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3 Aprile 2011
Ronde van Vlaanderen / Tour des Flandres Féminin
Pooley ci ripensa: «Difenderò la leadership di Coppa al Fiandre»
Emma Pooley, al contrario di quanto detto dall'atleta di Wandsworth nella conferenza stampa del Trofeo Binda («non correrò il Giro delle Fiandre, non mi piacciono molto i muri ed il pavè»), sarà con ogni probabilità al via del prossimo Giro delle Fiandre, che si correrà domenica 3 Aprile. «Restare a casa avendo la maglia di leader di Coppa del Mondo sarebbe una vergogna per me. la Garmin-Cervélo vuole provare a vincere il Giro delle Fiandre ma io non credo di essere la persona adatta. Posso essere comunque d'aiuto per aiutare a vincere una mia compagna». Probabile che Emma Pooley lavorerà per la varesina Noemi Cantele, 22esima al Trofeo Binda e seconda punta della Garmin-Cervélo, che sui muri s'è sempre ben comportata nelle edizioni passate.

cicloweb.it
La Michela Fanini pronta per il Belgio
Senza fortuna la prima uscita stagionale in Coppa del Mondo per la “Michela Fanini Record Rox”, da domenica si correrà nel nord Europa con un'altra prova di Coppa del Mondo (il Giro delle Fiandre) e poi lunedì il “Grand Prix Dottignies”, entrambe in Belgio.
Per questi due impegni Gianfranco Miele ha convocato la campionessa del Messico Veronica Leal Balderas, quella di Polonia Malgorzata Jasinska, quella di Ucraina Nina Ovcharenko, la connazionale Oksana Kaschcyshyna, la ceca Martina Ruzichova, la svedese Karin Aune e la nazionale israeliana Michal Ella.

Maurizio Tintori
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Pavé e “muri”, domenica andrà in scena il mitico Giro delle Fiandre: la Diadora-Pasta Zara-Manhattan all’attacco
Centotrenta chilometri di emozioni, di fatica, di vertigini. La folla intorno. Che incita, applaude, ringhia. Il pavé. Che fa scricchiolare la bici e le ginocchia. I muri. I famosi muri. Strappi che spezzano le gambe e l’anima. Uno sforzo immane. Una corsa leggendaria che racchiude tutta l’essenza del ciclismo. E’ il Tour des Flandres (Ronde van Vlaanderen), classico appuntamento belga della Coppa del Mondo, che si correrà domenica 3 aprile. Una corsa granitica.

Come sottolinea Manel Lacambra, team manager della Diadora-Pasta Zara-Manhattan: “Il Giro delle Fiandre è senza dubbio la corsa più dura dell’anno. Sia per il pavé, sia per i muri, sia per la grande distanza da percorrere. Abbiamo comunque dimostrato che il livello della nostra squadra è alto e andremo all’attacco. Sono sicuro che raccoglieremo un ottimo risultato, così come nelle altre corse in Belgio e in Olanda che ci attendono nei giorni successivi. Nelle classiche del Nord, però, correremo un po’ svantaggiati a causa dell’inesperienza di alcune delle nostre ragazze che il pavé proprio non l’hanno mai visto prima. Vedremo di sopperire con la grinta che ci contraddistingue”.

Domenica in Belgio per la Diadora-Pasta Zara-Manhattan correranno Claudia Hausler, Shelley Olds, Amber Pierce, Olga Zabelinskaya, Eleonora Patuzzo e Alona Andruk.

Partenza da Oudenaarde alle ore 10.55, arrivo a Meerbeke intorno alle14.30. I muri da affrontare saranno: Rekelberg (km 20.7), Oude Kwaremont (km 47.7), Kortekeer (km 55), Steenbeekdries (km 58.4), Taaienberg (km 60.8), Eikenberg (km 66.1), Molenberg (km 81.2), Leberg (km 88.3), Valkenberg (km 96.5), Tenbosse (km 103.8), Muur-Kapelmuur (km 114.1) e Bosberg (km 118).

Il Giro delle Fiandre è il secondo appuntamento della Coppa del Mondo 2011, scattata domenica scorsa a Cittiglio (Varese), con il Trofeo Binda. Corsa monopolizzata dall’inglese Emma Pooley.

