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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 23 aprile - Versione stampabile

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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 23 aprile - Morris - 23-04-2023

Arie Den Hartog (Hol)
[Immagine: 15878002231325DenHartog,Arie.jpg]
Nato il 23 aprile 1941 a Zuidland (Olanda), deceduto a Thorn il 7 giugno 2018. Passista. Professionista dal 1964 al 1970 con 29 vittorie.
Da dilettante, il suo, fu un ruolino di rango, ed in lenta ma costante salita. Finì terzo ai Campionati Mondiali di Salò, dietro Bongioni e Ritter e per oltre un biennio, un punto fermo della rappresentativa olandese, con la quale gareggiò in tutta Europa.
In Italia, ad esempio, fu presente su molti start e si mise pure in grande evidenza, ma il suo carattere taciturno, non lo spingeva come avrebbe meritato sui taccuini dell'osservatorio tricolore. Fatto sta che nel 1964, quando per Arie si aprirono le porte al professionismo, a farlo debuttare non fu una squadra olandese, bensì la fortissima francese Saint Raphael-Geminiani che, attorno alle ammiraglie de "Le grand Fusil", annoverava niente popò di meno che Jacques Anquetil.
Il giovane Den Hartog, la cui smorfia sotto sforzo, i capelli color stoppa e il naso all'insù, lo rendevano indistinguibile, si mostrò subito un atleta di sicuro affidamento. Non un campione di prima grandezza, ma uno di quelli in grado di lasciare una traccia di un certo spessore. Ed infatti, al primo anno con Geminiani, vinse tredici corse, fra le quali il Giro del Lussemburgo e due tappe dello stesso, il GP del Belgio, il Tour de l'Herault, la semiclassica Parigi-Camembert.
La primavera del 1965, portò ad Arie De Hartog il traguardo più prestigioso della sua non lunga carriera: la Milano Sanremo. Con una condotta che sublimò forza e furbizia, si lasciò alle spalle due grandi italiani, come Vittorio Adorni e Franco Balmamion. Nell'anno, vinse pure il Circuit d'Auvergne e, l'allora prestigiosa Beaulac-Bernos, una gara con un albo d'oro pieno di gran nomi. Nell'occasione, superò l'ex iridato Benoni Beheyt e colui che poi diverrà "Monsieur Tour de France", ovvero Jean Marie Leblanc.
Il Giro di Catalogna, dove, ad una tappa aggiunse la classifica generale finale davanti al proprio capitano Jacques Anquetil, fu il suo successo di maggior prestigio nel '66. Nel corso della stagione, vinse fra le altre gare, anche il GP Gerard Saint, ed una tappa del Giro del Belgio.
L'Amstel Gold Race, fu la brillante ciliegina del suo 1967, un anno nel quale, comunque, non brillò: erano i segni di un tramonto? La risposta venne nella stagione successiva e non fu positiva: vinse solo il Circuito di Genk, in Belgio. Nel 1969, chiuso il rapporto con Geminiani, s'accasò alla Caballero, una squadra olandese, ma la china non cambiò: nel suo palmares finì solo il Criterium Ulestraten. Col 1970, mostrò un certo risveglio, ma solo in termini di piazzamenti, ed anche la conquista della maglia di miglior grimpeur al Giro di Svizzera, non cambiò quella che era una decisione maturata da tempo. A soli 29 anni, la carriera di questo tulipano, buono su tutti i terreni e con una traccia che, come da previsione, non potrà mai passare inosservata, si chiuse. Arie den Hartog, ha poi vissuto lungamente a Nieuwstadt, nel Limburgo, dove ha gestito un negozio di biciclette.

André Maelbrancke (Bel)
[Immagine: 15881921941325Maelbrancke,Andre.jpg]
Nato a Torhout, il 23 aprile 1918 ed ivi deceduto il 26 settembre 1986. Professionista dal 1939 al 1955 con 44 vittorie.
A 19 anni, nel 1937, vinse fra i dilettanti, qualcosa come 57 corse, un record per quei tempi. Passato al professionismo nel 1939, pur non vincendo in proiezione a ciò che si pensava e soprattutto senza incamerare classiche, lasciò comunque un grande segno nella sua terra. Possedeva un carisma enorme, che veniva impreziosito da capacità velocistiche altrettanto enormi, soprattutto per il suo rush negli ultimi metri. Trovò nel grande Rik Van Steenbergen, di sei anni più giovane, un rivale davvero troppo tosto, ma fra i due ci fu sempre una grande stima. Ed in ogni caso, a dispetto dell'enorme differenza esistente fra i due curriculum, André Maelbrancke, era sempre tanto considerato nell'osservatorio e fra gli appassionati. Vinse il Titolo nazionale su strada nel 1942, superando nello sprint a due Albert Sercu, il padre di Patrick. Fra le sue vittorie qui di seguito, notevoli i successi nella Kuurne-Bruxelles-Kuurne e nell'Attraverso il Belgio, colti nel 1952 a 34 anni. A fine carriera ha aperto un bar a Torhout, che divenne da subito un riferimento proprio per la popolarità di Maelbrancke.
Tutte le sue vittorie.

