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Milano-Sanremo 2023
#21
Me lo son proprio goduto. Heart
 
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#22
Che fenomeno Ave
 
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[+] A 1 utente piace il post di Spalloni
#23
L’augurio che mi ero fatto ieri sera s’è avverato, Matthieu Van der Poel e Pogacar, si sono inventati qualcosa in grado di illuminare il cielo di Sanremo. Ma solo Matthieu, ha recitato appieno il copione del fuoriclasse, del campionissimo in grado di rendere radiosi gli ultimi 7 chilometri di corsa e di scolpire un gesto leggendario. Lui, il nipotino di Raymond, sessantadue anni dopo il nonno, col medesimo fare di chi ha qualcosa in più degli altri grandi. E Matthieu, ancora una volta, m’ha stappato le lacrime: ha davvero reso degna una classica che otto-nove volte su dieci è noia. Solo un gesto tolto dalla leggenda del pedale poteva rendere la Sanremo ciclistica, la città dei fiori e dei colori chi si specchiano sul blu del mare, per dirci che è la natura stessa a recitare un copione caleidoscopico. E Matthieu è davvero un caleidoscopio gigante nell’incenso del ciclismo, alla faccia di quelli che non han mai perso occasione di criticarlo!     

Ed ora, visto che qui come nella vita parlo tanto di storia, voglio rendere onore al caro Raymond, che da lassù applaude e piange di gioia per il nipote, raccontando stringatamente come vinse nel ’961 quella Milano Sanremo che, da oggi è ancor più immanente nella sua famiglia.

……..Sul Capo Berta, l’erta che aveva deciso tante Sanremo, in contropiede sulla chiusura del tentativo di Guido Carlesi, Rik Van Looy e Gilbert Desmet, partì il francese Jean-Claude Annaert, che passò solo sulla cima con pochi secondi di vantaggio sul gruppo. Nella discesa, dal grosso, evase come un fulmine Raymond Poulidor, sulla cui ruota si pose l’olandese Albertus Geldermans. In un paio di chilometri i due raggiunsero il battistrada. Il gruppo non mollò, mantenendo lo svantaggio in termini di possibilissimo recupero, ma quel giorno, Poulidor, offrì davvero, una prova di forza e di carattere difficilmente riscontrabili. Sul Poggio, fece fuori i due compagni d’avventura e poi riuscì a resistere alla furiosa rincorsa del plotone. Giunse in via Roma tre secondi prima di Van Looy, che regolò Rino Benedetti nella volata valevole per il posto di onore. Una impresa da stella del pedale quella del contadino della regione del Limousin, non ancora “Poupou”, che era passato tardi fra i professionisti a causa del servizio militare….
 
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[+] A 7 utenti piace il post di Morris
#24
Epilogo cucchiaino di miele attorno all'amarissima medicina del percorso di pupu
 
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#25
Mathieu quanto gasi.
 
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[+] A 2 utenti piace il post di cigolains
#26
Grazie Mat per rallegrarci le giornate.
 
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[+] A 2 utenti piace il post di samuxsafe
#27
Quando dicevo che Van Aert non e' un dopato,dicevo questo ai tanti che lo accusavano,se MVDP sta bene,la differenza si vede......parliamo di altro livello,ed olandese obbiettivamente e' altra roba..........pazzesco!!!
 
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#28
pensavo l'altro giorno che la Milano Sanremo fino al Poggio è come i primi cinque minuti di Free Bird, un'inutile straziante tortura che tocca mandare giù se si vuole arrivare alla parte con l'assolo

and Capo Berta you cannot change
 
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#29
L'altro giorno ho deriso chi dava tra i favoriti Ganna. Devo fare mea culpa, veramente una bellissima prestazione quella di Ganna. In un edizione semza marziani avrebbe magari anche potuto vincere
 
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#30
VDP patrimonio dell'umanità, non ho parole  Ave


Anche a me Ganna ha sorpreso, tolto VDP era quello che ne aveva di più e concordo che senza marziani se la giocherebbe. 
Quello che almeno io critico è la sovraesposizione nei pronostici da parte dei commentatori, un po' come si faceva fino a poco tempo fa con Nibali, cosa talmente fastidiosa da renderlo quasi antipatico (senza colpe).

