LA STORIA DEL TOUR DE FRANCE

 
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1903 - Da un iniziativa di Henri Desgrange, nel Novembre 1902 si decise di formare una corsa a tappe Francese. La prima edizione della grande avventura del Tour de France partì il 1° Luglio 1903, dall’albergo “Le Reveil Matin” a Montgeron, Banlieu parigina. I 60 partenti dovettero affrontare ben 467 km, per andare da Montgeron a Lione. Quella tappa la vinse lo spazzacamino Aostano, ma di passaporto Francese (che da italiano vinse due Parigi-Roubaix), Maurice Garin, che alla fine vinse anche il Tour de France dopo 6 tappe con quasi tre ore di vantaggio sul secondo classificato, Lucien Pothier.

1904 - La seconda edizione del Tour de France, fu anche quella con più squalifiche e più disordini. Infatti i tifosi sabotarono molte volte il percorso di gara, con chiodi e addirittura barricate. Alcuni corridori approfittarono della confusione per farsi dare un passaggio, chi in macchina, chi in treno. Dei 27 arrivati al traguardo di Parigi, ben dodici ciclisti furono squalificati, e dal Tour e dalle altre competizioni ciclistiche. I primi quattro, Maurice Garin, Lucien Pothier (radiato da ogni competizione), Cesar Garin e Hippolyte Aucouturier vennero squalificati il 2 Dicembre 1904 ed Henri Cornet venne dichiarato vincitore del Tour de France a soli 20 anni di età (durante il Tour aveva 19 anni e 11 mesi) diventando il più giovane vincitore del Tour de France, record difficilmente battibile.

1905 - Il Tour 1905 entrò nella storia perché vennero introdotte numerose novità. La prima riguardava la classifica generale, calcolata coi punti. Al primo di tappa venne attribuito un punto, al secondo due e così via. Inoltre a ogni 5 minuti di ritardo veniva aggiunto un punto in classifica. Chi faceva meno punti vinceva. Fu l’anno della prima salita vera, il Ballon d’Alsace, che Rene Pottier domò senza mai scendere dalla bicicletta (un impresa per l’epoca). Tuttavia Pottier dovette ritirarsi il giorno dopo quella favolosa impresa, e la vittoria andò a Louis Trousellier, vincitore di 5 tappe, che corse quel Tour de France, nonostante stette scontando il servizio militare.

1906 - Anche nel 1906 ci fu il problema dei sabotaggi, ma con minor gravità rispetto alle edizioni precedenti. A Digione quattro corridori furono squalificati perché accusati di aver preso il treno. Tuttavia l’edizione fu un successo. Venne riproposto il Ballon d’Alsace, domato ancora una volta da Rene Pottier, che vinse 5 tappe (di cui 4 consecutive), e dominò il Tour de France. Pottier non potè difendere il titolo l’anno seguente, in quanto il 25 Gennaio 1907, si suicidò per una delusione amorosa. Venne introdotta la “flame rouge”.

1907 - Senza Pottier il Tour 1907 cercava un altro padrone. Emile Georget vinse 5 delle prime 8 tappe, ma prima della decima venne penalizzato di 50 punti per aver avuto assistenza, cosa vietata all’epoca. Vinse allora Lucien Mazan (in arte Petit-Breton), gia vincitore quell’anno della prima Milano-Sanremo e nel 1906 della Parigi-Tours. Petit-Breton vinse solo due tappe, ma fece suo il titolo per la grande regolarità e per la penalizzazione a Georget.

1908 - Stesso percorso dell’anno precedente e stesso vincitore. Petit-Breton vinse la seconda tappa, andò in testa alla classifica, e dominò il Tour de France vincendo altre 4 tappe. Arrivò 5° il futuro vincitore del primo Giro d’Italia, Luigi Ganna.

1909 - Per la prima volta un corridore non Francese vinse il Tour. Toccò infatti a François Faber spezzare l’egemonia dei padroni di casa, con una fantastica cinquina di vittorie consecutive (tra la 2° e la 6° tappa) e una 6° vittoria di tappa a Bordeaux. Tutto questo nonostante bufere di pioggia e neve. La corsa fu infatti falcidiata da molti ritiri dovuti alle pessime condizioni atmosferiche.

1910 - E’ l’anno dell’inserimento dei Pirenei, con Col d’Aubisque, Aspin, Peyresourdre e Tourmalet. Fu un edizione combattutissima, dove il campione uscente, Faber, dovette vedersela col 23enne Francese Octave Lapize, giovane Parigino, con grande personalità. Infatti, subito dopo aver domato il Tourmalet, non senza difficoltà dato che ruppe il manubrio e arrivò in cima a piedi, si rivolse agli organizzatori dicendo la celebre frase “Voi siete degli assassini !”. Questo giovane Francese sbaraglio la concorrenza in montagna e si difese in pianura (terreno preferito di Faber), vincendo il Tour per soli 4 punti. Un giovane talento che però non vinse mai più un Tour, morendo a soli 29 anni, il giorno di festa nazionale Francese del 1917, durante un conflitto aereo. Azzini diventò il primo italiano a vincere una tappa, tagliando per primo il traguardo di Parigi.

1911 - Dopo i Pirenei ecco le Alpi. Fece la sua comparsa un mito del Tour, il Col du Galibier, affrontato senza scendere dalla bici da soli due corridori, Gustave Garrigou e Paul Duboc. Tuttavia il primo in cima fu Emile Georget. Garrigou vinse 2 tappe e la classifica generale, proprio davanti a Paul Duboc.

1912 - Nel 1912 la corsa cadde di tono. Il mancato inserimento di Pirenei e Alpi fece perdere entusiasmo al pubblico, che protestò per la vittoria finale del Belga Odile Defraye, reo di essere stato favorito troppo della superiorità della sua squadra, Alcyon, e da aiuti dei connazionali. Vinse tre tappe e staccò il secondo in classifica, Eugene Christophe, di 69 punti, un record.

1913 - Si ritorna alla classifica a tempi e a vincere fu un altro belga, Philippe Thys. Tuttavia questo Tour è ricordato per l’impresa leggendaria di Eugene Christophe, che nella tappa del Tourmalet, ruppe la forcella a tre chilometri dalla vetta della montagna e dovette farsi 3 chilometri in salita e tutta la discesa a piedi, prima di poter arrivare a Saint Martin de Campan, trovare un fabbro e aggiustarsi da solo la bicicletta. Un addetto alla sicurezza del Tour dovette seguire Christophe e, affamato, disse al francese che andava a mangiare. Il francese rispose “lei deve controllarmi, piuttosto mangi il carbone, ma lei deve controllarmi !”.

1914 - Ai nastri di partenza, il Tour 1914 annoverò il primo campionissimo, Costante Girardengo. Tuttavia il corridore di Novi dovette ritirarsi. Thys sembrava in controllo della corsa, come l’anno prima. Ma un cambio di ruota non autorizzato durante la penultima tappa lo fece penalizzare di 30 minuti, riportando così a solo due minuti di vantaggio, il gap tra lui e Henri Pelissier. Durante l’ultima tappa si infiammò la bagarre, ma Thys controllò e lasciò la vittoria della tappa a Pelissier, consapevole che il secondo Tour consecutivo era suo. Un Tour combattuto, ma che ha visto molti ritiri dovuti alla mobilitazione per la Prima Guerra Mondiale, che fermò la corsa per 5 lunghi anni.

1915 - 1918 - Prima Guerra Mondiale

1919 - E’ l’anno del ritorno del Tour, la grande voglia di ricostruzione spinse gli organizzatori a identificare il leader della classifica con un simbolo. La maglia gialla, lo stesso colore del quotidiano sportivo l’Auto, sarà d’ora in poi un simbolo che qualsiasi ciclista sognerà di indossare per almeno un giorno. Il primo ad indossare questa prestigiosa maglia è Eugene Christophe, che la conquista a Brest e sembra involarsi verso un tanto atteso trionfo. Sembra fatta per “Cri-Cri”, ma a due tappe dal termine rompe ancora la forcella, questa volta sul pavè di Valenciennes e deve dire addio ancora una volta ai sogni di gloria. Il vincitore del Tour diventa quindi il franco-belga 33enne Firmin Lambot, vincitore proprio della tappa della rottura della forcella di Christophe.

1920 - Il Tour 1920 è descritto come un Tour caldo e noioso, ma con un protagonista atteso, Henri Pelissier. Il Francese vince due tappe delle prime quattro ed è il più diretto inseguitore della maglia gialla Thys. Ma alla 5° tappa Pelissier viene penalizzato di due minuti per aver cambiato una ruota contro il regolamento. Il Francese si ritirò e lascio strada spianata e Thys che diventò così il primo corridore a fare tripletta. Il Belga 31enne finì sempre tra i primi 5 in ogni tappa e concluse con 57 minuti di vantaggio sul secondo classificato, Hector Heusghem. 8 Belgi finirono tra i primi 10. Desgrange apostrofò Pelissier come una femminuccia che non avrebbe mai vinto un Tour. Si sbagliava.

