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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 10 aprile
#1
Fabrizio Convalle
[Immagine: 16446539731325Convalle,Fabrizio.jpg]
Nato a Carrara (Ms) l'11 aprile 1965. Passista. Professionista dal 1989 al 1992, con una vittoria. Un onesto pedalatore con qualche giornata di gloria. Un medio che ha saputo, con la generosità, sopperire alle doti mancanti, cercando l’occasione per emergere. Ovviamente è stato più forte da dilettante che da professionista, ma anche nell’élite non è stato un anonimo, come invece lo furono in tanti, prima e dopo di lui.  
La passione per il ciclismo era costante nella famiglia Convalle e così Fabrizio giunse a praticarlo appena possibile. Dopo la trafila nelle categorie giovanili, dove fu più piazzato che vincente (assolutamente un dato poco significativo, nonostante il pensiero comune dell’ambiente ciclistico), passò dilettante nelle file del G.S. Campeggi Partaccia e lì trascorse un paio d’anni che furono di proficuo apprendistato. L’evidenza arrivò con l’U.S. Serravalle, sodalizio col quale nell’87 vinse il G.P. Montanino e finì secondo al Campionato Italiano su strada alle spalle di Daniele Bruschi. L’anno dopo fu ancora migliore: vinse la “La Nazionale” a Romito Magra, il Memorial Giampaolo Bardelli, la Targa del Centenario e la Coppa Ricami e Confezioni Pistoiesi. Corse pure all’estero, alla Vuelta a Cuba, dove finì 2° nella decima frazione e 10° nella Classifica Finale.  
Nel 1989 Fabrizio passò professionista con la Polli-Mobiexport-Fanini diretta da Mauro Battaglini e ad aprile colse il 2° posto nella tappa inaugurale del Giro di Puglia con arrivo a Foggia, alle spalle di Angelo Lecchi. A fine Giro finì 3° dietro a Lecchi ed Emanuele Bombini. Nel stagione non partecipò al Giro, fu 10° nel Gp Fivizzano, 12° nel Trofeo Matteotti e nel G.P. Industria e Artigianato di Larciano e 14° nel Giro del Veneto.
Nel 1990 prese parte per la prima volta al Giro d’Italia, con la maglia dell’Amore & Vita, ed il 22 maggio, nella Sora-Teramo, sulle strade dell’Appennino Abruzzese allungò scollinando con i big a Rocca di Cambio e al Passo delle Capannelle, per poi staccare tutti andando a cogliere la sua prima ed unica vittoria tanto nella Corsa Rosa, quanto nella carriera professionistica. Di grandissimo peso i nomi dei primi battuti giunti a 4” da Convalle: Andrei Tchmil e Gilbert Duclos Lassalle. Chiuse poi il Giro d’Italia al 135° posto. Sul resto della stagione finì 5° nella prima tappa della Ruota d’Oro e 6° nel Gp di Sesto Fiorentino. L’anno seguente si ritirò al Giro d’Italia ed il miglior piazzamento di stagione fu l’11° posto nel Giro di Puglia. Il 1992 si aprì per Fabrizio in modo particolare: fu autore di una fuga record alla Milano Sanremo. Qui dopo circa una trentina di chilometri, partì all’attacco, transitando sul Turchino con 14 minuti di vantaggio sugli inseguitori. Dopo 200 chilometri di fuga l’accelerazione degli uomini dell’Ariostea al servizio di Moreno Argentin, posero fine all’azione del carrarese che firmò la fuga più lunga della storia della “classicissima”. Nell’anno fu poi 6° nel G.P. Industria e Artigianato di Larciano, 1%à nella Coppa Sabatini e chiuse il Giro d’Italia al 117° posto. Una evidente flessione di rendimento in un 1993 grigio, lo spinsero ad abbandonare l’agonismo, diventando direttore sportivo.

