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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 19 maggio
#1
Anthony “Tony” Doyle (Gbr)
[Immagine: 13725851553538TDOYLE83.jpg]
Nato il 19 maggio 1958 ad Ashford ed ivi deceduto il 30 aprile 2023. Passista e pistard Professionista dal 1980 al 1995 con 111 vittorie.
Ci sono carriere che esplodono in maniera anomala, ma non per questo deviano il tratto ed i valori che ne sono alla base. È il caso di Tony Doyle, gran bel dilettante e pedalatore di classe, il quale, vistosi chiuso da non certo inattaccabili scelte della federazione britannica, circa la partecipazione alle Olimpiadi di Mosca nella prova di inseguimento individuale, specialità nella quale era Campione Nazionale, decise di passare immediatamente professionista, aprendo così un ciclo lungo tre lustri che echeggiano luminosi nel ciclismo su pista. Meno di un mese dopo sul velodromo di Besancon, castigò gli olandesi Bert Oosterbosch, in semifinale e Herman Ponsteen nella finalissima e si laureò Campione del Mondo dell'Inseguimento. Con quel successo aprì un'era. Successivamente ridiventò iridato nell'86 a Zurigo su Hans-Henrik Oersted, dal quale era stato sconfitto in finale sia nell'84 che nell'85. Nel 1988 ha ottenuto per la terza volta la medaglia d'argento ai mondiali dell'inseguimento sconfitto dal polacco Lech Piasecki. In patria, da professionista, è stato cinque volte Campione Nazionale nella specialità amata ('80, '81, '86, '87 e '88) e una volta nell'americana nel '93. Ma la grandezza e l'internazionalità di Doyle, arrivò soprattutto dalle Sei Giorni: ne vinse 21 di cui ben 18 in coppia con l'australiano Danny Clark. Un altro dato che testimonia appieno la rilevanza di questo autentico campione venne sul finire del 1988, quando durante la Sei Giorni di Monaco di Baviera, fu coinvolto in una rovinosa caduta, dalla quale uscì con fratture multiple ed un trauma cranico gravissimo. Gli fu data l'estrema unzione e rimase in coma per dieci giorni. Ma la sua scorza si dimostrò durissima e dopo aver trascorso sei settimane in ospedale a cui seguirono due mesi in un centro di riabilitazione, aggravati psicologicamente dalla dichiarazione dei medici che lo davano finito per lo sport agonistico, Tony seppe ritornare. Non solo alla vita normale ma allo sport, da vincente, sia su pista che su strada. Già, l'asfalto, perché anche qui Doyle non fu comparsa. Fra le sue vittorie, la Tre Giorni di Girvan, lo Yorkshire Classic e il G.P. Harrogate nell'81, due tappe dello Sealink Internatinal '84, la Mercian Two Days '85 e due tappe alla Milk Race ('89 e '93). Insomma, uno dei più grandi ciclisti britannici di tutti i tempi checché ne pensi quell'osservatorio che, d'anglosassone, vede solo la realtà odierna. Tony Doyle, è morto a fine aprile scorso dopo una lunga lotta con una malattia.

Victor Joseph Henri Fastré (Bel)
[Immagine: 1206198393Fastre,%20Victor.jpg]
Nato a Liegi il 19 maggio 1890, deceduto a Rotselaar il 12 settembre 1914. Fondista ciclocrossista e pistard. Professionista dal 1910 al 1914 con 4 vittorie. Secondogenito di Hubert Henri e Marie-Catherine Leunen fi proprio il padre, che era stato un velocipedista a spingerlo verso il ciclismo. Victor entrò a far parte del club ciclistico locale il Cyclists Pesant Club Liège ed a 17 anni vinse la Bruxelles Jemeppe e finì 2° nel Prox Flemalle-Grande. L’anno seguente chiuse al 23° posto la Liegi-Bastogne-Liegi quando non era ancora 18enne. Dilettanti e professionisti correvano sovente assieme e nel 1909 si schierò nuovamente a quella che era già una classica, anche se ufficialmente aperta solo ai dilettanti. E fu così che al termine dei 235 chilometri di corsa, nel gruppetto di otto corridori che si giocarono la vittoria c’era anche lui. Fece una bella volata, finì secondo sul traguardo, ma poco dopo gli fu assegnato il successo. Un altro belga, Eugène Charlier, che era arrivato primo sull’arrivo, fu retrocesso al secondo posto, perché i commissari di gara, si erano resi conto che non aveva finito la corsa con la stessa bicicletta con la quale era partito. Al tempo i regolamenti proibivano il cambio di bici: poteva essere cambiato un pezzo riparato o sostituito dallo stesso concorrente, ma non l’intera bici. Altrimenti si andava incontro ad una retrocessione. Fastré, quando vinse, aveva solo 18 anni e 362 giorni: il più giovane vincitore della Liegi-Bastogne-Liegi.  
