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Le top 10 del decennio versione bar (musica, cinema, politica, utenti del forum ecc...)
#1
Parto io con la top-10 dei politici più rappresentativi e che più hanno avuto impatto sulla scena politica italiana in questo decennio (no, non è una top-10 dei più bravi, anche perché non ci arriviamo a 10 politici capaci mi sa al momento)

1 Matteo Salvini
2 Beppe Grillo
3 Giorgio Napolitano
4 Matteo Renzi
5 Silvio Berlusconi
6 Giorgia Meloni
7 Giuseppe Conte
8 Laura Boldrini
9 Mario Monti
10 Alessandro Di Battista


Sicuramente gli anni '10 verranno ricordati come gli anni dell'epopea di Salvini. Ha preso in mano un partito praticamente morto e gli ha ridato linfa riuscendo ad approfittare degli errori dei governi che si sono susseguiti nella prima metà del decennio. Probabilmente solo il frontman di qualcosa di più grande. Ha saputo fiondarsi per primo su problematiche nate da politiche sbagliate di chi stava al potere e là si è costruito il consenso. Una volta al governo è stato capace di dare un'immagine positiva di sé e si è sbranato il M5S da dentro. Poi ha sbagliato l'occasione da goal, ma è caduto in piedi data l'insipienza degli altri ed è pronto a riprovare a capitalizzare il grande consenso di cui ancora gode. Favorito, va detto, da una stampa nemica che cerca di dipingerlo come un novello Darth Vader. Ma la gente si accorge che questo più che Darth Vader è l'Orso Baloo. Ha il pregio di saper parlare di tematiche un po' più concrete rispetto a quelle di cui parlano i suoi avversari (lavoro, immigrazione, pensione, tasse)....perché l'immigrazione non sarà IL problema dell'Italia, ma i flussi migratori di metà anni '10 sono UN problema...il PD di cosa ha parlato in questi 10 anni? Dello Ius Solis? (di cui non frega una mazza a nessuno, peraltro).

Beppe Grillo resta la vera anima del M5S, con buona pace del capo politico Di Maio, uno dei politici più piatti mai visti, capace di fare strada solo per la faccina da bravo ragazzo. Grillo poco più di 10 anni fa si candidava alle primarie del PD e, alla fine, ci è arrivato a governare con il PD. Nel mentre può dirsi il primo nella storia ad aver fatto del Fronte dell'Uomo Comune un partito da 30% e dell'antipolitica un culto. E' in qualche modo stato capostipite di una politica che combatte sé stessa ed elementi di Grillo li possiamo rivedere sia in Salvini che in Renzi. Ha voluto ritirarsi nell'ombra quando i suoi hanno iniziato ad avere successo, ma ha continuato a muovere i fili e si è ripreso chiaramente in mano il timone da quest'estate.

In uno dei momenti sicuramenti più complessi della storia recente dell'Italia, Napolitano è andato oltre a quello che era il ruolo di presidente della Repubblica e si è comportato quasi da monarca. Ha pensato di essere l'unico intelligente in un mondo di imbecilli, prima ci ha dato Monti, poi, ci ha dato pure Renzi. Nel concreto non si è rivelato geniale come credeva, ma è forse il vero padre della situazione politica attuale. La sensazione diffusa che il popolo non sia sovrano la dobbiamo principalmente a lui come anche il fatto che ora la figura del Pdr sia generalmente malvista. La sua eredità ha condizionato e sta condizionando anche il suo successore, mai realmente accettato da una fetta di popolazione poiché visto come una continuazione di Re Giorgio e sovente indeciso tra il fare il Pdr normale e il fare il Giorgio Napolitano (vedi quando inizialmente castrò l'esecutivo gialloverde e, poi, invece, diede il via libera).

Renzi arrivava agli anni '10 con il vento in poppa: il nuovo che avanza, il vate della Leopolda, il giovane sindaco che piaceva a tutti. Per lui non salire nemmeno sul podio è una sconfitta enorme date le premesse. E' entrato nel decennio come nuovo Berlusconi, ne è uscito come un mix tra Mastella e Casini. Basa la sua popolarità sul fare la guerra da dentro a un partito che tutti odiano, ma chiaramente il partito non ci sta a farsi usare da Renzi e dalla sua gang. La sua discesa inizia già con le primarie perse con Bersani. All'epoca era chiarissimo chi era il candidato vincente tra i due (Bersani è un perdente nato), ma, nonostante ciò, il PD preferisce andare a fondo con Bersani. Poi si appropria del potere in modo quantomai infido nel 2014. Sbaglia ad analizzare i risultati delle Europee 2014 (come tutti sbagliano ad analizzare i risultati delle varie Europee, del resto) e prova il colpo grosso con un referendum da cui esce privato pure delle mutande. Alle elezioni del 2018 viene letteralmente annientato, ma è bravo a riempire il parlamento di suoi uomini e a tornare in auge come burattinaio che ha creato la situazione attuale (che non piace a nessuno) e nel ruolo di dissidente interno al nuovo governo, insieme al suo partito, riesce financo a risultare meno antipatico del solito. Comunque un politico che funziona solo come voce fuori dal coro in una massa malvista e un leader a dir poco scarso (non che gli altri....).

A Silvio resta la top-5, forte del fatto che quantomeno nella prima parte di decennio ha recitato un ruolo comunque importante nello scenario politico italiano. E a benvedere lui è ancora qua, mentre i suoi nemici di quel periodo (Di Pietro, Fini, Bersani, Casini) li ha fatti fuori tutti quanti. Il suo essere troppo ingombrante per farsi da parte lo ha portato a fare terra bruciata attorno a sé, sotterrando tutti i suoi eredi e permettendo, invece, a leader di rami secondari della destra di emergere (Salvini, ma anche Meloni). E' chiaramente la manifestazione di qualcosa che non c'è più, la rappresentazione del ruggente periodo che va dalla fine degli anni di piombo al pre crisi del 2008. La sua epoca è finita dopo le elezioni del 2018, e quasi quasi tocca anche rimpiangerlo.