In maniera minore, ma anche quest'anno forse Kragh Andersen è stato decisivo non lasciando il buco a Pogacar  Asd

Speravo meglio De Lie, ma non parlerei di delusione, ha fatto 21 anni l'altro ieri, un passaggio a vuoto ci sta.
 
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[+] A 6 utenti piace il post di Jussi Veikkanen
#31
non sono troppo d'accordo nel senso che quello che stiamo vedendo negli ultimi anni è che tutto si decide sul Poggio ma con questo Pogi i velocisti saranno tagliati fuori dal ritmo che farà imporre ai suoi compagni su Cipressa+Poggio

ecco togli dall'equazione Pogi MVDP chi altro Van Aert? secondo me Ganna da solo non fa questa differenza in salita, anche se la facesse non scende(rebbe) abbastanza forte ed ecco che gli resterebbe il jolly giù dalla discesa contro un gruppetto di gente veloce non meno stanchezza in salita nelle gambe... rimane un terno al lotto e basta per me.... non è un secondo posto che mi fa dire un giorno la vincerà perché la Sanremo è questa corsa (di merda) qui dove un tempo poteva vincere chiunque ma anche uno molto portato può non vincerla mai basti pensare a Sagan dei bei tempi

comunque mi sono reso conto definitivamente che più che con la corsa in se o con percorso di merda ce l'ho con quelli, addetti ai lavori in primis che forgiano il pensiero dei quasi-occasionali all'ascolto, che provano disperatamente ad indorare questa pillola con una retorica insopportabile ormai per me.

io la butto lì se si facessero le manie, colla micheri al posto di uno dei capi
- a proposito di retorica insopportabile ieri avevo messo l'audio per qualche istante ed eravamo all'imbocco di uno dei capi ora non ricordo quale con Magrini che fa ecco ora siamo all'imbocco di Capo ... questa è una salita che si sentirà nelle gambe!! una roba così io bitch please una salita ahha al 2% -
ok io odio la cipressa ma sono disposto (ihihi) ad accettarla ... preferirei tagliarla in toto per una salita più dura almeno quanto il poggio... ma dico ok teniamola... arriviamo al dunque... un percorso così COSA CAZZO CAMBIEREBBE?!?!??! questo io dico non sarebbero comunque il 30 km più qualcosa 11!!!!11!11 dopo 270 km di nulla?!?!? non sarebbero più lo stesso io davvero non lo capisco. la corsa diventerebbe un po' più moderna e interessante e qualcosina in più si vedrebbe.. il finale sarebbe comunque spettacolare uguale a come è ora
ma nooooo! così tagli fuori i velocisti!! così tagli fuori 200 corridori che alla partenza sognano di vincerla!!!

perché secondo te Maestri che va in fuga può vincerla oggi?? il velocista può vincerla oggi??? ma per piacere... avresti comunque i più forti al mondo a giorcarsela PD ma in un percorso più degno

ma come cazzo si fa non a non accorgersene ma ad avallare la solita solfa, la solita retorica insopportabile di merda!!! questo è che mi fa incazzare


detto ciò MATHIEEEEEEEEUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU che numerooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
 
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[+] A 6 utenti piace il post di Tommeke23
#32
Analisi lucidissima di Tommeke a cui voglio un bene sconfinato, in ogni caso oltre a quei 3 pure Pidcock potrebbe fare la differenza e ciao ciao Ganna (per questioni di squadra non di gambe). Finchè Pogacar non la vincerà lo spartito sarà sostanzialmente questo e Ganna potrà effettivamente vincerla alla Stuyven in un gruppetto molto molto ridotto. Ora però voglio vederlo al Nord con compiti teorici di non gregariato per valutare davvero il suo livello, una corsa in cui Daniel Oss arriva a 32 secondi dal vincitore e Gianluca Brambilla a 56 è tutto tranne che significativa.

