Ad ormai poche ore dalla storica Grand Depart che darà il via alla 100a edizione del Tour de France, non potevano mancare le consuete griglie che andranno ad analizzare i favoriti per l'ambitissima maglia gialla di leader della classifica generale, ma anche coloro che lotteranno per traguardi solo all'apparenza minori come la maglia a pois di miglior scalatore, la maglia verde della classifica a punti e infine la maglia bianca del miglior giovane (valida per quei corridori che ancora non hanno compiuto 25 anni al 1° Gennaio 2013).
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Chris Froome (Sky)
Come l'anno passato, è il capitano del Team Sky a dominare le classifiche dei pronostici pre-Tour. Ma stavolta il nome è quello di Chris Froome, classe 1985 che, nel giro di 3 anni, è diventata una vera e propria macchina da GT: prima il 2° posto alla Vuelta 2011, poi quello al Tour dell'anno scorso correndo in appoggio a Wiggins e adesso ha nel mirino la maglia gialla, un obiettivo tutt'altro che illusorio. La squadra pare un attimo meno compatta dell'anno scorso, ma gregari come Porte, Kyrienka, Lopez, Kennaugh, Thomas e Boasson Hagen sono la creme de la creme in circolazione. Senza contare che, almeno sulla carta, il britannico/keniota appare molto meno vulnerabile rispetto al suo ex capitano. Sarà molto difficile smuoverlo dal trono di questo Tour... |
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Alberto Contador (Saxo Bank)
Saltato il confronto l'anno scorso a causa della squalifica post-clenbuterolo, nel primo - e finora unico - testa a testa con Froome il pistolero ha preso una bella batosta: dopo esserselo visto a braccia alzate sul traguardo di Valmorel, Contador ha dovuto alzare definitivamente bandiera bianca lungo i 32 km della crono di Parc des Oiseaux. E' però il vero (e forse unico) rivale del team Sky: ha la qualità dalla sua parte, l'esperienza e sa - a differenza della maggior parte dei suoi rivali - come si vince un GT. E, di conseguenza, non avrà niente da perdere: per Contador, alla fine, arrivare 2° o 4° non sarebbe poi così diverso. Al suo fianco avrà una squadra di qualità, composta da uomini come Kreuziger, vincitore dell'Amstel, Rogers, scippato proprio agli Sky, Roche ed i fedelissimi Hernandez e Noval. |
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Joaquim Rodriguez (Katusha)
Vincitore delle classifiche World Tour 2010 e 2012, è sicuramente uno dei corridori più costanti in circolazione. Ma non uno dei più vincenti, purtroppo per lui: tante belle prestazioni, ma da quando si è messo in proprio è riuscito a portarsi a casa solo una Freccia Vallone e un Lombardia. Gli schiaffi più grossi sono arrivati proprio da GT, che lo hanno visto perdere un Giro - da Hesjedal - per soli 16 secondi ed una Vuelta - da Contador - in maniera abbastanza clamorosa. Resta comunque la terza forza di questo Tour, con l'obiettivo podio che può essere tutt'altro che impossibile. Anche se, tra i big, è probabilmente quello con la squadra meno competitiva... |
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Alejandro Valverde (Movistar)
Quest'anno ha dosato meglio le forze, puntando a disputare un bel Tour de France (obiettivo: podio) ma togliendosi comunque delle belle soddisfazioni come la vittoria della Vuelta a Andalucia e i piazzamenti ad Amstel (2°) e Liegi (3°). Resta però l'allergia al Tour: in 4 partecipazioni ha collezionato un ritiro (2006), un 6° posto (2007), un 8° posto (2008) e un 20° (2012). Ma in generale Valverde non ha mai particolarmente brillato nei GT: ha infatti solo una Vuelta nel palmaers (2009), conquistata però sfruttando lo stra-dominio della propria squadra. Anche quest'anno ha a disposizione dei compagni più che validi come Rui Costa e, soprattutto, il giovanissimo Nairo Quintana: ma, più che contare sul loro aiuto, dovrà stare attento a non farsi sopravanzare nelle gerarchie di squadra. |
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Richie Porte (Sky)
Così impossibile replicare il doppio podio della stagione passata? Beh, sembra proprio di no, anche se il percorso (e gli avversari) di quest'anno pare riservare qualche insidia in più. Soprattutto visto il Porte del 2013, che, dopo le prestazioni alla Parigi-Nizza (1°), al Critérium International (2°, dietro a Froome), Vuelta al Pais Vasco (2°) e Tour de Romandie (8°), ha fatto insinuare in qualcuno il dubbio che potesse anche insidiare i gradi di capitano di Froome. Fino a questo punto non si arriverà, a meno di cataclismi: vuoi perchè la differenza tra i due è sempre abbastanza netta, vuoi perchè le gerarchie, in casa Sky, sono sacre. In più i due vanno d'amore e d'accordo. Tornando alla realtà, durante le "prove generali" effettuate sulle strade del Delfinato Froome ha chiuso 1° e Porte 2°: un segno premonitore? |
