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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 2 maggio
#1
Willy Arend (Ger)
[Immagine: 16355246701325Arend,Willy2.jpg]
Nato ad Hannover il 2 maggio 1876, deceduto a Berlino il 25 marzo 1964. Pistard velocista. Professionista dal 1896 al 1923 con un centinaio di vittorie, di cui 11 di valore mondiale.
La carriera di questo tedesco ben poco tale nelle misure che solitamente diamo ai cittadini di quella terra, già si presenta straordinaria per la longevità, ma poi, a ben vedere, stupisce per un'altra peculiarità: la condotta poco sincronica alla via maestra di un atleta. Iniziò a vent'anni la sua avventura sulla quella bicicletta che vide, da subito, come uno strumento per vivere esperienze, viaggiare e divertirsi. Già, perché Willy Arend, con l'aspetto del bravo ragazzo, signorile e da bancario, ben presto si dimostrò un viveur da romanzo che non si privava di nulla. Ciononostante, la sua carriera, iniziata a vent'anni nel 1896, si prolungò sempre con sussulti degni di un evidente, fino al 1923: 25 anni, dunque! In questo quarto di secolo, non si destinò solo come protagonista della velocità individuale, ma fu pure un ottimo seigiornista (ne vinse due), grandissimo interprete del tandem in coppia col danese Ellegard, e pure valente nelle gare di durata, sempre su pista.
Nell'anno del debutto, il 1896, divenne campione tedesco della velocità e si confermò tale anche nelle due stagioni successive. Nel 1897, a soli 21 anni, sulla pista di Glasgow, battendo l'idolo di casa Barden e il francese Nossan, si laureò campione del mondo nella specialità amica.
Dopo questo successo, iniziò la sua polivalenza che, nella realtà tecnica, si spiegava con una non comune resistenza alla velocità e su indubbie doti nella memorizzazione del ritmo. Non a caso le sue volate erano molto lunghe ed entusiasmavano il pubblico, anche perché le corredava con una particolare smorfia: correva a bocca aperta e l'aggiunta dei baffi lo facevano apparire come una foca. Ma il suo modo di affrontare lo sforzo, era spesso figlio del poco allenamento e delle levatacce a cui s'era col tempo abbonato. Infatti, il poco tedesco Arend, era solito conoscere la città ove andava a correre, attraverso i locali notturni, dove era si fermava a bere come una spugna per poi ritirarsi con fanciulle disponibili ad incontrare la pelle di un campione del mondo.... Memorabile la sua "sbronza di vita" che lo coinvolse, a Parigi, la notte precedente il Gran Premio della Repubblica del 1901. Andò a letto all'alba, dopo aver fatto tappa in tutti i ritrovi di Montmartre e non si sarebbe alzato per la gara che aveva inizio nelle prime ore del pomeriggio, se non fosse stato per un appassionato operatore dell'albergo dove alloggiava. Grazie a costui, che se lo portò quasi a braccia al velodromo, ancora intontito e digiuno, Arend, più boccheggiante del solito, mise in fila tutti i migliori velocisti mondiali, compreso il già grande danese Thorval Ellegard, suo compagno di tandem, ed il francese Edmond Jacquelin. La vittoria in quella manifestazione, che per taluni valeva più di un mondiale (come tutte le gare di Parigi, del resto), diede un segno ulteriore delle valenze, già riconosciute, di questo atleta straordinario.
Nel palmares infinito di Arend poi, vanno citati i tre Gran Premi della Finanza riservati ai tandem (praticamente il mondiale della specialità, anche se mai riconosciuto ufficialmente), nel 1901-'02-'03, il terzo posto ai mondiali della velocità nel 1900, un altro titolo tedesco nello sprint individuale colto nel 1921 (a 45 anni!), oltre un centinaio di Gran Premi in varie piste d'Europa. Chiuse la carriera nel 1923, ed a dispetto della sua vita fuori dalle righe (compreso il fumo), morì nel 1964, ad 88 anni.