Ron Kiefel (USA)
[Immagine: 14558136183538kiefel86.jpg]
Nato a Denver l'11 aprile 1960. Passista veloce e ciclocrossista. Alto 1,83 m. per 73 kg. Professionista dal 1985 al 1995 con 35 vittorie. Corridore ardimentoso, soprattutto forte sul passo e discretamente veloce, con il limite dell'incostanza sulle salite brevi e medie e l'insufficienza su quelle lunghe. Nel complesso una figura comunque di spicco, ed importante per il movimento americano. Fu tra l'altro il primo statunitense a vincere una tappa di un Grande Giro, ovvero la frazione di Perugia, nella "Corsa Rosa" del 1985. Ottimo junior, vinse il bronzo nella crono-squadre ai Mondiali del 1978 e, poi, gran dilettante. Nella categoria vinse ben cinque Titoli Nazionali: quattro dei quali contro le lancette, tre nella crono-squadre e uno individuale, nonché quello in linea nel 1983. Partecipò alle Olimpiadi di Los Angeles '84, finendo 9° nella prova individuale su strada e conquistando la Medaglia di Bronzo nel quartetto della 100 km. Il passaggio al professionismo avvenne l'anno seguente con la 7 Eleven, di fatto il sodalizio nel quale raccolse il meglio della carriera nell'elite del ciclismo. Nell'anno d'esordio vinse il Trofeo Laigueglia, la citata tappa di Perugia al Giro d'Italia e il Prologo della Coors Classic negli Stati Uniti. L'anno dopo debuttò al Tour de France e fece sue due tappe alla Coors Classic, mentre nel 1988 si aggiudicò il Giro di Toscana, il Campionato Nazionale e ancora una tappa alla Coors Classic. Fra i suoi successi in Europa anche una tappa del Critérium International nel 1990 e una tappa al Giro del Lussemburgo nel 1992, quando militava nella Motorola, la seconda squadra del suo segmento professionistico. Nel '93, Ronald "Ron" Alexander Kiefel, passò alla Coors Light, chiudendo la carriera nel 1985 all'interno della Saturn: tutte formazioni statunitensi, dunque. Ovviamente nel suo curriculum, oltre ai successi citati sopra, s'aggiunsero anche altre corse d'oltre oceano, come il Tour de Trump, la Redlands Bicycle Classic, il Tour Dupont e la Fitchburg Longsjo Classic. Partecipò a sette Tour de France (6 conclusi col miglior piazzamento nel 1988, 69°) e tre Giro d'Italia (tutti conclusi, col miglior piazzamento nel 1985, 60°). Dopo il ritiro, ha svolto l'attività di commentatore delle principali corse ciclistiche per la televisione e la radio statunitense. Oltre ai microfoni, si è poi speso direttamente verso il ciclismo, attraverso un'attività divulgativa e di proselitismo con tanto di insegnamenti. Persona estroversa e simpatica, ha lasciato un gran bel ricordo in Europa e ad ogni ritorno, può riscontrare larghi consensi e buona popolarità.
Tutte le sue vittorie da professionista. 1985 (7 Eleven) 5 vittorie: 15a tappa del Giro d'Italia; Trofeo Laigueglia; 2a tappa Giro del Mediterraneo; 1a tappa United Texas Tour; Prix di Phoenix e di Dallas. 1986 (7 Eleven) 6 vittorie: Prologo Coors Classic; 17a tappa Coors Classic; 5a tappa Rocky Mountains Classic; Prologo Vulcan Tour; Prix di Phoenix e di Dallas. 1987 (7 Eleven) 6 vittorie: 4a tappa Redlands Bicycle Classic; Houston Tour; Prix di Atlanta, di Los Gatos, di Phoenix e di Portland. 1988 (7 Eleven) 3 vittorie: Giro di Toscana; Campionato Nazionale su strada; 15a tappa Coors Classic. 1989 (7 Eleven) una vittoria: 10a tappa Tour de Trump. 1990 (7 Eleven) 2 vittorie: 1a tappa Criterium International; Criterium di Newport Beach. 1992 (Motorola) una vittoria: 1a tappa Tour de Luxembourg. 1993 (Coors Light) 5 vittorie: Classifica generale Tour of Willamette; 4a tappa Redlands Bicycle Classic; 7a tappa Tour DuPont; 4a tappa Fitchburg Longsjo Classic; Prix di Los Gatos. 1994 (Coors Light) 5 vittorie: CoreStates Classic; 4a tappa Redlands Bicycle Classic; GP Las Vegas di Ciclocross; Criterium di Akron e di Fountain. 1995 (Saturn Powerbar) una vittoria: 5ª tappa Redlands Bicycle Classic.

Arturo Pecchielan
[Immagine: 1208717305ARTURO%20PECCHIELAN.JPG]
Nato a Candiana (Padova) l'11 aprile 1944. Passista scalatore, alto m. 1,69 per kg. 67/68. Professionista dal 1969 al 1977 con una vittoria.
Giovanissimo, si trasferì con la famiglia a Mornago, nel varesotto, dove è cresciuto ed ancora oggi vive (gestisce un negozio di articoli sportivi). Iniziò a correre nel 1960. La sua crescita fu costante e, come è giusto che sia, proprio fra i dilettanti, diede i maggiori segni di facoltà notevoli per le corse dure ed a tappe in particolare. Fra le 38 vittorie collezionate prima del passaggio nell'elite del ciclismo, vestendo le maglie della Malnatese, della Cedratese e del Velo Club Varese Ganna, spiccano quelle di un 1967 davvero stellare.
Vinse il durissimo Giro della Val d'Aosta e finì settimo il Tour de l'Avenir, dopo essere stato maglia gialla ed aver vinto le due tappe pirenaiche. La ferma olimpica gli impedì il passaggio immediato fra i prof e, come per tanti altri, quell'anno in più, pesò anche su Arturo. Nel 1969, infatti, esordì bene con la Molteni nell'elite, concludendo 8° ma da protagonista la Tirreno Adriatico e vincendo la tappa di Diekirch nel Giro di Lussemburgo, chiuso poi al 14° posto. Di lì, una lenta involuzione che lo portò al ruolo di spalla e di gregario. Un risveglio personale nel '71, quando, in maglia GBC, colse i terzi posti nel Giro delle Marche e nel Giro di Toscana, poi il ruolo sempre più peculiare di spalla nella Dreher, nella Brooklyn e nella Furzi. Nel 1976 e '77, i due ultimi anni di carriera, col ritorno in GBC e poi in Bianchi si dedicò con ottimi risultati al ciclocross: è stato vicecampione italiano nel 1976, ed a partecipato con la nazionale ai Mondiali.

Boris Zollia
[Immagine: 1254470404ZOLLIABoris.jpg]
Nato l'11 aprile 1928 a Trieste ed ivi deceduto il 3 aprile 1966. Passista scalatore. Professionista dal 1950 al 1953 senza ottenere vittorie.
Il secondo posto ai Campionati Italiani su strada per dilettanti, nel 1949, ed il buon comportamento al Giro d'Austria 1950, con un quarto, un quinto, ed un sesto di tappa, ed una classifica finale al 6° posto, avevano fatto pensare a tanti triestini di aver trovato un corridore in grado di raccogliere, con discreto successo, il testimone che Giordano Cottur stava lasciando. Invece, Boris Zollia, non fu pari alle attese e nei tre anni di professionismo che seguirono il suo piazzamento al Giro d'Austria, non riuscì mai ad uscire da un cupo anonimato. Sulla sua involuzione però, hanno sicuramente pesato i tanti malanni che lo accompagnarono durante quegli anni.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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