09-09-2013, 02:07 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 09-09-2013, 02:45 AM da Luciano Pagliarini.)
Vuelta a España, è bufera sul web contro l'organizzazione e RTVE
Storicamente la Vuelta a España è considerata il grande giro meno importante, diversi sono i motivi: principalmente perché è nata quasi trent'anni dopo rispetto al Tour de France ed al Giro d'Italia e poi per via di un albo d'oro molto più povero rispetto a quello delle altre due corse. Per anni la grande corsa a tappe spagnola si è svolta ad aprile, ricoprendo di fatto il ruolo di gara di preparazione per il Tour de France. Gli organizzatori hanno cercato di cambiare le sorti della Vuelta spostandola a settembre, riuscendo così di fatto ad attirare alcuni grandi nomi intenzionati a preparare il Mondiale o i delusi del Tour vogliosi di rifarsi.
Ma nonostante i nomi importanti, i fan spagnoli sono ben consci che il gap che separa la Vuelta dagli altri due grandi giri è ancora molto ampio, e dopo aver visto la tappa di Peyragudes, che a quanto pare ha riscosso un buon successo, sul sito di Marca(uno dei quotidiani sportivi spagnoli più importanti, l'equivalente della nostra Gazzetta in pratica) si è scatenata una bufera.
C'è chi accusa gli organizzatori di non offrire un percorso all'altezza di quelli di Giro e Tour, puntando troppo sulle tappe "unipuerto"(tradotto monosalita) con pendenze inumane, le quali invece che favorire lo spettacolo danno vita ad un certo attendismo con i corridori che preferiscono studiarsi fino all'ultimo km invece che attaccare. I fan infatti preferirebbero vedere dei tapponi pirenaici come quelli del Tour, rispetto ad i soliti arrivi sugli Alti(montagne dell'entroterra spagnolo).
Un'altra critica molto comune è quella che i riguarda i pochi km a cronometro che - è ormai dimostrato - non favoriscono lo spettacolo, bensì l'immobilismo. Gli appassionati spagnoli preferirebbero una crono piatta che facesse grossi distacchi e spronasse gli scalatori ad attaccare, ad una mossa che invece non fa la differenza e dà vita ad una corsa ad eliminazione dove i corridori - giustamente - preferiscono gestirsi piuttosto che lanciarsi in attacchi spericolati e giocarsi il tutto per tutto.
Tra l'altro c'è anche chi si lamenta che Unipublic - società organizzatrice della Vuelta - disegni i percorsi per favorire i corridori spagnoli come Valverde o Rodriguez e non lo spettacolo, chiedendo a gran voce tappe più varie rispetto alle solite piatte con muro nel finale.
Infine, più o meno tutti, puntano il dito contro RTVE, l'emittente televisivo che trasmette la Vuelta, reo di non offrire un servizio all'altezza di quello della Rai e di France TV. Emblematico è il fatto che la diretta della frazione di oggi è iniziata alle 16.00 quando - al Giro o al Tour - tappe del genere vengono trasmesse integralmente.
Inoltre RTVE pare avere lacune anche dal lato del marketing, infatti non promuovono il prodotto come dovrebbero, e non creano attenzione attorno alla Vuelta. Da notare come la gente sulle strade sia sempre poca, il paragone tra le persone presenti sul Peyragudes l'anno scorso al Tour e quelle che c'erano oggi è impietoso.
Leopoldo González-Echenique presidente di RTVE e Javier Guillén direttore generale di Unipublic
Storicamente la Vuelta a España è considerata il grande giro meno importante, diversi sono i motivi: principalmente perché è nata quasi trent'anni dopo rispetto al Tour de France ed al Giro d'Italia e poi per via di un albo d'oro molto più povero rispetto a quello delle altre due corse. Per anni la grande corsa a tappe spagnola si è svolta ad aprile, ricoprendo di fatto il ruolo di gara di preparazione per il Tour de France. Gli organizzatori hanno cercato di cambiare le sorti della Vuelta spostandola a settembre, riuscendo così di fatto ad attirare alcuni grandi nomi intenzionati a preparare il Mondiale o i delusi del Tour vogliosi di rifarsi.
Ma nonostante i nomi importanti, i fan spagnoli sono ben consci che il gap che separa la Vuelta dagli altri due grandi giri è ancora molto ampio, e dopo aver visto la tappa di Peyragudes, che a quanto pare ha riscosso un buon successo, sul sito di Marca(uno dei quotidiani sportivi spagnoli più importanti, l'equivalente della nostra Gazzetta in pratica) si è scatenata una bufera.
C'è chi accusa gli organizzatori di non offrire un percorso all'altezza di quelli di Giro e Tour, puntando troppo sulle tappe "unipuerto"(tradotto monosalita) con pendenze inumane, le quali invece che favorire lo spettacolo danno vita ad un certo attendismo con i corridori che preferiscono studiarsi fino all'ultimo km invece che attaccare. I fan infatti preferirebbero vedere dei tapponi pirenaici come quelli del Tour, rispetto ad i soliti arrivi sugli Alti(montagne dell'entroterra spagnolo).
Un'altra critica molto comune è quella che i riguarda i pochi km a cronometro che - è ormai dimostrato - non favoriscono lo spettacolo, bensì l'immobilismo. Gli appassionati spagnoli preferirebbero una crono piatta che facesse grossi distacchi e spronasse gli scalatori ad attaccare, ad una mossa che invece non fa la differenza e dà vita ad una corsa ad eliminazione dove i corridori - giustamente - preferiscono gestirsi piuttosto che lanciarsi in attacchi spericolati e giocarsi il tutto per tutto.
Tra l'altro c'è anche chi si lamenta che Unipublic - società organizzatrice della Vuelta - disegni i percorsi per favorire i corridori spagnoli come Valverde o Rodriguez e non lo spettacolo, chiedendo a gran voce tappe più varie rispetto alle solite piatte con muro nel finale.
Infine, più o meno tutti, puntano il dito contro RTVE, l'emittente televisivo che trasmette la Vuelta, reo di non offrire un servizio all'altezza di quello della Rai e di France TV. Emblematico è il fatto che la diretta della frazione di oggi è iniziata alle 16.00 quando - al Giro o al Tour - tappe del genere vengono trasmesse integralmente.
Inoltre RTVE pare avere lacune anche dal lato del marketing, infatti non promuovono il prodotto come dovrebbero, e non creano attenzione attorno alla Vuelta. Da notare come la gente sulle strade sia sempre poca, il paragone tra le persone presenti sul Peyragudes l'anno scorso al Tour e quelle che c'erano oggi è impietoso.
Luca Saugo "Pagliarini"