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UCI, riparte la sperimentazione sui freni a disco
#1
Freni a disco, ad agosto parte la sperimentazione UCI
Se tutto sarà ok, dal 2017 ci sarà l'adizione definitiva

Freni a disco nel ciclismo su strada? Ormai ci siamo. L’UCI e la WFSGI (Federazione Mondiale dell’Industria per lo Sport) hanno ufficialmente annunciato il via di test di valutazione. Nel corso di questa stagione, tutte le squadre avranno la possibilità di affrontare con bici munite di freni a disco due corse a a loro scelta nei mesi di agosto e settembre. Le sperimentazioni proseguiranno poi nel corso del 2016 e, se l’esperienza sarà giudicata soddisfacente, i freni a disco saranno ufficialmente autorizzati a partire dal 2017.

A riguardo, il presidente Brian Cookson spiega: «Nonostante i freni a disco siano adottati da una decina d’anni nel fuoristrada e da due anni nel ciclocross, la loro adozione per le corse su strada deve essere attentamente studiata con tutti i protagonisti coinvolti, quindi con corridori, squadre e costruttori. La volontà dell’Uci è quella di favorire l’innovazione con l’obiettivo di rendere ancora più appassionante il nostro sport».

«Gli industriali del settore hanno accolto con favore questa notizia e ringraziano l’Uci per la collaborazione offerta - afferma il segretario generale della WFSGI Robbert de Kock -. Questa decisione stimolerà ulteriormente l’innovazione e offrirà nuove opportunità all’industria del ciclismo e un vantaggio alle performance dei corridori. Sarà necessario procedere a qualche ulteriore aggiustamento a livello di procedura, ma siamo molto soddisfatti,. Certo, dobbiamo ancora definire alcuni punti in sospeso come l’assistenza tecnica neutra in corsa o il protocollo fra l’Uci e le squadre: argomenti che affronteremo presto».

tuttobiciweb.it
 
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#2
Colnago: «Freni a disco, la rivoluzione»
L'Uci dà il via alla sperimentazione della novità

[Immagine: showimg.php?cod=78431&resize=10&tp=n]

Se c’è uno che non ama frenare e rallentare è proprio Ernesto Colnago. Non ama frenare e rallentare quando si parla d’innovazione, tecnologia, ricerca, visione del futuro. Non ce ne vogliano i prestigiosi marchi stranieri, in particolare quelli a stelle e strisce, che hanno trasformato la bicicletta sartoriale su misura made in Italy in bicicletta dozzinale, da promuovere in una economia di scala che guarda alla formatizzazione di qualche misura, dimenticandosi delle esigenze dell’appasionato, e stravolgendo l’equazione: il costruttore modella la bicicletta su chi la utilizza, gliela cuce addosso.
Ma torniamo all’irrefrenabile Ernesto Colnago e ai freni a disco che l’Uci ha deciso di far utilizzare in via sperimentale nelle corse su strada in due gare: tra agosto e settembre di quest’anno. E l’esperimento proseguirà nel 2016 in tutti gli eventi del calendario Uci. Se alla fine del percorso l’Uci darà il via libera, i dischi sulle biciclette da corsa saranno introdotti ufficialmente nel World Tour a partire dal 2017.

Inutile dire che il Maestro di Cambiago è soddisfatto, visto e considerato che ancora una volta è stato il primo a lanciare sul mercato una bicicletta da corsa dotata di impianto frenante idraulico con dischi. «Era il 2012, eravamo al salone di Taipei e dopo tre anni di studi e collaudi, finalmente, potevamo presentare al mondo quello che oggi a tutti gli effetti è divenuto realtà», ci confida con soddisfazione e orgoglio. «E per un’azienda come la nostra, che ha fatto della ricerca e dell’innovazione un proprio fiore all’occhiello, questo è un ulteriore motivo di orgoglio – aggiunge».