1921 - Nel 1921 Henri Pelissier era aspettato al varco. I tifosi francesi volevano vedere un loro corridore battere finalmente i Belgi, che dal 1912 non han più perso un Tour. Tuttavia Pelissier deluse ancora e l’unico francese che provò a contrastare il dominio Belga fu Honore Barthelemy. Tuttavia il duello per la vittoria finale fu una sfida Vallone tra Leon Scieur e Hector Heusghem. Scieur conquistò la maglia gialla nella seconda tappa e non la mollò più, nonostante Heusghem arrivò a solo 19 minuti dal 33enne di Namur, a quell’epoca 19 minuti potevano essere recuperati in una sola tappa. Buona la spedizione italiana, con Luigi Lucotti che vinse una tappa e si piazzò 4°.

1922 - Il Tour 1922, viene descritto come un Tour combattuto, e ricco di colpi di scena. Ne sono testimoni i distacchi, per quell’epoca risicatissimi, e per i continui cambi di maglia gialla, 5 in 15 tappe. Inizialmente sembrava possibile una battaglia belga tra Thys ed Heusghem. Ma il 34enne Francese Jean Alavoine provò a ridare la vittoria ai Francesi. Sembrò riuscirci, ma Heusghem lo superò a 4 tappe dalla fine. Sembrava fatta per il Belga, ma ruppe la bicicletta e ne usò un'altra. Un’azione contro il regolamento, che gli costò una penalità di 1 ora. La maglia andò allora al gia vincitore nel 1919 Firmin Lambot, che vinse il Tour senza mai vincere una tappa, e a 36 anni diventò il corridore più vecchio a vincere il Tour. E’ il primo anno dell’Izoard, che Thys riuscì a domare. Mentre fu la terza volta in 9 anni che Eugene Christophe ruppe la forcella mentre era in maglia gialla. Questa volta sul Galibier. Il Tourmalet invece fu oggetto di una grande nevicata.

1923 - E’ finalmente l’ora di Henri Pelissier. Il Francese ruppe la profezia di 3 anni prima, dove Desgrange diceva che non avrebbe mai vinto il Tour. La vittoria di Pelissier diede il Tour a un francese 11 anni dopo Garrigou. La vittoria del Francese si costruì in montagna. Sulle alpi marittime fu secondo dietro ad Alavoine, ma conquistò la maglia gialla, sfilandola al compagno di squadra all’Automoto (il primo italiano in maglia gialla, Ottavio Bottecchia). Fu sul Galibier e sull’Izoard che fece la differenza, vincendo due tappe consecutive e mettendo tra se e l’Italiano 30 minuti, un vantaggio difficilmente colmabile nelle tappe di pianura. Per la prima volta era possibile cambiare i pezzi della bicicletta in corsa.

1924 - L’Italia fa finalmente festa. E’ Ottavio Bottecchia a vincere, dominando la corsa dall’inizio alla fine (maglia gialla dalla prima all’ultima tappa). Pelissier non partecipa per uno screzio coi tifosi, lasciando i gradi di capitano al Veneto, che vince la prima tappa con un distacco abissale, domina sui Pirenei, si difende sulle Alpi e vince anche a Parigi, stabilendo un record. Infatti nessuno oltre a lui e Nicolas Frantz nel 1928 ha mai vinto la prima e l’ultima tappa mantenendo la maglia gialla per tutto il Tour. 4° posto a soli 34” dal podio per Bartolomeo Aymo. 2° un giovane Lussemburghese, il 25enne Nicolas Frantz.

1925 - Il dominio di Bottecchia è rinnovato. Anche nel ’25 il Veneto, chiamato dai francesi Botescià, fa suo il Tour, rifilando 55’ al compagno di squadra Lucien Buysse, che si dimostrò un gregario leale, nonostante avesse potuto staccare l’Italiano in più occasione. A podio anche l’altro Italiano Bartolomeo Aymo, vincitore della tappa dell’Izoard. Anche quest’anno Bottecchia vince prima e ultima tappa.

1926 - Dopo gli anni di Bottecchia, ci si aspettava una tripletta del Veneto, ma fu costretto al ritiro nel corso della 3° tappa. Senza un padrone il Tour rivelò il giovane 24enne Belga Gustaaf Van Slembrouck, che vinse proprio la terza tappa e tenette la maglia gialla per 7 giorni, quando nella tappa che da Bayonne arrivava a Luchon, Lucien Buysse si involò nella tempesta e arrivò a Luchon con 25 minuti di vantaggio sul secondo classificato. Alla fine il vantaggio sul secondo in classifica generale, Nicolas Frantz, fu di 1’25”, con Aymo subito dietro.

1927 - Per la prima volta i gruppi partono con 15 minuti di ritardo uno dall’altro, una tipologia di corsa, che fu poi migliorata e portò alla definizione della gara a cronometro. Le prime 9 tappe, corse con questo criterio di corsa, ebbero tutti vincitori a sorpresa e lo sconosciuto Belga Hector Martin si assicurò la maglia gialla. Tuttavia nelle montagne il valore di Nicolas Frantz venne fuori, facendogli finalmente vincere il Tour. E’ il primo Tour per i giovani Francesi Andre Leducq e Antonin Magne.

1928 - E’ ancora Frantz a vincere, anzi a dominare. Infatti vinse la prima tappa, conquistò la maglia gialla e non la perse più, nonostante un incidente alla bicicletta a Metz, dove dovette proseguire fino al traguardo su un modello da donna, perdendo 28 minuti, ma non la maglia gialla e il Tour. Secondo posto per Leducq, che fece intravvedere sprazzi di grande classe.

1929 - La vittoria di De Waele venne descritta da Henri Desgrange la “vittoria di un moribondo”. Il corridore Belga vinse il Tour, nonostante abbia corso le due tappe pirenaiche, con febbre alta e addirittura convulsioni. I compagni di squadra tuttavia lo protessero e attuarono addirittura un blocco del gruppo e facendo mantenere la maglia al corridore Belga, che ripresosi vinse a Saint-Malo e distanziò l’Italiano Giuseppe Pancera, 2° in classifica, definitivamente. Desgrange si arrabbiò talemente tanto che decise che dal 1930 si sarebbe corso con le squadre nazionali.

1930 - Desgrange, stanco del dominio delle squadre di club (o forse stanco delle sconfitte dei francesi, che spesso e volentieri si correvano contro, per via della diversa squadra di appartenenza) varò la formula delle squadre nazionali. Fu un successo della Francia, che vinse 13 tappe su 21 e piazzò 6 corridori tra i primi 10. La vittoria andò al “predestinato” Andre Leducq, che avviò un duello con Learco Guerra, ma che vinse grazie alla forza della squadra. Al 3° posto l’altro “predestinato” Francese, Antonin Magne.

1931 - Dopo il grande Tour precedente, la rappresentativa Italiana si presentò al Tour, compatta e per vincere. Tuttavia anche la squadra Belga si rafforzò, dando del filo da torcere alle due rivali d’oltralpe e vincere la classifica a squadre. Ma il Tour è questione di talento, e finalmente Antonin Magne vince l’anno dopo Leducq, dominando a Luchon e difendendo il vantaggio. Grande spettacolo tra i velocisti. Di Pace e Pelissier vincono 5 tappe a testa, a dimostrazione della superiorità del ciclismo Italiano e Francese. Max Bulla diventa il primo Austriaco (e fino al 2005 ultimo) vincitore di una tappa. Il vincitore del Giro d’Italia, Pesenti, arrivò 3°.

1932 - Nel ’32 un altro corridore tentò di rompere l’egemonia Francese. Il tedesco Kurt Stoepel lottò con Andre Leducq per tutto il Tour de France. Il distacco effettivo era di soli 3 secondi tra i due, ma il Francese vinse per il maggior numero di abbuoni (addirittura 31 minuti a 7 !). Buona la spedizione italiana con un 3° posto di Francesco Camussa e un 4° posto per Antonio Pesenti.

1933 - Un Tour combattutissimo quello del ’33. I favoriti sono come sempre Francesi e Italiani, con la possibilità di inserimento del Belgi. Leducq e Magne guidarono la spedizione Francese, mentre Learco Guerra e Giuseppe Martano quella Italiana. Tuttavia fu un ex nuotatore Francese, al secondo anno da professionista a sorprendere tutti. Georges Speicher, 26enne di Parigi, vince due tappe alpine sorprendendo tutti e obbligando Magne e Leducq a lavorare per lui. Guerra e Martano provano in tutti i modi a togliere la maglia gialla al Parigino, ma non c’è niente da fare. Speicher vinse con 4’ di vantaggio su Guerro e 5’ su Martano. Speicher vincerà nello stesso anno il campionato del mondo, firmando la prima doppietta Tour-Mondiale della storia. Fu inventata la maglia a pois, che contraddistingueva il miglior scalatore del Tour. Nel ’33 vinse Vicente Trueba.

