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Danny van Poppel - Versione stampabile

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Danny van Poppel - Albi - 04-04-2019

Dopo essere passato a 20 anni non ancora compiuti e col marchio del predestinato appiccicato addosso, ha trovato la sua dimensione solo dopo sei stagioni da professionista. 
Non è non sarà mai un vincente (15 vittorie in 6 anni sono un bottino alquanto misero per un velocista), ma come uomo da corse di un giorno non troppo dure può togliersi qualche soddisfazione.

L'anno scorso ha riannodato i fili di un discorso interrotto con l'approdo in Sky, dove è stato utilizzato come semplice velocista, perlopiù in gare minori: ai tempi dell'esperienza in Trek, infatti, lasciava già intendere in quale direzione sarebbe dovuto andare il suo sviluppo (la sparata nella tappa di Thuin del Vallonia 2015 è molto simile a quella che gli è valsa l'ultimo Memorial Vandenbroucke).

Finora 5° alla G-W, 7° alla DDV e all'attacco da lontano all'E3 e all'OHN, mostrando di essere sempre più a suo agio sui muri.


RE: Danny van Poppel - Hiko - 04-04-2019

In linea generale sono d'accordo e infatti Danny Van Poppel è un corridore che mi è sempre piaciuto per questa capacità di emergere anche in corse non semplici. Il problema vero è proprio che non è un vincente, in alcuni sprint dopo gare impegnative non si vede che lui nasce velocista e non fa volate all'altezza della sua fama.
Hai citato la Gand: ok il quinto posto è un buon risultato, però di velocisti non ce n'erano tanti (escludo quelli arrivati morti tipo Viviani e Gaviria) e lui ha fatto il minimo sindacale in una volata di quel tipo.

In Sky forse non è stato valorizzato nelle classiche del nord, però nelle corse a tappe che faceva secondo me dimostrava ancora competitività nei percorsi misti.


RE: Danny van Poppel - Albi - 04-04-2019

Il primo anno in Sky non è stato neanche malaccio, seppur senza miglioramenti rispetto alla Trek, il secondo invece è stato orrendo, tolto l'inizio in Australia e il Polonia. 13 DNF, roba da Mareczko.

La Jumbo si è trovata in casa un corridore, in sostanza, da ricostruire da zero, o quasi.

Quanto alla volata di domenica, guardiamo chi gli è arrivato davanti: Kristoff è il numero uno delle volate dopo i 250 km, Degenkolb, pur non essendo più quello del 2015, è un osso duro in caso di corsa lunga e tirata, idem Naesen (vedi Sanremo), Van der Poel invece, dopo i 220 km del campionato nazionale 2018 gli ha dato due bici.
Tutti più forti, in definitiva difficilmente battibili.

Non dimentichiamo che l'anno scorso alla G-W dopo aver scollinato il Kemmel col primo gruppo si fece sorprendere da un ventaglio. E' un esempio per dire che è migliorato tanto e che magari può crescere ancora.

Per me il 5° di domenica, con quella concorrenza e con quell'impressione destata sui muri, è un ottimo risultato per un 26enne che sta ultimando la transizione da velocista mediocre a corridore da nord.
Poi, come dicevo, non è un vincente, e di questo dobbiamo tenere conto nell'analizzarne le prestazioni.


RE: Danny van Poppel - lordkelvin - 05-04-2019

Stessa parabola di GVA? Asd Ok e' piu' alto e pesante di Van Avermaet, pero' anche se vincesse solo 1/3 di Greg non sarebbe da buttare comunque


RE: Danny van Poppel - Albi - 05-04-2019

Perché no?

A 26 anni GVA aveva vinto 12 volte, tra cui una tappa alla Vuelta (+ maglia a punti) e la Parigi Tours. Cifre molto simili.

Ha cominciato a vincere ad alto livello con continuità una volta scollinata quota 30: nel lasso di tempo che va dai 27 ai 29 anni si è portato a casa solo 7 corse, non di primo piano.

Era un gran bel piazzato, sicuramente più eclettico, probabilmente più talentuoso di DvP (su cui pesa anche il fatto di essere figlio d'arte) e con più potenziale: GVA ha cominciato a correre tardi, mentre DvP ha la bici nel sangue e ha fatto in tempo a passare dalla Rabo Conti, noto tritacarne.

L'importante è che DvP abbia trovato la sua strada, non era scontato.
E detto francamente, dopo aver visto le volate al Polonia dello scorso anno, dove si perdeva Wagner un giorno sì e l'altro pure, sono abba sicuro che fare il velocista non faccia per lui.