Eddy Pauwels (Bel)
[Immagine: 16406793471325Pauwels,Eddy5.jpg]
Nato a Bornem il 2 maggio 1935. Passista scalatore. Professionista dal 1958 al 1966 con 24 vittorie.
La grande notorietà di questo compatto corridore belga, non è dovuta alle classiche e al freddo della sua terra, bensì al caldo del mese di luglio francese, quando il ciclismo tocca l'apice della sua internazionalità, grazie al Tour de France. Qui, Pauwels, per un lustro, fra la fine degli anni cinquanta ed i primi quattro dei sessanta, è stato uno dei corridori più riconoscibili e popolari, con tangibilità non solo legate ad azioni e animosità, ma per le stesse risultanze. In quel lasso ha vinto 4 tappe della Grande Boucle: la Montpellier-Perpignan e la Luchon-Pau nel 1961; la Bayonne-Pau nel '62; la Nogent-sur-Marne- Epernay nel '63. Ha poi colto il successo nella Classifica Finale della Combattività nel 1962, ed è riuscito a vestire in due edizioni la Maglia Gialla: nel 1959 per due giorni e per tre giorni nel 1963. I piazzamenti nei sette Tour de France a cui ha partecipato, sono: 11° nel 1959; 25° nel 1960; 9° nel 1961;10° nel 1962; 13° nel 1963, 20° nel 1964, mentre nel 1965, anche a causa dei postumi di una caduta, abbandonò alla 19a tappa. Praticamente la sua carriera finì lì. Tra gli altri successi del suo palmares, spiccano la Tre Giorni di Anversa nel 1960, una tappa del Giro del Belgio nel 1959, la Hulst-Tessenderlo nel 1960 e la Beaulac-Bernos nel 1964. Ha partecipato due volte alla Vuelta di Spagna: 9° nel 1962 e 18° nel 1965. Insomma un corridore tenace, con discreti mezzi, fatti fruttare al massimo possibile.

Roberto Pistore
[Immagine: 16588601071325Pistore,Roberto.jpg]
Nato a Monza il 2 maggio 1971. Passista scalatore. Professionista dal 1995 al 1998 con 6 vittorie.  
Un corridore che da dilettante fu un leader e che nei primi due anni da prof, pareva mantenere le promesse di una bella carriera, ma non fu così, ed a soli 27 anni, lasciò l’agonismo. Probabilmente aveva speso troppo fra i dilettanti. Tanto più se si pensa che ad 8 anni era già in sella, fra i giovanissimi….in quella fascia d’età dove più che pedalare solamente, andrebbe costruito l’atleta, attraverso la pratica anche di altre discipline sportive. Ma per il mondo ciclistico italiano, e solo in Italia, sostenere ciò significa bestemmiare. Pistore corse da giovanissimo col GS Muggiò indi col GS Biassono fra gli esordienti e gli allievi poi col GS Pan.Or arrivò ai dilettanti ponendosi subito allevdenza nazionale. Nel ’90, infatti conquistò il titolo regionale della Lombardia fra i 2a serie. Dopo aver espletato il servizio di leva nel 1991, l’anno seguente Roberto fu vittima di “quel campanello d’allarme” consistente in una tendinite che ne limitò notevolmente le prestazioni.
Nel ’93 entrò nell’Ecolclear-Sumiraghese ed ottenne in stagione ben sette successi tra cui la tappa inaugurale del Giro di Toscana, il GP di Capodarco, la Coppa Mobilio Ponsacco e il GP di Somma. L’anno seguente fu ancora migliore perché gli ancora sette successi, si fregiarono di maggiori tangibilità internazionali. Vinse infatti una tappa e la classifica generale del Giro della Valle d’Aosta, il Regio Tour in Germania, la Coppa Pinot La Versa e la quarta frazione del Giro delle Regioni. Fu poi 2° nel Campionato Italiano. Dopo un simile biennio era più che naturale la chiamata fra i professionisti nel 1995. Fu il Team Polti di Stanga ad assicurarselo
Al primo anno nell’élite il ciclista monzese vinse il Giro del Canavese, una tappa e la Classifica Generale al Regio-Tour. Partecipò alla Vuelta di Spagna dove mise in luce le sue doti di brillante scalatore, chiudendo al 2° posto la Classifica dei GPM e chiuse 6° nella Generale Finale. A fine stagione fu 9° al Giro di Lombardia.
