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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 22 aprile - Versione stampabile

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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 22 aprile - Morris - 22-04-2023

Luigi Baretta
[Immagine: 16684498361325Baretta,Luigi.jpg]
Nato a Pozzolo Formigaro (AL) il 22 aprile 1936. Passista. Alto m. 1,70 per 69 kg. Professionista nel 1961 senza ottenere vittorie.
Un altro corridore professionista nella ambiziosa meteora Baratti, nell'anno del Centenario dell'Unità d'Italia, il 1961. Anch'egli piemontese, ed anch'egli seguito nella sua crescita agonistica da Vincenzo Giacotto. Anche Luigi Baretta, fu scelto fra i dilettanti più maturi, con caratteristiche da passista più piazzato che vincente, ma con la predisposizione a fungere da spalla o gregario. Giunto in Baratti però, con Conterno leader degli italiani e tanti belgi di gran pregio, nonché icone come nel caso di De Bruyne e Vannitsen, Baretta si perse e fu attore di un'annata grigia e priva di risultati eclatanti o significativi. Nell'anno, infatti, i suoi migliori piazzamenti furono il 28° e il 36° posto, rispettivamente alla Milano Vignola e al Giro di Romagna. A fine '61, vista la chiusura della Baratti, Luigi Baretta lasciò l'agonismo.

Francis Castaing (Fra)
[Immagine: 16330267261325CastaingFrancis.jpg]
Nato a Bordeaux il 22 aprile 1959. Stradista e pistard. Professionista dal 1981 al 1988 con 39 vittorie.
La particolarità più evidente di questo girondino, simpatico e perennemente allegro, nel momento in cui scelse il ciclismo dopo un inizio nell'atletica, è stata quella di....vincere.
Sfruttando le sue doti di "ruota veloce", il suo ruolino, prima del passaggio al professionismo, avvenuto a 22 anni, nel 1981, annoverava ben 150 successi. Parimenti l'essere cresciuto nel ciclismo, contemplando l'attività su pista quanto quella su strada, Castaing, nel citato passaggio all'elite, si portava in dote anche 102 successi sui velodromi. Ma questi numeri impressionanti andavano letti, come sempre, con dovizia, ed alla luce di ciò che Francis ha fatto fra i professionisti, si può dire siano stati veritieri circa il talento medio del corridore. Medio, e non super, come qualche allenatore ciclistico spesso incapace e troppo di sovente presente nel corso della quotidianità, tende a giudicare, guardando solo i numeri. Un buon corridore Castaing, capace di vincere qualche semiclassica interessante, un bel mazzo di tappe di giri brevi o non superiori alla settimana, pronto a far da cornice alla frazione del Tour de France vinta nel 1985. Vinse poi anche su pista, in particolare un paio di titoli nazionali, ma va pure detto che lo fece nel periodo più grigio del ciclismo francese sui velodromi.
Le sue vittorie più importanti. 1981: Parigi Bourges; Campionato francese della velocità. 1982: GP Plouay; GP Aix-en-Provence; Campionato francese della corsa a punti. 1983: 2a Tappa della Parigi-Nizza; 1984: 4a Tappa (b) della Parigi-Nizza. 1985: 6° Tappa del Tour de France. 1986: Tour de Vendee. 1987: GP Montbron.