Manel Lacambra torna sulla gara varesina non nascondendo qualche rimpianto: “Domenica scorsa siamo stati un po’ sfortunati, ma tutto sommato abbiamo raccolto un ottimo risultato con il quinto posto di Shelley Olds. Abbiamo cercato di fare subito la corsa con la fuga della Zabelinskaya. Peccato sia scivolata in discesa, sull’asfalto bagnato, quando stava spingendo. Dopodiché la Pooley se n’è andata e noi abbiamo dovuto fare i conti con gli altri team che non volevano, o non potevano collaborare nel tentativo di raggiungere l’inglese. Nella salita del circuito la Olds ha coperto gli attacchi delle più forti scalatrici e la Zabelinskaya come al solito ha chiuso la porta in faccia a tutte negli ultimi giri, quando speravamo di conquistare il secondo posto nella volata del gruppo. Purtroppo, però, la Olds, la nostra velocista, nell’ultima curva è stata chiusa e ha perso terreno. Nonostante negli ultimi metri sia stata protagonista di un recupero fantastico, non è riuscita a salire sul podio. E’ comunque un grande risultato per la statunitense, in quanto in Europa finora ha corso poco e quella di Cittiglio era la sua prima partecipazione a una gara della Coppa del Mondo”.

Dopo il Giro delle Fiandre la squadra resterà in Belgio per correre, il giorno dopo, 4 aprile, il Gran Prix di Dottignies. Quindi, trasferimento in Olanda per il Van Lauwerszee tot Dollard Tou (7 aprile) e il Drentse 8 (14 aprile). Il 16 aprile terzo round della Coppa del Mondo, la Ronde van Drenthe, seguita dalla Ronde van Gelderland (17 aprile). La trasferta al Nord si chiuderà tornando in Belgio per la Freccia Vallone (20 aprile), quarto atto della World Cup.

Link: http://www.rvv.be/en

comunicato stampa Diadora-Pasta Zara
Ronde van Vlaanderen Women: Le dodici fatiche delle nostre eroine - Verbeke difende il successo del 2010
La si corre dal 2004 e siamo giunti all'ottava edizione ma soltanto nel 2010 c'è stata la prima vittoria di una belga in quel di Meerbeke. Si tratta di Grace Verbeke da Roeselare, cittadina delle Fiandre Occidentali. Partì sul Molenberg, a 45 km dal traguardo, quando tutte le favorite aspettavano il Muur per eccellenza, quello di Grammont, per lanciare l'attacco decisivo. La rividero dopo il traguardo. I muri da affrontare saranno tre in più rispetto al 2010. Il conto totale è di dodici, brevi ma intense ascese, spalmate in maniera più o meno omogenea sui 129,9 km di gara. Si partirà alle 11:00 in punto da Oudenaarde, bella cittadina a due passi dal terribile Koppenberg, affrontato solo dai colleghi.

Il Rekelberg dopo 30 chilometri
È come un antipasto. Trenta chilometri e si sarà ai piedi del Rekelberg, 800 metri con pendenza massima del 9%. Sarà un riscaldamento e probabilmente un trampolino di lancio per la fuga del mattino.

L'Oude-Kwaremont per una prima scrematura
Solo 18 km di pausa e si farà un po' più sul serio, con l'Oude-Kwaremont. Si tratta di 2 km e 200 metri con tratti anche all'11%. Impegnativo nella prima parte, dopo i primi 900 metri si fa più umano e pedalabile.

Il Kortekeer e quel tratto al 17%
Il terzo muro di giornata sarà il Kortekeer. Il fondo di questo chilometro è buono e fino ai 600 metri, la pendenza è lieve. Da qui in poi un centinaio di metri al 17% ed altri 300 metri sempre attorno al 10%.

Lo Steenbeekdries, semplice e breve
A 71 km dal traguardo ecco la quarta asperità, lo Steenbeekdries. Nome quasi impronunciabile, scalata ampiamente abbordabile. Mai oltre una pendenza del 7%, questa salita presenta un fondo di pavè e dura soli 700 metri. Nemmeno il tempo di sentir le gambe dure e sarà già terminato.

Taaienberg, la "montagna dura"
Le energie andranno tenute in serbo per il muro successivo, il Taaienberg. Il fondo è in pavè ed il Taaienberg si dimostra per quel che significa - monte duro - dopo soli 200 metri. Una rampa stretta attraversa il bosco e tocca pendenze che rasentano il 18%. Si soffre per duecento metri, poi la strada diventa nuovamente abbordabile e si arriva in cima ai difficoltosi 800 metri di questo muro. Si rifiata per 5 km, quindi, a 64 km dal traguardo, ecco l'Eikenberg.

Eikenberg, 200 metri all'11%
Dura 1,1 km, si sale attraversando belle campagne per 200 metri, anche se non ci sarà il tempo per dare un'occhiata al paesaggio. Dopo la prima parte il fondo in pavè salirà sino a toccare una pendenza dell'11%. Si stringeranno i denti per 200 metri, quindi gli ultimi, semplici 700 metri.

Il Molenberg, trampolino per la Verbeke
Sul settimo muro la battaglia sarà già palese, tant'è che qui scattò Grace Verbeke alla conquista del primo successo belga femminile in terra di Fiandre. Eccoci al Molenberg, a 48 km da Meerbeke. Non dura molto ma lascia il segno. In 500 metri di pietra dal sapore antico si dovranno colmare 32 metri di dislivello. Primi 200 metri da apnea, con punte del 14%. Seguono 300 metri di relativa semplicità, ma chi qui avrà compiuto un fuorigiri potrebbe pagare lo sforzo.