Sul resto avete detto tutto voi (soprattutto Morris) e io godo ancora
 
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[+] A 1 utente piace il post di SeppVanMaffen
#33
(18-03-2023, 06:27 PM)Morris Ha scritto: L’augurio che mi ero fatto ieri sera s’è avverato, Matthieu Van der Poel e Pogacar, si sono inventati qualcosa in grado di illuminare il cielo di Sanremo. Ma solo Matthieu, ha recitato appieno il copione del fuoriclasse, del campionissimo in grado di rendere radiosi gli ultimi 7 chilometri di corsa e di scolpire un gesto leggendario. Lui, il nipotino di Raymond, sessantadue anni dopo il nonno, col medesimo fare di chi ha qualcosa in più degli altri grandi. E Matthieu, ancora una volta, m’ha stappato le lacrime: ha davvero reso degna una classica che otto-nove volte su dieci è noia. Solo un gesto tolto dalla leggenda del pedale poteva rendere la Sanremo ciclistica, la città dei fiori e dei colori chi si specchiano sul blu del mare, per dirci che è la natura stessa a recitare un copione caleidoscopico. E Matthieu è davvero un caleidoscopio gigante nell’incenso del ciclismo, alla faccia di quelli che non han mai perso occasione di criticarlo!     

Ed ora, visto che qui come nella vita parlo tanto di storia, voglio rendere onore al caro Raymond, che da lassù applaude e piange di gioia per il nipote, raccontando stringatamente come vinse nel ’961 quella Milano Sanremo che, da oggi è ancor più immanente nella sua famiglia.

……..Sul Capo Berta, l’erta che aveva deciso tante Sanremo, in contropiede sulla chiusura del tentativo di Guido Carlesi, Rik Van Looy e Gilbert Desmet, partì il francese Jean-Claude Annaert, che passò solo sulla cima con pochi secondi di vantaggio sul gruppo. Nella discesa, dal grosso, evase come un fulmine Raymond Poulidor, sulla cui ruota si pose l’olandese Albertus Geldermans. In un paio di chilometri i due raggiunsero il battistrada. Il gruppo non mollò, mantenendo lo svantaggio in termini di possibilissimo recupero, ma quel giorno, Poulidor, offrì davvero, una prova di forza e di carattere difficilmente riscontrabili. Sul Poggio, fece fuori i due compagni d’avventura e poi riuscì a resistere alla furiosa rincorsa del plotone. Giunse in via Roma tre secondi prima di Van Looy, che regolò Rino Benedetti nella volata valevole per il posto di onore. Una impresa da stella del pedale quella del contadino della regione del Limousin, non ancora “Poupou”, che era passato tardi fra i professionisti a causa del servizio militare….

Caspita complimenti per questa esposizione romantica, quasi poetica. 
Per altro mi hai appena reso a conoscenza del fatto che è il nipote dell'eterno secondo Poulidor  :D
 
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#34
(19-03-2023, 10:36 AM)Andy Schleck Ha scritto: Per altro mi hai appena reso a conoscenza del fatto che è il nipote dell'eterno secondo Poulidor  :D

Ma buongiorno eh...
 
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#35
(19-03-2023, 09:00 AM)Tommeke23 Ha scritto: non sono troppo d'accordo nel senso che quello che stiamo vedendo negli ultimi anni è che tutto si decide sul Poggio ma con questo Pogi i velocisti saranno tagliati fuori dal ritmo che farà imporre ai suoi compagni su Cipressa+Poggio...