1934 - Fu il primo Tour de France che vide una tappa a cronometro. Ma fu anche il Tour de France in cui i corridori Francesi vinsere 19 delle 23 tappe previste, dominando in lungo e in largo e facendo scoprire un altro talento, il solamente 20enne Renè Viettò, vincitore della maglia a pois e di 4 tappe di montagna. Tuttavia a vincere fu Antonin Magne, che approfittò del lavoro di Viettò, per mettere distacco tra se e gli avversari. Il pubblico Francese non gradì e Magne, per riprendere un po di popolarità, fece sfilare accanto a se sul Parco dei Prinicipi, il corridore 20enne. Ottimo secondo posto per Martano, influenzato anche da un infortunio.

1935 - E’ il Tour dell’eccesso delle cronometro, addirittura 4 crono individuali e due a squadre, ma è anche il Tour della tragedia. Il corridore spagnolo Francisco Cepeda cade in un burrone nella discesa del Galibier e muore 5 giorni dopo. Alcuni corridori abbandonano per rispetto, mentre altri continuano. Tra di loro Romain Maes, che domina la corsa aggiudicandosi la maglia gialla nella prima tappa e non mollandola più. Viettò provò a contrastare il Belga, ma sulla discesa dell’Aspin ruppe la forcella e dovette aspettare la macchina d’assistenza, facendogli perdere più di un’ora. Famose le immagini che ritraggono Viettò seduto sul muretto in lacrime. Al secondo posto l’isolato Ambrogio Morelli.

1936 - E’ un altro Maes a vincere, ma non è parente di Romain. Il suo nome è Sylvere Maes, 27 anni che costruisce la vittoria in salita, nella ormai classica tappa Luchon-Pau, che concluse in solitaria con 9 minuti sull’eterno Magne. L’Italia non partecipa, a causa del grande conflitto politico tra Italia e Francia (periodo delle sanzioni al Dittatore Mussolini).

1937 - E’ un Tour de France a eliminazione, quello che vede un giovane 23enne, vincitore del Giro d’Italia nel ’36 e nel ‘37, come protagonista. Gino Bartali vince a Grenoble e sembra aver in tasca il Tour, ma cade e si fa male. Conclude le successive due tappe, ma è costretto al ritiro. Alcuni malpensanti danno come sicario di questa decisione al duce, che non voleva vedere l’Italiano ferito preso a “pugni” dai Francesi e Belgi, obbligando Bartali anche a saltare il Giro successivo. S. Maes prese il comando della corsa, ma una penalizzazione di soli 15 secondi fece adirare la squadra Belga, che si ritirò in massa. Ne approfittò Roger Lapebie, che vinse il Tour quasi senza accorgersene. Secondo posto per l’isolato Mario Vicini.

1938 - Finalizzando il lavoro cominciato l’anno prima, Gino Bartali vince il Tour del 1938, dominando sia in salita, sia in discesa. Il Belga Felicien Verwaecke provò a contrastarlo, ma Gino era troppo più forte, e riuscì a superare due crisi su Galibier e Iseran, recuperando con due discese favolose. Dopo 13 anni è ancora l’Italia a far sua la corsa. Durante l’ultima tappa il gruppo lasciò partire in fuga Antonin Magne e Andre Leducq, alla loro ultima corsa in carriera. I due arrivarono al Parco dei Principi abbracciati l’un l’altro, fra il visibilio dei tifosi Francesi. Vennero decretati vincitore ex-aequo della tappa.

1939 - Il 1939 manca ancora della partecipazione Italiana, per motivi politici. La guerra era ormai alle porte e anche la Germania non partecipò. Tuttavia la vittoria di Sylvere Maes fu una vera impresa. Il corridore Belga strappò la maglia gialla a Viettò a Briançon e vinse la cronometro dell’Iseran, che arrivò a Bourg Saint Maurice. E’ l’ultimo Tour di Desgrange, che morirà nel 1940 e lasciò la direzione della corsa a Jacques Goddet.

1940 - 1946 - Seconda Guerra Mondiale

1947 - E’ forse il Tour più incredibile della storia, quello che riabbraccia la Francia e il mondo del ciclismo dopo il buio della Seconda Guerra Mondiale. Alla seconda tappa a vincere è Renè Viettò, che si aggiudico anche la maglia gialla. Tuttavia a Grenoble la perse, con la vittoria di Jean “testa di vetro” Robic e la maglia gialla dell’Italiano Aldo Ronconi. Viettò riprese la maglia gialla due giorni più tardi, ma un altro Italiano, Pierre Brambilla, mise in difficoltà i Francesi sulle montagne. A due giorni dalla fine Brambilla diventò maglia gialla e il successo sembrava gia scritto. All’ultima tappa, mentre il gruppo affrontava una facile salita alle porte di Parigi, Robic, che aveva tre minuti di ritardo, provò un attacco disperato alla maglia gialla. Si formò un gruppo di circa 30 corridori, dove non c’erano ne Brambilla, ne Ronconi (primi 2 della classifica). I fuggitivi arrivarono con ben 13 minuti di vantaggio e Robic vinse il Tour, grazie anche all’aiuto di Eduard Fachlteiner, connazionale di Robic, che arrivò secondo dietro Robic in classifica. Brambilla dovette consolarsi del terzo posto e della maglia a pois.

1948 - E’ il secondo Tour di Gino Bartali, che bissa il successo di 10 anni prima, caso più unico che raro nel ciclismo. Bartali parte bene vincendo la prima tappa, ma paga inaspettatamente in pianura. Il giovane Francese Louison Bobet è maglia gialla con 20 minuti su Bartali, ma Gino recupera vincendo due tappe consecutive sui Pirenei. Ma nella tappa di Cannes perde ancora, ritornando a 20 minuti di distacco. E’ solo l’inizio di una vera impresa. Vincendo tre tappe consecutive staccando tutti in salita, il corridore Toscano rifila 40 minuti a tutti e balza in testa vincendo il Tour. Intanto l’Italia era sull’orlo di una guerra civile, dopo l’attentato a Palmiro Togliatti. Le imprese di Bartali acquietatarono questi moti, rendendo ancor più leggendaria questa vittoria.

1949 - Tocca anche a Fausto Coppi iscrivere il suo nome tra i grandi del Tour, quindi del ciclismo. L’inizio del Tour per Fausto non fu comunque facile. Dovette vedersela con Bartali per i gradi di capitano. L’astuzia di Binda riuscì comunque a mettere d’accordo i due campionissimi. Ci fu infatti un patto tra i due, che prevedeva che solo la strada avrebbe deciso il capitano. Nelle prime tappe Fausto e Gino accusarono subito un distacco pesante, circa 20 minuti e una caduta di Coppi a Saint-Malo fece temere un ritiro del Campionissimo di Castellania. Come successe altre volte, fu proprio Bartali a spingere Coppi, bravo in bicicletta, ma restio a soffrire troppo, a tornare in bicicletta. Fu un successo Italiano. Fiorenzo Magni vinse a Pau e colse la maglia gialla. Intanto i due amici-rivali recuperavano terreno dalla testa della classifica e a Briançon, Bartali colse successo e maglia gialla nel giorno del suo compleanno (Coppi lasciò vincere Gino). Il giorno dopo Bartali cadde e Coppi ne approfittò per vincere ad Aosta conquistando la maglia gialla, che non lascerà più. Per Gino la consolazione del secondo posto e del giro d’onore assieme a Fausto. Per l’Italia un successo, grazie anche al 6° posto di Magni, alla maglia a pois di Coppi, alla vittoria della classifica a squadre e alla doppietta (prima nella storia) Giro-Tour di Coppi.

1950 - Senza Coppi il Tour italiano iniziò comunque bene, vincendo ben 5 tappe nelle prime 10. Durante l’11° tappa, più precisamente sull’Aspin, un gruppo di tifosi Francesi aggredì Bartali, che comunque riuscì a districarsi e vincere la tappa, facendo indossare la maglia gialla a Magni. Ma Bartali era ferito nell’orgoglio e voleva abbandonare il Tour per protesta. Così alla partenza della 12° tappa la squadra italiana si ritirò, con Magni maglia gialla. Il comando lo assunse lo Svizzero Ferdy Kubler, che non perse più la maglia gialla e vinse a Parigi.

1951 - Tour senza grandi favoriti, nonostante la partecipazione di Coppi e Bartali. Il piemontese però è ancora triste per la morte del fratello Serse, quindi parte per la Francia demotivato, mentre il Toscano paga il peso dell’età. Tour senza favoritissimi, ma con ottimi corridori che si danno battaglia gia dal primo giorno. Tra questi Hugo Koblet, il corridore Svizzero, amico e connazionale del vincitore del ‘50 di Ferdy Kubler, assente al Tour. Koblet attacca gia dalla prima tappa e nella tappa di Luchon prende il largo, dominando la classifica davanti a Raphael Geminiani e Lucien Lazarides. Un momento drammatico, ma che comunque si è risolto con un lieto fine è quello che ha visto protagonista Wim Van est. Vincitore della 12° tappa a Dax e prima maglia gialla Olandese della storia, cadde in un burrone il giorno dopo. Miracolosamente si salvò senza un graffio, ma lo stato di shock fu tale che non riuscì a muoversi per un bel pezzo. Riuscirono a tirarlo su grazie a una corda di copertoni, ma dovette ritirarsi.

