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Qualche zoom sui ciclisti nati oggi 6 aprile
#1
Edouard Bihouée (Fra)
[Immagine: 16604594091325Bihouee,Edouard3.jpg]
Nato il 6 aprile 1936 a Réguigny nel Morbihan. Passista veloce su strada e ciclocrossista. Indipendente nel 1956, Professionista dal 1957 al 1963 e indipendente nel 1964 e ‘65 con 38 vittorie.
Un corridore che è stato una sorta di Syd Barras francese, molto più completo e di tutt’altro spessore, ma anch’egli specialista dei criterium o kermesse o circuiti, in particolare della Bretagna. Non a caso qualcuno lo chiamava “Il terrore dei criterum”. Ne ha vinti fra i professionisti molti di meno del britannico, ma lui correva le corse più vere a cominciare dal Tour de France (tre corsi e tutti finiti), al Dauphiné Libéré, al Tour di Lussemburgo ecc. Edouard Bihouée è stato un corridore popolare che non disdegnava, ed ha pure vinto, il ciclocross. Per la storia un ciclista di medio valore, che ha però lasciato un suo segno importante e tenuto viva la passione ciclistica di una terra bellissima come l’intorno del Golfo del Morbihan, ovvero il luccichio turistico della Bretagna.
Il suo palmarès dal 1956 al 1965.
Le sue vittorie. 1956 (10): GP Philips Nantes, GP Lanvenegen Ciclocross, Criterium St Brieuc, Kernic, Plounéour Ménez, Huelgoat, Le Faouet, Plédran, Lesnéven, Lorient. 1957 (4): Criterium di Lesneven, Rostrenen, Plonéour-Ménez, Huelgoat. 1958 (3): GP De St Michel, Criterium Plédran e St Pol De Léon. 1960 (4): Brest Rade, Circuito Isole Scaer, Criterium Plédran, Criterium Le Grand Circuit St Méen. 1961 (12): GP Polymultipliée, Lagorce-Laguirande, GP Landaul di Ciclocross, GP Muzillac-Plougasnou, Madison su pista a St Brieuc, Le Grand Madison su pista a Plédran, Criterium di Lesneven, Plougasnou, Rosporden, Plédran, Scaer, Plessala. 1962 (2): Criterium Gouesnou e Plessala. 1965 (3): Criterium Lanester, Bieuzy, Auray.
Piazzamenti. 1957: 2° a Callac e a Scaer, 3° a Rosporden e St Pol de Léon. 1958: 3° a Bagno di Bretagna, Ploermel e Plabennec, 6° Campionato di Bretagna di Ciclocross, 15° nella Classifica Generale del Tour de L'Ouest. 1960: 2° nel Circuito di Cher, Circuito di Armorica Ploudalmézeau, Channel Ocean, Pont L'Abbé, 3° Criterium Plessala, Caudan, Trédion, 6° nella Classifica Generale Finale Midi-Libre, 11° nella 20a tappa del Tour de France, 13° nel GP Stan Ockers, 14° nel GP Plouay, 61° nella Classifica Finale del Tour de France. 1961: 2° Criterium Bagno di Bretagna, 3° Circuito D'Armorique a Ploudalmézeau, Criterium Begard, Moncontour, Plessala, 8° nella 12a tappa del Tour de France, 23° nella Classifica Finale del Tour de France. 1962: 2° 6a tappa Dauphiné Libéré, 2° nella 4a tappa del Giro di Lussemburgo, 2° Circuito delle Montagne Nere a Leuhan, 2° nel Criterium Quimperlé, 3° nella 17a tappa del Tour de France, 6° nella Classifica Finale Midi Libre, 9° nella 6a tappa Tour de France, 69° nella Classifica Finale del Tour de France.
1963: 2° Criterium Callac. 1964: 2° GP Dol de Bretagne, 3° nella Miniac Morvan.

Emilio Croci Torti (Sui)
[Immagine: Emilio%20Croci-Torti%20Schweiz.jpg]
Nato il 6 aprile 1922 a Stabio (Ticino) ed ivi deceduto il 2 luglio 2013. Passista alto 1,84 per 76 kg. Professionista dal 1946 al 1956 con 5 vittorie.
