Il Nuovo Ciclismo

Versione completa: Il declino del Giro d'Italia è ineluttabile?
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Ieri la sesta tappa di questa Vuelta 2022 ha riservato più spettacolo, emozioni e interesse dell’intero Giro d’Italia 2022, come giustamente osservato da Primo. La splendida prova di Vine, la sontuosa progressione di Evenepoel (da quanto non si vedeva un protagonista mettersi a tirare in salita senza voltarsi, sgretolando gli avversari), la resistenza di Mas, la difficoltà di Roglic, il diesel di Ayuso, si potrebbero analizzare tappa e singoli corridori per decine e decine di post.

La Vuelta fruisce della sua collocazione dopo il Tour, con una partecipazione quasi sempre più interessante di quella del Giro. Magari non ci si arriva normalmente come obiettivo stagionale, non tutti la preparano specificatamente, ma è indubbio che spettacolarità e valori tecnici superino spesso il Giro.
L’ombra del Tour schiaccerà sempre di più il Giro d’Italia? È un processo ineluttabile? Tra l’altro, non sono molti i corridori che programmano l’accoppiata Giro – Vuelta, teoricamente ben più compatibile. Meglio un 4°, 6°, 8° posto al Tour che lottare per la vittoria al Giro?
È in parte anche un problema di percorsi, la vocazione alla noia di molte tappe del Giro è disarmante, quasi a voler spianare tutto e comunque, pur vantandosi del Giro con il maggior dislivello di sempre (dislivello spesso speso male, comunque). Vero anche che una bella tappa come quella del Blockhaus è stata mortificata dalla “pavidità” dei corridori, né è andata meglio sul Santa Cristina.
Penso che il problema ci sia e resterà, la preponderanza del Tour è enorme. Il Giro ha ancora il rango di secondo GT (se non altro, per il maggior montepremi e la tradizione) ma deve difenderlo con attenzione, caratterizzarsi con serietà (le pagliacciate delle tappe accorciate sono state mortificanti, per dirne una) e bei percorsi, più misti, con più cronometro e tappe ben disegnate (alcuni percorsi sono davvero fatti apposta per deludere, difficile capire perché). Non sarà facile, con Vegni poi… 
Nulla è ineluttabile, ma è chiaro che per un cambio di rotta RCS dovrebbe investire somme di denaro maggiori sul Giro d'Italia.

Devi portare corridori di grido, devi proporre percorsi migliori e devi vendere meglio il tuo prodotto.