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Jurgen Van den Broeck (Lotto-Belisol)
Partito con il piede giusto a San Luis ed in Andalusia, si è un po' perso dopo il ritiro (causa caduta in discesa) al Giro dei Paesi Baschi, non brillando particolarmente in due corse importanti per i "touristi" come Romandia (7°) e Delfinato (9°). Il belga della Lotto rimane comunque un corridore solido ed affidabile, proveniente da due 4° posti (nel 2010 e nel 2012), che magari non riuscirà mai a vincere un Tour, ma che il suo nome nelle prime posizioni della classifica finale ricorre sempre, o quasi. Certo che la sua squadra avrebbe potuto concedergli qualche uomo in più, visto che De Clercq e il giovane Willems non sono poi questa gran cavalleria... |
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Pierre Rolland (Europcar)
Bloccato da alcuni problemi non ben identificati durante il recente Giro del Delfinato, a causa dei quali è rimasto coinvolto nella querelle del MPCC, per Rolland questo Tour de France è un'occasione da non lasciarsi sfuggire: il percorso quest'anno gli strizza l'occhio, e dopo un 11° e un 8° posto è giunto il momento di provare l'assalto alla top 5. In questo 2013 non ha combinato un granché, a dir la verità: ma anche nelle passate stagioni le sue prime parti di stagioni sono sempre state abbastanza incolori. |
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Cadel Evans (BMC Racing Team)
Dopo la conquista della maglia gialla nel 2011, di Evans si erano quasi perse le tracce: il Critérium International, una vittoria di tappa al Giro del Delfinato e qualche piazzamento qua e là. Sembrava ormai alla frutta, più mentalmente che fisicamente, tanto che ormai si spargevano le voci di un possibile ritiro dal mondo delle corse. Il recente Giro d'Italia però lo ha rilanciato alla grande: un podio davvero sorprendente, conquistato con la grinta e la "fame" dei vecchi tempi. Certo, i 36 anni rimangono e le gambe cominciano a farsi dure, ma in questo Tour qualcosa vorrà combinare: vincerlo è impossibile, un podio molto difficile; ma una top 5, visti i rivali, ci può anche scappare, nonostante le fatiche post corsa rosa.
Tutta da verificare poi la convivenza con Tejay Van Garderen: Evans ringhia e afferma la sua leadership dalle colonne della Gazzetta, ma il giovane americano ha dalla sua il 4° posto conquistato nel 2012 e una maglia bianca da difendere. In BMC dovranno essere dei bravi pompieri... |
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Jakob Fuglsang (Astana)
Reduce da un ottimo Giro del Delfinato, chiuso ad una manciata di secondi dalla terza piazza del podio, il 28enne dell'Astana si trova davanti ad un'occasione che potrebbe essere irripetibile: Martinelli gli ha infatti dato i gradi di capitano dell'Astana per il Tour, togliendo fin da subito pressione al danese visto che il grande obiettivo stagionale dei kazaki era il Giro. Fuglsang dovrà dimostrare di esser davvero migliorato molto sulle lunghe salite e di meritare la fiducia dei suoi tecnici, altrimenti - se dovesse arrivare anche Uran - rischia di entrare nella categoria "gregari di lusso". Il vice Janez Brajkovic, 9° nel 2012, può dare fastidio, ma fino ad un certo punto. |
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Bauke Mollema (Belkin Pro Cycling)
Stufi dei (pochi) alti e (tanti) bassi di Gesink, Frans Maassen e soci hanno deciso di affidare le chiavi della neonata Belkin Pro Cycling a Bauke Mollema, il miglior piazzato da un po' di anni a questa parte: il suo 4° posto alla Vuelta 2011, a 20 secondi dal 3° di Wiggins, è il più alto risultato ottenuto dagli ex Rabobank in un GT, dai tempi dell'epopea di Denis Menchov. La Belkin ripone piena fiducia nel suo nuovo capitano, arrivando a lasciare a casa sia i velocisti Bos e Renshaw che l'indesiderato/cacciatore di tappa Luis Leon Sanchez: una top 10 è l'obiettivo minimo, mentre una top 5 sarebbe ciò che serve per ripagare appieno le aspettative dei suoi tecnici. |
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Thibaut Pinot (FDJ)
10° in classifica generale, tappa vinta in solitario a Porrentruy con tanto di Madiot fuori dal finestrino ad incitarlo, un 2° posto in compagnia dei big a La Toussuire e un 4° sul Peyragudes davanti a gente del calibro di Nibali, Van den Broeck e Van Garderen. Il tutto, alla prima partecipazione al Tour de France. Sono numeri da predestinato. Il difficile viene adesso, quando le aspettative sul suo nome salgono: ma il 4° posto ottenuto pochi giorni fa al Tour de Suisse rappresenta un segnale decisamente positivo. Una tappa e la maglia bianca (con un piazzamento nella generale, anche se di poco, migliore dello scorso anno) sarebbe già un risultato da prendere al volo. |