1952 - Dopo la delusione dell’anno precedente, Coppi e Bartali si ritrovarono ai nastri di partenza. Il loro rapporto si era tuttavia sfaldato, e un altro colpo di genio di Binda li mise d’accordo. Coppi è però nettamente più forte di Bartali, quindi il capitano è il piemontese. Bartali è gregario con mansioni speciali. L’assenza di Koblet, Kubler e Bobet spiana la strada a Fausto, che si aggiudico la maglia gialla sull’Alpe d’Huez (primo arrivo in salita della storia del Tour), mantenendola fino al traguardo e vincendo 4 tappe di montagna. Famoso è oramai il passaggio di borraccia fra Coppi e Bartali, più ignoto è un gesto che Bartali fece e fu ancor più utile di un semplice passaggio di borraccia. Nella tappa di Monaco Coppi fora e Bartali gli passa la ruota, aspettando poi 10 minuti l’ammiraglia. Per la seconda volta Coppi vinse sia Giro che Tour nello stesso anno.

1953 - E’ il Tour del cinquantenario, della prima volta della maglia verde, ma è soprattutto il Tour di Louison Bobet. Il Bretone ingaggia una gran duello coi connazionali della squadra regionale ovest Jean Mallejac e Jean Robic. Tuttavia la maggior forza della squadra nazionale, fece vincere il Tour a Bobet, che tolse la maglia gialla a Mallejac a Briançon e distanziò tutti di 15 minuti. Ottimo terzo posto per Giancarlo Astrua, in un Tour che per l’Italia vide l’assenza di Coppi.

1954 - Dopo i fatti del Bernina al Giro ’54, dove i corridori non lottarono durante la penultima tappa del Giro, gli Italiani sono assenti. Tuttavia i favoriti della vigilia sono comunque forti. Il campione uscente Bobet, insieme a Mallejac sono i padroni di casa, ma Hugo Koblet e la sua Svizzera, con anche Fritz Schaer sono pronti a scatenare la battaglia. Bobet nelle prime tappe controlla, poi sferra l’attacco nel massiccio centrale. Koblet vince la tappa di Millau, ma Louison è maglia gialla, che consolida sui Pirenei. E’ il secondo successo consecutivo per il Bretone, che quello stesso anno si laureerà campione del mondo.

1955 - E’ ancora Louison Bobet a far suo il Tour, dimostrando una netta superiorità, acuita dal fatto che per vincere il suo terzo Tour consecutivo, lo ha fatto vestendo la maglia iridata. Il Tour non comincia bene per lui. Una ferita al soprassella lo debilita, ma col passare dei giorni trova la miglior forma, staccando tutti sul Mont Ventoux (salita inedita) e vincendo ad Avignone, strappando la maglia gialla alla sorpresa Francese Antonin Rolland e giungendo a Parigi trionfante.

1956 - E’ il Tour più frenetico della storia. Una serie di fughe, malgestite dalle squadre dei favoriti della vigilia, fanno arrivare in maglia gialla un gregario 29enne della squadra regionale Francese nord-est-centro, Roger Walkowiak. Ha oltre un ora di vantaggio sui favoritissimi, quali Gaul, Ockers e Bahamontes. Perde la maglia gialla dal ben più famoso Gerrit Voorting, ma la riconquista e arriva a Parigi con solo un minuto di vantaggio sul secondo classificato, il Francese Gilbert Bauvin. Dopo 32 anni il vincitore del Tour non vince alcuna tappa.

1957 - E’ l’anno dei Francesi, che non perdono un solo giorno la maglia gialla e vincono 15 tappe su 22. Ma soprattutto è l’anno di Jacques Anquetil, che conquista la maglia gialla a metà Tour e costruisce il suo successo inaspettatamente in pianura e a cronometro, difendendosi benissimo in salita. Il 23enne Francese, dallo stile sopraffino, fu profetizzato da Fausto Coppi “mettete una bottiglia di vino sulla sua schiena, e lui non ne farà cadere una goccia”.

1958 - Grande duello Italo-Lussemburghese per la conquista del Tour 1958. Se ci si poteva aspettare Charly Gaul, lo scalatore più forte dell’epoca, l’inserimento nella lotta per la maglia gialla di Vito Favero fu una sorpresa. Inizialmente anche Raphael Geminiani si inserì nella lotta, poi a Briançon dovette cedere la maglia gialla a Favero, che sembrò poter tenere a bada Gaul, che però recuperò 10 minuti il giorno dopo, va a solo 2 minuti dalla maglia gialla e, il penultimo giorno, con la cronoscalata dell’Mont Ventoux, vince e balza in testa, vincendo il Tour 30 anni dopo l’ultimo Lussemburghese, Nicolas Frantz.

1959 - Un Tour in qui i due Francesi più attesi, Anquetil e Roger Rivierè, si annullarono l’un l’altro, lasciando la vittoria allo scalatore Spagnolo Federico Bahamontes. I due Francesi erano dati come favoriti, ma il DS della Francia non riuscì a mettere d’accordo i due campioni. In tutto ciò ne aprofittarono Bahamontes ed Henry Anglade, ingaggiato in una squadra regionale Francese. Lo Spagnolo costruì il successo in salita, vincendo anche la maglia a pois e una tappa, la cronoscalata del Puy de Dome. La prima vittoria Spagnola non fu salutata con entusiasmo dalla stampa Francese, impegnata a criticare la tattica di corsa pessima della nazionale.

1960 - Dopo la lotta intestina tra Rivierè e Anquetil dell’anno prima, i due riuscirono a trovare un accordo. Anquetil farà (e vincerà) il Giro, Rivierè fara il Tour da capitano. Il Tour iniziò bene per Rivierè, vincendo la seconda semitappa del primo giorno. La maglia gialla prima di Nencini, poi dei compagni di squadra Groussard e Anglade non preoccuparono il capitano Francese. A Pau vinse Rivierè, ma Nencini vestì la maglia gialla. Il giorno dopo, nel tentativo di staccare Nencini, Rivierè diede tutto sul Col de Perjuet. In discesa, le linee poetiche di Nencini staccarono Rivierè, che, nel tentativo di rimanere a ruota, cadde e purtroppo rimase paralizzato. Nencini ebbe così via libera, siglando uno straordinario successo italiano, ampliato dalla seconda posizione di Graziano Battistini.

1961 - Il 1961 vede il dominio totale di Anquetil, che vince la seconda semitappa del primo giorno, indossa la maglia gialla e la tiene fino a Parigi, aggiudicandosi la corsa Francese per la seconda volta e distanziando il primo degli avversari, Guido Carlesi, di 12 minuti. Imerio Massignan maglia a pois come l’anno prima.

1962 - Dopo 32 anni le squadre nazionali scompaiono dal Tour e ritornano le squadre di club. Ora i connazionali possono combattere uno contro l’altro, purchè siano di diversa squadra. La prima settimana vede la sfida Darrigade-Altig per la maglia gialla. Poi cominciate le salite gli uomini forti del Tour vennero fuori. La sorpresa fu il Francese 26enne Raymond Poulidor, vincitore di una tappa alpina e 3° sul podio a Parigi. La lotta per la maglia gialla fu tra Jozef Planckaert e sempre lui, Jacques Anquetil, che dopo la cronometro di Lione il penultimo giorno, strappa la maglia gialla proprio a Planckaert e vince il terzo Tour.

1963 - Il tour è improntato sul duello Anquetil-Bahamontes. I due si danno battaglia su ogni tappa di montagna, e a sorpresa fu il Francese, che era dato da molti inferiore in salita a Bahamontes, a vincere. Dopo la vittoria di Val d’Isere Bahamontes si veste di giallo, tuttavia il giorno dopo Anquetil diede spettacolo sulle salite alpine, arrivano in solitaria a Chamonix e sorprendendo lo Spagnolo. Il colpo di grazia Anquetil lo diede naturalmente a crono, dove era imbattibile. Bahamontes arriva secondo, aggiudicandosi comunque la quinta maglia a pois della carriera.

1964 - Dopo la vittoria del Giro, Anquetil prova a far suo anche il Tour, consapevole che se vuole vincere, deve fare un impresa. Impazza la sfida con Raymond Poulidor, che mette in difficoltà Jacques sul Port d’Envalira. Tuttavia durante la crono di Bayonne, “Pou Pou” fora e perde più di un minuto. La resa dei conti si ebbe sul Puy de Dome, dove Poulidor distanziò Anquetil (in maglia gialla). Tuttavia Anquetil mantiene 14 secondi di vantaggio in classifica, che poi diventano 55 dopo la crono finale di Parigi. Per Anquetil doppietta Giro-Tour e 5° successo al Tour, record che rimarrà un tabu per ogni grande ciclista. Infatti fino al 2004 nessun altro corridore vincerà il 6° Tour.