Il problema è che c'è un calo di interesse generale del ciclismo in Italia, a causa del quale credo che RCS non sia interessata a rilanciare il prodotto Giro d'Italia.
Anche io sono molto pessimista sul Giro.
Forse la possibile partecipazione di corridori come Roglic o Evenepoel, se l'anno prossimo non faranno il Tour, potrà fungere da palliativo, ma andrà solamente a coprire i problemi che ci sono.
Bring back Zome
Io voglio dei bei tapponi da 230 km e 5500 metri di dislivello. Poi la tappa e il Giro, li può vincere chiunque, ma almeno si contano i distacchi con la clessidra ⌛
Impressioni credo influenzate dall'assenza di ciclisti italiani a lottare per la classifica. A parte il Giro di quest'anno che è stato particolarmente noioso a me il Giro non sembra per niente male e lo preferisco sempre 100 volte alla Vuelta.
La tendenza di accorciare le tappe e di evitare tappe immani credo sia una tendenza del ciclismo in generale e non specifica del Giro. Poi dipende sempre dai protagonisti ovviamente. Non ci sono più Froome, Nibali o Contador che corrono in modo spettacolare ma ci sono ciclisti che si risparmiano per 20 tappe e danno tutto alla 21esima. Rivaluterei fra un paio di edizioni, in particolare modo se dovessero partecipare Evenepoel, Roglic, Bernal o altri ciclisti di spicco. Pogacar che è di gran lunga il ciclista più spettacolare nei GT ovviamente proverà a vincere il Tour, ma non è certo tendenza degli ultimi anni che i migliori provino a vincere in Francia. Lo stesso Contador è sempre andato in Italia perché non poteva vincere in Francia e persino un italiano Nibali nei suoi anni migliori ha saltato il Giro, non è niente di così nuovo per me.
No, influenzate dall'avere Landa, Hirt e Juanpe Lopez a lottare per la generale.
la risposta è si.
Il tourcentrismo è ineluttabile, poi c'è chi sta a galla e cresce (Vuelta) e c'è chi ha smarrito la retta via.
Tuttavia ritengo che la strada è la piramide con il Tour all'apice e le altre sotto. Credo altresì che il Giro sarà la prima a veder calare i giorni di corsa. Spero di sbagliarmi ovviamente.
secondo me toccare i 21 giorni di corsa nei GT e' follia.......la terza settimana dovrebbe essere quella fondamentale,ed i GT andrebbero vinti da fondisti non da Juniores.......anche la scelta di fare tappe sempre piu' brevi ed esplosive non e' che mi piace più di tanto
Il Tour per motivi di prestigio etc. è ormai irraggiungibile. La Vuelta invece essendo l'ultimo della stagione ha il potere di raccattare sia chi ha fatto il Giro che chi ha fatto il Tour, quindi avendo praticamente tutti gli uomini da grandi giri è più probabile si vengano a creare situazioni interessanti.
Secondo me il Giro dovrebbe puntare a creare una sua identità di corsa più dura al mondo nel paese più bello al mondo, ma non solo a parole come è oggi. Ormai sta seguendo sempre più la tendenza di tappe sempre più brevi ed esplosive, invece secondo me dovrebbe andare in controtendenza e proporre percorsi che ormai si troverebbero solamente al Giro, vedi la tappa dello Stelvio 2020 ad esempio. 
Ovviamente non intendo tutti tapponi da 250 km, ma se nel complesso riuscisse a presentare più tappe ormai rare nel ciclismo contemporaneo (e magari una o due tappe da "muri marchigiani") potrebbero per lo meno avere un qualcosa che lo distingue dagli altri, e da li provare a rilanciare.
Onestamente il percorso degli ultimi giri non ha nulla di caratteristico che lo differenzi da Tour e Vuelta. Questo da solo non basta, ma è un qualcosa da cui ripartire.
Bella discussione, ma molto difficile da affrontare.
Se togliamo Remco e Roglic cosa resta di questa Vuelta? Ben poco.
Praticamente il Giro d'Italia con un percorso anche peggiore.
E avremmo potuto avere al via anche Pogacar!

Mi pare quindi evidente che ci sia anzitutto da investire sull'ingaggio dei protagonisti al via, come mi pare abbia detto Luca.
In secondo luogo, io il Giro lo guarderei volentieri pure se se lo giocassero Hindley, Carapaz, Landa e Bardet, però, cribbio, non come quest'anno!
Quindi, se non puoi o non vuoi investire sui protagonisti al via, almeno cerca di costruire qualcosa che permetta un po di spettacolo invece di un piatto equilibrio.

Detto questo provo a rispondere alla domanda sul declino del Giro.
Tra il 2017 e il 2019, onestamente, ero molto fiducioso. Adesso, invece, mi pare che si sia fatto un deciso passo indietro in pochissimo tempo.
Non so se è più per mancanza di quattrini o per mancanza di idee, ma la situazione è grigia, e l'organizzazione non mi pare in grado di inventarsi nulla di così spettacolarizzante.
Il mio timore, stante le innumerevoli puttanate che si sentono quotidianamente sulle presunte innovazioni che dovrebbero rendere più divertente questo sport, è che un eventuale nuovo corso recepisca queste poco illuminate idee e, in nome della modernità, aggravi la situazione con la creazione di un Giro non più solo mediocre ma addirittura irriconoscibile.