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Ryder Hesjedal (Garmin-Sharp)
Reduce da un Giro che gli ha regalato solo delusioni, la maglia rosa del 2012 è ritornata in corsa al Tour de Suisse finendo per terra dopo 3 tappe e rischiando addirittura di saltare la Grand Boucle. Un 2013 che è nato e continua sotto una cattiva luce, con la gemma della Liegi in favore di Martin e il rinnovo fino al 2015 con i Garmin come uniche note liete: potranno bastare? Proprio Daniel Martin può rappresentare una più che valida alternativa, ringalluzzito dalla conquista della Doyenne e al riparo dalle allergie. Il problema è che nei GT non è che abbia mai combinato un granché: il suo miglior risultato risale al 2011, con un 13° posto nella classifica finale della Vuelta. Infine da citare anche gli statunitensi Thomas Danielson (9° nel 2011), che dovrebbe però svolgere solamente lavoro di gregariato, e Andrew Talanksy, reduce da un Delfinato in grande crescita ma probabilmente ancora troppo acerbo per un Tour. |
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Daniel Navarro (Cofidis)
Ex fido scudiero di Contador, alla soglia dei 30 anni ha deciso di mttersi in proprio e di approdare alla Cofidis nella speranza di potersi giocare le sue carte. La vittoria della Vuelta a Murcia, il 12° posto alla Parigi-Nizza ma soprattutto il 5° posto al recente Giro del Delfinato (a soli 8 secondi dal podio) fanno ben sperare Sanquer e i suoi uomini. Sempre che non abbia anticipato troppo la preparazione e non si ritrovi con la lingua di fuori all'indomani della terza settimana. In casa Cofidis esistono però varie alternative: dall'esperto Christophe Le Mevel ai talenti parzialmente espressi di Jerome Coppel e Rein Taaramae. |
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Mikel Nieve (Euskaltel)
All'esordio al Tour de France, il 29enne originario di Leitza è giunto tardi nel ciclismo che conta (2009), ma si è subito fatto trovare pronto: nel 2010 11° alla Vuelta (e la tappa dell'Alto de Cotobello) correndo - per buona parte - in favore di Anton, nel 2011 10° al Giro d'Italia (con vittoria sul Gardeccia) e 10° anche alla Vuelta e infine nel 2012 un altro 10° posto al Giro. Un corridore solido, costante, che, con un po' di fortuna e caparbietà, potrebbe riuscire ad entrare anche nei 10 del Tour. L'alternativa, in casa basca, è Igor Anton, tutto l'opposto del suo compagno: discontinuità alla massima potenza, ci sono giornate che pare un fenomeno (ultimamente, molto poche) a giornate in cui si stacca da un gruppo di 60 corridori dopo pochi metri di una salita. Le responsabiltà per i due comunque sono molto pesanti: l'Euskaltel necessita di punti WT visti gli scarsi risultati ottenuti finora, così che non potranno essere tollerati L'esperienza di Astarloza e la freschezza degli Izagirre potranno essere dei validissimi alleati per i due capitani. |
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Damiano Cunego (Lampre-Merida)
Torna al Tour dopo 1 anno di assenza, quando, senza combinare niente di speciale, riuscì a concludere al 7° posto nella generale: un bottino un po' magro per un corridore con il palmares di Cunego. Potrebbe però rispolverare anche quest'anno la vecchia tattica, visto che per la Lampre significherebbe punti preziosissimi in ottica licenza WT: ma con il ritmo Sky non è detto che possa funzionare, senza contare il fatto che quest'anno non è che stia impressionando tifosi ed appassionati. In casa Lampre da considerare anche Niemiec, reduce da un buon Giro d'Italia e alla caccia di qualche tappa (e, perchè no, della maglia a pois). |
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Andy Schleck (Radioshack)
Fa specie vedere un talento cristallino come quello di Andy relegato nei bassifondi dei pronostici, ma dal 2011,quando arrivò 2° alle spalle di Evans, ad oggi non ha combinato praticamente più nulla, martoriato sia da problemi fisici che - soprattutto - psicologici. Molto lentamente pare stia cercando di risollevarsi: i migliori risultati di questi 24 mesi li ha fatti segnare proprio in questo mese di Giugno, con un 10° posto nel campionato nazionale e un 15° posto di tappa al Tour de Suisse. Troppo poco per pensare di poter sperare ad una top 10 al Tour, ma è sempre meglio di nulla...