Quel successo gli valse un contratto con l’Alcyon per un paio di stagioni. Nel 1910 e ’11 corse soprattutto in Francia ed il primo anno da accasato vinse il Ciclocross di Liegi, una delle prove più importanti del tempo. Tornato in Belgio nel 1912 in seno alla Sarolea si riclassificò alla Liego Bastogne Liegi chiudendola al 5° posto. Nel resto della stagione, per monetizzare, si concentrò sulla pista, dove effettivamente si poteva guadagnare. Nel 1913, in una puntata su strada, finì 2° nel Gp Farciennes, mentre nel luglio 1914, dopo diverse vittorie minori vinse una importante prova d’omnium al Velodromo Garden City di Anversa. Poco più di due settimane dopo, scoppiò la prima guerra mondiale. Arruolato nell'esercito belga, Victor Fastré trovò la morte il 12 settembre 1914 neo pressi di Rotselaar. Ha ricevuto postumo l'onore militare dell'Ordine di Leopoldo.  

Dieudonné Gauthy (Bel)
[Immagine: 1571905411170GauthyDieudonne-1913.jpg]
Nato il 19 maggio 1893 a Pepinster, deceduto il 24 gennaio 1957 a Clermont-sur-Berwinne. Fondista. Professionista dal 1912 al 1914 e dal 1919 al 1920, con 10 vittorie. Un corridore che pagò assai, agonisticamente, la prima guerra mondiale, ma aveva dimostrato di poter reggere gli sforzi delle corse a tappe quanto le corse di un giorno più aspre.
Figlio di contadini iniziò il ciclismo a 18 anni nel 1911 e subito fece gridare la sua presenza: fu 3° nella Bruxelles Liegi riservata a dilettanti ed indipendenti. Divenuto indipendente, l’anno seguente quella gara la vinse. Fu 2° nella Binche Tournaai Binche, vinse la Liegi Bastogne Liegi di categoria fu 2° nella Anversa Menen e nella Bruxelles Esneux.
Nel 1913 passò professionista con l’Alcyon ed esplose vincendo una tappa e la Classifica Finale del Giro del Belgio. Da notare che solo nella seconda frazione non arrivò fra i primi tre e dietro di lui, nella graduatoria conclusiva, tutti i migliori ciclisti del mondo. Nell’anno fu Campione belga Interclubs, vinse la Bruxelles Oupeye e il Gp Haccourt. L’anno seguente puntò sul Tour de France al quale partì dopo aver colto un 3° posto in una tappa del Giro del Belgio. Ma la Grande Boucle lo vide allo start in non buone condizioni di salute che lo costrinsero al ritirò nella terza frazione dopo esser stato 10° nella prima tappa.
Tornò a correre dopo la guerra, nel 1919, ma non era più il corridore del ’13. Ciononostante vinse la seconda e la terza tappa del Giro del Belgio  e fece sua la Retinne-Marche-Retinne. Fu poi 3° nel Campionato belga Interclubs. Nel 1920, causa condizioni di salute non buone corse pochissimo ed a fine anno, a soli 27 anni si ritirò.

Jan Janssen (Hol)
[Immagine: Janssen,%20Jan%2069.jpg]
Nato a Nortdoorp il 19 maggio 1949. Stradista completo e seigiornista alto 1,74 per 76 kg. Professionista dal settembre 1961 al 1973 con 129 vittorie.