Nel 1996 passò alla MG Boys di Ferretti e tornò alla Vuelta di Spagna, dove con una condotta molto regolare chiuse al 4° posto. Al Tour de France però, non partì all’ottava tappa. L’anno seguente, in Austria vinse la 1a tappa e la Classifica Finale del Wien-Rabenstein-Gresten-Wien. Indi in Germania vinse la 2a tappa della Hofbrau Cup, una crono-squadre. Poi iniziò un calo del suo rendimento che divenne via via evidente. Nel 1998 approdò alla Riso Scotti, ma non ottenne risultati di nota. Al Tour de France si ritirò nuovamente, nel corso dell’ottava tappa. A fine stagione appese la bicicletta al chiodo.

Filippo Savini
[Immagine: 15963602341325Savini,Filippo.jpg]
Nato a Faenza, il 2 maggio 1985. Passista scalatore alto 1,79 per 69 kg. Professionista dal 2007 al 2013 con 3 vittorie.
Un corridore la cui carriera può considerarsi positiva, poiché al talento lungi dall’essere trascendentale ha accostato una serietà e una dedizione davvero notevoli. Ne è uscito un corridore professionista che ha saputo andare a segno e già questo non è poco, anche alla luce di taluni segmenti non brillanti di un ciclismo avviato a trasformazioni più negative che positive. 
Filippo dopo le categorie giovanili, passa tra gli under23 con i colori della S.C. Reda Impresa Edile Mulinari con cui, nel 2004, anno d’esordio nella categoria, ottenne diversi piazzamenti. Di nota il 6° posto al Trofeo Mario Zanchi ed il 31esimo nella prova tricolore. Nel 2005 passò al Cycling Team Eternedile – Pedale Ozzanese diretto da Mauro Orlati. Nella stagione vinse la 5a tappa del Giro delle Valli Cuneesi e chiuse al 9° posto la Freccia del Riso. Passato al Team Filmop, l’anno seguente, prosegui il suo percorso d’evidenza vincendo il Memorial Danilo Furlan e il Circuito Internazionale di Caneva. Fra i piazzamenti, di nota il 3° posto al Trofeo ZSSDI. Questi risultati gli aprirono le porte al professionismo concretizzatosi nel 2007 nelle file della Ceramiche Panaria-Navigare, sotto la guida di Bruno Reverberi. Nell’anno di apprendistato i migliori piazzamenti li colse in Belgio al Tour de Wallonie ed in Francia al Circuit de la Sarthe. L’anno successivo, con la maglia della CSF Group, ruppe il ghiaccio, conquistando in solitudine la vittoria nella quarta tappa del Giro di Turchia ed ancora in solitudine nell’ottava frazione del Tour de Langkawi.  Tornato in Italia finì 14° al G.P. Industria e Artigianato – Larciano. Fece poi il suo esordio al Giro d’Italia, ma si ritirò nel corso della nona tappa.
Nel 2009 Savini fu 8° al Giro dell’Appennino e 10° alla Tre Valli Varesine, mentre l’anno dopo finì 2° nel Giro della Provincia di Reggio Calabria. Nel 2011, ad aprile, vinse ancora una volta in solitudine la tappa di Laguna de Peces alla Vuelta Castilla y Leon. Prese parte nuovamente al Giro d’Italia, ma si ritirò nel corso della 19esima tappa. Nel 2012, il suo rendimento iniziò a calare in maniera evidente. A fine stagione, lasciato libero dalla Colnago-CSF, s’accasò alla Ceramiche Flaminia, ma non aggiunse tangibilità alla sua avventura tra i professionisti che finì a novembre 2013.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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