Tommeke, mi son piaciuti parecchio, il tuo sfogo, la tua rabbia e le tante verità che hai portato a suffragio di una tesi condivisibile. Sì, la Sanremo ha un percorso mefitico, ma è ancor più mefitico, chi cerca di ingigantire, con un fare involontariamente comico, attraverso il megafono dei media, le poche briciole rimaste a questo evento sempre più vetusto e sempre più fuori dalla linea che il ciclismo dovrebbe ricercare, per difendersi dal segno nefasto della noia e delle sue storture. Dal bisogno impellente di essere più televisivo e spettacolare, per produrre e mantenere ascolti degni di altri eventi sportivi. I dati audience del pedale, purtroppo, in Italia e persino in Francia, sono marcatamente inferiori a quelli di un tempo, e l’Uci (che è cancro allo stato puro), assieme al mondo ciclistico, compresi in primis i supergruppi del mefitico world tour, tardano a capirlo. O meglio, non lo capiscono proprio, o non lo vogliono capire per difendere il loro orto di interessi. Il mondo non è il Belgio, l’unico paese dove il pedale è religione. Ed i mediatici in video, carta stampata e persino sul web, dovrebbero essere conseguenti, ed aprire approfondimenti, criticare e proporre, senza lasciarsi andare troppo agli entusiasmi della passione. Sì, ieri anche chi critica come noi, poteva e doveva esultare per l’impresa di Van der Poel, perché ha fatto qualcosa di straordinario, qualcosa che vedi raramente anche restringendo il campo ai soli acuti dei campioni nella storia. E lo ha fatto sconfiggendo l’eterno rivale Van Aert e, soprattutto, colui che potremmo definire il numero uno al mondo nella combinata fra GT e Classiche, ovvero Tadej Pogacar. E lo sloveno, in formissima, ha fatto lavorare la squadra in maniera eccellente, come nelle tappe decisive del Tour, eppure è stato impallinato come un tordo dall’affondo di Matthieu (lo scrivo come ieri con due “t”, perché in italiano è Matteo, ed è un dovere per noi italiani, dimostrare che ci sono dei Matteo che sono il contrario, per grandezze e valori, rispetto a quei due Matteo che la pessima politica italiana ci ha portato in dote, come i migliori aculei della pochezza).
Ora, cambiare la Sanremo è possibile considerando le biciclette bombe ed i contorni di oggi?
Tu Tommeke hai portato degli esempi condivisibili anche da chi in qualche modo vuole lasciare porte aperte ai velocisti. Resta il fatto che una classica, qualunque essa sia, la deve vincere un campione che, certo, può avere il pezzo forte del suo campionario nello spunto velocistico. La Sanremo è facile, troppo facile e pensare che i capi possano incrinare le gambe di qualcuno nel 2023, è da gente che la dice troppo grossa per pensare lo pensi veramente. I capi, oggi, fanno ridere, punto. Nel 2016, il giorno dell’ingresso di Ercole Baldini nell’Hall of fame del Giro d’Italia, dissi a Mauro Vegni, davanti a diversi testimoni, di inserire Colla Micheri al posto di un Capo, perché quell’erta coi suoi due chilometri ed una pendenza media dell’8,8%, era di un’asprezza sufficiente per incrinare quei solo-velocisti che poi si sarebbero staccati sulla Cipressa. Mi rispose che ci avrebbe pensato, ma a me non toglie dalla testa nessuno, che quella proposta gli sia entrata in un orecchio ed uscita dall’altro. Tu dici pure di inserire nuovamente le Manie è con questo si cambierebbe davvero, ed in meglio, la morfologia della corsa. Di sicuro la critica che si allungherebbe troppo il percorso, potrebbe essere dribblata da un partenza spostata (che è l'ultimo dei mali!), ma continuare a vedere a ridosso del Poggio, un gregge più grosso di quello delle tappe piatte dei GT, è qualcosa di negativo per il ciclismo. E non è sempre possibile che arrivi Santo Van der Poel, a rimettere i peccati di chi non prova a cambiare…..     
Ciao!
 
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#36
Van der Poel si dimostra un animale da grandi appuntamenti. Non mi sembrava neppure così in forma eppure ha vinto con una facilità imbarazzante: sia per uno scatto dei suoi migliori, sia per un timing perfetto.