Un corridore di grande completezza, di classe, ed in possesso di una spiccata volontà che andava a braccetto con una formidabile intelligenza tattica. La completezza non la giocò subito, agli inizi infatti si limitò ad usare al meglio il suo spunto veloce. Per questo quei tanti che lo definivano velocista, compreso molti colleghi, sotto-stimarono a lungo le sue possibilità su prove difficili, sbagliando pronostici o giudizi se erano giornalisti, o venendo battuti inaspettatamente se erano corridori. Il fatto poi che il suo astigmatismo lo costringesse ad usare gli occhiali anche in corsa, oltre a dargli sembianze signorili e da impiegato, aumentò non poco una forma di depistaggio sulle sue effettive valenze. Lui però, l’occhialuto olandese, è sempre stato forte e ci sapeva fare, arrivando nei dieci anni ai massimi livelli, a costruirsi, fra successi e piazzamenti un raro curriculum. Nel 1968, è stato il primo olandese a vincere il Tour de France, proprio grazie all’ultima cronometro che lo vedeva sfavorito rispetto a Van Springel e Bracke. Era però più fresco e non essendo per nulla fermo contro il tempo, riuscì a fare il colpaccio. Ma il Tour, anche se molti osservatori lo hanno dimenticato, lo aveva già sfiorato due anni prima, quando finì secondo dietro Lucien Aimar, che aveva potuto godere degli aiuti e dei consigli di un certo Jacques Anquetil. Inoltre, l’anno prima, ovvero nel 1967, aveva stradominato la Vuelta di Spagna vincendo sia la Generale che la Classifica a punti. Con un simile retroterra, ancora oggi si commette l’errore di giudicare la sua vittoria al Tour de France come la “sorpresa di un occasionale”, quando invece Janmeritava una buona fetta di pronostici. È poi stato un grande corridore anche nelle Classiche, perché ha vinto il Titolo Mondiale nel ’64, la Parigi Roubaix nel ’67 dove mise in fila gran parte del fior fiore del ciclismo anni’60, la Bordeaux Parigi ’66 e, da giovanissimo, il Campionato di Zurigo nel ’62. Inoltre, e questo da un grande segno di qualità, ha colto numerosissimi piazzamenti di peso in tutte le altre classiche del periodo. Qualcuno, a tal proposito, ha detto che non ha tangibilmente corso in Italia, ma si dimentica i piazzamenti colti da Janssen al Giro di Lombardia, alla Milano Sanremo e al Trofeo Laigueglia. A tal proposito dopo queste succinte note, si allega il suo ruolino di vittorie e piazzamenti più importanti. Da corridore e anche dopo, ha sempre goduto di una grande popolarità, ma è rimasto un uomo equilibrato capace di vedere sempre le cose in prospettiva. Dopo la carriera, ha anche avviato una fabbrica di biciclette, che ora è seguita dai suoi figli.
Il suo ruolino anno per anno.
1962 (Locomotief) una vitt.: Campionato di Zurigo. 1963 (Pelforth) 6 vitt.: 1° e 3° tappa del Midi Libre, 1a tappa del Tour de Picardie, 3a tappa del Giro del Belgio, 1a (cronosquadre) e 7a tappa del Tour de France. 1964 (Pelforth) 11 vitt.: Campionato Mondiale su strada, 7°, 10° tappa e Classifica a punti al Tour de France, Parigi-Nizza Classifica Generale e a Punti, GP du Dahu a Objat, Criterium di Schiedam, Quillan, Brioude, Brasschaat. 1965: (Pelforth) 21 vitt.: 12a tappa e Classifica a Punti del Tour de France, 3a tappa e Classifica Generale Finale del Giro d'Olanda, 3a tappa parte a Parigi - Nizza,  7a tappa parte a del Critérium du Dauphiné Libéré, 1a tappa del Midi-Libre, 4a tappa parte a del Tour du Sud-Est, Ronde de Seignelay, Ronde Mayennaise, GP Cote Normande, GP Eu-le Tréport, GP Limoges,  GP La Roche sur Yon, Criterium Laval, Criterium Périers, Criterium Ploudalmezau, Circuit D'Armorique, Criteriun Saussignac,  GP du Parisien (crono con Henri Anglade e Willy Monty), Seigiorni di Anversa con Peter Post e Klaus Bugdahl. 