1965 - Il Tour ’65 sembrò l’anno giusto di Poulidor. Ma un neoprofessionista di Bergamo, Felice Gimondi, riuscì nell’impresa di vincere il Tour al primo anno di professionismo. Gimondi tuttavia non doveva nemmeno partecipare, un infortunio di un altro corridore Salvarani fece così optare la dirigenza per portare il 23enne al Tour, dopo l’ottimo 3° posto del Giro. Fu un successo. Gimondi vinse gia alla 3° tappa, diventa maglia gialla, la perse per due giorni, poi la riconquisto. La cronoscalata di Mont Revard decide il Tour. Poulidor è a meno di un minuto dal giovane italiano. Ma Gimondi vinse la cronoscalata e il Tour.

1966 - Dopo un anno di assenza Anquetil tornò al Tour de France, ma oramai 32enne ebbe poche speranze di vittoria. Poulidor sembrò potesse avere vita facile, ma un gregario di Anquetil, Lucien Aimar, sorprese tutti indossando la maglia gialla a Torino. A nulla servì una reazione furente di Poulidor, che dovette accontentarsi del 3° posto dietro Aimar e Jan Janssen.

1967 - Si ritorna temporaneamente alle squadre nazionali, e a vincere il Tour, senza vincere alcuna tappa, fu Roger Pingeon, 27enne corridore Francese, alla prima grande vittoria in carriera. Purtroppo però è il Tour della morte di Tom Simpson. Il corridore Britannico si sente male sulla salita del Mont Ventoux (molto probabilmente un mix letale di caldo e anfetamine precedentemente assunte) e sviene a 1500 metri dalla cima. A nulla valgono i soccorsi con l’elicottero, Simpson morirà qualche minuto più tardi. Il giorno dopo il gruppo lasciò vincere un inglese, Barry Hoban, per ricordare lo sfortunato Simpson.

1968 - Senza gli ultimi tre vincitori sembra spianare la strada a Poulidor, ma la sfortuna si abbatte ancora su di lui. Ad Albi cadde e dovette ritirarsi. Fu allora un Tour pieno di sorprese. All’ultima tappa guidava Herman Van Springel con 12 secondi sullo Spagnolo Gregorio San Miguel, 16 secondi su Jan Janssen e 58 secondi su Franco Bitossi. La cronometro finale si preannuncia avvincente. Ad imporsi è Janssen, che vince un Tour thrilling, e, come Robic 21 anni prima, lo vince senza mai indossare la maglia gialla durante la corsa. Per Bitossi 8° posto finale e prima maglia verde italiana.

1969 - E’ il Tour che fa entrare Eddy Merckx di diritto nella storia del ciclismo. Da debuttante vince il Tour con 18 minuti sul secondo, cosa che non succedeva dal secondo Tour di Coppi, vincendo inoltre, maglia verde, a pois e maglia bianca che contraddistingue il miglior under 25. Prende la maglia gialla dopo la seconda semitappa del primo giorno, la perde ma la riconquista nella 6° tappa sul Ballon d’Alsace, non perdendola più, anzi, guadagnando sui diretti avversari. Secondo posto e primo degli umani per Pingeon, terzo Raymond Poulidor. Si ritorna definitivamente alle squadre per club.

1970 - Se l’anno prima era nata una stella, nel 1970 nacque un cannibale. Eddy Merckx vince 8 tappe, conquista la maglia gialla il primo giorno, la cede solo al compagno Zilioli, ma la riconquista alla 6° tappa dominando da li in poi il Tour. Secondo arrivò Joop Zoetemelk, terzo lo Svedese, primo della storia a podio, Gosta Pettersson.

1971 - Per la prima volta il regno di Merckx è in pericolo. Sotto i colpi dello scalatore Spagnolo Luis Ocana Eddy paga 9 minuti a Orcieres e perde la maglia gialla. Il giorno dopo a Marsiglia, il cannibale medita la vendetta. Parte appena la bandierina del via si abbassa, e guadagna 3 minuti. Ocana rimane comunque maglia gialla. La cronometro di Albi fa recuperare a Merckx un altro minuto, ma è sulla discesa del Col de Mente che si decide tutto. Il gruppo di testa è formato da una decina di corridori, tutti i più forti in classifica. Ocana cade, si rialza, ma vede Zoetemelk schiantarsi addosso. Per Zoetemelk nulla di rotto, per Ocana frattura della clavicola e ritiro. Merckx ritorna maglia gialla, ma il giorno dopo non la indossa. Il Belga vinse così il suo terzo Tour consecutivo, ma non si dimostrò il più forte.

1972 - E arriva il poker per Eddy Merckx, che al contrario dell’anno passato, non ha rivali, vincendo 6 tappe, la maglia verde e facendo doppietta Giro-Tour per la seconda volta, la prima la fece nel 1970. A nulla può Felice Gimondi, secondo a 10 minuti. Eddy costruisce il successo nella tappa di Galibier e Izoard. Terzo posto per l’eterno Poulidor, che a 36 anni centra l’ennesima podio, ma non riesce ancora a vincere il Tour.

1973 - Merckx rinuncia clamorosamente al Tour de France, ed è finalmente l’anno di Luis Ocana, vincitore morale nel ’71 e vincitore vero nel ’73. Senza il Belga, Ocana ha grandi margini di manovra. Vinse la prima tappa di montagna, conquistando la maglia gialla, che non perse più, correndo da Eddy Merckx. Secondo posto per il giovane Bernard Thevenet, a un quarto d’ora dallo Spagnolo, mentre dramma sfiorato per Poulidor, che sui Pirenei cadde e venne portato via in elicottero in stato di incoscienza. Tutto si risolse per il meglio.

1974 - Altro dominio da cannibale per Eddy Merckx, che va in difficoltà solamente sul Pla d’Adet, quando un eterno Poulidor, al suo ultimo Tour, stacca tutti e vince. Merckx vince comunque 8 tappe e distanzia Poulidor di 8 minuti. E’ il secondo uomo della storia a vincere 5 Tour dopo Anquetil. Poulidor saluta il Tour de France senza mai vincerne uno ne indossare per un giorno la maglia gialla. E’ tra l’altro la terza doppietta Giro-Tour per Merckx, record assoluto.

1975 - Merckx vuole entrare nella storia vincendo il 6° Tour de France della carriera. Perse il prologo dall’Italiano Francesco Moser, ma alla successiva cronometro tornò maglia gialla. Sui Pirenei si difese, ma Bernard Thevenet riuscì nell’impresa di farlo cedere. Successe sull’arrivo di Pra Loup, dove il Francese conquistò la maglia gialla, che non perse più. Merckx arrivò secondo a 2’47” perdendo così l’imbattibilità al Tour, che non aveva mai perso dal 1969 quando ci ha corso.

1976 - Fa scalpore il ritorno di Raymond Poulidor, che a 40 anni prova il nuovo assalto al Tour de France, e per poco non riesce perfino a vincerlo. Chiuse terzo. Senza Merckx, Ocana e Thevenet, il Tour era in cerca di un favorito. Ambivano al successo Joop Zoetemelk, Lucien Van Impe, Raymond Delisle e Hennie Kuiper. La prima settimana fu dominata dal velocista Belga Freddy Maertens, che vinse 4 tappe e indosso la maglia gialla per 10 giorni. Sulle Alpi due vittorie consecutive di Zoetemelk, e Van Impe che si veste di giallo, la perde 3 giorni dopo e la riconquista sul Pla d’Adet, con un impresa che distaccò l’ex maglia gialla Delisle di 5 minuti. Dovette poi controllare il ritorno di Zoetemelk, che non fu tuttavia veemente come ci si aspettava. Lo scalatore puro colse la grande occasione dell’assenza di Merckx e vinse. Poulidor si ritirò senza mai vincere il Tour.

1977 - Dietrich Thurau si rivela al grande pubblico indossando la maglia per quindici giorni, complice anche il controllo dei big su Tourmalet e Aubisque e le due cronometro individuale e quella a squadre. Dovette cederla a Thevenet, che dovette vedersela con Hennie Kuiper, vincitore sull’Alpe d’Huez. La crono di Digione mise tutto a posto per Thevenet, che vinse il Tour per 48 secondi.

1978 - E’ il Tour di Bernard Hinault, che vince all’esordio, grazie a una grande regolarità in salita, condita dagli exploit a cronometro. Infatti strappò la maglia gialla a Zoetemelk a 3 giorni dalla fine nella cronometro di Nancy. Per Zoetemelk un'altra beffa, ma per i Francesi è cominciata una nuova era, quella del Bretone regolarista.

1979 - Il Tour viene ancora monopolizzato dal duello Hinault-Zoetemelk, che impazza sui Pirenei, con la maglia gialla del Bretone. Ma a Roubaix Zoetemelk fugge sul pavè e strappa la maglia ad Hinault. Bernard è tuttavia tranquillo e sa che può contare sulla cronometro di Morzine, che vince riconquistando definitivamente il comando. I due sono così superiori rispetto agli altri che durante l’ultima tappa vanno in fuga e arrivano allo sprint sui Campi Elisi. Vinse ancora una volta Hinault.

