Il Nuovo Ciclismo

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Change Cycling Now: Un nuovo gruppo contro questa UCI
Gli obiettivi sono fiducia e trasparenza

Credibilità e Cambiamento: da quando l'USADA ha pubblicato il proprio dossier sul caso Armstrong nei primi giorni di ottobre, queste due parole le abbiamo lette o sentite pronunciare sempre più spesso negli ambienti ciclistici ed in questo periodo sono aumentati a dismisura i critici dell'UCI, molti dei quali hanno deciso di attivarsi in prima persona per far realizzare una rapida inversione di rotta e ridare al ciclismo un'immagine migliore.

Il boom di adesioni di squadre e l'accordo con gli organizzatori delle corse ha rilanciato alla grande il Movimento per un Ciclismo Credibile, ma visto che in seguito alle rivelazioni dell'agenzia antidoping americana tutti i vertici UCI sono rimasti al proprio posto, nonostante l'evidente (secondo l'USADA) coinvolgimento nella copertura delle azioni di Armstrong e della squadra, una partita fondamentale si giocherà anche sui tavoli della politica: a settembre per Aigle sarà tempo di elezioni e già lo scorso weekend l'australiana Tracey Gaudry è stata eletta con voto unanime a capo della Oceanian Cycling Confederation (che assegna in automatico un posto nel comitato di gestione dell'UCI) contro il presidente uscente Mike Turtur, ex corridore ora direttore di corsa del Tour Down Under e ritenuto troppo vicino proprio ad Armstrong.

Sempre lo scorso, ma questa volta a Londra, c'è stato anche il primo summit del nuovissimo movimento Change Cycling Now (Cambia il Ciclismo Ora), un gruppo che fin da subito si è espresso contro questa UCI e la sua gestione del ciclismo, in particolare delle questioni antidoping. Ma chi c'è dietro a CCN? All'incontro di Londra hanno partecipato molti personaggi con interessi a tutto tondo nel ciclismo: c'erano manager di squadre come Jonathan Vaughters (Garmin) ed Eric Boyer (ex-Cofidis), giornalisti come Paul Kimmage (grande accusatore di McQuaid e soci) e David Welsh (autore di libri su Armstrong), l'esperto di doping Michael Asheden, il presidente della compagnia SKINS Jaimie Fuller (che a novembre ha chiesto 2 milioni di dollari di danni all'UCI), l'ex corridore Jörg Jaksche ed anche il tre volte vincitore del Tour de France Greg Lemond.

Sul sito ufficiale del movimento http://www.changecyclingnow.org si legge subito lo scopo di questo gruppo: «Riteniamo che il ciclismo debba modificare radicalmente le modalità con cui viene gestito, compreso lo svolgimento di controlli anti-doping indipendenti». Infatti, dal summit londinese è uscito un documento con quattro punti chiave che dovrebbero essere realizzati per ridare al mondo delle due ruote la credibilità che merita:

1- Creazione di una commissione indipendente di Verità e Riconciliazione che raccolga testimonianze di corridori, staff e altri parti interessante sull'uso di doping nel ciclismo professionistico. Per rompere in muro di omertà tutti coloro che renderebbero piene confessioni (ovviamente in un periodo limitato di tempo) sarebbero graziati da un'amnistia.
2- Una commissione indipendente che investighi sull'UCI ed i suoi dirigenti sulla falsariga di quella già esistente, ma con più poteri di indagine e la pubblicazione di quanto raccolto.
3- Controlli antidoping realizzati da un ente indipendente che vada oltre il controllo dell'UCI. Questo per eliminare conflitti di interesse ed avere un sistema che dia fiducia
4- Un cambio culturale nell'UCI, a partire dall'allontanamento degli individui che hanno agito in contrasto con gli interessi dello sport per seguire poi con una maggiore trasparenza ed il riconoscimento dei tifosi e degli appassionati come principali interessati.
(il testo integrale, in inglese, è disponibile qui)

Oltre a questa "Charter of the Willing" sul sito di CCN è disponibile anche una petizione online per dimostrare la mancanza di fiducia nei confronti dei leader dell'UCI Pat McQuaid e Hein Verbruggen: in pochi giorni il contatore ha già superato quota 3 mila firma. Sempre nell'incontro dello scorso fine settimana, infatti, è salita alla ribalta la figura di Greg Lemond che il gruppo ha indicato come candidato ad un presidenza ad interim dell'UCI: come si legge nel nome del movimento, il cambiamento nel ciclismo deve essere realizzato ora ed infatti Lemond ha rinnovato la richiesta di dimissioni di Pat McQuaid dicendosi pronto ad assumere la gestione dell'UCI durante la ricerca del migliore candidato alla presidenza sul lungo periodo (è stato fatto il nome di Dick Pound, ex capo dell'Agenzia Mondiale Antidoping).

In pochissimo tempo Change Cycling Now ha ricevuto molti attestati (è stato avvicinato anche dalla commissione indipendente che sta valutando l'UCI sul rapporto USADA) di stima anche se per ora i corridori e gli sponsor delle squadre restano alla finestra, forse spaventati anche da possibili conseguenze o addirittura ritorsioni: un altro punto della carta insiste proprio su questo. In sostanza si può dire che di idee veramente rivoluzionarie in questo movimento per ora non ce ne siano, ma che tutto sia basato soprattutto sul buonsenso, specie per quanto riguarda quello che dovrebbe essere il comportamento dell'UCI: forse è presto per dire se questa sia la strada giusta o meno, ma intanto non si può non concordare con Change Cycling Now quando chiede un cambio immediato dei dirigenti del ciclismo.

Sebastiano Cipriani - cicloweb.it