1966 (Pelforth) 15 vitt.: Bordeaux Parigi, Freccia del Brabante, Classifica Generale e 1a tappa (cronosquadre) del GP d’Olanda, GP Bleijerheide, Ronde Mayennaise, Criterium di Censeau, Flavignac, Rijen, Cambrai, Chateau-Chinon, Censaux, Kerkrade, La Joux e Blois (dietro derny), Seigioreni di Anversa con Fritz Pfenninger e Peter Post. 1967 (Pelforth) 21 vitt.: Parigi Roubaix, Classifica Generale Finale, Classifica a Punti e 1a tappa (cronosquadre) della Vuelta di Spagna; Superprestige Pernood; Parigi Lussemburgo e 1a tappa dello stesso; Classifica a Punti e 13a tappa del Tour de France; 4a, 6a e 7a tappa del Giro di Catalogna; Genova Nizza, Criterium Cours,  Hénon, La Trimouille, Kortenhoef, Vailly-sur-Sauldre, Ossendrecht;  Seigiorni di Madrid con Gerard Koel, Seigiorni di Anversa con Fritz Pfenninger e Peter Post. 1968 (Pelforth) 19 vitt.: Tour de France con 14a e 22a tappa, 1a e 2a tappa e Classifica a Punti della Vuelta di Spagna, 5a tappa Parigi Nizza, 5a tappa e Classifica a Punti della Vuelta a Mallorca, GP Botry, GP Bourg-en-Bresse, Criterium Bitry, Leiden, Ussel, Vayrac, Solesmes, Le Havre (Cronosquadre), Petit Tour de France a La Cipale, Seigiorni di Amsterdam con Klaus Bugdahl. 1969 (Bic) 16 vitt.: GP d'Isbergues, 2a tappa e Classifica Generale Finale Vuelta a Mallorca, Classifica a punti al Tour de Suisse, 5a tappa Parigi Nizza, 2a tappa Critérium du Dauphiné Libéré, GP Bussières, Critérium Boulevards, GP Leiden, Criterium Sommeval, Vittel, Bastia, Troyes e Stekene, Critérium cycliste international de Quillan. 1970 (Bic) 9 vitt.: GP Martini,3a tappa parte a Vuelta dei Paesi Baschi, 6a tappa Paris - Nice, 2a tappa del Midi Libre, Criterium Chassignol, Den Hoorn e Menton, GP Oradour-sur-Glane, Seigiorni di Groningen con Peter Post. 1971 (Bic) 4 vitt.: 5a tappa Tour della Nuova Francia; Criterium di Kamerik, GP Limpoeping, Campionato d’Olanda Crono per Club. 1972 (Flandria) 6 vitt.: 2a tappa Giro del Lussemburgo, GP Ulvenhout, Criterium Klaaswaal, Hendrik-Ido-Ambacht, Kortenhoef e Rieux.
Piazzamenti di prestigio.
1963 (Pelforth): 2° alla Freccia Vallone, 3° alla Parigi Roubaix, 7° al Campionato Mondiale, 9° alla Liegi-Bastogne-Liegi. 1964 (Pelforth): 2° nel Super Prestige Pernood, 2° alla Freccia Vallone, 6° alla Parigi Bruxelles, 7° al Giro di Lombardia, 8° Parigi Roubaix, 8° Parigi Tours, 11° Giro delle Fiandre. 1965 (Pelforth): 6° alla Milano Sanremo, 7° Parigi Tours, 9° al Tour de France, 11° alla Liegi-Bastogne-Liegi. 1966 (Pelforth): 2° al Tour de France, 2° Parigi Roubaix, 4° Super Prestige Pernood, 4° Parigi Tours, 7° Gand Wevelgem, 9° Giro di Lombardia. 1967 (Pelforth): 2° Campionato Mondiale, 2° Gande Wevelgem, 5° al Tour de France, 9° Giroi deke Fiandre, 10° Giro di Lombardia. 1968 (Pelforth): 3° Giro delle Fiandre, 3° Freccia Vallone, 3° Super Prestige Pernood, 4° Giro di Lombardia, 6° Vuelta di Spagna, 8° Parigi Roubaix, 11° Parigi Tours. 1969 (Bic): 2° Bordeaux Parigi, 7° Milano Sanremo, 9° Giro di Lombardia, 10° Tour de France. 1970 (Bic): 7° Parigi Roubaix, 7° Gand Wevelgem, 8° Giro delle Fiandre. 1971 (Bic): 4° Parigi Roubaix, 6° Giro delle Fiandre, 9° Gand Wevelgem

Maurizio Ricci detto Morris
 
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