Il Nuovo Ciclismo

Versione completa: René Vietto
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Questo è il mio pezzo su René Vietto, uno dei migliori che io abbia mai scritto: https://www.suiveur.it/storie/mano-liber...to-le-roi/
Grande pezzo Luca! Complimenti!
Grazie!
Non ho molti dati in memoria (e poca memoria in generale), ma mi sembra che che non siano pochi gli scalatori che hanno fatto faville ai loro esordi per poi spegnersi, o comunque senza una carriera all'altezza delle attese. Parliamo però di un ciclismo molto meno strutturato, con metodi di allenamento non pienamente chiari, dove la squadra giusta era fondamentale, così come un po' di fortuna. 
E' una sensazione infondata?
Posso già prenotare il tuo libro, così sulla fiducia?

Uno dei migliori ritratti che abbia mai letto
Vi voglio tutti presenti quando farò la prima presentazione Cool
(23-03-2020, 12:24 AM)OldGibi Ha scritto: [ -> ]Non ho molti dati in memoria (e poca memoria in generale), ma mi sembra che che non siano pochi gli scalatori che hanno fatto faville ai loro esordi per poi spegnersi, o comunque senza una carriera all'altezza delle attese. Parliamo però di un ciclismo molto meno strutturato, con metodi di allenamento non pienamente chiari, dove la squadra giusta era fondamentale, così come un po' di fortuna. 
E' una sensazione infondata?

Verrebbe da dire di no.

Lo stesso Gaul, se ci pensiamo bene, a 29 anni era già a fine carriera.

Un altro esempio è Massignan che citavo nell'altro topic.

Prese la Nefrite a 26 anni e dopo non fu più lo stesso.

Tra i 22 e i 25 anni un podio e due top-5 al Giro (uno avrebbe potuto vincerlo se non fosse stato per le quattro forature giù dal Gavia), due maglie a pois, una vittoria di tappa, un quarto posto, altre due top-10 al Tour, un 2° al Lombardia e un 4° ai Mondiali.

Dopo la malattia divenne l'ombra dello scalatore che fu.

Altri anni, mi verrebbe da dire anni più umani. Anni in cui anche il grande dominatore di turno, a certi ritmi, salvo i casi di due superumani come Coppi e Bartali, reggeva il giusto.