1980 - E arriva finalmente l’ora di Zoetemelk. L’Olandese dovette ancora vedersela con Hinault, che, tuttavia, veniva dalle fatiche del Giro d’Italia vinto. Hinault si ritirà e lascia via libera al 33enne Olandese, che non convince in salita, ma è primo in regolarità e distanzia di 7 minuti il connazionale Kuiper.

1981 - Dopo la delusione dell’anno prima, Hinault vuole ritornare nel cuore dei tifosi Francesi. Per fare ciò salta il Giro d’Italia. In maglia di campione del mondo conquista la maglia gialla a Pau, e da li domina il Tour, che vince per 14’34” sul Belga Lucien Van Impe. Hinault vinse anche 5 tappe.

1982 - Altra vittoria per Hinault, che si aggiudica anche la doppietta Giro-Tour, entrando nella storia del ciclismo definitivamente. Per Bernard il Tour è di facile amministrazione. Fa sfogare gli avversari in salita, per poi limitare i danni e dare il colpo di grazie nella cronometro di inizio seconda settimana. Da li in poi è un dominio e neanche Zoetemelk può niente. Vinse per la seconda volta la tappa di Parigi.

1983 - Un debuttante fa suo il Tour. E’ Laurent Fignon, 23enne Parigino, a sbaragliare la concorrenza e vincere il Tour. Il debuttante controlla le prime due settimane del Tour de France, poi sferra l’attacco sull’Alpe d’Huez, dove vinse l’Olandese Peter Winnen. Fignon indossò la maglia gialla e vinse il Tour all’esordio, sfruttando anche l’assenza del suo capitano Hinault. Dopo 4 anni l’Italia ritrova una vittoria di tappa con Riccardo Magrini, che si impose a Ile d’Oleron.

1984 - I Francesi gia sognano il duello tra il vecchio leone Hinault e il giovane delfino Fignon. I due si sono appena separati. Hinault vince il prologo, poi la perde il giorno dopo. A cronometro è Fignon ad andare più forte, e, come l’anno prima, conquista la maglia gialla sull’Alpe d’Huez. Si inserisce nel duello anche l’americano Greg Lemond, campione del mondo in carica, ma Fignon vince distanziando Hinault di 10 minuti.

1985 - Dopo la delusione dell’anno precedente Hinault si presenta in grande forma. Dopo il Giro vinto vuole entrare nella storia, vincendo il Tour per la quinta volta e facendo doppietta Giro-Tour per la seconda volta. Tuttavia ci fu una lotta intestina alla Vie Claire con Greg Lemond. Approfittando della defezione di Fignon, Hinault vinse il prologo, e ingaggiò sulle Alpi un duello col compagno di squadra Lemond. Hinault resistette e Lemond diventò gregario del Bretone, che vinse così il suo 5° Tour de France.

1986 - Hinault vuole definitivamente entrare nella leggenda del Tour vincendo per la sesta volta il Tour de France. Iniziò bene per il Bretone, indossando la maglia gialla a Pau. Non pago di ciò il giorno dopo tentò l’impresa. Scattò dopo pochi chilometri, ma all’imbocco dell’ultima salita si sentì vuoto di energie. Il compagno di squadra Lemond lo riprese e lo staccò di 4 minuti. La maglia rimase a Hinault, ma sul Col de Granon la perse a favore del compagno di squadra. Il giorno dopo sull’Alpe d’Huez, Hinault firmò la resa non riuscendo a staccare Lemond. La foto che li ritrae mano nella mano all’arrivo, entra nella storia del Tour. Hinault tagliò il traguardo per primo, ma Lemond vinse il Tour.

1987 - Mancano Hinault (ritiratosi dall’attività agonistica) e Lemond (ferito in un incidente di caccia). Il Tour si svolse senza un favorito e rivelò al mondo lo spagnolo Pedro Delgado. Dopo la cronoscalata del Mont Ventoux, con vincitore il Francese Jean François Bernard, Delgado vinse a Villard-De-Lans. L’Irlandese Stephen Roche (vincitore quell’anno del Giro) va in giallo, ma il giorno dopo la cedette allo Spagnolo sull’Alpe d’Huez. L’Irlandese non si arrese e nella cronometro di Digione, il penultimo giorno, ritrovò la maglia gialla per soli 40 secondi. Fu una beffa per il talentuoso Spagnolo, mentre terzo arrivò Bernard. Per Roche doppietta Giro-Tour, che fu suggellata dalla vittoria al mondiale, per una stagione alla Eddy Merckx.

1988 - Edizione dominata dalla promessa Pedro Delgado, che vinse il Tour con 7 minuti di vantaggio sull’Olandese Steven Rooks (maglia a pois). Delgado vestì di giallo sull’Alpe d’Huez e dominò il Tour. Tuttavia ci fu una polemica, in quanto a Villard de Lans, lo Spagnolo fu trovato positivo al Probenecid, sostanza vietata, ma non venne intrapresa alcuna penalità nei suoi confronti.

1989 - Un Tour che vive le più grandi emozioni negli ultimi metri. Fignon e Lemond all’ultima cronometro sono divisi da 50 secondi. Fignon maglia gialla partì dopo Lemond, che diede tutto e arrivò al traguardo stremato e in prima posizione. Fignon arrivò con un tempo 58 secondi superiore a quello di Lemond e perse drammaticamente il Tour de France per soli 8 secondi, distacco minimo nella storia del Tour tra primo e secondo. Terzo sul podio fu Delgado che nei primi tre giorni perse ben 7 minuti, ma che fece una rimonta favolosa, messa in secondo piano dal finale thrilling per la maglia gialla.

1990 - Una fuga bidone il secondo giorno di gara sembrò decidere il Tour. A trarne maggior vantaggio è l’Italiano Claudio Chiappucci, che indossa la maglia gialla a Villard de Lans. Tuttavia la reazione del campione del mondo e uscente Greg Lemond fu furiosa. A Luz Ardiden fa la differenza e lascia la vittoria a Miguel Indurain, a Limoges è a soli 5 secondi da Chiappucci, che alla cronometro di Lac de Vivissiere dovette inchinarsi. Lemond vinse per la terza volta il Tour. L’Italia tornò a podio 18 anni dopo il secondo posto di Gimondi nel 1972.

1991 - Arriva finalmente il giorno di Miguel Indurain, che al settimo Tour vince la corsa Francese. La tattica dello Spagnolo è semplice, gestisce le forze in salita per poi dare il colpo decisivo a cronometro, specialità nel quale è maestro. Gli avversari principali (Bugno e Chiappucci) non riescono a controbattere. Bugno vince sull’Alpe d’Huez per il secondo anno consecutivo, Chiappucci fa un’impresa a Val Louron e vince la maglia a pois, ma a nulla valgono queste vittorie.

1992 - Nessuno può battere Indurain, che gia vincitore del Giro, firma la doppietta Giro-Tour. Questa volta Chiappucci non riesce neanche a staccarlo in salita, tranne che a Sestriere, dove arrivò solo dopo una fuga di 150 chilometri (gli ultimi 90 in solitaria). Indurain vince le due crono senza mai perdere il controllo della situazione in salita.

1993 - La tattica di Indurain non cambia, neanche il risultato finale. Vince tra l’altro per la seconda volta consecutiva Giro e Tour nello stesso anno. Al secondo posto si piazza Tony Rominger, mentre terzo è il Polacco Zenon Jaskula, il primo Polacco della storia a salire sul podio. L’Uzbeko Abdujaparov vince la maglia verde.

1994 - Per la prima volta in 3 anni, Indurain perde il prologo, che va al Britannico Chris Boardman. Poi Indurain controlla come al solito la corsa, ma questa volta vince solamente una cronometro delle due del Tour. Basta tuttavia per il successo finale. Degna di nota è l’impresa di Richard Virenque, che vince a Luz-Ardiden dopo una fuga solitaria di oltre 100 chilometri, e vince anche la maglia a pois. Per l’Italia vittoria di Poli sul Mount Ventoux e Roberto Conti sull’Alpe d’Huez. Marco Pantani va sul podio ed è maglia bianca.

1995 - E’ il Tour della tragedia. Fabio Casartelli muore cadendo nella discesa del Portet d’Aspet. Sbatte la testa contro un muretto e spira in elicottero, mentre viene trasportato in ospedale. Fino a quel momento gli italiani han messo in difficoltà Indurain, che vince il suo quinto Tour consecutivo. Pantani vince all’Alpe d’Huez e a Guzet Neige, Mario Cipollini vince due tappe, ma dopo la morte di Casartelli, la corsa si trasforma in un lungo corteo funebre multicolore. Lance Armstrong vince a Limoges a braccia alzate verso il cielo, per ricordare il compagno di squadra. La vittoria va per la quinta volta consecutiva a Miguel Indurain.