Evidentemente il percorso della Sanremo (il Poggio essenzialmente) è fatta su misura per lui. Cosa che non si può dire per Pogacar...
Se nel 22 e 23 non è riuscita a vincerla pur avendo una gamba devastante vuol dire che non è proprio una salita in cui riesce a fare la differenza.

Van Aert mi pare ancora un pochino indietro di condizione, è quello che ha sofferto di piu sul Poggio. Comunque bravo anche lui ad agguantare un podio di classe.

Ganna mi ha stupito non poco: la forza e la brutalità con cui è salito su per il Poggio ed ha fatto la volata non pensavo fosse una cosa che appartenesse al suo repertorio. Evidente il salto di qualità di quest'anno, poi non so se si può tradurre in qualcosa nelle corse del nord...
 
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#37
Un tempo qualche giornalista assolutamente non confrontabile con quelli di oggi (salvo uno, il migliore ed il più umano), chiamava Merckx, Edoardo, perché i fuoriclasse sono patrimonio del mondo, ed ognuno ha il diritto di tradurli nella propria lingua. Chiamerei Matteo anche Van der Poel, se non mi sentissi di offendere la sua grandiosità, sapendo che sono nella terra di quei “famosi” due là. Così chiamarlo Matthieu mi appare una via di mezzo legittima, per richiamare con Edoardo il 19 marzo che è stata la data storica della un tempo “Classicissima di Primavera”.
Il Matthieu di ieri col suo gesto leggendario, dà la mano ad Edoardo nella ricorrenza odierna del di questi successo più bello e profondo fra i suoi sette a Sanremo: proprio quello del record, nel 1976. Matthieu ieri ha vinto alla Edoardo e Merckx, quel giorno, recitò pure il suo “canto del cigno”.
Ripercorriamolo. Dal libro che scrissi sulla Sanremo nel 2009…..
[Immagine: I-CACCIATORI-DI-CLASSICHE-2.jpg]
Quel 19 marzo e la 67° Milano-Sanremo, saranno speciali.
Già sui 191 partenti, si poteva cogliere un’atmosfera particolare, nata dall’inchiostro speso dai giornali per presentare la Classicissima del possibile evento, di Merckx contro Girardengo, di Eddy che vuole incidere ulteriormente sulla storia, ma che è sul viale del tramonto, visto che per la prima volta aveva perso il Tour de France. Allo start molti si chiesero come avrebbe reagito colui che da Cannibale, nel ’75, aveva fatto razzia di classiche.
La prima parte della corsa, cadute copiose a parte, fortunatamente senza conseguenze, fu piuttosto sonnolenta. Sul Turchino passò primo un gran gregario, Renato Laghi da Faenza, ma niente di particolare per il borsino della gara. L’episodio cardine si consumò ad Oneglia, dopo il Berta, quando sulla spinta del Campione italiano Francesco Moser, si formò al comando un drappello di 14 uomini, tutti più o meno di levatura: lo stesso Moser, i belgi Merckx, De Vlaeminck, Maertens, Godefroot, Sercu, Leman, Van Linden, Jean-Luc Vandenbroucke, Wilfried Wesemael, Walter Planckaert, Lieven Malfait, l'olandese Knetemann, il francese Michel Laurent e gli italiani Baronchelli e Vladimiro Panizza. Da Oneglia, ai piedi del Poggio, Merckx cercò di continuo l’azione di forza. Gli italiani in particolare, con la sola eccezione di Panizza, si impegnarono come non mai per chiudere, sottoponendosi ad uno stress che, di fatto, riempì di acido lattico Moser e Baronchelli. Proprio poco prima dell’imbocco dell’erta finale, l’Imperatore del ciclismo scattò per l’ennesima volta e fu impressionante per veemenza e durata. Riuscì a prendergli la ruota il solo ventenne neoprofessionista Vandenbroucke, mentre De Vlaeminck e Laurent, cercarono inutilmente di rinvenire, ma in cima il loro ritardo fu di 22", praticamente tagliati fuori. I due belgi al comando, percorsero insieme la discesa e il tratto di Aurelia prima del traguardo di via Roma, dove Eddy Merckx vinse senza storia alcuna. Tagliò il traguardo agitando il pugno destro, un gesto insolito per lui. Forse per rispondere a chi l’aveva giudicato verso lo spegnimento e non più possibile al sorpasso su Girardengo. Ma certamente quel pugno, significava qualcosa che ribolliva dentro quel magnifico fuoriclasse che, dieci anni dopo il primo successo, aveva fatto della Classicissima e dell’intero ciclismo, il proprio strumento di canto, di recita e di messaggio dai valori supremi.
Aveva servito il settimo sigillo su Sanremo, probabilmente il più bello, il più dominato, il più percepibile nelle sfumature di quell’insieme di forza e determinazione che solo lui aveva così copiosamente espresso ad ogni colpo di pedale.
E quello che non riuscivano a percepire i giornalisti e gli addetti ai lavori, forse per gelosia, nazionalismo o malcelato tifo avverso a Merckx, entrò naturalmente come un antropologico idioma, nelle migliaia e migliaia di persone che assiepavano via Roma. Dalle finestre volarono fiori sul beniamino e la folla, urlando il suo nome con la moltitudine di lingue di provenienza e di nazionalità, s’accompagnò alla voglia di superare le transenne e invadere la strada per vedere da vicino il campione di tutti, perché un grande artista dello sport, non può essere visto come italiano, belga, francese, sudafricano o brasiliano: è semplicemente un patrimonio del mondo. Per Sanremo, una giornata storica, per la crescita sportiva a svantaggio del vezzo nazionalistico che troppo accompagna gli italiani, un segmento luminoso, purtroppo lontano e tante volte cancellato.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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#38
(19-03-2023, 11:49 AM)Hiko Ha scritto: Evidentemente il percorso della Sanremo (il Poggio essenzialmente) è fatta su misura per lui. Cosa che non si può dire per Pogacar...
Se nel 22 e 23 non è riuscita a vincerla pur avendo una gamba devastante vuol dire che non è proprio una salita in cui riesce a fare la differenza.

