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Una bella rimpatriata....
#1
Dopo oltre tre anni, causa pandemia, si stanno ritrovando all’Agriturismo la Torrazza di Cambiago di Milano, decine e decine di ex corridori, professionisti e dilettanti, campioni titolati e ciclisti senza vittorie o anonimi, soprattutto lombardi, per quello che era un tradizionale momento d’abbraccio e di convivio, da consumarsi a tavola, all’insegna dei ricordi e di quel “fraterno insieme che solo il ciclismo d’un tempo, sa esprimere. Ad organizzare il tutto il grande (perché ci sta e chi mi legge da tempo lo sa) Alberto Morellini, classe 1939, ma ancora valente imprenditore, nonché personaggio straordinario. Uno che è stato Tricolore fra i dilettanti nel 1967 e che ha una storia densa di particolari, capaci di riassumere con chiarezza il ciclismo dei davvero favolosi anni sessanta.
[Immagine: 15243451033538it.jpg]
Alberto mi aveva invitato al prezioso e significativo incontro de La Torrazza, ma le mie condizioni mi hanno impedito di partecipare.
Però su Morellini devo scrivere qualcosa …..

Lo vidi dal vivo a Gatteo a Mare, il 16 marzo del 1969, quando ero ancora distante dal compimento dei 14 anni. La corsa era un circuito con tanti campioni presenti, a cominciare dall’iridato Adorni,
Ero ragazzino, non correvo in bicicletta, facevo atletica e, soprattutto, giocavo con profitto a calcio, ma avevo il ciclismo da dieci anni nel sangue. Quelle corse, avevano il pregevole e significativo merito di avvicinare nei luoghi più disparati i corridori al pubblico nelle fasi di punzonatura precedenti lo start. Ad un certo punto vidi due professionisti dell’Eliolona, dai capelli tendenzialmente rossi uno e biondi l’altro, chiacchierare fra di loro. Capii subito che si trattava di Morellini e Francesco Plebani e mio fratello Lorenzo, sapendomi conoscitore come pochi, pensò bene di farmi pubblicità, portandosi presso un nugolo di appassionati a chiedermi chi fossero.    

Mi raccontò poi via telefono…
Era il primo marzo 1964, domenica. Fra i corridori in Riviera Ligure, nello specifico di Varazze, per la preparazione alla stagione, c’erano il Sire di Herentals Rik Van Looy, il suo fido gregario Edgard Sorgeloos, Arnaldo Pambianco ed un dilettante che pareva destinato a divenire quanto prima professionista, Alberto Morellini.  
A colazione Van Looy disse agli altri che dopo l’allenamento voleva vedere una bella partita di calcio. A Genova si giocava Sampdoria-Inter ed i quattro decisero di andarci, senonché l’allenamento si prolungo un po’ troppo, ed i corridori partirono molto tardi per lo Stadio Marassi. Per arrivare, Pambianco che stava alla guida, si improvvisò in Surtees e sull’Aurelia due poliziotti motociclisti li affiancarono e li fermarono. Chiesero la patente ed il libretto ad Arnaldo ed uno dei due esclamò: “Ma lei è Pambianco?” e lui rispose “Sì sono io e lui è Van Looy?”. Il poliziotto chiese dove stessero andando così di fretta ed alla risposta allo stadio per la partita, i due agenti si miseri in moto ed a sirene spiegate li accompagnarono allo Stadio Marassi. La partita fini poi 5 a 1 per l’Inter.

Morellini è colui che portò Zonca al ciclismo….
Sempre via telefono mi raccontò…
“I prmi giorni del 1970 chiesi a Giorgio Zonca, industriale dei lampadari, mio amico e mio tifoso, di fare una squadra. Accettò. Gli dissi che avrei cominciato come corridore e poi avrei preso il tesserino e avrei continuato come direttore sportivo. Accettò.  Bisognava però prendere un direttore sportivo con il tesserino, e gli feci il nome di Ettore Milano. Ettore fu disponibile, ma chiese un favore: avrebbe voluto fare una o più battute di caccia nella riserva degli Zonca. Risultato: Milano si trovò così bene che rimase alla Zonca per 10 anni, e a me toccò andare a lavorare”

Morris
 
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[+] A 2 utenti piace il post di Morris
#2
https://www.tuttobiciweb.it/article/2023...-morellini
 
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#3
Morris quand'è che la facciamo noi una bella reimpatriata?
 
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