[Immagine: DSC_0630.JPG]

E continua: «Spesso si dà tutto per scontato. Capisco che ci si possa dimenticare della storia, ma in certi momenti, scusatemi, è giusto anche ricordarla. Io non potrò mai dire di aver inventato il cambio moderno, perché quello è opera di un genio che risponde al nome di Tullio Campagnolo. Così non posso dire aver inventato la bicicletta, perché quella è nata dalla matita e dalla folle intuizione di un genio di nome Leonardo da Vinci. Nel mio piccolo, però, penso di aver portato in questo mondo piccole grandi invenzioni. Una delle più grandi, nata oltre venti anni, è l’introduzione del carbonio nel mondo della bicicletta, grazie alla nostra partnership con Enzo Ferrari e l’allora Ferrari Engineering. Poi la prima forcella a foderi dritti, in un momento storico in cui molti costruttori volevano introdurre le sospensioni, anteriori e posteriori. Tre anni fa i freni a disco per bici da corsa su strada. Nessuno era pronto, molti gli scettici, oggi l’Uci dà il via libera alla sperimentazione. Si va avanti, passo dopo passo, pedalata dopo pedalata, verso una bicicletta che cambia restando sempre la stessa. Una bici che scivolerà via veloce». E con una frenata sempre più dolce.

tuttobiciweb.it
 
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#3
Eneco Tour, tra i professionisti debuttano i freni a disco
Arrivata la finestra di due mesi (Agosto-Settembre) concessa dall’UCI per i primi test in corsa con i freni a disco ecco finalmente l’apparizione nelle corse Pro di questi nuovi componenti tanto dibattuti.

[Immagine: Schermata-2015-08-12-alle-10.22.34-576x386.png]

Nel caso specifico é il team olandese Pro-Continental Rompoot a rompere il ghiaccio, avendo equipaggiato all’Eneco Tour alcuni corridori con delle Isaac Boson montate con SRAM Red Hydro e ruote FFWD F4D. Stranamente il diametro scelto è stato 140mm sia all’anteriore che al posteriore, nonostante SRAM raccomandi 160mm all’anteriore.
Entro Settembre vedremo il debutto anche di altre squadre, come la Trek Factory che li userà alla Vuelta, la Katusha (Eurométropole Tour) e la IAM (GP Isbergues e Eurométropole Tour).
La BMC e la Orica GreenEdge, pur potendo contare su sponsor tecnici (Shimano, Scott) che hanno in produzione prodotti per freni a disco non li useranno per il momento. Cosi’ come le squadre sponsorizzate Campagnolo (Astana, Movistar, Lotto-Soudal) visto che il produttore vicentino é ancora in fase test per i propri prodotti.

[Edit]

Oggi, all’Eneco Tour anche la Sky ha fornito alcune Pinarello coi freni a disco ad alcuni corridori (Eisel)

[Immagine: Schermata-2015-08-12-alle-16.03.31-576x433.png]

Piergiorgio Sbrissa
http://www.bdc-mag.com/i-primi-dischi-tra-i-pro/
 
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#4
Ernesto Colnago: »Per i freni a disco sarà la Vuelta buona»
Il maestro di Cambiago rivendica la primogenitura tecnologica

È senza freni, nel senso che se c’è da parlare di bicicletta e dei freni a disco Ernesto Colnago non si tira indietro, nemmeno dal suo “buen retiro” di vacanza.
Per i freni a disco dovrebbe essere la Vuelta buona. Ernesto Colnago, il decano dei costruttori mondiali, l’artigiano che ha esplorato il mondo della bicicletta finendo per modificarlo ne è più che convinto. «Il futuro è senza ombra di dubbio dei freni a disco, su questo non ci sono dubbi. Noi siamo stati i primi a crederci tre anni fa, quando li lanciammo sul mercato lasciando il mondo a bocca aperta, adesso, dopo queste sperimentazioni, siamo prossimi ad un passaggio che definire epocale è poco. Si entrerà in una nuova frontiera per non tornare più indietro, come è giusto che sia».