Sono d'accordo. Per altro in discesa non è al livello di questi funamboli, per cui fatico a immaginare che possa staccarli tutti e vincerne una. Discorso diverso per il Fiandre. Se riesce a mantenersi su questi livelli di forma per tutto marzo e aprile, può dare comunque tantissimo spettacolo nelle classiche. Per quanto completo e fenomenale sia Pogacar, non può fare la differenza su gente del genere su strappi così esplosivi 

Per vincere la Sanremo spesso serve anche fortuna. Fossi in lui non ne farei un'ossessione
 
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#39
(19-03-2023, 11:08 AM)Manuel The Volder Ha scritto:
(19-03-2023, 10:36 AM)Andy Schleck Ha scritto: Per altro mi hai appena reso a conoscenza del fatto che è il nipote dell'eterno secondo Poulidor  :D

Ma buongiorno eh...

Mi scusi se guardo 10 corse l'anno e non ho più la passione per informarmi sul ciclismo al di fuori delle corse, per cui alcuni particolari mi sfuggono.

Posso scrivere comunque o è un forum riservato ad appassionati élite?

Fammi sapere, grazie
Cordiali saluti
 
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#40
(19-03-2023, 02:18 PM)Andy Schleck Ha scritto:
(19-03-2023, 11:08 AM)Manuel The Volder Ha scritto:
(19-03-2023, 10:36 AM)Andy Schleck Ha scritto: Per altro mi hai appena reso a conoscenza del fatto che è il nipote dell'eterno secondo Poulidor  :D

Ma buongiorno eh...

Mi scusi se guardo 10 corse l'anno e non ho più la passione per informarmi sul ciclismo al di fuori delle corse, per cui alcuni particolari mi sfuggono.

Posso scrivere comunque o è un forum riservato ad appassionati élite?

Fammi sapere, grazie
Cordiali saluti

Si, puoi.
 
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