi non sarebbe accaduto proprio nulla se non fosse stato per un motociclista che ha trascinato una balla di fieno in mezzo una strada, ma vabbé.

Io invece chiedo: ma perché quella volta che un motociclista fece danni sul Ventoux, il tutto venne neutralizzato?

Qui ci sono i migliori commentatori e tifosi veri e non rincoglioniti (termine fortemente voluto ed insostituibile) del pedale. La domanda che si pone Luca, è una sorta di sunto di una tragedia che grava sul ciclismo dal 1999, quando fu costruito l'assalto al mondo di una lingua, solo ed esclusivamente per soldi, portando poi la credibilità di questo sport, ad una burla rispetto a tutti gli altri. Il ciclismo ed il Tour, che ne è l'immagine mediaticamente più forte e tangibile, trasformati e ridotti a palcoscenico al servizio di…. Uno schifo, con tanto di elevazioni di fantocci a campioni, lasciando per strada, perché era impossibile tumefare ogni intelligenza, corposi terreni di sospetto e di vera e propria vergogna. Morale: il numero di ciclisti di quella lingua ricca, dispotica e proprietaria della quasi totalità di società offshore, divenuta in un battito di ciglia lingua ufficiale del ciclismo, quando alla vigilia del “progetto”, non era fra le prime cinque, è diminuito assai. Al contrario, sono divenuti colossi i nomi dei costruttori del pedale (si spera spinto dal solo motore umano) di quello slang. Idem il peso totalizzante sulla cancerogena UCI degli interessi di quella lingua. Basti citare che per il rampollo d’esempio su quel Ventoux, posto a quesito dal grande Luca, nonché secondo nella scala dei “Cenerentoli prima di mezzanotte” al solo inarrivabile oltreoceano (ma di questi ancor meno forte di suo), fu così imperiosamente imposto all’inchino del Tour, nonostante l’ennesimo regalo presa per il culo all’intelligenza dell’osservatorio, da far fuggire dall’incarico di cerimoniere della Corsa Gialla, per scandalo e vomito, un campionissimo vero, come Bernard Hinault!
Per un vecchio come me, che ieri ha perso e sta ancora piangendo un amico campione, capace di dipingere grandezza (non sempre conosciuta) in ogni ruolo del pedale, il ciclismo ha ancora ragazzi verso i quali val la pena sentir passione giovanile. I loro nomi detengono il 90% della credibilità rimasta al pedale. Quella credibilità che il Tour, con la sua vergognosa genuflessione alla lingua che tolto il rock richiama solo negatività, ha mandato in mona 23 anni fa. E quella credibilità che abbisogna come il pane di commentatori e tifosi degni, capaci di raccogliere e di vedere quel che avviene veramente e di non scambiare “costruiti padrini o protetti” per campioni a quattro ante.
Il Nuovo Ciclismo, unico nel suo genere, svolge davvero la funzione sincronica al suo nome.
 
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#62
Quant'è vero Iddio mi viene voglia di mettermi uno scolapasta in testa, aprire Twitter e YouTube e assaltare un paio di account e di canali di mia conoscenza.

Sono gasatissimo.
 
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#63
Io mi esprimo contro al pavé in un Tour, in particolare contro la tappa di ieri.

La pianificazione di una manifestazione sportiva deve favorire che il più forte vinca, più è significativa la componente di fortuna, peggio è. Tutti di fronte ad ogni sport apprezziamo il talento che unito al duro lavoro permette di vincere le competizioni, non quanto è fortunato un concorrente. Per cui limiterei la componente fortuna al minimo.

Questa premessa generale mi fa concludere che una tappa come quella di ieri è a mio modo di vedere fuori luogo in un GT: si può sostenere l'idea che il pavé crea selezione e anche questo permette di valorizzare i ciclisti più completi e fare emergere le loro qualità e io sono d'accordo con questo concetto, che tuttavia non è realizzato da percorsi del genere. Non so bene perché, ma queste tappe al Tour de France hanno sempre scombussolato la classifica fra i contendenti al titolo senza mai premiare realmente azioni di forza. Questo sia nel 2010 sia ieri, con alcuni corridori di classifica che sono stati eliminati/svantaggiati significativamente da cadute (nel 2010 cadde F. Schleck, col fratellino che trainato da Cancellara se ne andò sfruttando il buco) e non da azioni di forza. Nel 2014 discorso un po' a parte perché Nibali ha costruito parte della sua vittoria nella tappa sul pavé grazie alla sua abilità, ma furono condizioni molto estreme con la pioggia che batteva tutta la tappa. E anche lì, purtroppo un favorito si è ritirato e un altro ha perso un'eternità.

A me piacerebbe che tutti i favoriti (a maggior ragione con tutto il duro lavoro di preparazione che c'è dietro) potessero sfidarsi e mostrare la loro forma senza questi eventi esterni.
Già molto spesso al Tour (purtroppo) nella prima settimana si perdono tantissimi possibili protagonisti a causa di caduta e se è vero che questo è in parte inevitabile è anche vero che non andrei a cercare di aggravare la situazione su tracciati del genere.
 
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