Ernesto Colnago lo raggiungiamo telefonicamente a Cortina d’Ampezzo, dove sta trascorrendo gli ultimi giorni di vacanza con la sua Vincenzina e non si sottrae a qualche domanda su una rivoluzione tecnologica che sente profondamente sua.
«Ormai alla mia età non mi fa più effetto nulla, ho imparato a rispettare tutti ma mi piacerebbe anche che in certi momenti ci si ricordasse anche chi una parte di storia dell’evoluzione della bicicletta ha contribuito a scriverla. Nell’86, grazie agli ingegneri della Ferrari Engineering, fummo noi ad introdurre per primi il carbonio e oggi sembra che ad inventarlo siano stati tutti. Stesso discorso per la forcella dritta. Bene, che piaccia o no anche i freni a disco sono usciti dalle nostre officine di Cambiago dopo mesi di ricerche e sperimentazioni in collaborazione con il Politecnico di Milano. Ancora oggi stiamo elaborando e innovando, grazie anche alla disponibilità di tester d’eccezione come Paolo Savoldelli, che in bicicletta è uno che ci sa andare e in discesa è sempre stato uno dei più abili tanto da portare spesso al limite il proprio mezzo meccanico».

Sabato scatta la Vuelta. La corsa spagnola rappresenta anche il secondo banco di prova - dopo l’Eneco Tour - per i freni a disco, componente per ora ammesso solo in via sperimentale dall’Uci. Pensa che si verificheranno meno cadute rispetto al passato?
«Intanto bisogna vedere quante squadre decideranno di utilizzarlo in una gara così importante, che per molti corridori è davvero un esame di riparazione. Dico solo che da un lato bisogna prenderci la mano, ma soprattutto con il bagnato la frenata è di gran lunga più sicura».

Molti meccanici dicono che la sostituzione della ruota in caso di foratura è un po’ troppo macchinoso…
«Tutto è diventato più macchinoso, anche con i freni tradizionali visto che sono stati introdotti da tempo due gancini di sicurezza anche nella forcella anteriore. Si cambierà la bici».

E il peso?
«Rispondo così: la sicurezza ha il suo peso».

Insomma, ci sono solo vantaggi…
«Io ne sono sicuro. Come ho già detto bisogna solo prenderci la mano e farci anche l’occhio. Se alla Vuelta saranno in tanti a usarli, sarà interessante vedere come si comporteranno in discesa i corridori che monteranno i freni tradizionali rispetto a quelli che adotteranno i freni a disco. Ci saranno corridori che potranno osare di più e di conseguenza ritardare la frenata, arrivare ad una staccata molto più ritardata, mentre quelli che avranno i tradizionali dovranno fare attenzione anche a chi avranno davanti e tenere gli occhi bene aperti: hanno freni tradizionali o a disco? Cambia tutto. Il rischio è quello di tamponarli. Ma è solo questione di tempo, il futuro è segnato. Questa sarà la Vuelta buona».

tuttobiciweb.it
 
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#5
Colgo occasione già che ci siamo...

Sulla MTB non mi frena quasi più l'anteriore col freni a disco. Cosa c'è da sostituire?
 
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#6
L'altro giorno a Radiocorsa ho sentito dire che in caso di caduta potrebbero rivelarsi delle lame, è vero?
 
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#7
i freni a disco si portavano soprattutto negli anni settanta
 
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#8
(23-08-2015, 09:18 AM)DUILIO Ha scritto: Colgo occasione già che ci siamo...

Sulla MTB non mi frena quasi più l'anteriore col freni a disco. Cosa c'è da sostituire?

sperando siano idraulici

bisognerebbe controllare

- o le pasticche
- o l'impianto/olio per uno spurgo 
- o il disco
 
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#9
Le nuove regole Uci lanciano la volata a Shimano
Una rivoluzione tecnologica che fa gola al colosso giapponese

Ogni anno 30 milioni di nuove biciclette vendute nel mondo hanno cambi e freni targati Shimano. Il gruppo giapponese che alla fine degli anni Ottanta ha rivoluzionato il mercato delle due ruote con i primi cambi sul manubrio per Mtb e bici da corsa , rischia di fare di nuovo il «botto» sul mercato grazie ai suoi freni al disco. Secondo quanto riporta il Financial Times, giornale di riferimento della comunità finanziaria londinese, l’Union Cycliste International è in procinto di varare delle nuove regole che introdurrebbero la possibilità di usare bici con il freno a disco nelle gare del circuito professionistico.