Una figura straordinaria che il ciclismo ci ha regalato. O meglio, un artista che il pedale ha avuto la fortuna di poter annoverare fra i suoi acuti. Emilio Croci Torti ha vinto poco, ma ha fatto vincere con la sua presenza, il suo aiuto e il suo conforto, decine e decine di corse. Dietro i successi di Ferdi Kubler (in particolare il Campionato Mondiale di Varese 1951) e quelli di Hugo Koblet che Emilio batteva con frequenza fra i dilettanti, ma anche di altri, ci stanno la sua fatica, i suoi consigli, la sua grande onestà e devozione. Gino Bartali, suo grande amico, un giorno gli disse: “Hai sbagliato tutto. Il ciclismo doveva essere il tuo hobby, mentre la tua pittura e la tua arte dovevano essere il tuo mestiere. Sei stato bravo lo stesso, ma sempre poco rispetto a quel che si vede nei tuoi dipinti”. Emilio Croci Torti era stato uno studente di belle arti dal 1936 al 1939 ed alla fine del triennio vinse il primo premio come pittore e scultore, ad un concorso molto importante. Avrebbe voluto continuare all'Accademia di Milano, ma a causa della guerra questo non gli fu più possibile. Un po' per caso, con una timida volontà di seguire la passione del padre verso il ciclismo, nonché la spinta della gente del suo paese, finì a pedalare agonisticamente. Da dilettante fu davvero forte, perlomeno per quel moncherino di pedale che il conflitto mondiale aveva lasciato libero e che vedeva nella Svizzera la quasi totalità. A guerra finita, con 24 primavere sulle spalle, prese la strada del professionismo ciclistico. Capì presto di non essere competitivo come nella categoria cadetta, ma continuò con serietà, trasformandosi in un uomo squadra che via via divenne faro fra quelle peculiari figure che sono sempre stati i gregari, o le spalle. Lui, poi, ci aggiungeva una assistenza che si potrebbe definire un misto fra filosofia e psicologia, ed alla fine il suo essere affabile ne esaltò la figura anche nell’intorno ciclistico ed in quell’osservatorio allora assai sensibile agli aspetti umani. Croci Torti divenne così l’uomo che seppe attingere e riempirsi di ciò che il ciclismo poteva donargli, indipendentemente dagli aspetti agonistici. Lui, grazie al pedale, poteva viaggiare, condurre una vita da zingaro e fare amicizia in vari paesi e vedere quei paesaggi e quegli insiemi iconici, che l’elessero un evidente pittore e filosofo e che poi, nel dopo carriera, lo elevarono come uno degli artisti svizzeri più conosciuti e celebrati con mostre a Zurigo, Lucerna e Lugano e tante altre località. Uno che s’è invecchiato sereno e felice, fino alla bella età di novantuno anni e che non ha mai avuto rimpianti degni di menzione. Una figura nobile del ciclismo in tutti i sensi, che a chi scrive, sarebbe piaciuto intervistare, anche per capire meglio dalla sua voce se c’era un istmo di ciclismo nella bellezza e nella intensità degli stupendi e significativi paesaggi dei suoi quadri. 
[Immagine: croci-torti-emilio-1922-2013]
Le sue vittorie.
1947: Tour del Lago Lemano. 1948: GP Lyss. 1949: GP Neuchatel. 1952: 8a tappa del Tour de Suisse a Zurigo. 1954: 2a Tappa del Giro del Lussemburgo a Petagne.
I suoi migliori piazzamenti.
1946: 2° nella Zurigo-Losanna, 3° nella Classifica Generale del Tour dei Tre Laghi, 8° nella Milano - Sanremo. 1947: 2° nel GP Lugano, 2° nel GP Basilea, 2° nel Criterium Breite, 3° nel Campionato Nazionale su strada, 3° nella tappa di Vaduz al Tour de Suisse, 3° nel Criterium Neuchatel, 3° nel GP Brugg bei Biel, 14° nella Milano Sanremo. 1949: 2° nel Campionato Nazionale su strada, 2° GP Lyss, 2° GP Le Locle, 3° nel Trofeo Baracchi, 3° nel Tour dei Quattro Cantoni, 3° nel GP  Brugg bei Biel, 3° nel Criterium Neuchatel. 1950: 3° nel Tour del Nord Ovest, 3° nella tappa di Vallorbe al Giro di Romandia, 3° nel Criterium Payerne, 3° nel Criterium Yverdon, 7° nella 12a tappa del Tour de France a Perpignan, 43° nella Classifica Finale Tour de France. 1952: 3° nella Stausee Rundfahrt, 3° nel GP Sierre, 8° nel Tour del Lago Lemano. 1954: 2°, 4° e 5° rispettivamente nella 22a (Troyes), 8a (Angers) e 5a (Epinal) del Tour de France, 56° nella Classifica Generale Finale del Tour de France. 1955: 2° nel GP di Locarno, 3° nella 6a Tappa del Giro d'Italia a Lido d'Albaro.

