SONO DOTATO, MA NON SONO ROCCO
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Questo è un folle, ho visto il video in cui tira giù Impey in Turchia nel 2009, roba da radiazione
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Theone Bos, due braccia strappate all'agricoltura...
Solo uno come Zelk poteva assumerlo in squadra...
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No davvero, lui era meglio che se ne restava in pista, che su strada ancora c'ha capito poco. S'è rovinato di brutto. Finché non fa qualche passo da gigante sulla distanza e sulla tenuta in salita, rischia davvero di rimanere nella mediocrità...
Poi vabbè, riguardo a quell'episodio io l'avrei dato una sospensione maggiore di quella che si dà ai dopati: 6 mesi son stati proprio ridicoli...
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Io lo denigro perché è un tuo corridore, caro amico leccese...
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"Padre perdonali perchè non sanno quello che fanno..."
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Ma anche l'anno scorso al Giro ha buttato giù tutti
Minuto 12.50 circa, si vede dall'alto che disastro combina
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06-07-2013, 10:13 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 06-07-2013, 10:13 AM da Gershwin.)
A parte che è colpa sua, poi anche se questa non è una cosa criminale come quella del Giro di Turchia, è comunque la dimostrazione che non è capace di stare in gruppo in un finale che sia un po' più complicato del normale
Non è che se non ci fa apposta a buttare giù la gente, gli deve essere consentito di farlo
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NEMICO DEI BOVINI
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e non lo fa neanche così spesso di come volete far pensare voi e di quanto lo facciano altri
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06-07-2013, 10:24 AM
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 06-07-2013, 10:26 AM da Gershwin.)
Non so quanto lo faccia spesso, ma io negli ultimi due anni avrò visto in diretta 4-5 sue volate a dir tanto e 2 volte ha causato una caduta. Nelle volate che non ho visto, che sono tante, non so come si sia comportato
Comunque per quanto mi riguarda anche gente come Renshaw dovrebbe stare a casa da un po'
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Un ritorno al vecchio amore per Theo Bos? L'olandese pensa alla pista e ai Giochi Olimpici di Rio 2016
Dopo i Giochi Olimpici di Pechino, Theo Bos aveva deciso di abbandonare il ciclismo di velocità su pista per passare alla strada: un transizione davvero insolita che ha portato il corridore olandese classe 1983 ad ottenere diversi successi in corse minori e solo due in gare di categoria World Tour (una tappa all'Eneco Tour 2012 e una al Tour de Pologne 2014). Secondo quanto riporta NOS, adesso Theo Bos starebbe pensando ad un ritorno alla velocità su pista con l'obiettivo di conquistare un posto per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro nella Velocità a Squadre: Bos, tesserato con il Team Dimension Data e che nel 2015 è stato anche campione olandese dell'Omnium, in carriera ha vinto cinque titoli mondiali e un argento olimpico su pista ma non avrà vita facile a prendere il posto a uno tra Jeffrey Hoogland, Hugo Haak e Nils van 't Hoenderdaal, l'affiatato terzetto che ha vinto il titolo della Velocità a Squadre agli ultimi Campionati Europei.
cicloweb.it
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Bah ormai mi sembra tardi, poi la squadra è fortissima, inserire un corridore nuovo e togliere uno di quelli che ha lottato per conquistare la qualificazione olimpica mi sembra da infami e pure stupido. Doveva pensarci un anno fa, non adesso.
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Bos: «Sogno i Giochi e mi taglio lo stipendio»
«La Dimension Data aveva bisogno di un altro corridore...»
Si è messo un'idea in testa e per inseguirla ha rinunciato ad oltre metà del suo stipendio. L'idea di Theo Bos è molto semplice: conquistare un posto per andare alle Olimpiadi, specialità ovviamente la sua, al velocità.
Di titoli olimpici e mondiali, Bos ne ha una collezione, ma il richiamo dei Cinque Cerchi Olimpici lo ha spinto verso una nuova sfida: «La Dimension Data mi ha assecondato, ma se io corro in pista loro hanno bisogno di un altro corridore, così ho rinunciato ad oltre metà del mio stipendio per consentire l'ingaggio di un altro corridore» ha spiegato Bos in una intervista concessa al programma tv Holland Sport.
«Ho sempre pensato di tornare in pista, lo scorso anno poi ho vissuto momenti difficili, sono stato operai due volte alla spalla e a fine novembre ho partecipato per divertirmi alla NK Sprint. Mi sono sentito così bene che alla fine ho deciso».
In realtà il passaggio di Bos alla strada non è stato semplicissimo: «In pista hai un solo avversario, due giri in senso antiorario e regole precise, sulla strada nelle volate ci sono mille variabili e magari 200 avversari al fianco…».
La scelta è fatta, ma Rio è lontana. L'allenatore della nazionale olandese René Wolff è stato chiaro: «Theo corre il rischio di non raggiungere il suo obiettivo: al momento ho cinque ragazzi e lui è l'ultimo della lista».
Theo lo sa: «Questa però è la mia ultima occasione di andare ai Giochi, ho 32 anni e nel 2020 sarò troppo vecchio per correre a Tokyo».
tuttobiciweb.it
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