1996 - Finisce il regno di Miguel Indurain, e, per scherzo del destino, cede lo scettro di più forte proprio nella sua Navarra, nella tappa di Pamplona, dove da via libera al Danese Bjarne Riis, che vince sull’Hautacam e viene aiutato dal giovanissimo compagno di squadra Tedesco Jan Ullrich, secondo a Parigi. Nel 2007 Bjarne Riis confessa di essersi somministrato EPO per vincere il Tour, e l’organizzazione gli priva il Tour. Tuttavia nel 2008 a Riis viene riassegnato il titolo.

1997 - E’ l’ora dei Tedeschi, è l’ora di Jan Ullrich, che domina il Tour correndo alla Indurain. Tuttavia il Tedesco si dimostrò il più forte anche in salita e la vittoria di Pantani sull’Alpe d’Huez e a Morzine fu agilmente controllata dal Tedescone della Germania dell’Est. Al secondo posto, distanziato di ben 9 minuti, arrivò Richard Virenque, terzo Pantani a un quarto d’ora.

1998 - Lo scandalo Festina scosse l’inizio del Tour, tanto che ci si chiese se sarebbe mai cominciato. Ma il Tour cominciò, col solito Chris Boardman che vinse il prologo e le due vittorie di Cipollini a rimpinguare il bottino italiano. Sembrò ancora l’anno di Ullrich, dato che distanziò di 3 minuti Pantani, nella crono di Correze. Ma furono le salite a decidere il Tour. A Luchon Pantani è secondo dietro Rodolfo Massi, mentre a Plateau de Beille Pantani fu solo e primo al traguardo. Ma la vera impresa il Pirata la fece sul Galibier, quando distanziò Ullrich a 5 chilometri dalla cima e guadagnò ben 9 minuti sul traguardo di Les Deux Alpes. Nemmeno la cronometro fece perdere il Tour a Pantani, firmando così la doppietta Giro-Tour. L’Italia torna a vincere 33 anni dopo Gimondi, che premiò Pantani sul podio dei Campi Elisi.

1999 - Non c’è Pantani, coinvolto nell’affaire Madonna di Campiglio, e il Tour scoprì un americano, guarito dal Cancro poco più di un anno prima. Lance Armstrong vince il prologo e mette la squadra a tirare sul Passage du Gois. Cade metà gruppo, coinvolti tra gli altri Alex Zulle e Ivan Gotti. L’Americano perse la maglia gialla ma la riconquisto nella cronometro di Metz, per poi distanziare definitivamente la concorrenza sul Sestrierè. Zulle è secondo a 7 minuti (perse 6 minuti nella tappa del Passage du Gois). Giuseppe Guerini vince sull’Alpe d’Huez nonostante un fotografo gli tagli la strada e lo faccia cadere. Mario Cipollini vince 4 tappe consecutive, primo dopo 74 anni, tra qui la tappa di Blois, la più veloce della storia (50.335 km/h).

2000 - Il ritorno al Tour de France di Pantani fa elevare il livello del Tour de France. Sarà infatti una questione tra i 3 ultimi vincitori del Tour. Armstrong prende la maglia gialla sull’Hautacam, quando distanziò Pantani e Ullrich. Sul Ventoux Pantani accusò inizialmente il colpo, ma si riprese e andò a vincere battendo Armstrong. Armstrong disse apertamente di aver lasciato vincere Pantani, allora Marco il giorno dopo staccò tutti a Courchevel, rientrando prepotentemente in classifica. Non contento, il giorno dopo partì dopo pochi chilometri, ma soffri molto il caldo e un virus intestinale lo costrinse al ritiro. Armstrong ebbe allora via libera per vincere il secondo Tour consecutivo.

2001 - E’ un Tour dominato ancora una volta da Armstrong, che domina anche in montagna (complice l’assenza di Pantani), vince 4 tappe e stacca di 6 minuti e mezzo Jan Ullrich. Per l’Italia anno di magra, infatti non ci fu alcuna vittoria di tappa. Sull’Alpe d’Huez Armstrong vinse anche con furbizia. Sulla salita precedente, il Col du Glandon, finse un malanno per far consumare energie alla squadra di Ullrich, poi all’inizio dell’ultima salita sferra l’attacco e distanzia Ullrich di 2 minuti, conquistando così la maglia gialla, persa a Pontarlier per colpa di una fuga bidone che raggiunse il vantaggio di 36 minuti.

2002 - In assenza di Ullrich, Armstrong ha ancora una volta vita facile. Il suo avversario più pericoloso, lo Spagnolo Joseba Beloki, non resiste ad un Armstrong scatenato sul Tourmalet, e deve accontentarsi del secondo posto. Terzo posto invece per il primo Lituano sul podio del Tour. Raimondas Rumsas, che comunque corre per la squadra Italiana Lampre.

2003 - Il Tour del centenario può definitivamente consacrare Lance Armstrong tra i grandi del Tour. Tuttavia Ullrich promette battaglia, soprattutto dopo la prima vera crisi di Armstrong al Tour. Sul Port de Pailheres, durante la 13° tappa, Armstrong è in maglia gialla, ma disidratato. Nessuno se ne accorge fino agli ultimi chilometri della tappa che si concluse ad Ax-3 Domaines. Ullrich accelera, ma guadagna troppo poco, diminuendo il distacco in classifica a soli 30 secondi. Tutto si decide a Luz-Ardiden. Armstrong parte a metà salita insieme allo Spagnolo Iban Mayo. Ullrich fatica a rispondere, ma Armstrong aggancia un tifoso e cade. Sembra l’ora di Ullrich di attaccare l’Americano, ma lo aspettò. Armstrong, tornato sotto, ripartì immediatamente e stavolta andò a vincere. Il ritardo del Tedesco si alzò a 1 minuto. La crono di Nantes era decisiva, ma Ullrich cadde e Armstrong vinse il suo quinto Tour consecutivo, il più sofferto.

2004 - Armstrong vuole essere il primo della storia a vincere 6 Tour. Cominciò bene il Tour, indossò la maglia gialla dopo la cronosquadre, ma il giorno dopo lasciò andare via una fuga bidone di cinque uomini, uno di questi, Thomas Voeckler, indossò la maglia gialla, che tenette per 10 giorni, superando addirittura due tappe Pirenaiche. A La Mongie, il giovane Italiano Ivan Basso riesce a battere Armstrong, ma le restanti tappe di montagna saranno sempre appannaggio del Texano, che senza troppi problemi vince il suo sesto Tour consecutivo.

2005 - Armstrong promette che, comunque vada a finire, questo sarà il suo ultimo Tour. Un Tour dominato ancora una volta dal Texano, che gestisce la corsa perfettamente e ha persino la possibilità di lasciar vincere due suoi gregari (Hincapie a Pla d’Adet e Savoldelli a Revel). Conquista la maglia gialla a Courchevel, quando arrivò secondo dietro allo Spagnolo Alejandro Valverde. Poi controlla la situazione e vince l’unica tappa del suo Tour al penultimo giorno, con la cronometro di Saint’Etienne. E’ la fine di un’era, che ha portato al Texano 7 Tour, alzando il record assoluto di vittorie. “Vive le Tour, Forever” sono le parole di congedo di Lance dal Tour. Al secondo posto l'Italiano Ivan Basso.

2006 - Un nuovo scandalo doping sconvolge la vigilia del Tour. Ivan Basso, Jan Ullrich e tutta la Liberty Seguros di Alexandre Vinokourov sono squalificati gia prima della partenza per il loro coinvolgimento nell’Operacion Puerto, condotta dal medico sportivo Eufemiano Fuentes. Senza Armstrong e senza altri favoriti il Tour non ha un padrone e ne aprofitta Oscar Pereiro, che guadagna trenta minuti in una fuga bidone a Montelimar, quando la Phonak, squadra del capoclassifica americano Floyd Landis, non reagisce e lascia un vantaggio esagerato alla fuga. Pereiro si difende coi denti, anche se perde la maglia gialla sull’Alpe d’Huez a vantaggio di Landis. La ritrova a La Toussuire, aprofittando della crisi di Landis, ma il giorno dopo l’americano fa un impresa, scattando a 160 chilometri dall’arrivo di Morzine, per poi guadagnare 7 minuti sullo Spagnolo. Pereiro rimane in testa, ma nella cronometro conclusiva perde la maglia gialla a favore di Landis. Tuttavia Landis fu trovato positivo al Testosterone, proprio nella tappa di Morzine, così il Tour fu restituito a Pereiro.