Dopo anni di controversie e di lobbying il divieto di utilizzare i freni a disco nelle gare dei pro starebbe finalmente per essere eliminato dalle normative dell’Uci . I freni a disco, già ampiamente utilizzati nel motociclismo e nell’automobilismo, sono finora vietati nelle competizioni sportive su due ruote su strada. Sono un po’ più pesanti dei freni tradizionali ma molto più efficienti nella frenata, soprattutto in condizioni di tempo sfavorevoli, con pioggia, strada bagnata e fango.

Shimano ha una posizione dominante nel mercato della componentistica delle biciclette. Ed è anche il maggiore produttore di freni a disco per due ruote. I vari Nibali, Sagan e Cancellara potranno decidere di utilizzare delle bici con i freni a disco nelle discese più ardite, nel pavè fangoso della Roubaix e nelle volate a 60 all’ora per non rischiare troppo. E c’è da giurare che dopo i professionisti anche gli amatori vorranno avere tra le mani una specialissima di alta gamma con i freni a disco, che diventerà uno standard proprio come è stato a fine anni Ottanta per le leve cambio integrate nel freno e per i cambi sul manubrio delle Mtb. Questo è almeno quello che pensano molti analisti finanziari che, sulla promessa dei freni a disco, hanno messo un bollino “buy” sul titolo Shimano. Nonostante gli aumenti a due cifre fatti già registrare dalle azioni della società giapponese negli ultimi anni alla Borsa di Tokyo.

Oggi il titolo Shimano ha chiuso le contrattazioni alla Borsa di Tokyo con un aumento del +3,61 per cento. Ma nell’ultimo anno il titolo Shimano ha guadagnato il 46,9 per cento. Con un fatturato di 373 miliardi di yen e un utile di 66 miliardi di yen.

articolo di Riccardo Barlaam de Ilsole24ore. Per leggerlo tutto, clicca QUI

tuttobiciweb.it
 
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#10
Sram solo Sram Sram e basta Cool

ma Nibali/Astana non usa Campagnolo? Insicuro
 
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#11
Ulteriori test in gara sui freni a disco nella stagione 2016: una decisione definitiva dell'UCI attesa per il 2017
Attraverso un comunicato stampa l'Unione Ciclistica Internazionale ha annunciato la propria decisione di continuare con i test sull'uso dei freni a disco nelle gare su strada anche durante tutta la stagione 2016. Negli scorsi mesi di agosto e settembre c'erano stati i primi tentativi da parte di alcuni corridori di squadre World Tour, per il prossimo anno l'UCI ha deciso di allargare questi test a tutte le categorie di squadre, World Tour, Professional, Continental e Donne: un attento monitoraggio dovrebbe quindi portare al definitivo via libera per l'uso dei freni a disco a partire dal 2017.

cicloweb.it
 
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#12
L'UCI vieta i freni a disco
Dopo l'incidente occorso a Ventoso durante la Roubaix

Freni a disco, stop alla sperimentazione in corsa. Lo ha confermato il presidente della Commissione Materiali dell'UCI Harald Tiedemann Hansen al portale norvegese Procycling.no dopo l'incidente che alla Roubaix è costato una profonda ferita alla gamba allo spagnolo Francisco Ventoso della Movistar.
Anche l'Associazione dei ciclisti professionisti (CPA) aveva sollecitato l'UCI a prendere questa decisione.

L'Uci aveva stabilito un tempo di due anni per la sperimentazione dei freni a disco e questa è la seconda stagione in cui le squadre possono utilizzare questo tipo di freni durante le corse.

Lo stesso Ventoso nella giornata di ieri ha scritto una lettera aperta nella quale spiegava di essere stato coinvolto in una caduta di gruppo e di come il disco posteriore della bici di un altro corridore avesse agito sulla sua gamba come una grande lama. «Sono il primo a raccomandare i freni a disco a chi pratica ciclocross o ai cicloturisti, ma attualmente i dischi sono troppo pericolosi per essere utiizzati in corsa» scrive fra l'altro Ventoso.