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Mark Cavendish (Omega Pharma)
L'inglesino proveniente dall'Isola di Man è reduce dalla conquista della maglia di campione nazionale e dalla rossa della classifica a punti del Giro, con tanto di 5 tappe vinte. Tanto per non scordarsi quale sia il nome del miglior velocista in circolazione. Quest'anno poi, salutata la Sky, avrà l'intera squadra a disposizione, con un treno di grande qualità che, giorno dopo giorno, sta trovando i giusti automatismi: Steegmans si sta rivelando un ultimo uomo di sicuro affidamento, Matteo Trentin si muove come uno scafato gregario, Terpstra, Chavanel e l'iridato a cronometro Tony Martin sono passisti fenomenali. L'unico dubbio è sulla tenuta: dopo un Giro così duro, riuscirà ad essere brillante fino all'arrivo sui Campi Elisi? |
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Peter Sagan (Cannondale)
Maglia verde in carica, quest'anno - con un Cavendish a pieno regime - dovrà faticare e non poco per riuscire a ripetere il successo della stagione passata. Lo slovacco poi, a differenza del 2012, sembra orientato ad allungare la sua stagione fino a Settembre, quando, a Firenze, si disputerà la prova iridata. Insomma, sicuramente cercherà di piazzarsi ad ogni volata di gruppo e proverà a muoversi alla ricerca dei traguardi volanti, cercando ovviamente il colpo grosso sui traguardi più difficili. Ma per conquistare la maglia verde potrebbe non bastare... |
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André Greipel (Lotto-Belisol)
Ha a disposizione uno dei treni più forti ed esperti, probabilmente il più affiatato: l'amico Sieberg come pesce pilota, Roelandts che corre da una vita agli ordini di Seargent, i vari Hansen, Henderson e Bak presi apposta per Greipel e che oramai sono al secondo anno all'interno della squadra belga. Greipel deve dunque contare sui compagni di squadra per cercare di limare il gap che lo divide da Cav, sperando poi che il britannico cali alla distanza: tutta la Lotto ripone grandi speranze nel suo vlocista di punta. |
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Marcel Kittel (Argos-Shimano)
Alla ricerca del riscatto dopo lo sfortunato Tour della scorsa stagione, il tedesco classe 1988 avrà tutta la Argos-Shimano al suo fianco. O quasi: il compagno John Degenkolb dovrebbe infatti fare corsa parallela. Kittel sarà protagonista nella sfida tra titani con Greipel, Cav e Sagan, ma per la maglia verde pare essere ancora molto acerbo.