Ivo Mancini
[Immagine: 16614461163538Mancini.jpg]
Nato a Guasticce (LI) il 6 aprile 1915, deceduto a Livorno il 24 febbraio 2000. Passista veloce. Professionista dal 1936 al 1939 e dal 1946 al 1947, con 1 vittoria.
Emblematica la sua storia. Un esempio di come si possa essere meteora nel ciclismo, pur praticandolo per anni e di come, prima del professionismo, si incontrino più facilmente le illusioni con relative valutazioni errate.
Fin da giovanissimo fu appassionato di ciclismo ed iniziò a correre subito. Da dilettante, a 19 anni, nel 1934, alle già numerose vittorie accostò due importanti piazzamenti nazionali. Finì 2° nel Campionato Italiano G.I.L. e 3à nel Gran Premio Porretta. L’anno dopo si capì immediatamente che era il più forte nella categoria non solo in Italia. Vinse in progressione, fra le altre, il Gran Premio Maino e nel per lui magico mese di agosto il Campionato Italiano e il Campionato del Mondo. A fine stagione passò fra i professionisti in seno alla Ganna ed in tempo per finire 3° nella Coppa Brilli Peri. Nel 1936, attesissimo, iniziò a deludere profondamente. Il 2° posto nella Coppa San Geo fu un fuoco di paglia, nella Milano Sanremo non andò oltre il 29° posto annaspando e per il resto della stagione fu un aninimo. Compresa la partecipazione al Giro d’Italia dove dopo poche tappe incolori si ritiro. L’anno dopo stessa falsariga: 33° con grandi difficoltà alla Sanremo e medesimo ritiro dal Giro d’Italia. Nel 1938 tornò fra gli indipendenti abbassando notevolmente lo spessore delle partecipazioni: finì3° nella Coppa Bertini e 4° nella Coppa Landucci. Nel 1939, un certo risveglio: vinse la Coppa Bertini, finì 3° nella Coppa Federale di Pisa e partecipò nuovamente al Giro d’Italia che riuscì finalmente a concludere al 53° posto, penultimo. La Seconda Guerra Mondiale contribuì a sciogliere la sua timida ripresa di carriera, che continuò senza sprazzi fino al 1947, quando finì 55° nel Campionato Italiano e 57° nel Giro del Lazio. Lì abbandonò l’agonismo.

Charles Rouxel (Fra)
[Immagine: 15406210871325Rouxel,Charly.jpg]
Nato a Bricquebec il 6 aprile 1948. Passista scalatore. Professionista dal 1970 al 1978 con 18 vittorie.
Questo biondino della Bassa Normandia dal portamento e dai tratti di eterno ragazzino, si segnalò ventunenne al Tour de l’Avenir 1969, quando vinse la tappa di Riom lasciando a manciate di secondi l’ex iridato connazionale Jacques Botherel ed un gran bel corridore in formazione come lo spagnolo Miguel Maria Lasa. Partecipò poi ai mondiali di Brno dive finì 32°. Gaston Plaud, il nocchiero della Peugeot, lo volle all’esordio professionistico nella sua squadra, già dal 1970 e Charles Rouxel rispose positivamente. Durante l’anno del debutto nell’elite, si piazzò tantissimo (di nota il 5° posto nella massacrante Bordeaux Parigi), guadagnandosi la maglia del-la nazionale per i mondiali di Leicester. Qui, partecipò col suo quinto posto, a quella che si concretizzò come l’edizione dei neoprofessionisti per eccellenza: il 1° Monseré, il 2°, Mortensen, invertirono l’ordine d’arrivo della corsa iridata del 1969 riservata ai dilettanti, mentre Rouxel, migliorò nell’élite con un gran 5° posto i piazzamenti di rincalzo fatto registrare nei “puri”. Nel ’71 il giovane normanno iniziò a vincere, sep-pur solo in un paio di criterium, ma soprattutto si dimostrò spalla capace e polivalente per caratteristiche, nello scacchiere della Peugeot. Su quella falsariga continuò, ed anche se le vittorie non furono tantissime, si caratterizzò come figura evidente del ciclismo francese degli anni settanta. Le sue vittorie. 1971: Criterium di Plouha e Con-carneau. 1972: Criterium di Auray e Saint-Just. 1973: Criterium di Graignes e Sar-zeau. 1974: Giro del Mediterraneo; Circuit de l'Indre; Ronde du Carnaval d’Aix; Criterium di Plaintel. 1975: 1a Tappa Etoile de Bessèges;  4a Tappa Giro del Belgio; Criterium di Dieppe, Meaux e Antibes. 1976:  4a Tappa Tour di Corsica; Criterium di Landivisiau. 1978: 2a Tappa (b) del Tour d’Indre et Loire; Criterium di Pogny.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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