Numerosi corridori hanno twittato negli ultimi giorni e nelle ultime ore, anche se nessun big ha preso posizione. E Giovanni Visconti lo ha sottolineato chiaramente con un tweet: «Ma dove sono i BIG del ciclismo ? Non hanno visto "lo squarcio" alla gamba di @franventoso ? Tutti zitti finché non capita a voi ??????».

tuttobiciweb.it
 
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#13
Colnago: «Bici più pesanti, con 300 grammi, tutti più sicuri»
Il noto costruttore parla di sicurezza e freni a disco

Con 300 grammi in più siamo più sicuri su tutto

Si può fermare l’evoluzione? Certo che si, se si hanno dei dubbi o se ne va a scapito della sicurezza dei ciclisti le istituzioni possono rallentarne il cammino. Così sui freni a disco, ecco una bella frenata. L’Uci non ci ha pensato due volte: dopo l’incidente a Francisco Ventoso, vittima di una caduta domenica scorsa alla Roubaix, e nella quale il corridore della Movistar ha riportato un vistoso nonché impressionante taglio all’altezza della tibia sinistra, il presidente della commissione materiali dell’Uci Harald Tiedemann Hansen, ha dichiarato che la decisione è stata presa in autonomia dell’ente del movimento mondiale.

L’incidente di Ventoso, che ha scritto ieri una lettera aperta con la quale chiedeva cosa sarebbe successo in gara se tutti avessero avuto i freni a disco (solo due squadre su 25, ndr), non ha fatto altro che riaprire un dibattito che è più che mai d’attualità.

Ricordiamo che l’introduzione dei freni a disco nel mondo delle corse è avvenuto in maniera molto cauta e prudente. Lanciati sul marcato da Ernesto Colnago al salone di Teipei del 2012, lo scorso anno i freni sono stati testati in due corse World Tour: l'Eneco Tour e la Vuelta. All'inizio di dicembre è poi arrivata la decisione di allargare la sperimentazione nel corso di tutta questa stagione. L'Uci ha dato il via libera alla possibilità di utilizzare l'impianto frenate quando le squadre lo avessero ritenuto opportuno. Adesso è arrivata la sospensione, ma prosegue il dibattito. Noi di tuttobiciweb.it abbiamo deciso di ascoltare una voce che non è una delle tante, ma è senza ombra di dubbio di uno dei maggiori punti di riferimento del ciclismo made in Italy, nonché voce autorevole e competente dell’industria della bicicletta: Ernesto Colnago.

I freni a disco sono pericolosi: cosa si può fare?
«Premetto che la prudenza non è mai troppa ed è meglio trovare qualche soluzione in più piuttosto che creare disagi ai corridori e confusione tra i tanti appassionati, ma ci terrei però a fare alcune precisazioni…».

Siamo qui apposta, dica pure.
«Quando si parla di sicurezza pensiamo solo ai freni a disco? Tutto il resto è esente da rischio? Penso al peso della bicicletta di 6,8 kg valido per tutti i corridori: è cosa buona e giusta? Faccio un esempio: un corridore che pesa 75 kg può usare una bici che pesa più o meno come quella di un ciclista di 60 kg? Evidentemente no. Altro punto. Il limite di peso di 6,8 kg è riferito alla bici completa, ma quello che conta è il peso dell’insieme telaio + forcella, che devono essere resistenti per dare la massima sicurezza al ciclista. Non ha nemmeno senso appesantire una bici nata leggera con del “peso morto” , questo per raggiungere il limite obbligatorio per gareggiare. Se la sicurezza interessa veramente, alziamolo addirittura questo limite. Portiamolo ad almeno 7-7,1 kg».