Mi pare comunque ineluttabile solo l'impossibilità di accorciare le distanze rispetto al Tour, perché la forbice, apertasi col tempo, adesso si è arrugginita e non la smuovi più.
Sulla possibilità di avere un buon prodotto in Italia, invece, per quanto pessimista, non mi sento di chiudere la porta. Se non altro perché possibili soluzioni esisterebbero.
(27-08-2022, 10:55 AM)Primo della Cignala Ha scritto: [ -> ]Tra il 2017 e il 2019, onestamente, ero molto fiducioso. Adesso, invece, mi pare che si sia fatto un deciso passo indietro in pochissimo tempo.

Questa è una considerazione con cui sono d'accordo. Sarà perchè, per ben tre anni di fila, per un motivo o per l'altro, sono saltate salite decisive e storiche, ma i percorsi del Giro sono nettamente peggiorati nel post pandemia. Se a questo aggiungiamo che molti uomini di classifica non sono proprio avvezzi all'attacco, viene a crearsi uno spettacolo modesto. 
Se ci fosse la volontà di farlo, però, già dal prossimo anno si potrebbe cambiare passo: Roglic e Evenepoel sembrano trovarsi entrambi in un momento della propria carriera per cui il Giro è una scelta logica, e un percorso con una buona quantità di kilometri a cronometro potrebbe attirarli in Italia, portando così alla Corsa Rosa 2 tra i 5/6 nomi più di grido del panorama ciclistico.
La volontá di prendere iniziativa non sembra però il punto forte degli organizzatori del Giro.
Nel 2021 si era fatto benissimo a puntare su più crono e su Remco anche se poi risultò non pronto.. Però era da insistere sul piano delle crono perché oggi ce ne sono molti che vanno forte a crono.. Remco Roglic Van Aert.. Ganna... O lo stesso Vdp per finire con Pogi e Vingegaard... Ecco se però magari ti attiri i primi due e Ganna e Vdp parti già da una bella base per avere una bella startlist

Se punti ad un percorso tipo 2022 per attirare Landa/Ciccone datti una martellata nei coglioni che è la stessa cosa
Anche io credo che il Giro dovrebbe cercare di darsi una identità con il ritorno alle cronometro classiche di ..anta km, delle tappe alpine con diversi colli e delle tappe appenniniche mosse. Riacquisterebbe una sua identità e se anche nel breve periodo potrebbe pagare in termini di partecipazioni , guadagnerebbe certamente in spettacolarità e probabilmente negli anni anche in prestigio.
Un'ultima considerazione riguarda la collocazione, è vero che la Vuelta per la sua posizione attira più corridori di grido, ma è altresì vero che il Giro si svolge nel pieno della stagione , arrivati alla Vuelta tanti hanno perso entusiasmo e un po come accade per il Lombardia anche l'eco mediatico è minore.
Mah insomma.

In Spagna, quest'anno, i quotidiani sportivi hanno fatto le prime pagine dedicate alla Vuelta il giorno della partenza.

In Italia..........
Più o meno..

Marca.. vuelta in 31esima pagina..due mezze paginette
As...vuelta in 30esima..4 mezze paginette

Audience tv..bassissime

Il giro sta meglio
[Immagine: FaebI0OXoAUSkkL?format=jpg&name=900x900]
Si un giorno..
Un bel libro non si giudica dalla copertina
C è un enorme disinteresse in Spagna per il ciclismo
Peggio che da noi

Audience ultime 4 tappe

Ven 1011
Gio 1089
Mer 918
Mar 810
Il ciclismo è sempre stato più popolare in Italia che in Spagna.

Non devi guardare all'oggi, dove ancora il Giro regge, ma prova a pensare a come sarà tra dieci anni.

Da un lato Ayuso e Rodriguez come fari del movimento e la Vuelta che ogni anno è contesa da gente tipo Roglic e Remco.

Dall'altro............................
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