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Clima, Vegni: Giro d'Italia test importante, rifletteremo sulla data
Dopo l'esordio ad Almeria del Protocollo sulle condizioni meteo

Il vento della storia soffia sul ciclismo dopo aver soffiato - ad oltre 80 chilometri l’ora - sulla Spagna e in particolare su Almeria. Domenica infatti è stato applicato per la prima volta nella storia l’Extreme Weather Protocol, vale a dire il nuovo regolamento che entra in vigore quando ci sono condizioni metereologiche tali da mettere a rischio la sicurezza dei corridori. Pioggia gelata, neve accumulata sulle strade, scarsa visibilità, inquinamento atmosferico, caldo eccessivo e vento forte: sono questi i casi in cui si possono cambiare le cose.

Domenica ad Almeria è successo invero un po’ di tutto, con una riunione organizzatori-corridori-tecnici indetta prima in mezzo alla strada e poi all’interno di un bar. E alla fine di una lunga e caotica discussione la corsa è stata di fatto ridisegnata: niente 184 chilometri da percorrere, largo ad un circuito di poco superiore ai 3 chilometri che è stato percorso sette volte. Per la cronaca, vittoria dell’australiano Howard e diverse cadute causate dalle raffiche di vento.

Vento che ha fatto la storia, come dicevamo. Vento che ha sancito un nuovo traguardo conquistato dai corridori e vento che però pone nuovi problemi agli organizzatori.
«È vero - ha confermato Mauro Vegni intervistato su Repubblica da Cosimo Cito - il nuovo regolamento pone per esempio la questione delle grandi montagne, quelle oltre i 2500 metri di quota. Immaginarle senza neve è dura, quindi gli organizzatori sono chiamati ad avere sempre a disposizione un piano B. Noi al Giro l’abbiamo sempre avuto, ma ora diventa ancora più importante».

E ancora: «La questione esiste ed il prossimo Giro sarà un banco di prova molto importante, visto che andremo sul Colle dell’Agnello e sulla Bonette la cui vetta supera i 2800 metri. Un tempo il Giro si spingeva fino a metà giugno ed aveva qualche certezza in più. Maggio è sempre un mese rischioso. Per questo in futuro potremmo anche decidere di porre all’Uci la questione di uno spostamento di data della corsa rosa».

tuttobiciweb.it
Sarebbe la miglior cosa posticipare un attimino il Giro.

Qualche riempitivo lo trovi (magari ritagliando più spazio per il Trentino, facendolo diventare una sorta di Delfinato nostrano), e dai anche tempo agli ardennisti di rifiatare (nel caso volessero venire).

Sì, ti avvicini un po' troppo al Tour: ma tanto la doppietta Giro-Tour, oggi come oggi, è praticamente impraticabile. Sisi