Bene, chiarissimo, ma entriamo nel particolare: cosa si può fare per mettere in sicurezza il tutto?
«I dischi sono pericolosi? Si può inventare una protezione. Però lo ripeto: cosa vogliamo dire allora delle ruote con cerchi in fibra di carbonio quando piove? A quante cadute assistiamo: anche queste, forse, andrebbero modificate, magari sostituendo la pista frenante in carbonio con una in alluminio. E la componentistica in generale? Sempre più leggera anche questo. Pensare che, invece, con 250-300 grammi suddivisi su tutta la bicicletta, saremmo più sicuri su tutto». Per la serie: va bene la leggerezza, ma non a cuor leggero.

a cura della redazione di tuttobiciweb.it
 
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#14
Freni a disco, a giugno riprendono i test in corsa
Dopo un incontro fra l'UCI e la Federazione degli industriali

Al termine del Giro d'Italia si tornerà a parlare di freni a disco. E soprattutto si tonerà a vederli sulle biciclette dei professionisti. È questo in estrema sintesi il succo di un accordo emerso nel corso di un incontro tra l'UCI e la WFSGI, la Federazione Mondiale delle Industrie di articoli sportivi.

Come riferisce il sito australiano CyclingTips, nel corso dell'incontro i rappresentanti degli industriali hanno portato una serie di dati a sostegno della non pericolosità dei freni a disco e si sono impegnati a realizzare modifiche (arrotondamento di tutte le parti taglienti e adozione di protezioni tipo quelle in uso già nel motocross, in soldoni).
Se tutto andrà come sembra, il Criterium del Delfinato e il Giro di Svizzera diventeranno due nuovi banchi di prova e, in caso di risposta positiva dei test, i freni a disco potrebbero essere protagonisti al Tour de France.

tuttobiciweb.it
 
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#15
UCI, riparte la sperimentazione sui freni a disco
Il Comitato Direttivo dell’UCI ha stabilito di riaprire alla sperimentazione dell’uso dei freni a disco nelle corse su strada. La decisione arriva dopo lunghi mesi di discussione tra i rappresentanti dei corridorim delle squadre e dei costruttori e dopo aver avuto l’approvazione da parte dell’Associazione dei Corridori e della Associazione delle Squadre Professionistiche.
Con i costruttori, si è deciso che la sperimentazione riprenderà dal 1° genniao esclusivamente con dischi che siano stati modificati in modo da non presentare più angoli a 90 gradi ma che siano stati arrotondati o protetti.
La sperimentazione sarà sottoposta mensilmente a verifiche e a discussioni tra le parti.

comunicato stampa UCI
 
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#16
Il sindacato dei ciclisti chiede un nuovo stop per i freni a disco
A partire dallo scorso 1 gennaio per i corridori è di nuovo possibile utilizzare biciclette equipaggiate con freni a disco; c’è chi li sta usando, chi inizierà ad utilizzarli a breve (la Cannondale-Drapac ne ha appena annunciato l’adozione dalla Volta ao Algarve) e chi è riuscito a vincere con tale accorgimento, come i due Quick Step Floors Tom Boonen e Marcel Kittel.
Tuttavia molti ciclisti professionisti sono ancora profondamente contrari a tale tipologia di freni: come riporta Cyclingnews, il sindacato internazionale dei ciclisti professionisti (CPA), per mezzo del suo presidente Gianni Bugno, ha inviato una lettera all’UCI nella quale si chiede di stoppare l’utilizzo dei freni a disco. Il CPA, forte del sostegno di oltre 600 atleti, propone un periodo di prova in cui tutti i corridori utilizzino i freni a disco in alcune gare individuate specificatamente, dando così la possibilità a tutti di verificare tale tipologia e in modo di valutare gli effetti positivi e negativi in un gruppo uniforme da queto punto di vista.

cicloweb.it
 
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#17
 
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#18
Un anno di sperimentazioni e stop, ma mettere un copri-disco fa così schifo?
 
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#19
boh...purtroppo in caso di cadute le variabili sono ancora tante...non si cade certo in un solo modo,la bici può fare mille movimenti...
 
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#20
Beh intanto ci metti un copridisco poi vedi gli altri problemi..
 
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