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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 3 aprile
#1
Sydney “Sid” Barras (Gbr)
[Immagine: 15291567571325Barras,Sid.jpg]
Nato il 3 aprile 1948 a Middlesborough. Passista veloce. Professionista dal 1970 al 1987 con 206 vittorie comprese le speciali classifiche. Un esempio massimo di quel che è stato il ciclismo anglosassone, quando era perlomeno umile e, perciò, volontariamente isolato. Uno che è restato dentro quella casamatta e manco ha provato un anno, un solo anno della sua lunghissima carriera, a fare come Tom Simpson: venire a correre nell’Europa vera del ciclismo. Ha preferito fare il mattatore in patria, conquistando numeri alla Merckx, Van Looy, Van Steenbergen, Moser, De Vlaemick, ma con qualità ridicole rispetto a quelle dei menzionati. Si trattava di vittorie che definire minori era persino un atto di generosità. Solo in rare occasioni uscì dalla Gran Bretagna per misurarsi nelle prove continentali di un certo peso. La sola vittoria ottenuta al di qua della Manica, fu in una tappa del Tour de Suisse 1973, corsa che peraltro non concluse, come del resto non lo fece l’anno successivo. L’unica volta che arrivò a terminare il “Suisse” fu nel ’76: 49°. Ha partecipato a dieci Campionati del Mondo, ma ne ha conclusi solo due: 24° nel 1970 e 22° nel 1972. Fra le sue tantissime vittorie in patria, si fanno preferire: il Campionato Nazionale nel '79, le corse a tappe nazionali come il Falcon Tour '70, '75 e '76, il Redhill Grand Prix '72 e il Giro dell'Essex '77, il Giro della Scozia open '77 e la Penn Due Giorni open '81. Oltre a una dozzina di affermazioni in prove in linea, ha fatto soprattutto man bassa di kermesse (che avrebbero sempre una loro dignità se allo start ci fossero corridori di un certo spessore), ottenendo in tutto 197 successi a cui vanno aggiunte nove speciali classifiche, come ad esempio il Pernod Trophy, una sorta di quello che un tempo era in Italia il San Silvestro d’Oro. Ecco la sintesi numerica anno per anno accanto alle squadre per le quali ha corso.
1970 – Bantel-Raleigh (6). 1971 – Bantel (4). 1972 – Bantel (18). 1973 – Bantel (12). 1974 - TI-Raleigh (10). 1975 – Bantel (19). 1976 – Bantel (19). 1977 – Bantel (26). 1978 – Viking-Campagnolo (12). 1979 – Carlton-Weinmann (20). 1980 – Weinmann-Chicken (9). 1981 – Coventry-Eagle-Campagnolo (19). 1982 – Falcon Cycles (4). 1983 – Falcon Cycles (8).1984 – Falcon Cycles (2). 1985 – Moducel (5). 1986 – Moducel (4).

Carmelo Barone
[Immagine: 16290059581325Barone,Carmelo.jpg]
Nato ad Avola il 3 aprile 1956. Passista veloce. Professionista dal 1977 al 1984 con 12 vittorie.
Un talento precocissimo, che lasciò ben presto la Sicilia per trasferirsi in Toscana. Lo scopo: mettere in fila gli avversari come birilli, fino a raggiungere il massimo arco del ciclismo. Per diversi anni, l'intenzione trovò il conforto delle risultanze. Il fisico di Carmelo appariva compatto come pochi, con una muscolatura poco ciclistica all'apparenza, ed una capacità d'adattamento alla gara fuori dal comune. Le sue accelerazioni sembravano degne del passista di gran razza, magari alto almeno dieci centimetri più di lui e con le lunghe leve alla Ferdinand Bracke, mentre Barone era alto solo un metro e settantadue centimetri e le sue gambe erano più simili a quelle di un calciatore. In volata poteva reggere lo sprint con chiunque, se alla ricerca della fettuccia d'arrivo non erano troppi; mentre in salita soffriva, ma levarselo di ruota, era da gente con mille facoltà. Insomma, Carmelo Barone, da dilettante, fu uno dei più forti che il nostro ciclismo abbia mai espresso. Passò presto al professionismo, nel 1977, quando ancora doveva compiere i ventuno anni e questo fu un gran bene (come sempre d'altronde), ma poi, a parte i primi fuochi degni del passato, il resto, fu sempre più una brace in via di cenere. Nell'anno d'esordio, vinse la tappa di Martinafranca al Giro di Puglia, i Circuiti di Morrovalle e Firenze, la Coppa Bernocchi e il Trofeo Baracchi in coppia con lo svedese Johansson. Fu azzurro ai mondiali di San Cristobal, dove si ritirò non prima di aver fatto il suo dovere per la squadra che portò Francesco Moser all'iride. Nel 1978, anche per qualche acciacco, la sua flessione fu evidente: solo la vittoria nel G.P. di Montelupo, il Circuito di Castiglion del Lago e qualche piazzamento. Si rifece un poco nel 1979, grazie a molti piazzamenti e la vittoria nel Giro dell'Umbria. Fu azzurro sul circuito iridato di Valkenburg, dove si ritirò. Positivo il suo 1980, in virtù dei successi nella tappa dell'Isola d'Elba al Giro d'Italia, nel Giro del Veneto e nella Cronocoppie di Rovereto, in coppia con Francesco Moser. A queste vittorie aggiunse diversi piazzamenti. Fu ancora azzurro a Sallanches, ma per la terza volta si ritirò. Dopo il 1980, anche per tanti guai fisici, il suo rendimento crollò e si dedicò al lavoro di gregario, senza trovare più la luminosità necessaria per tornare al successo, salvo nel 1983, quando vinse il Circuito di Noto. A fine '84, a soli 28 anni, lasciò il ciclismo. Oggi, lo si può incontrare, nel suo negozio di biciclette, a Santa Croce sull'Arno, in provincia di Pisa.

