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Vuelta a España, Aru e Nibali uniti per la vittoria
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Vuelta a España, Aru e Nibali uniti per la vittoria
Attenti a quei due. Fabio Aru e Vincenzo Nibali, citati in rigoroso ordine alfabetico, sono al Colle del Sestriere per preparare insieme l'assalto alla Vuelta di Spagna, che partirà sabato 22 agosto. È dal Giro d'Italia 2013, oltre due anni fa, che non si ritrovano fianco a fianco, da compagni di squadra, in una grande corsa a tappe. Ma allora le gerarchie erano nette e precise: Nibali capitano, e infatti vinse quel Giro dopo due podi consecutivi, con Aru giovane gregario, al debutto nella Corsa Rosa (che concluse al 42º posto). Ma adesso tante cose sono cambiate e Aru, secondo nell'ultimo Giro d'Italia, sembra cresciuto e pronto per rivendicare i gradi di leader.

Due galli in un pollaio? Prove di intesa
«Io puntavo al bis consecutivo al Tour, riuscito a pochissimi corridori - precisa Nibali -, mentre Aru si è preparato apposta per questa Vuelta».

Il capitano abdica?
«Vogliamo far divertire la gente e divertirci», replica sornione Aru.

Insomma, chi parte con il ruolo di leader nell'Astana? Non sarà per caso lo spagnolo Landa, che gioca in casa e all'ultimo Giro sembrò a tratti anche più forte di Aru?
«Io e Fabio siamo amici e onesti - aggiunge Nibali -, la strada ci dirà chi potrà far meglio in Spagna. Vogliamo vincere, non importa con chi. Fabio è più in forma di me, potrebbe essere lui il capitano. Del resto nella mia carriera ho dimostrato spesso di saper aiutare i compagni a vincere, vedi con Basso al Giro 2010».

Sorpresa. «Se c'è rispetto si fa bene comunque - interviene Aru -. Guardate me e Landa al Giro: entrambi siamo saliti sul podio vincendo due tappe a testa e andando molto d'accordo».

Peccato però che i due corridori italiani nettamente più forti per le grandi corse a tappe siano nella stessa squadra e non si possano quindi sfidare a viso aperto, in duelli entusiasmanti per i tifosi come ai tempi di Moser-Saronni o Bugno-Chiappucci. «Mah - dubita Aru -: io dico che i tifosi si esalteranno lo stesso se vedranno me e Vincenzo aiutarci per vincere, l'uno o l'altro, la Vuelta. O no?».

Certo, forse... Ma due big nello stesso team finiscono per pestarsi i piedi. E infatti ben difficilmente la coppia verrà riproposta nel prossimo Giro di Lombardia o nel Giro d'Italia 2016, corse che sicuramente vorrebbero fare sia Aru che Nibali ma che uno dei due dovrà «cedere» all'altro.

Conti da regolare
«Certo che vorrei correre il Giro - si limita a dire Vincenzo -, ma devo accettare le decisioni dell'Astana».

Che per esempio gli ha imposto questa Vuelta, inizialmente non prevista. Dove Nibali ritrova Froome, che al Tour lo accusò di essere scattato mentre lui era stato attardato da un salto di catena. «Si lamenta uno che al Giro 2010 fu espulso dalla corsa per traino... Ma quando io sono caduto nella 2ª tappa del Tour, lui e gli altri si erano messi a tirare e io non avevo detto niente. E quando ho forato prima dell'Alpe d'Huez, per caso Valverde, col quale ero in lotta per il podio, ha forse rallentato per farmi rientrare? Allora mettiamo la safety-car anche nel ciclismo».

Intanto, a proposito di novità, qualche corridore ha pensato di rendere pubblici i dati dei propri allenamenti: nuova frontiera contro il doping o moda del momento? «Che senso ha? - si chiede Vincenzo -. È come rivelare alla squadra avversaria le proprie tattiche di gioco. Io non ho segreti, ma non esageriamo». Aru anche questa volta annuisce. La santa alleanza è già stata sancita.

da «La Stampa» del 13 agosto 2015 a firma Giorgio Viberti
 
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