Paul Koechli (Sui)
[Immagine: image.jpg]
Nato il 22 aprile 1947 a Basilea. Passista. Professionista da fine giugno 1967 al 1970, senza ottenere vittorie.
Un corridore poco dotato, ma molto intelligente, che ha saputo capitalizzare il poco avuto dalla natura e costruirsi un futuro comunque tangibile nello sport della bicicletta. Tra l’altro un ragazzo che ha provato e praticato il ciclismo in ogni sua variabile, trovando nel mezzofondo su pista e nelle corse su strada il suo livello migliore. Nel 1965 fu infatti 2° nel mezzofondo al Campionato Nazionale dilettanti su pista e l’anno seguente si laureò Campione Svizzero su strada. Continuò ancora qualche mese fra i “puri” ed a giugno ’67 passò prof con la Tigra Grammond De Gribaldy raccogliendo solo piazzamenti nelle retrovie. Nel 1968 però, partecipò con la Rappresentativa elvetica sia al Tour de France che al Mondiale di Imola. Al Tour si ritirò nel corso della quinta tappa, mentre nella corsa iridata abbandonò dopo 170 chilometri. Nell’anno i suoi migliori piazzamenti furono il 12° posto nel Giro dei 4 Cantoni e il 17° nel Giro del Ticino. Nel 1969 dove si divise fra Tigra, Frimatic e Costa Azzurra Zingonia, partecipò nuovamente ai Mondiali concludendoli al 59° posto. Nell’anno chiuse pure il Tour de Suisse al 70° posto. Anonima fu la sua ultima stagione agonistica nel 1970, quando fu tesserato dalla Bonanza. Nel dopo, mise a frutto l’essere “Il Professore”, come era sempre stato chiamato: scrisse un libro sugli allenamenti nel ciclismo che seppe fare scuola. Al punto che all’alba del 1984, nientemeno che Bernard Hinault lo volle direttore sportivo alla sua nuova squadra, La Vie Claire. Col campione bretone, oltre che guidarlo dall’ammiraglia, scrisse un altro libro manuale, dedicato stavolta ai ciclisti dilettanti ed amatori.  E con Hinault e Lemond vinse il Giro d’Italia e due Tour de France, divenendo popolare ad ogni latitudine ciclistica. In seguito fu nocchiero della Toshiba e della Helvetia-La Suisse rimanendo sulla breccia fino al 1992.

Storia di Zaurino Guidi
[Immagine: 49340677977_346f0d8e9f_b.jpg]
Nato il 22 aprile 1912 a Roma, ed ivi deceduto il 30 dicembre 1969. Passista. Professionista dal 1934 al 1946 con 5 vittorie.
Un corridore discreto che fu riferimento del ciclismo laziale negli anni trenta e nell’immediato dopoguerra, ed uno che ebbe, soprattutto da indipendente, talune giornate di buon livello. Il suo pezzo migliore stava su quel passo che gli poteva pure garantire una buona velocità sui finali, anche se non era certamente un velocista. Cominciò a partecipare al ciclismo che conta, come indipendente, nel 1934, anno nel quale finì 2° nella Coppa Germini. Successivamente, passò due stagioni in ombra che lasciarono intravvedere un certo risveglio a fine ’36, quando chiuse 18°, ma con discreta evidenza, al “Lombardia”. Nel 1937, con la maglia de “Il Littorale”, ruppe il ghiaccio, vincendo la Roma-Tagliacozzo-Roma, ed una tappa della stessa corsa. Si piazzò inoltre 2° nella Coppa Esposito, nella Coppa Singer e nella Coppa Ilari e, fra i numerosi altri piazzamenti, anche il 5° posto nel Campionato Italiano Indipendenti. Sempre nel ’37, partecipò al suo primo Giro d’Italia che finì al 17° posto ad 1h e 29' dal vincitore Bartali. Mentre nell’anno successivo si concentrò proprio sulla Corsa Rosa, ma non andò oltre il 23° posto. Tornò al successo nel 1940, quando vinse la Coppa Ganelli e si ripeté con la vittoria nel ’42, quando fece sua la Coppa Generale Petrucci.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale tornò alla ribalta riuscendo nell'impresa più importante della sua carriera: nel 1945 vinse infatti il Giro del Lazio, staccando tutti e l'ultimo a inchinarsi a lui, fu Fausto Coppi, appena rientrato alle gare dopo la prigionia in Africa. Colse poi tre piazze d’onore, al GP Fumaroli, al Criterium Tuscania e al Giro della Provincia di Teramo. Fu poi 3° nel GP Tarquinia. Staccò la licenza anche nel 1946, ma corse pochissimo, ed a fine stagione abbandonò il ciclismo.

Maurizio Ricci detto Morris