2007 - E’ il Tour della rinascita, che vede come favorito numero uno il Kazako Alexandre Vinokourov. “Vino”, tuttavia, cadde in una delle prime tappe e perse subito due minuti, lasciando la maglia gialla al Danese Michael Rasmussen. Vinokourov rinacque letteralmente nella crono di Albi e nella tappa di Loudenvielle, dove reagì a una crisi del giorno prima, staccando tutti e arrivando solo al traguardo. La sera però venne fuori la notizia di una positività all’Emotrasfusione. Vinokourov dovette lasciare il Tour, allora il duello per la vittoria fu quello tra Rasmussen e il giovanissimo Spagnolo, riabilitato dopo un aneurisma cerebrale di 3 anni prima, Alberto Contador. Rasmussen sembra imbattibile, ma la sera della vittoria dell’Aubisque fu squalificato dalla sua squadra. Sembra infatti che non avesse lasciato una reperibilità veritiera nel periodo pre-Tour. Rasmussen fu poi trovato positivo all’Epo, quindi ci sarebbe comunque stata una squalifica. Contador si trovò in maglia gialla, ma l’Australiano Cadel Evans aveva ancora possibilità di vittoria nell’ultima cronometro. Contador mantenne il comando per solo 23 secondi e vinse il Tour col podio più corto della storia. Contador, Evans e Leipheimer furono racchiusi in soli 27 secondi.

2008 - Manca Contador, vincitore del Giro, ma non accettato al Tour perchè la sua squadra, l'Astana, l'anno prima fu coinvolta nello scandalo doping di Vinokourov e dell'altro Kazako Kaschekin. Allora la lotta della vittoria fu quanto mai aperta. Il giovane Italiano Riccardo Riccò vince a Super Besse e Bagneres de Bigorre, conquistandosi un ipotetica pole position per la vittoria finale. Tuttavia Riccò fu trovato positivo all’Epo di terza generazione insieme ad altri due atleti e squalificato dal Tour insieme alla squadra. Alla vigilia della tappa decisiva dell’Alpe d’Huez, la maglia gialla Frank Schleck, Cadel Evans e la sorpresa Austriaca Bernard Kohl erano tutti e tre in lizza per la vittoria. All’inizio della salita lo Spagnolo Carlos Sastre anticipa tutti e, complice il tatticismo degli altri tre, vince con due minuti di vantaggio, conquistando la maglia gialla. Evans provò a toglierla nell’ultima cronometro ma non ci riuscì. Kohl fu trovato anch’esso positivo all’Epo e fu squalificato, lasciando il podio al Russo Denis Menchov.

2009 - Ritorna Contador, ma soprattutto ritorna Lance Armstrong. I due sono nella stessa squadra, L’Astana. Vivono da quasi separati in casa, ma la strada fa vedere chi è il più forte. Contador scatta sulla facile salita di Andorra e per soli 6 secondi non va in maglia gialla (che va all’Italiano Rinaldo Nocentini). Ma a Verbier scatta a 6 chilometri dalla vetta e lascia sul posto Andy Schleck e Armstrong, andando a conquistare la maglia gialla, che non mollò più. Per Armstrong il ritorno al Tour gli vale il terzo posto, mentre al secondo posto un giovane e promettente Lussemburghese, Andy Schleck. 6 vittorie di tappa per il velocista Britannico Mark Cavendish.

2010 - Un salto di catena decide il Tour, o meglio, un salto di catena fa conquistare la maglia gialla nella tappa di Luchon ad Alberto Contador. Andy Schleck è maglia gialla, conquistata a Saint Jean De Maurienne, e il giorno prima, ad Ax-3 Domaines, rimane passivo a ruota di Contador. Accusato di eccessiva passività Andy prova a rispondere sul Port de Bales, con un grande scatto con un rapporto lunghissimo, forse troppo. Infatti al cambiare il rapporto la catena gli scende e Contador gli attacca in faccia. Alla fine della tappa sarà maglia gialla, ma tra i fischi. Sul Tourmalet la resa dei conti. Solo 8 secondi separano i due, ma Contador controlla agilmente e lascia la vittoria ad Andy Schleck, che dopo il traguardo abbraccia Contador, in un gesto di riappacificazione dopo le polemiche di Luchon. Per Contador terzo Tour de France a soli 28 anni, mentre per Alessandro Petacchi maglia verde, 42 anni dopo l’ultimo italiano in verde, Franco Bitossi. A Novembre esce la notizia della positività di Contador al Clenbuterolo, presente in una quantità quasi nulla nelle urine del corridore Spagnolo , il 3 Agosto 2011 si deciderà chi vince il Tour de France 2010. Dopo altri slittamenti, il 6 Febbraio 2012, il vincitore sulla strada, Alberto Contador, viene squalificato per mancanza di prove di innocenza. Gli vengono tolti sia il Giro 2011 (andato a Michele Scarponi) che il Tour 2010, assegnato a tavolino a Andy Schleck.

2011 - E’ finalmente l’anno di Cadel Evans. Dopo due secondi posti consecutivi, nel 2007 e nel 2008, conditi anche da un giorno in maglia gialla nel 2010 (dove però la perse subito per una microfrattura al gomito), la vittoria va all’Australiano, dopo un Tour combattuto, pieno di colpi di scena e, purtroppo, di cadute. Gia la prima tappa vede grandi distacchi, che vengono causati da una caduta a 10 km dalla fine. Rimangono coinvolti Contador, reduce dalla vittoria al Giro, e Samuel Sanchez. A Saint Flour una fuga premia in maglia gialla il Francese Thomas Voeckler, che sorprendentemente manterrà fino al terzultimo giorno. Purtroppo in quella stessa tappa, Alexandre Vinokourov cade assieme a una ventina di corridori, nella discesa bagnata del Col du Pas du Peyrol, si rompe il femore, e finisce la carriera. A Luz Ardiden vince Sanchez, mentre a Plateau de Beille vince il Belga Jelle Vanendert, mentre i big si controllano. Tutto si decide sulle Alpi. Andy Schleck prova l’impresa nella tappa del Galibier. Penalizzato dal ritardo accumulato nella tappa di Gap, parte sull’Izoard a 60 km dalla fine e giunge solo sul Galibier con 2 minuti e 15 sul fratello Frank. Il giorno dopo l’Alpe d’Huez consacra il giovane Francese Pierre Rolland, compagno di squadra di Voeckler, che perde la maglia gialla a favore di Andy, che però il giorno dopo cede nella cronometro di Grenoble a Cadel Evans, che diventa il primo Australiano a vincere il Tour. Per il terzo anno consecutivo Andy Schleck arriva secondo, mentre terzo il fratello Frank, nel primo podio contenente due fratelli in 107 anni di storia. Fa sensazione la spedizione Norvegese, formata dai soli Thor Hushovd (campione del mondo in carica) e Edwald Boasson Hagen, vincitori di 2 tappe a testa. Mark Cavendish, vincitore di 5 tappe, vince finalmente la Maglia Verde. A Saint Flour un altra caduta scuote il Tour. Lo Spagnolo Juan Antonio Flecha viene urtato da una macchina della televisione Francese. Lo Spagnolo cade e travolge l'Olandese Johnny Hoogerland, che finisce sul filo spinato. I due finiscono la tappa, la decima, e riescono ad arrivare a Parigi, venendo definiti eroi.

2012 - Il percorso del Tour cambia, e diventa più umano. Poche salite e molti chilometri a cronometro, che fanno diventare favorito di diritto l'ex pistard Bradley Wiggins, aprofittando anche dell'assenza di Alberto Contador (squalifica doping) ed Andy Schleck (carenza di condizione e infortunio). Il corridore Britannico può contare anche e sopprattutto, su una squadra fortissima qual'è il Team Sky, che durante tutto l'anno dimostra la grande forza e compattezza, portando alla vittoria il loro capitano alla Parigi-Nizza, Giro di Romandia e Giro del Delfinato. Luogotenente di Wiggins è il Kenyano naturalizzato Britannico Chris Froome, che gia alla Vuelta 2011 si fa notare, arrivando adirittura davanti a Wiggins in classifica generale, al secondo posto. Il Kenyano perde un minuto e mezzo per una foratura, durante la prima tappa, poi vince il primo arrivo in salita a La Planche des Belles Filles, dove Wiggins conquista la maglia gialla. "Wiggo" non perderà più il simbolo del primato, non essendo mai contrastato ne dal campione uscente Cadel Evans (che poi accuserà varie crisi, finendo settimo in generale) ne dall'Italiano Vincenzo Nibali, sempre all'attacco ogni volta che la strada sale. Wiggins vince anche le 2 cronometro lunghe a Besançon e Chartres. La sua popolarità in Inghilterra diventa così alta che ha anche l'onore di aprire con un rintocco di campana la cerimonia d'apertura dei Giochi Olimpici di Londra il Venerdì seguente, dove vince anche l'Oro a cronometro. Sensazionale ritorno dopo la caduta dell'anno prima per Vinokourov, che al Tour prova in tutti modi a vincere una tappa, non riuscendoci, ma affina la condizione per le Olimpiadi dove vince l'Oro nella prova in linea. Tra i velocisti 3 vittorie a testa per Cavendish, Greipel e per il debuttante slovacco Peter Sagan, in grado di vincere la maglia verde. Voeckler, quarto l'anno passato, vince 2 tappe e la maglia a pois, mentre la classifica giovani va allo statunitense Tejay Van Garderen.