Bastiaan “Bas” Maliepaard (Hol)
[Immagine: 16401926391325Maliepaard,Bas2.jpg]
Nato a Willlemstad, il 3 aprile 1938. Professionista dal 1959 al 1967 con 34 vittorie su strada.
Arrivò al ciclismo più tardi dei più, ma a dimostrazione della sempiterna realtà che il mondo del pedale, colpevolmente, disconosce, avendo alle spalle il valore della pratica di altre discipline sportive, bruciò le tappe. Certo, i valori atletici di Bas erano pingui, ma dire che il ciclismo bisogna praticarlo a livello agonistico già nell'età infantile, è una storica stupidaggine. Resta il fatto che Maliepaard, che amava vivere e divertirsi, scelse il pedale sulla soglia dei venti anni, per la sua varietà, dopo esser stato campione e promessa del pattinaggio di velocità su ghiaccio. Anticipò di qualche anno, in questa peculiarità, il connazionale Gerben Karstens. Debuttò sulla bici nell'autunno del 1958 e nello stesso periodo del '59 era già prof. In quell'anno era stato capace di vincere alcune tra le prove più importanti dei dilettanti olandesi, nonché quell'Olympia's Tour che era corsa internazionale ambita e si guadagnò l'ovvia partecipazione ai mondiali di Zandvoort, dove solo un professionista di stato come il tedesco democratico Schur, riuscì ad anticiparlo. Il debutto fra i prof fu subito vincente, al punto che Bas si laureò Campione d'Olanda. Titolo e maglia che vinse anche l'anno successivo. La sua disponibilità verso gli altri ed una cattiveria agonistica inferiore al talento atletico, gli aprirono le porte per ruoli di spalla che altri avrebbero evitato. E fra un successo e l'altro, sempre di caratura non pari a quello che avrebbe potuto, si trovò ad aiutare autentici fuoriclasse, Jacques Anquetil su tutti. A lui andava bene così, in fondo si divertiva, che era poi il motivo che lo portò al ciclismo. Ed a 29 anni, mise il punto alla carriera sulla bici. Tutte le sue vittorie. 1960: Campionato Nazionale su strada; GP Flandria, 1° Tappa "3 Giorni di Anversa"; Criterium di Geldrop, Breda, Chaam e Molenstede. 1961: Campionato Nazionale su strada; Criterium di Beek, Nouanle-Fuzelier e Wuustwezel. 1962: 3a Tappa (a) Quattro Giorni di Dunkerque; 5a Tappa Tour del Levante; 2a Tappa (b) Tour de l'Oise. 1963: Classifica a Punti della Vuelta di Spagna; 1a e 5a Tappa della Vuelta di Spagna; Tour de Picardie; Circuit d'Aquitaine; 1° e 3° Tappa Circuit d'Aquitaine; 1a e 2a Tappa Euskal Bizikleta; Criterium di Maarheze, Breda e Narbonne. 1964: 4a Tappa Quattro Giorni di Dunkerque; GP Parisien; 2a Tappa (a) Giro di Lussemburgo; Circuit de la Vienne, Criterium di Elsloo e Goirle. 1966: Criterium di Oldenzaal e Zeebrugge.

August Peeters (Bel)
[Immagine: Peeters%20August.jpg]        
Nato a Meerle (Anversa) il 3 aprile 1935. Passista su strada e pistard. Professionista dal 1959 al 1962 con due vittorie. Un buon dilettante che cercò a lungo quella dimensione migliore che sarebbe potuta venire con l’ingresso in una Rappresentativa Nazionale belga. In patria, infatti, era sovente tagliato fuori dalla conquista del traguardo per la sua poca bravura negli sprint, ed un ingresso in una formazione nazionale lo avrebbe sicuramente proiettato all’estero su percorsi diversi, dove sarebbe servita meno esplosività e più doti sul passo ed in salite più lunghe e meno pendenti. Insomma un belga anomalo che era comunque un evidente per piazzamenti e la speranza di poter far parte di una Rappresentativa non era così velleitaria.  Nel 1953 vinse giovanissimo la importante prova di Brasschaat ed arrivò 3° a Deurne. L’anno dopo finì 2° nel Gp Affligem e chiuse 3° il Campionato Nazionale nell’inseguimento su pista. Nel 1957 dopo aver colto i soliti piazzamenti in gare di peso, vinse la Petegem-aan-de-Leie e qualcosa si mosse: finì per essere selezionato per il Giro di Yugoslavia. Qui pur non vincendo fini sul podio di tappa tre volte, ma non fu selezionato per i Mondiali di Waregem a cui teneva tantissimo. Nel ’58 passò fra gli indipendenti e continuò nel medesimo ruolino di piazzamenti. Abbastanza per arrivare fra i prof, nel 1959, con la Libertas Eura Drinks. Nella sua prima stagione, si piazzo 3° nella Seigiorni di Anversa, mentre su strada colse due secondi e due terzi posti. Medesimo comportamento anche nel 1960. Finalmente nel 1961, in maglia Vedette, ruppe il ghiaccio della vittoria conquistando prima il GP Ekeren e, poi il GP Wilrijk una famosa gara su strada dietro Derny. Finì 2° nella Petegem-aan-de-Leie e 3° nel GP Lommel. Nel 1962 ebbe una flessione di rendimento, nonostante il bel 3° posto nella Bruxelles-Charleroi-Bruxelles, ed a fine stagione abbandonò l’agonismo.  

Maurizio Ricci detto Morris
 
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