Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Qualche zoom sui ciclisti nati oggi (2)
#1
Ettore Balmamion
[Immagine: 12514.jpg]
Nato a Nole Canavese, il primo febbraio 1907. Deceduto in Nole Canavese il 18 maggio 1995. Scalatore e passista. Professionista dal 1929 al 1932 con 5 vittorie. E' giunto all'osservatorio dei più come zio di Franco, vincitore di due edizioni del Giro d'Italia (1962 e 1963), ma era stato qualcuno anche lui. Aveva un soprannome, "Magninot", che, spesso, si confondeva con le sue generalità e l'intera famiglia Balmamion. Ettore era un uomo forte, non di grande taglia, con una gioventù che lo aveva visto fior di dilettante e bravo indipendente, molto bravo in salita e capace di vincere, tra le altre belle corse, assieme ai compagni della U.S. Pro Dronero, la Coppa Italia, una crono-squadre che, a quei tempi, in epoca fascista, assumeva codici di richiamo nazionalistico tutti suoi. Ettore passò professionista, finì un paio di Giri d'Italia e, nel primo, quello del 1931, seppe conquistare il 5° posto finale, maglia rosa virtuale degli isolati. Un risultato che, nella storia del ciclismo, va valutato con maggior interesse, viste le condizioni particolari di corsa in quella epoca. Dunque, un buon corridore anche nella categoria assoluta. Significativi anche i suoi successi: nel 1930 il Giro del Sestriere; nel 1931, la sesta tappa del Giro di Catalogna e la Coppa Remert; nel 1932 la Torino Sanremo e la Coppa Catene Regina. Tuttavia, nonostante le buone premesse, quando vide una certa flessione, preferì guardare al tozzo di pane di un lavoro, ed a soli 25 anni, abbandonò. Si rifece, tanti anni dopo, col nipote.

Greg Moens (Bel)
[Immagine: 16484942371325Moens,Greg.jpg]
Nato a Willebroek, nella regione di Anversa, l’1 febbraio 1966. Passista veloce alto, 1,82 per 76 kg. Professionista nel 1992 e 1993 senza ottenere vittorie. Greg Moens era un vincente come pochi fra in dilettanti, ma stava bene in quella categoria, perché aveva difficoltà con le lunghe distanze, ed i dilettanti di allora correvano su chilometraggi inferiori ai professionisti, anche se mediamente superiori ai ciclisti di elite odierni. Tutto questo anche in Belgio, dove ci si faceva il portafogli con le famose kermesse di lunghezza inferiore ai 150 km. Moens dunque, vinceva e ricordava per caratteristiche, attitudini e numeri di vittorie, un collega di lui più anziano di 11 anni, Marnix Lameire, che passò professionista a 32 anni, spinto dal fatto di aver colto, a 31 anni, nel 1986, il suo record di successi stagionali con 40 centri. E, come Marnix, il distinto Greg, passò prof nel 1991, anno seguente il suo primato annuale di 50 vittorie, che era pure record belga: tre in più del precedente primato detenuto da Willy Plankaert e risalente al 1964. A differenza di Lameire però, che a dispetto dell’età di passaggio continuò a vincere anche fra i prof, Moens fallì. Nel 1992 e 1993 in seno alla Motorola di Lance Armstrong, colse solo qualche piazzamento in gare minori: nel dettaglio due secondi posti, due terzi, ed un quarto. Tecnicamente, la sua miglior prestazione fu proprio quel quarto posto alla Bruxelles Ingooigem del ’93. Alla fine di quella stagione, tornò fra i dilettanti, dove divenne compagno di squadra di Axel Merckx. Divenne soprattutto un dilettante vero, perché il suo reale mestiere fu quello di agente di polizia, mansione che svolge tutt’oggi. Ovviamente, pur con la divisa nel civile d’ogni giorno, il distinto Greg continuò a vincere fra i dilettanti, fino ai trentotto anni. Appese la bicicletta al chiodo, a febbraio del 2004.

Vladimiro Palazzi
[Immagine: 152045176218495Palazzi,Wladimiro.jpg]
Nato a Jerago (Varese) il 01.02.1942. Passista scalatore, alto m. 1,72 per kg. 65. Professionista dal 1969 al 1970, non ha ottenuto vittorie.
Altro ennesimo corridore passato fra i professionisti tardi, troppo tardi, quanto basta per poter dire che il massimo delle sue potenzialità atletiche si consumarono fra i dilettanti. Ed il varesino Vladimiro Palazzi fu davvero un gran dilettante, uno che le corse dure se le giocava e, spesso, le vinceva. Uno che nel 1966, era già largamente maturo per passare, aveva già fatto doppietta nel Gran Premio Somma (che vincerà per la terza volta consecutivamente nel 1967), ed aveva vinto il Giro del Mendrisiotto, invece o per il discorso dei P.O. o per non considerazione del mondo dei prof restò "puro" anche nel 1967, anno nel quale vinse pure due tappe del Giro della Valle d'Aosta e la Medaglia d'Oro Città di Monza. Solo dopo l'anno olimpico, nel 1969, Palazzi fu uno della settantina di dilettanti che passò fra i prof, ma lui aveva già 27 anni e tanti sforzi compiuti. Fece il salto con la Sagit, squadra che era composta per i tre quarti da neopro e si comportò subito bene: fu 3° nel Giro di Campania, 7° al Giro del Piemonte, 10° nella Coppa Placci, 14° nel Giro delle Marche, ma si ritirò al Giro d'Italia, aspetto che nel mondo professionistico di quei tempi contava in negativo non poco. Nel 1970, invece, dopo una buona Sanremo (chiusa poi 36°), il rendimento di Palazzi crollò, ed a fine anno appese la bicicletta al chiodo.

Giuseppe Vanzella
[Immagine: 15968222443538Vanzella59.jpg]
Nato a Vazzola (Treviso) il primo febbraio 1934, deceduto a Conegliano (Treviso) il 25 ottobre 2011. Passista veloce. Alto m. 1,78 per kg. 77. Professionista dal 1959 al 1961, con una vittoria.
Un corridore che a differenza di altri che erano stati come lui ottimi dilettanti (vinse la Coppa Italia a Squadre nel '54 e '58), capì che fra i professionisti il ruolo possibile, era quello della spalla o del gregario, ed a tali mansioni si adeguò. E come tante di quelle incommensurabili figure, è passato nel silenzio generale, ma nell'incanto delle sostanze. Nel suo caso ci fu pure la giornata di gloria alla Milano-Mantova, nel 1960, la sua unica, ma prestigiosa, vittoria. Per il resto, tanto lavoro dietro le quinte e qualche piazzamento, sempre o quasi in appoggio ai propri capitani, come ad esempio l'11° e il 12° posto nella Milano-Vignola '60 e '61; il 6° nel GP di Pistoia '61; il 18° nel Giro del Lazio '61, il 21° nel Giro di Lombardia '59. Concluse il Giro d'Italia del 1960, 87°. In carriera, ha corso per la San Pellegrino nel 1959 e per l'Atala nel '60 e '61. Suo figlio Flavio, è stato un ottimo professionista dal 1989 al 1998, con diverse vittorie.

Maurizio Ricci detto Morris
 
Rispondi


[+] A 6 utenti piace il post di Morris
#2
Mi viene da sorridere se penso quanto semplicisticamente venga trattato oggi il falso "problema" delle carriere brevi.
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)