1939: Criterium di Lovendegem e Mere. 1942: Campionato del Belgio su strada. 1943: Criterium di Egem e Torhout. 1945: Circuito delle Fiandre Centrali; GP Schotte; GP Elfstedenronde; Criterium Houtland e Reulers. 1946: Criterium Gistel. 1947: Criterium Melle e Gits. 1948: Tielt-Anversa-Tielt; GP Schotte; Criterium di Eernegem, Houtland, Overpelt, Wakken, Oostkamp e Desselgem. 1949: Tielt-Anversa-Tielt; Criterium di Bredene, Izenberge, Houthulst. 1950: GP Schotte; Criterium di Borgerhout, Moorsele, Nederbrakel, Temse, Waarschoot, Oostende, Wakken e Houtland. 1951: 2a Tappa dell'Attraverso il Belgio; Criterium di Waregem, Kortemark e Houtland. 1952: Kuurne-Bruxelles-Kuurne; Attraverso il Belgio; 2a Tappa dell'Attraverso il Belgio. 1953: Criterium di Kachtem, Houtland, Westerlo e Beemen. 1954: Criterium Deinze.

Renato Marchetti
[Immagine: 15739815371325Marchetti,Renato.JPG]
Nato a Vilpiano (BZ) il 23 aprile 1947. Passista, alto m. 1,78 per kg. 69/70. Professionista dal 1973 al 1981, con 2 vittorie.
I suoi primi approcci agonistici sulla bicicletta, nel 1964, fra gli allievi. L’arrivo ad una notorietà interregionale arrivo per Renato Marchetti nel 1970, quando vinse due corse: il Giro della Bolghera in apertura di stagione e a fine estate una prova nel modenese che gli valse l’interessamento della Orlandini di Reggio Emilia, per l’anno 1971. Con la nuova maglia si dimostrò più maturo e pragmatico, tanto è vero che in quella stagione con la formazione reggiana, fece suoi cinque traguardi ed ottenne altrettante piazze d'onore. Fu così corteggiato da numerose squadre tra le quali la famosa Salco di Empoli che lo tesserò per il 1972. La militanza in terra toscana rafforzò l’amicizia già datata col corregionale Francesco Moser che, correndo nella “Bottegone-Mobiexport”, segnalò Marchetti alla comunque toscana Filotex, ovvero la prima squadra professionistica del più giovane dei Moser, per il 1973. Renato avviò così un rapporto come spalla-gregario del sempre più grande Francesco, che durerà per tutta la sua carriera professionistica.
Nella prima stagione fece il suo esordio al Giro d’Italia che chiuse 43°, e concluse al 21° posto il  Tour de Suisse. Dopo un ’74 privo di soddisfazioni personali, Marchetti arrivò nel ’75
all’ottavo posto nella classifica finale del Giro di Puglia, prese parte al Giro del Delfinato e al Tour de France, dove chiuse 39° supportando un brillante Moser, primo nella classifica finale dei giovani.
Nel 1976 Renato seguì Francesco alla neonata Sanson, cogliendo nell’anno il suo miglior risultato con il settimo posto al GP di Camaiore. L’anno successivo vinse in Svezia il Giro del Lago di Mettala, una granfondo con Moser e Bortolotto e chiuse 3° il Giro di Romagna.
Nel 1978 dopo aver chiuso al 6° posto il Giro di Sardegna, vinse con Moser la Cronocoppie di Zambana. Poi, purtroppo, fu vittima al Giro di Puglia di una spaventosa caduta che fece temere la fine immediata della sua carriera. Fortunatamente non fu così e nel ’79, con la maglia della Sanson Luxor TV sfiorò il successo nella granfondo Milano-Roma, dove fu autore di un attacco nel finale molto ben impostato, chiuso davvero a poco dal traguardo. All’arrivo di Roma finì 4°. L’anno successivo, fu l’ultimo agonisticamente impegnato del corridore di Vilpiano che lo passò con Francesco Moser alla Famcucine. Appesa al chiodo la bici, aprì un negozio di articoli sportivi a Bolzano.  

Dante Orlandi
[Immagine: Dante%20Orlandi250.png]
Nato a Bologna il 23 aprile 1934. Passista veloce. Professionista dall'ottobre 1958 al 1960, senza ottenere vittorie.
Una crescita costante lo portò a vincere belle corse fra i dilettanti, ma ciò non gli valse il passaggio al professionismo al momento giusto. Il fatto lo innervosì non poco, ed al professionismo passò da isolato, con sostegni raccolti qua e là. Nel 1955 vinse il Gran Premio di Camaiore, gran corsa dilettantistica destinata negli anni a diventare classica nazionale per professionisti. Nel 1956, vinse la Coppa Mostra del Tessile, ma anche dopo questa vittoria, il salto con tanto di accasamento non ci fu. Ed il passaggio, dietro forzatura dello stesso Dante Orlandi, avvenne nell'ottobre 1958, come detto, da isolato. Ovviamente Orlandi sperava che l'entusiasmo sorto dopo l'iride di Ercole Baldini a Reims, provocasse nuovi programmi anche fra le case professionistiche. Tra l'altro, nello scorcio di stagione '58, il buon Orlandi, colse un bellissimo 3° posto nel Gran Premio Mastromarco.
Nel 1959, sempre da isolato, finì 2° nella tappa di Ragusa al Giro di Sicilia (che concluse poi 22°), indi 10° nel Gran Premio Industria e Commercio di Prato, 18° nella Milano Torino e 31° nel Giro di Campania. Insomma, non male per uno che correva da solo. Ed infatti, nel 1960 arrivò l'ingaggio dell'Only Stag, sodalizio lombardo. Ma proprio mentre stava per iniziare la stagione, quella squadra non partì. Deluso, Orlandi lasciò il ciclismo.

Maurizio Ricci detto Morris