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Versione completa: La regione Veneto approva il naturismo sulle spiagge
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VENEZIA - Tintarella integrale, anche sulle nostre spiagge. La prossima estate il bikini sarà ancora un must ma non più un obbligo, nemmeno a Jesolo o a Caorle. La giunta regionale, ieri, ha deciso: via libera al nudismo. Il motivo della scelta? "E' di ordine squisitamente economico".

Per i consiglieri, consentire ai turisti di prendere il sole come mamma li ha fatti darà certamente i suoi vantaggi: in termini di affluenza e di soldi. A laciare la proposta era stato il consigliere del Carroccio Andrea Bassi. L'idea, che è piaciuta un sacco a Dario Bond e Costantino Toniolo (PdL), a Santino Bozza (Gm), a Gianpiero Possamai (Ln), a Gennaro Marotta (IdV) e a Pietrangelo Pettenò (Fsv). E è stata bocciata solo da Renato Chisso (Pdl) e da Stefano Valdegamberi (Fp), che hanno definito il provvedimento "una moda che comporta una degenerazione culturale".

Al momento del voto, ha ovviamente vinto la maggioranza: e la proposta di legge "Riconoscimento e valorizzazione del turismo naturista" è stata un successone. A jesolo, i nudisti ci avevano già messo piede e asciugamano: l'Associazione Anaa-Sfkk, nel giugno 2011, aveva infatti ottenuto dal Comune l'utilizzo di una parte della spiaggia del Mort. E proprio questa associazione aveva fatto più volte presente che sono numerose le richieste di spazi e strutture per nudisti provenienti da agenzie turistiche di tutto il mondo e aveva chiesto alla Regione di riconoscere e regolamentare lo svolgimento di questa pratica. Richiesta accettata: i comuni potranno destinare al naturismo, spiagge, boschi, parchi e altri ambienti naturali di proprietà demaniale o di enti pubblici. Ovviamente, il nudismo sarà consentito solo in aree appositamente destinate, e delimitate.

Bassi, relatore in aula del provvedimento, ha voluto sottolineare che "pur non essendo naturista, ritengo coniugabile questa causa per due ordini di motivi. Il primo per una tutela della libertà delle persone che intendono praticare questo tipo di turismo. Impedirlo è sbagliato, ovviamente nel rispetto della legalità e della libertà altrui. Il secondo motivo - ha proseguito l'esponente leghista - è di ordine squisitamente economico, considerato che questo settore turistico è in continua crescita e vede una forte percentuale di praticanti nei paesi del nord Europa, che solitamente prediligono il nostro paese e in particolare la nostra regione. Sarebbe quindi non solo sbagliato, ma anche scellerato ed antieconomico non cogliere questa opportunità, costringendo questi flussi turistici a scegliere la Francia o la Croazia".

A rimanere fortemente contrario al provvedimento Valdegamberi. "Questa legge - ha commentato l'esponenete di Futuro Popolare - sbandierata come un successo, in realtà è solo un passo indietro, un provvedimento che insegue le mode in contrarietà alla nostra cultura. Una legge - ha ribadito - dovrebbe prevedere percorsi costruttivi, con indirizzi culturali e non con una degenerazione culturale". Da parte sua Chisso ha affermato che "pur nel rispetto del diritto della libertà di comportamento di tutti e pur riconoscendo la valenza economica di questo tipologia turistica, considero questa legge non in sintonia con i valori e la sensibilità della nostra cultura".

Insomma, per Chisso e Valdegamberi, rimanere nudi in spiaggia non è davvero un comportamento da veneti. E permetterlo è retrogado. Ma le loro affermazioni non hanno di certo fatto cambiare idea a una maggioranza convinta che il nudismo, tra Jesolo e Venezia, non può che essere proficuo. Per tutti.

OggiTreviso.it
Io comunque non li capisco i nudisti: cioè, avrei una paura cane a pendere il sole in zone in cui mai ho preso il sole Paura Sai se ti pigli una scottatura... Paura Paura Paura Asd
Dici che un raggio di sole sia in grado di raggiungere una cosa che per vederla c'è bisogno del microscopio?