Leberg, un inizio arduo
Al km 89 di gara si affronterà l'ottavo muro di giornata, il Leberg. Sono 700 metri che partono forte, permettono di rifiatare e poi martellano nuovamente, tenendosi sul 13% di pendenza. Gli ultimi 500 metri son più agevoli. Da non sottovalutare per la brevità.

Valkenberg, asfalto al 15%
La nona fatica dista 33 km dall'arrivo e si chiama Valkenberg: quasi 900 metri di ascesa e punti in cui si supera la pendenza del 15%. Il Valkenberg è per la maggior parte asfaltato ma non per questo è da ritenersi semplice.

Tenbosse, occhio al finale
Imita il Leberg, in quanto a manto stradale, il collega, nonché vicino geograficamente, il cui nome è Tenbosse. Si tratta di 450 metri con una pendenza media del 7% (ma si toccano punte al 14%). Gli ultimi 200 metri sono spaccagambe sia per pendenza sia perché la corsa, ormai da diversi chilometri entrata nel vivo, sta per affrontare il suo punto chiave, non tanto tatticamente, quanto per fama.

Il Muro di Grammont, cuore della corsa
A 16 km dal traguardo si entra nell'abitato di Geraardsbergen e si imbocca al via del Kapelmuur, o Muro di Grammont, ma ormai noto a tutti come il Muur per antonomasia. È il totem del Giro delle Fiandre, quest'ascesa di 1000 metri. Inizia nel paese ed è ancora asfalto, poi diventa pietra dura, curve ad angolo retto a risalire la collina sulla cui cima è posta l'ormai nota cappella. La vetta non arriva mai, più si sale, più il Muur ti respinge, con le sue pendenze che giungono sino al 20%. La folla sospinge le atlete verso la cima. Da lì, a selezione ormai avvenuta, mancherà soltanto il Bosberg.

Il Bosberg, dodicesima ed ultima fatica
L'ultimo scoglio prima del traguardo misura 1300 metri e pare semplice all'inizio, per poi presentare il conto nei 400 metri finali, con punte del 13%. Qui le gambe non gireranno, non tanto per la durezza dell'ascesa, quanto per gli sforzi sostenuti in precedenza. Dalla cima sarà solo asfalto, 11 km di strada che ora sale, ora scende, senza mai trascendere. L'arrivo è previsto attorno alle 14:30.

Chi succederà alla Verbeke?
La campionessa uscente, Grace Verbeke, è la logica favorita e con il bis eguaglierebbe Mirjam Melchers, vincitrice nel 2005 e nel 2006. In realtà, vista la mole delle forze in campo, sarebbe bene non sottovalutare una Garmin-Cervélo che è riuscita nella piccola impresa di portare la leader di Coppa, Emma Pooley, in Belgio. La ventinovenne britannica non ama pietre e muri e non lo nasconde, ma difenderà, nel limite del possibile, il suo primato. Lavorerà per la squadra, verosimilmente cercando di portare più avanti possibile l'amica Noemi Cantele (la varesina fu settima nel Fiandre 2010). Un occhio di riguardo all'HTC-Highroad ed alla Teutenberg. Forse ancor più pericolosa sarà una AA Drink - Leontien.nl che schiererà al via Kirsten Wild, bronzo nell'Omnium ad Apeldoorn, e Chantal Blaak, Campionessa d'Europa nel 2009, che ha iniziato la stagione con il piglio giusto. Bronzini, la già citata Cantele, Berlato (prima delle italiane a Cittiglio) e la giovane Longo Borghini difenderanno i colori italiani.

Vos alla ricerca del primo Fiandre
Attenzione a Marianne Vos, anche i Fenomeni come lei non hanno mai vinto un Fiandre e vogliono arricchire il palmarès. È galvanizzata dall'oro conquistato nello Scratch davanti al pubblico di casa ed ha una grandissima fame di punti. Vuole vincere la Coppa anche quest'anno, Marianne. Johansson e Pooley, le due Emma, sono lì apposta per impedire che i suoi desideri si avverino, anche se il compito sarà arduo. Il tifo da stadio proveniente da bordo strada spingerà le atlete su per i dodici muri da affrontare, fango (in caso di pioggia) e pavè le respingeranno. Comunque andrà a finire lo spettacolo sarà come sempre assicurato.

Tenetela d'occhio
La lituana Katazyna Sosna non ha ancora ventun'anni (è una classe '90) e si ispira a Cancellara. Passista scalatrice di buon livello, ha l'occasione per dimostrare di essere una ragazza atta a correre al Nord. Dalla sua ha un fisico eccezionale ed una predisposizione per questo tipo di corse mentre una squadra non proprio eccezionale, il Vaiano, e l'inesperienza potrebbero essere i suoi punti deboli.