Altri pretendenti non si vedono: detto di Degenkolb, Matthew Goss (Orica) sembra regredito, mentre Edvald Boasson Hagen (Sky) sarà impegnato - anche quest'anno - a lavorare per il capitano di turno. |
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Thomas Voeckler (Europcar)
Detentore del titolo, l'idolo per eccellenza dei francesi non può che andare alla caccia, anche quest'anno, della maglia a pois, uno dei simboli più amati dal popolo del Tour e che rappresenta al meglio le qualità di Thomas Voeckler. T-Blank ha parlato chiaro: Rolland curerà la classifica, mentre lui sarà libero di fare la sua corsa: una tappa, la classifica GPM e magari un buon piazzamento nella generale sarebbe da metterci la firma. |
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Christophe Le Mevel (Cofidis)
L'esperto corridore della Cofidis difficilmente potrà fare classifica, a causa sia dell'avanzare dell'età sia della forte concorrenza all'interno della squadra. Così la maglia a pois, uno dei simboli maggiormente amati dai francesi, potrebbe rappresentare l'unica classifica realmente raggiungibile. |
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Igor Anton (Euskaltel)
Non solo Anton, ma anche il navigato Mikel Astarloza o i fratelli Ion e Gorka Izagirre. O lo stesso Mikel Nieve, se fosse scavalcato nelle gerarchie di squadra proprio da Anton. L'andare all'attacco è una caratteristica da sempre presente nel DNA degli Euskaltel, tanto che la pois potrebbe così diventare il traguardo più facile da raggiungere per gli uomini di Galdeano. Per i baschi non sarebbe la prima maglia a pois: nel 2011 infatti Samuel Sanchez strappò, nella tappa dell'Alpe d'Huez, la maglia a Vanendert, e la difese fino a Parigi dall'attacco del belga e del lussemburghese Andy Schleck. |
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Johnny Hoogerland (Vacansoleil)
Attaccante di razza, un vero cavallo pazzo, il 30enne olandese della Vacansoleil ha un conto in sospeso con il Tour de France, dopo che, nel 2011, una macchina dell'organizzazione lo speronò, lanciandolo contro una rete di filo spinato (in regalo 33 punti di sutura). Inoltre la Vacansoleil è a forte rischio chiusura, quindi sia per interessi di squadra che personali dovrà - per forza di cose - cercare di mettersi il più in mostra possibile: quale miglior occasione dunque se non vincere la maglia a pois?
Altri papabili per la questa classifica potrebbero essere l'anarchico Fredrik Kessiakoff (Astana) lo scalatore John Gadret (Ag2r), Arnold Jeannesson (FDJ), attaccanti di razza come Julien El Farès (Sojasun) e Michael Albasini (Orica-GreenEdge), Maxime Monfort (Radioshack), lo slovacco Peter Velits (Omega Pharma) e il polacco Przemyslaw Niemiec (Lampre), recente 6° al Giro. |
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Thibaut Pinot (FDJ)
Classe 1990, capitano della FDJ, è uno dei giovani più talentuosi in circolazione. Può già contare su di una buona esperienza in fatto di Tour de France (lo scorso anno ha chiuso al 10° posto, con tanto di vittoria di tappa a Porrentruy), su un percorso favorevole e su di una squadra tutta concentrata su di lui: tutti aspetti molto positivi in vista della maglia bianca. Ma contro rivali di questo livello dovrà sudare, e non poco... |
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Nairo Quintana (Movistar)
Il talento c'è, su quello ci si può giurare. La condizione è un'incognita, visto che l'ultimo suo dorsale risale al 21 Aprile scorso (50°, Liegi-Bastogne-Liegi). La Movistar però dovrebbe considerare la sua candidatura per la maglia bianca: al fianco e al servizio di Valverde sì, ma senza consumare fino all'ultima goccia di energia per il proprio. Da questo punto di vista e dal fatto che sia alla prima esperienza al Tour risulta dunque sfavorito rispetto a Pinot, ma ha già dimostrato di essere già molto maturo e pronto per un traguardo così importante. |
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Andrew Talansky (Garmin)
Classe 1988, dovrebbe essere - a meno di crolli - lasciato libero dai Garmin proprio per curare la classifica dei giovani, che, quando siamo al Tour de France, ha un valore di non poco conto. Sicuramente gli sarebbe piaciuto di più il percorso del 2012, ma ha concluso molto bene il Delfinato e dunque si candida quantomeno a lottare fino alla fine per la maglia bianca. |
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Tejay Van Garderen (BMC Racing Team)
Maglia bianca in carica, il percorso non è come quello dell'anno passato ed Evans ha messo subito in chiaro chi sia il capitano in casa BMC. Quindi dovrà riuscire a confermarsi (su di un percorso più esigente) e a ribaltare nuovamente le gerarchie: cosa tutt'altro che facile...
Attenzione però anche ad altri giovani interessanti come Tony Gallopin (Radioshack), Ion Izagirre (Euskaltel) e Michal Kwiatkowski (Omega Pharma). |