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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 15 febbraio
#1
Eugene Brange (Fra)
Nato a Macon il 15 febbraio 1872, deceduto a Bron il 25 novembre 1931. Fondista. Professionista dal 1902 al 1904 senza ottenere vittorie. Un corridore che sfiorò grandi vittorie, ma che non riuscì a lasciare quella traccia che ad un certo punto della sua carriera, pareva più che possibile. Passato nell'élite a trenta anni, si mise in subito in gran luce col 6° posto nella Bordeaux Parigi e col 7° nella Marsiglia Parigi due gare che davano un segno preciso di ottimi valori nelle gare di gran resistenza. E con questo ottimismo partì per il primo Tour de France della storia nel 1903. Dopo una prima tappa chiuse 37° esplose nelle successive tre. Fu 3° nella frazione di Marsiglia, 2° in quella di Tolosa e 8° a Bordeaux. In lotta per salire sul podio del Tour crollò con tanto di ritiro nella quinta frazione, la Bordeaux Nantes di 425 km. Il colpo fu forte per il suo morale, ed anche il sostegno dell'accordo fra l'azienda di famiglia e Le Gaulois per il 1904 non l'aiutò a riprendersi.

Vittorio Chiarini
[Immagine: 159828734035381966Chiarini.jpg]
Nato a Marradi (Firenze) il 15 febbraio 1937. Passista scalatore. Professionista dal 1962 al ‘69, non ha ottenuto vittorie. Arrivò tardi al ciclismo, a 21 anni, direttamente fra i dilettanti e subito si mise in luce, al punto di vincere il titolo di campione emiliano. Nel 1960, dall’Alma Florentia passò alla “Porta Romana” e lì trovò Franco Bitossi, col quale passerà tutti gli an-ni di carriera. Furono sei le vittorie di Chiarini fra i “puri”. Nel settembre del 1961, era già professionista al Giro della Emilia, con la “Philco” di Fiorenzo Magni. Firmò il suo primo contratto da prof a casa di Alfredo Martini, col “Leone delle Fiandre” Fiorenzo e Franco Bitossi. Di “cuore matto”, Vittorio divenne l’anima fedele e, di lui, il campione, si fidava ciecamente, per le sue caratteristiche di "uomo squadra" e gran lavoratore. Assieme, passarono 2 anni in quella equipe densa di campioni, poi un altro paio di stagioni alla “Springoil”, dove Franco divenne gran corridore. Seguì un lustro col sodalizio "storico" di entrambi, la "Filotex" di Valdemaro Bartolozzi. Costui aveva creato, con quella squadra, un prototipo destinato a segnare un’epoca. Vittorio fu protagonista di quella "storia", anche se, da prof, non vinse: non era necessario, quel compito spettava ad altri. Lui era peculiare per unire e lavorare. Fino a quando, nel ’69, appese la bicicletta al chiodo. Anche il figlio Riccardo è divenuto un corridore professionista.

Antonin Magne (Fra)
[Immagine: 16400337691325Magne,Antonin22.jpg]
Nato a Ytrac il 15 febbraio 1904, deceduto a Archacon l'8 settembre 1982. Professionista dal 1926 al 1941 con 42 vittorie all'attivo.
Antonin detto "il saggio" o "il taciturno", fratello maggiore di Pierre anch'egli corridore professionista, fu un eccellente passista e un ottimo scalatore. Campione a quattro ante che segnò la storia del ciclismo per oltre un lustro e davvero popolarissimo in Francia, di cui è stato icona per tutta la vita nonché faro di ricordi.
Dieci anni dopo il suo debutto tra i professionisti, nel 1936, coronò con un trionfo la sua già illustre carriera, conquistando la Maglia Iridata sul circuito svizzero di Berna, quel giorno reso durissimo dalla pioggia e dal freddo invernale. Fu uno dei Mondiali più belli della storia, corso senza tatticismi, in una vera e propria battaglia di sopravvivenza. Alla fine Magne emerse solitario, con quasi 10 minuti di vantaggio sull'italiano Bini. Nel palmares di Antonin c'erano già 2 Tour de France, nel 1931 e 1934, colti col portamento e la sicurezza del fuoriclasse, nonché 3 consecutivi GP delle Nazioni, nel 1934, '35 e '36, praticamente il mondiale a cronometro di quell'epoca e di tante successive.
A queste vittorie, vanno aggiunte le note della Parigi-Saint Quentin ('26), del GP Wolber ('27), della Parigi-Limoges ('27-'29) e della Parigi-Vichy ('30). Al Tour de France, dove si segnalò alla prima partecipazione nel '27, col passaggio solitario sul Galibier, la vittoria nella frazione di Toulon ed il 6° posto finale, ha vinto nel complesso 10 tappe su 10 partecipazioni (9 concluse), ed ha indossato la Maglia Gialla 39 volte. Ai Mondiali oltre al titolo conquistato a Berna nel '36, era stato 2°, dietro il connazionale Speicher, nel 1933 a Montlhéry in Francia. Antonin Magne finita la carriera, nel dopoguerra salì sull'ammiraglia, divenendo simbolo e maestro della Mercier, forgiando e guidando campioni come Louison Bobet, Van Steenbergen, Impanis, De Bruyne, Poulidor. Nel ruolo di direttore sportivo, fu chiamato "l'uomo dal camice bianco", per l'abitudine di indossare, nella mansione, questa "divisa". Antonin Magne, nel 1962, ha ricevuto la Legion d'Onore.

Sylvestre Zosi (Fra)
[Immagine: 16673342061325Zosi,Sylvestre2.jpg]
Nato a Brissago Valtravaglia (VA) il 15 febbraio 1926, naturalizzato francese il 14 gennaio 1949. Passista. Professionista dalla fine del 1949 al 1954 con 3 vittorie.
Emigrò in Francia con la famiglia quando ancora era un bambino e lì crebbe la sua passione per il ciclismo, che lo portò ad esordire nel 1946 e ad iniziare una gran bel segmento fra i dilettanti. Fu infatti uno dei "puri" più evidenti di Francia al punto di conquistare un posto nella squadra dei "galletti" ai Mondiali di Copenaghen del 1949. Qui, Sylvestre Zosi chiuse 9°. All'indomani Zosi passò fra gli indipendenti e partì per il Messico, dove vinse la quarta tappa della Vuelta y Ruta de Mexico. Nel 1950 fu assunto dalla grande Alcyon-Dunlop, ma incappò in un anno molto grigio. Nel 1951, invece, tornò a vincere, facendo sue, la 6a e la 7a tappa della Vuelta y Ruta de Mexico. La terra messicana dunque gli faceva bene. Dopo un biennio fatto di poche corse e denso d'anonimato, Sylvestre Zosi, nel 1954, venne in Italia per accasarsi alla Bottecchia. Ma anche quell'anno fu grigio, ed a fine stagione appese la bici al chiodo.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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