Francesco Sulas - cicloweb.it
RONDE VAN VLAANDEREN. L’OLANDESE VAN VLEUTEN FA SUA LA CORSA
Roma – Dopo centotrentuno chilometri e ben dodici “muri” da scalare, l’olandese Annemiek Van Vleuten, portacolori del Nederland Bloeit ha vinto con uno sprint a due la seconda prova di Coppa del Mondo. La Ronde van Vlaanderen, è sicuramente una tra le corse più emozionanti, non solo per il percorso, ma anche per il pubblico che si trova sulle strade belga. Dopo essere salita sul terzo gradino del podio, a Cittiglio, nella prima prova di Coppa del Mondo, oggi, l’olandese ha confermato di avere un’ottima condizione. Alle sue spalle una brava Tatiana Antoshina, che difende i colori del team di Luigi Castelli, la Gauss RDZ Ormu - Unico1. A dieci secondi, il gruppo delle migliori è stato regolato dalla connazionale e compagna di squadra della vincitrice odierna, Marianne Vos. L’iridata nella prova dello scratch della scorsa settimana ha anticipato la svedese Emma Johnasson (Team Hitec - Products UCK). Ottima corsa per la Nederland Bloeit, che oltre ad aver ottenuto una vittoria ed un terzo posto, è stata protagonista per tutta corsa con Sarah Duster. Quest’ultima, in compagnia della belga Ludivine Henrion (Lotto - Honda Team), dopo è scattata nella parte centrale della corsa ed insieme hanno tenuto fino sul temibile Grammont, dove la Duster se ne è andata. Il suo tentativo non le è riuscito, perché dietro c’erano gli attacchi della Diadora Pasta Zara, che con le atlete Olga Zabelinskaya e Shelly Olds, hanno dato tutto per rientrare sulla fuggitiva. Presa ai meno tre dall’arrivo, ecco che scatta la coppia che arriva al traguardo e si gioca la vittoria, Van Vleuten e Antoshina. La differenza è stata fatta sicuramente sui lunghi ed impegnativi tratti in pavé. E poi, quei “muri” che spezzano le gambe e non solo sono stati affrontati a velocità sostenute. Media elevata, superiore ai trentasei chilometri orari e ritmo molto veloce fin dai primi agli ultimi chilometri della corsa.

Noemi Cantele (Garmin – Cervelo), come a Cittiglio, è sempre stata nelle prime posizioni, ed oggi è stata la prima italiana a tagliare il traguardo, ottenendo un buon nono posto. Mentre la sua compagna di squadra, la britannica Emma Pooley, la prima leader di questa edizione 2011, si è classificata decima ed ha perso il primato, lasciando il “trono” alla vincitrice di oggi, Annemiek Van Vleuten. Sedicesima piazza per la campionessa d’Italia in carica, Monia Baccaille (MCipollini - Giambenini). Nelle prime posizioni, ancora a punti, anche la vicentina Elena Berlato (Top Girsl - Fassa Bortolo). Il terzo atto della World Cup sarà in terra olandese, sabato 16 aprile andrà in scena la Ronde Van Drenthe.

ORDINE D’ARRIVO:
1. Van Vleuten Annemiek (Nederland Bloeit) Km 129,900 in 3h36’03’’, media di 36,074 Km/h; 2. Antoshina Tatiana (Gauss RDZ Ormu - Unico1) a 1’’; 3. Vos Marianne (Nederland Bloeit) a 10’’; 4. Johansson Emma (Team Hitec - Products UCK); 5.Arndt Judith (Team HTC - Highroad Women); 6. Numainville Joelle (Team TIBCO - To The Top); 7. Verbeke Grace (Topsport Vlaanderen 2012 - Ridley); 8. Henrion Ludivine (Lotto - Honda Team); 9. Cantele Noemi (Garmin - Cervelo); 10.Pooley Emma (Garmin - Cervelo); 11. Zabelinskaya Olga (Diadora - Pasta Zara - Manhattan); 12.Duster Sarah (Nederland Bloeit); 13. Teutenberg Ina Yoko (Team HTC - Highroad Women) a 1’10’’; 14. Bras Martine (Dolmans Landscaping Team); 15. Olds Shelley (Diadora - Pasta Zara - Manhattan); 16. Baccaille Monia (MCipollini - Giambenini); 17. Wild Kirsten (AA Drink - Leontien.nl Cycling Team); 18. Majerus Christine (Team GSD Gestion); 19. Berlato Elena (Top Girls - Fassa Bortolo); 20. Corset Ruth (Nazionale Australia);

Testi e classifiche a cura di Serena Danesi - photodecola.it