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Milano-Sanremo, stavolta la vittoria a sorpresa è di Alexander Kristoff - SarriTheBest - 23-03-2014

Milano-Sanremo, stavolta la vittoria a sorpresa è di Alexander Kristoff

[Immagine: 2_0169689_1_thumb2.jpg]
L'esultanza di Kristoff sul Lungomare Calvino - © BettiniPhoto

E' di Alexander Kristoff (Katusha) il sigillo numero 105 della Milano-Sanremo, il primo di un corridore di nazionalità norvegese. Norvegia che prima o poi doveva sbloccarsi, visto che negli ultimi anni ha sfornato velocisti di grande classe come Hushovd e Boasson Hagen; in pochi però pensavano che Kristoff fosse già pronto a tanta gloria, in una corsa che si conferma così terreno fertile per gli outsider. Già l'anno scorso aveva dimostrato un buon feeling con queste strade e con le basse temperatura (sai che sorpresa!), conquistando la volatina per l'ottavo posto, ma da qui ad immaginarlo a braccia alzate al traguardo ce ne passa. Ancora una volta battuto Fabian Cancellara (Trek Factory Cycling), sul podio per la quarta volta nelle ultime quattro edizioni (tre 2° posti e un 3°) e un altro outsider come il britannico Ben Swift (Sky).

Lunghissima come sempre la Sanremo, al limite dei 300 km. Trequarti di gara si sviluppano dietro la classica fuga del mattino: dopo una decina di chilometri dal via da Milano, prende il largo un gruppetto di attaccanti formato dagli italiani Antonino Parrinello (Androni-Venezuela), Nicola Boem (Bardiani-CSF) e Matteo Bono (Lampre-Merida), dagli olandesi Maarten Tjallingii (Belkin) e Marc De Maar (Unitedhealthcare), dall'australiano Nathan Haas (Garmin-Sharp) e infine dal ceco Jan Barta (NetApp-Endura).

I sei arrivano ad accumulare fino a 10 minuti di vantaggio sul gruppo, sempre guidato dalle varie squadre dei velocisti. Il freddo però rende tutto più difficile, sia per la fuga che per gli inseguitori. Talmente freddo che tanti corridori, dopo il rifornimento, non hanno nemmeno la forza di gettare il sacchetto. Davanti Boem prima - in zona Savona - e Parrinello poi - ad Albenga - alzano bandiera bianca, dietro saltano alcuni nomi importanti come Diego Ulissi e diversi compagni di Cav come Renshaw e Michal Kwiatkowski.

Con l'arrivo dei Capi le squadre cominciano ad organizzarsi in testa al gruppo, per portare avanti il rispettivo capitano. Il distacco della testa della corsa si riduce a soli 3 minuti, o poco più.

Ma è la Cipressa che accende finalmente la Classicissima. La Cannondale approccia la salita fin da subito in maniera decisa, con un Alessandro De Marchi che mette in fila tutto il gruppo riducendone drasticamente il numero dei componenti.
La scena però vuole prendersela tutta Vincenzo Nibali (Astana): quando mancano 25 km all'arrivo, con ancora mezza Cipressa e tutto il Poggio da affrontare, lo Squalo dello Stretto piazza un attacco micidiale proprio nel momento in cui De Marchi diminuisce l'andatura. Nessuno ha il coraggio di seguire l'azione dell'uomo dell'Astana, rimasto così completamente isolato: nessun compagno di squadra, nessun compagno di attacco.

La cavalcata di Nibali è impressionante. Guadagna secondi metro dopo metro, scollinando con una quarantina di secondi sul gruppo. Si butta poi nella discesa tecnica della Cipressa, agguantando ben presto i due reduci della fuga (Tjallingi e De Maar) e continuando nella sua audace impresa. Ritornato sull'Aurelia, prova a sfruttare il vento a favore e qualche scia delle moto dei fotografi che ne vogliono immortalare le gesta.

Il gruppo però, dopo un attimo di sbandamento, riprende il controllo della corsa: Sky e BMC danno il cambio ad uno stremato De Marchi e cominciano ad impostare l'inseguimento, il distacco si dimezza e crolla a 25 secondi.

Arrivati al Poggio, le speranza di Nibali vengono annientate dall'allungo di Rast, che lo salta senza troppe difficoltà già alle prime rampe dell'ultima asperità di giornata. In gruppo si susseguono diversi attacchi, portati avanti da Battaglin prima e da Paolini e Van Avermaet poi. Nessuna traccia di frazionamenti però, il plotone rimane compatto. Anche nell'insidiosa discesa, dove ormai da qualche ora più non pioveva.

L'epilogo è oramai scontato. Prova ad anticipare i tempi Sonny Colbrelli (Bardiani-CSF), ma nemmeno lui è troppo convinto di questa azione. Luca Paolini, dall'alto della sua esperienza, si mette in testa all'ormai ridotto gruppo per scandire la giusta andatura ed evitare qualsiasi attacco negli ultimi 2 km. Phil Gilbert (BMC) si porta avanti per il compagno Van Avermaet e gli dà di fatto il cambio, favorendo però Alexander Kristoff che ne cattura subito la ruota: una volta partito - molto lungo - il vallone, il norvegese della Katusha salta alle spalle di Sacha Modolo (Lampre), che pure lui aveva leggermente anticipato la volata, lo salta senza troppo complimenti e conquista la vittoria con apparente semplicità. Alle sue spalle, un paio di biciclette di distanza, un irritato Fabian Cancellara (Trek Factory Cycling) e Ben Swift (Sky), seguiti da Juan José Lobato, Mark Cavendish (Omega Pharma) e Sonny Colbrelli (Bardiani-CSF), 6° e primo degli italiani. Poi Zdenek Stybar (Omega Pharma), che non ha fatto gioco di squadra con Cav, Sacha Modolo (Lampre), Gerald Ciolek (MTN), vincitore della passata edizione, e infine - a chiudere la top 10 - Peter Sagan (Cannondale), partito con i favori dei pronostici e quasi mai protagonista di questa edizione.



Il video del finale della Milano-Sanremo 2014

Gilberto Cominetti
aka SarriTheBest