Il Nuovo Ciclismo

Versione completa: Storia di un campione: Herman Van Springel
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Herman Van Springel è nato il 14 agosto 1943 a Ranst (Anversa). Completo, alto 1,80 per 72 kg. Professionista dal 1965 al 1981 con 144 vittorie.
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Visse la sua giovinezza a Grobbendonck, paese natale di Van Looy, dove poi ha continuato a risiedere anche a carriera finita. In gioventù le condizioni non benestanti della famiglia lo spinsero ad imparare presto un mestiere non certo molto comune, ed assolutamente originale nel romanzo del ciclismo: l'intagliatore di diamanti. Herman aveva mani davvero nobili, al punto di dimostrarsi sin da subito, nella rara professione, più che una promessa. Quando lasciò l'attività, per divenire compiutamente corridore, i suoi datori di lavoro rimasero molto male, anche perché il ragazzo era affabile, gentile, davvero un piccolo signore.
Questi aspetti della sua personalità poi si ritroveranno, nitidamente, anche nel la sua lunga carriera agonistica.
Van Springel è stato un atleta dal potenziale enorme, in grado di raccogliere numerose affermazioni di prestigio, ma che non riuscì mai ad arrivare ai vertici della notorietà che meritavano le sue qualità e le sue condotte, a causa di un carattere schivo e di una modestia evidente ed esagerata. Un distinguo caratteriale, che ne ha limitato pure il rendimento, fino a frenarne il comunque vasto curriculum. Avesse avuto quel pizzico di cattiveria, sicuramente non avrebbe perso corse decisamente alla sua portata e si sarebbe insediato su un piano ancor più nobile del grande romanzo del ciclismo.
Quando si parla di lui è impossibile non soffermarsi su un record che possiede fulgido: il suo amore verso una classica durissima, d'altri tempi nel vero senso della parola: la Bordeaux-Parigi. Herman Van Springel la disputò dieci volte e la vinse in sette occasioni ('70, '74, '75, '77, '78, '80, '81), finendo due volte secondo e una volta terzo. Chiamarlo "Monsieur Bordeaux-Parigi" è dunque un obbligo.
Nel suo palmares professionistico (fu un ottimo dilettante, ma non uno di quei super, tanto frequenti nella storia dei "puri" fiamminghi), iniziato nel 1965 e chiuso nel 1981, figurano tante corse di prestigio. A cominciare dalla Gand-Wevelgem, vinta nel '66, quindi il Giro di Lombardia '68 (dove staccò tutti alla maniera dei grandi del pedale), la Parigi-Tours '69 e il Campionato di Zurigo ('71). Fra le sue 144 vittorie ci sono poi l'Het Volk (’68), la Cras-Avernas ('66 e '67), Bruxelles-Ingooigem ('66), il Giro del Belgio Centrale ('68 e '69), l'Attraverso Losanna ('69), la Coppa Sels ('70), Freccia del Brabante ('70 e '74), Bruxelles-Meulebeke ('71), Bruxelles-Bievene ('72), Gran Premio E3 ('74), Circuito delle Fiandre Orientali ('75), Gran Premio Chiusura-Putte Kapelle ('76), Gran Premio di Vallonia ('76) e Gran Premio Fayt-le-Franc ('78). È poi stato campione belga su strada nel 1971. A contorno...quattro tappe vinte al Tour de France.
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Nel corso della sua stupenda carriera, ha pure vinto classiche internazionali a cronometro, come il Gran Premio delle Nazioni nel 1969 e nel 1970, il Gran Premio Baden Baden nel '69 (con Roger De Vlaeminck) e nel '71 (con Eddy Merckx), nonché vincitore del Trofeo Baracchi con Agostinho nel 1969. Pur essendo un ottimo specialista delle prove contro il tempo ha perduto però, in maniera clamorosa ed incredibile, il Tour de France 1968. Partì nell'ultima decisiva cronometro, la Melun-Parigi, con un vantaggio di 16" su Jan Janssen, ma venne battuto da questi per 38" e perse la maglia gialla nel giorno decisivo.
Nello stesso anno finì secondo nel campionato mondiale di Imola, dietro al dominatore Vittorio Adorni, uscendo nel finale dal gruppetto che inseguì senza risultati, per tre quarti di gara, il parmense. Fu secondo pure nel Giro d'Italia 1971, alle spalle dello svedese Gosta Petterson, nell'anno in cui la Molteni, lasciando a riposo Merckx per il Tour, gli affidò la responsabilità della squadra. Anche quella, fu una sconfitta che mise a nudo i problemi caratteriali di Van Springel, poiché si fece battere da un atleta alla sua portata. Problemi che han reso spiegabile il fatto che il corridore belga non sia riuscito a vincere nessuna prova a tappe, pur essendo un notevole regolarista, ed un fondista non comune. Basti pensare che in carriera ha corso 35 giri, portandone a termine ben 33!
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Herman Van Springel, dunque, nell'epoca del "sire dei sire" Eddy Merckx, avrebbe potuto essere ancora più evidente, ma in lui persistevano i fantasmi della non convinzione, tant'è che da capitano indiscusso della Mann-Grunding, ad un certo punto, decise di andare a fare il gregario di Merckx nella Molteni. Un fatto, questo, sfuggito a molti, ma assai significativo. Altri echi della sua grandezza potenziale e solo in parte trasmessa sulle risultanze di carriera, ci giungono dalla sua vittoria, nel 1968, nel Trofeo Superprestige Pernod (una classifica mondiale ben migliore rispetto alle semi-clownesche dell'Uci di oggi), dal quarto posto nel '69 e dal secondo nel 1970.
Un corridore, dunque, molto silenzioso, ma grandissimo. Che s’è ritagliato tanto nel completo dell’era Merckx e di tanti altri belgi di enorme valore, che ne fanno la generazione belga e mondiale più forte della storia. E quando ad una corsa odierna, è presente lo spettatore Herman Van Springel, è d’obbligo porgli un’ovazione.

Maurizio Ricci detto Morris