Parlare di Giorgia Meloni come l'unica donna veramente influente nello scenario politico italiano è sbagliato, ma nel decennio appena concluso ha posto le basi per esserlo. In un mondo dove anche le donne di maggior spicco vedono sempre il loro nome affiancato a quello di un uomo (Carfagna - Berlusconi, Boschi - Renzi, Bonino - Pannella), lei è l'unica che staccandosi dal fu PDL ha saputo costruire un movimento capace di non sparire nel nulla dopo poco, ma, anzi, in grado di crescere fino a diventare la seconda forza del centro-destra. Ha saputo dare l'immagine di una donna forte e vicina al popolo, si perde in quelle che per me sono battaglie insulse (qualsiasi cosa contro i diritti degli omosessuali, tipo), ma evidentemente c'è una fetta di società conservatrice che la segue su questi temi. L'esatto opposto della donna politica che tanto piace maitre a penser dell'epoca contemporanea, il perfetto contraltare delle varie Alexandrie Ocasio Cortez che passa il convento. In questo dimostra una grande emancipazione, poiché non è solo una donna che fa strada in politica, ma è una donna che fa strada in politica seguendo linee guida diametralmente opposte rispetto a quelle delle altre donne che hanno successo in quest'ambito in questo periodo storico. Anche per questo, probabilmente, può essere vittima di continuo maschilismo e body shaming senza che nessuno dica A. Il Times l'ha appena messa nelle 20 persone che possono cambiare il mondo nel 2020 (proprio mentre scrivevo l'ho letto su Twitter :O  ).

Giuseppe Conte è un camaleonte arrivato dal nulla che in qualche modo ha preso il comando della barca ed è riuscito a mantenerlo cambiando metà dell'equipaggio. Partito come un affabile democristiano che doveva trasmettere tranquillità al popolo, ha invece dimostrato di poter tirar fuori le unghie e dettare le linee guida al governo. Hanno cercato di fare di lui un Prodi versione 5 stelle, e, invece, lui si è sbranato gli aspiranti D'Alema (ciao Di Maio) e ora è una delle tre figure di spicco del partito più rappresentato in parlamento e l'unica che fa politica a livello attivo. Sparirà quando crollerà questo esecutivo e si tornerà alle elezioni, è nel suo destino finire come Monti, ma senza che nessuno se ne rendesse conto ha scalato la piramide e si è piazzato in cima a essa. Un grande politico? No. Un uomo astuto? Più di quello che tutti pensavamo.

All'ottavo posto l'altra figura femminile che ha saputo elevarsi dalla massa in questo decennio. Sicuramente una delle persone più inadeguate ad aver rivestito una delle cariche più importanti della nostra Repubblica (tra lei e Fico la presidenza della camera se la passa malino, ecco). Ma anche una delle poche vere opposizioni al Salvini pensiero che si siano viste negli ultimi 10 anni. Molti, su certi argomenti, anche dall'altra parte della staccionata, non sono mai andati a contraddire fino in fondo Salvini, anche perché hai solo da perderci nel farlo. Anzi, qualcuno gli ha dato pure ragione (Calenda). Boldrini, invece, ha sempre saputo dire: "No! Io la penso in modo differente" creandosi tantissimi hater, ma anche una nicchia di fan. Una sognatrice in un mondo in cui bisogna saper essere realisti. E con il suo essere sognatrice ha influenzato gli equilibri politici, non a suo favore, ovviamente. E' ed è stata anche una declinazione quasi perversa del femminismo degli anni '10, portando avanti battaglie al limite a volte sfociate nel no sense. Comunque l'unica figura di spicco spuntata fuori dal mare della sinistra fucsia negli ultimi 10 anni.

Mario Monti ha avuto l'incredibile capacità di fare piazza pulita attorno a sé. Arrivato come salvatore della patria, non ha chiaramente salvato la patria, ma ha causato danni irreparabili a chi lo ha appoggiato. La debacle di Bersani del 2013 è dovuta anche all'aver appoggiato il governo tecnico, Fini e Casini che lo hanno portato in palmo di mano alle elezioni 2013 sono affondati con lui e financo Berlusconi ha comunque pagato lo scotto di aver dato il suo supporto al governo Monti. Lega e M5S che, per motivi diversi, non l'hanno appoggiato, invece, sono stati indubbiamente i partiti del decennio. Con Napolitano il vero padre della situazione attuale, anche se è durato meno e ha incisio, di conseguenza, di meno.

Di Battista è stato l'unico esponente del M5S classico (dunque Conte è escluso) capace realmente di farsi e di costruirsi un suo seguito. E' lui la costola destra del M5S, il rappresentante di quella parte di elettorato M5S che vedeva di cattivo occhio più il PD, che non il CX. Lo hanno messo da parte poiché l'unico che probabilmente aveva velleità di essere un leader vero del partito e non un leader di cartapesta come Di Maio. A conti fatti scelta sbagliata, perché chiaramente i voti di molti suoi seguaci sono finiti nelle mani di chi, su certi aspetti, ha attinto molto anche da Di Battista, vale a dire Salvini e Meloni.

La top-10 degli utenti del forum la lascio a qualcun altro.
 
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Le top 10 del decennio versione bar (musica, cinema, politica, utenti del forum ecc...) - da Luciano Pagliarini - 02-01-2020, 09:31 PM

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